Poesie Partecipanti alla V edizione 2020
Ciri - Grif
Cirigliano Tonia
UNA SERA IN CITTÀ
Strade deserte.
Vetrine illuminate.
Manichini vestiti di nuovo che guardano nel nulla,
dove il tempo sé fermato, e la vita sembra svanita.
La luce dei lampioni si perde lungo i viali solitari.
Mi rattrista questa penombra di silenzi,
dove anche il cielo sembra cancellato.
Ma poi il pensiero mi porta lontano, in locali chiusi, affollati.
Dove musiche nuove suonano ad alto volume.
Ed è lì, la fresca gioventù, fino all'alba,
tra giochi di luci abbaglianti e movimenti di balli sfrenati,
insieme a traballanti bicchieri di alcol,
dove uno tira l'altro, bruciando così la mente dell'essere...
Senza fede...Senza regole...
Senza capire sé l'indomani faranno ritorno a casa...
Basta sfiorarsi, e con un sì e un no, incominciano liti...
Ognuno si sente superiore all'altro, intoccabile, facile all'ira.
Si offendono a vicenda, senza l'umiltà di chiedere una volta scusa...
Senza esitare di sfoderare un coltello...
Ed è questo il mondo tecnologico, dove la vita non ha più prezzo,
e il rispetto del prossimo è soltanto un vago ricordo...
I valori si sono dispersi. In tutto manca l'armonia...
La gioia di vivere...
Si piangono tutti i giorni lacrime amare, per questo oscenico andazzo....
(Tonia Cirigliano)
Colacrai Davide Rocco
SARÒ LA MIA BELLA ADDORMENTATA – dedicata a Noa Pothoven1
L'abbellirò con nastri rosa
fiori gialli tra i capelli
riderà incredula, o bambola2
I. È nullo il respiro
con cui il mio corpo alita al suo Sinai,
un arco d’universo
che, attraverso l’anima, tace e svanisce,
l’infrangersi delle mie ali
contro l’istante gonfio di un cielo che ansima
dove un tempo erano certezze,
dove ogni centimetro di carezza meravigliava
e le costellazioni corteggiavano
l’armonia da sposa, quasi da Madonna,
con cui benedicevo i giorni
che umidi di silenzio, come li sentivo
attraversandoli, ricordavano margini di un orizzonte
che brucia e non asciuga, nomi che adesso
risalgono screpolati da una lacrima
e che restano senza un corpo, culmi di un ricordo
che una mano stringe ed è la mia.
II. È nullo il dolore
che si tende nell’eco di uno spasmo
che riconosco come ultimo atto,
un ricciolo di conchiglia
che tenacemente rincorre l’amore al tramonto
quando è un frutteto di sangue
e il suo salmo resta spoglio e senza promessa
nella tenacia della terra
mentre il vento scrive il suo spartito
per la solitudine del passo
che si appressa alla linea liquida dell’infinito
e ne stringe il nodo
senza attesa e senza perdono.
III. Si spegneranno le luci e si raffredderà la vita.
Nevicherà ai piedi del sipario.
Ed io sarò la mia bella addormentata nell’applauso sincero e indimenticabile, azzurro, e forse assurdo, del cuore.
(Davide Rocco Colacrai)
1 Noa Pothoven è la ragazza olandese di diciassette anni che ha scelto la “morte assistita”
2 Per una bambola, Patty Pravo, 1984
Traduzione di Daniela Alessandra Messina - I WILL BE MY BEAUTIFUL ASLEEP - dedicated to Noa Pothoven (1)
I will embellish it with pink ribbons
yellow flowers in your hair
she will laugh incredulously, or doll (2)
I. The breath is void
with which my body breathes to its Sinai,
a universe arc
which, through the soul, is silent and vanishes,
the crashing of my wings
against the swollen instant of a panting sky
where there were once certainties,
where every inch of caress marveled
and the constellations wooed
bridal harmony, almost like a Madonna,
with which I blessed the days
that wet by the silence, as I felt them
crossing them, they resembled the edges of a horizon
that burns and does not dry, names that now
come back chapped by a tear
and that remain without a body, culms of a memory
that a hand shakes and it's mine.
II. There is no pain
which tends to echo with a spasm
which I recognize as the last act,
a curl of a shell
who tenaciously chases love at sunset
when it's a blood orchard
and his psalm remains bare and without promise
in the tenacity of the earth
while the wind writes its score
for the solitude of the step
which approaches the liquid line of the infinite
and tightens the knot
without waiting and without forgiveness.
III. The lights will go out and life will cool.
It will snow at the foot of the curtain.
And I will be my sleeping beauty
in sincere and unforgettable applause,
blue, and perhaps absurd, of the heart.
(Davide Rocco Colacrai)
(1) Noa Pothoven is the seventeen-year-old Dutch girl who has chosen "assisted death"
(2) For a doll, Patty Pravo (Italian singer), 1984
Colangelo Ylenia
NOTTE
Questa sera così presente
nel mio cuore
Io la potrei modellare
toccare
illuminare.
Ho una stella così densa sul mio petto
da ricalcare e disegnare
lasciar fluire.
E il tutto intorno a me prende il senso
delle anime abbattute, risorte e disegnate mai imbruttite, celate, distinte perché affamate.
E le trovo, le cerco, le nascondo le rivelo.
Sono vere ora tutte le notti e tutte le stelle in me.
E poi ci sei tu, che sai colmare.
Ed io.
Che non riesco a restare.
(Ylenia Colangelo)
Collari Roberto
IO SONO VENTO
Come vento,
diffondo
gli echi di coloro
che riposano in noi.
Sono...
Il fragile sibilo
che sbocca dalle insenature
di antiche rovine,
esposte all’universalità
del mondo.
Sono...
il respiro
che accompagna l’esistenza
degli esseri viventi,
musicandone il quotidiano
come un direttore d’orchestra.
Io sono...
essenza stessa
della vita.
Io sono Vento.
(Roberto Collari)
Collesano Gino
NICÙZZA (Siciliano)
Quànnu nascìsti cu dù stiddrùzzi
mi taliàsti
di ma pinsèra i sudùra vuagliàrda
l'asciucàsti
lu ventu susciuliàva l'aciddrùzzi
fòra accattigliàva
'nta cammisèddra arraccamàta
duci scaccaniàva
passàri ijòrna si arruzzulàri pùri
li anni
criscìsti cu a tò carìzza pàssanu
l'affànni
l'amùri ca tài dàtu avi lu sciàuru
du màri
nun chiànciri si chiùdu l'occhi pi
ti lassàri.
(Gino Collesano)
Traduzione dell’autore – PICCOLINA. Quando sei nata con due occhi che sembravano stelle mi hai guardato/dei miei pensieri il sudore svelta lo hai asciugato/ il vento soffiava leggermente e gli uccellini fuori solleticava/ dentro una camicia ricamata tu dolce ridevi/ passarono i giorni si sono accavallati anche gli anni/ sei cresciuta e con le tue carezze mi passano gli affanni/l'amore che ti ho dato ha l'odore del mare/non piangere quando io chiudo gli occhi per lasciarti.
Colonna Valerio
***
Nessuno
questo è il mio nome
io non sono nessuno
perché nessuno è in me
il vuoto l’eco il nulla
l’oblio fatta persona
effimero soffio di cenere
su volti distratti e distanti
mentre il tempo tramonta
su d’un'altra stagione peruta
son qui immobile e mortale
sulla riva del senso d’un nome
con gli occhi sui tratti del sole
a fissar il margine sottile
tra il vacuo e l’infinito
(Valerio Colonna)
Corbo Maria
A FRANCESCO
Amo il tuo corpo scolpito
e il tuo animo fanciullesco,
i tuoi capelli corvini
e la tua fronte rugosa;
le piccole scanalature
che si formano intorno alla bocca,
quando sorridi;
i tuoi occhi sinceri
e il tuo ottimismo contagioso;
insieme a te immagino
la mia vita a colori
e riesco ad assaporarla
come tu mi hai insegnato.
Ti amo anche quando dileggi
il mio carattere serioso
e il nordico senso del dovere.
Mano nella mano,
con te, voglio andare
incontro all’incerto domani.
Tu sei la mia anima leggera,
le mie ali di seta.
(Maria Corbo)
Corona Giorgio
SCRIVERO' PER TE (A mia moglie)
Ti scriverò una poesia
per quando ti stancherai
di guardare le stelle spente,
guarderò illuminarsi l'anima
nel giorno che sta andando via.
Ti scriverò una serenata
per quando la luna sarà alta nel cielo.
farò vibrare le corde del violino
perchè tu abbandoni il letto
togliendo le sbarre alzate.
Ti scriverò una canzone
perchè le tue labbra screpolate
si dischiudano al nuovo canto,
troppo a lungo rimasto soffocato
da un Dio che ti ha dimenticata.
Ti scriverò una preghiera
perchè la impari ad occhi chiusi
e la reciti al calar della sera
prima di abbandonarti al sonno
dei ricordi di immagini confuse.
Ti sciverò una ballata,
per quando torneranno i luminosi giorni
e le tue gambe si muoveranno al tempo
dell'orologio che non hai più caricato.
Ti scriverò fino a quando
il sole tramonterà sui giorni
che il destino mi ha regalato,
fino a quando le campane del paese
suoneranno per chi si è arreso.
(Giorgio Corona)
Corrado (pseud.)
RAGGIO ’E SOLE (Napoletano)
Vurria sapè stu core
lu bene ca pe tte me sento,
da dint' all'anema tu, bellezza mia,
se ferma nfaccia a te stu raggio ’e sole,
addò tu me vasaste s'accalora
e penzo ca tu me vase ancora!
(Corrado)
Traduzione dell’autore - RAGGIO DI SOLE. Vorrebbe sapere questo cuore/ il bene che per te mi sento,/ da dentro l'anima tu, bellezza mia,/ si ferma in faccia a te questo raggio di sole,/ dove tu mi baciasti s'accalora/ e penso che tu mi baciasti ancora!
Crapanzano Alberto
L'ESISTENZA
Con gli occhi gonfi
come nuvole ottobrine
cariche di pioggia
passiamo il tempo
ad ingannare la nostra mente
e a cavallo degli effimeri pensieri
sorvoliamo in un cielo
pregno d'amore
e di dolore
in compagnia dei nostri
sospirati sogni
consapevoli che oggi
è già domani.
(Alberto Crapanzano)
Cumbo Simone
PAROLE
Spesi parole
Troppe
Tornarono indietro
Frantumate.
(Simone Cumbo)
Curto Lillo
CRUCCHIULIDDRU (siciliano)
(Architetto/scultore)*
C’era na vota,mi cuntà ma patri,
u’nobil homu cu lu cori ranni
ch’era pi tutti li cchiù bisugnusi
lu faru di l’aiutu e la spiranza
pi mintiri qualcosa nni la panza.
Quannu persuni vidìva a la chiazza
senza travagliu ma cu tanta voglia
di vuscari lu pani pi li figli
‘n campagna li purtava a travagliari,
anchi si pocu avìa di farci fari:
“spitravanu li terri e, cu li petri,
facivanu li strati e li sipalala,
pulivanu cunetti cu la pala,
facivanu pulera e li puzzetti
e tanti antri operi perfetti
U’gnornu c’arrivà a lu “Firriatu”
vitti nni lu so muru, addisignatu,
la so carrozza cu li so cavaddra
cu traccia’ncisa, fatta di carbuni,
di manu sperta e tanta precisioni
ca miritava la so attenzioni.
Nuddru di li persuni ‘nterrogati
vonsi fari lu nomu di qualcunu
ma doppu quannu vittti ca un carusu
calà la testa ‘nterra e un po chianciva:
“per casu fusti tu? Nun ti scantari
dimmi cu sì e chi vinisti a fari”.
“Iu sugnu sulu e staju cu ma nanna
e vinni ccà pi darici a mangiari”
Don Ciciu lu capì ch’era un talentu,
lu fici studiari e fu cuntentu.
Lu giuvini divinni n’architettu
e tantu detti all’arti di scultura
ca fici onuri assà a la so persuna
ca pi talentu miritava tantu.
Don Ciciu era Lombardu, lu baruni,
e lu carusu, dittu “Crucchiuliddru”,
di veru nomu fici Frangiamuni.
Nuddru ni parla mai di chist’artista
e nuddru forsi nun ha mai parlatu,
è statu veramenti sfurtunatu
tantu ca turnà prestu a lu Criatu.
Ma, a la Madonna Rocca, ’na scultura
pusata nni la tomba di billiemi,
ancora parla di la sò bravura.
(Lillo Curto)
Traduzione dell’autore – CRUCCHIULIDDRU. C’era una volta, mi raccontò mio padre,/ un nobile uomo con il cuore grande/ che era per tutti i più bisognosi/ il faro dell’aiuto e la speranza/ per mettere qualcosa nella pancia./ Quando persone vedeva in piazza/ Senza lavoro ma con tanta voglia/ di guadagnarsi il pane per i figli/ iIn campagna se li portava a lavorare,/ anche se poco aveva di fargli fare:/ raccoglievano le pietre dei terreni e/ con le pietre facevano le strade e le siepi/ a secco, pulivano le cunette con la pala/ facevano pileri e pozzetti/ e tante altre opere perfette./ Un giorno che è arrivato in contrada “Firriato”/ vide nel suo muro, disegnato/ la carrozza con i suoi cavalli/ con la traccia incisa, fatta di carbone/ di mano esperta e tanta precisione/ che meritava la sua attenzione./ Nessuno delle persone interrogate/ volle fare il nome di qualcuno/ ma dopo quando vide che un ragazzo/ abbassò la testa e un pò piangeva:/ “per caso sei stato tu? Non ti spaventare/ dimmi chi sei e che cosa sei venuto a fare./ Io sono solo e abito con mia nonna/ e sono venuto qua per darle da mangiare”/ Don Ciccio ha capito che era un talento,/ lo fece studiare e fu contento./ Il giovane divenne architetto/ e tanto diede all’arte della scultura/ che diede tanto onore alla sua persona/ che per talento meritava tanto./ Don Ciccio era Lombardo, il barone/ ed il ragazzo detto “Crucchiuliddru”/ di vero nome fece Frangiamone./ Nessuno parla mai di questo artista/ e nessuno forse mai ne ha parlato/ è stato veramente sfortunato/ tanto che tornò presto al Creatore./ Ma nella Chiesa della Madonna della Rocca/ una scultura posata nella tomba di belliemi/ ancora parla della sua bravura.
*Crucchiuliddru era il soprannome di Antonio Frangiamone architetto – scultore di talento morto prematuramente a 35 anni. Il barone Francesco Lombardo, grande figura di benefattore che vale la pena di conoscerne le gesta, scoprì il suo talento e lo fece studiare fino a farlo laureare.
Cuzzocrea Alessia
CONOSCO
Conosco strade imperlate del sudore
che ogni uomo ha lasciato attraversandole
e muri alti su cui gli innamorati
hanno lasciato le loro promesse.
Conosco parole che hanno dato solo incertezze
e spezzato speranze di chi aveva fiducia.
Conosco i pianti di chi soffre per la prima volta
e i lenti respiri di chi ha smesso di piangere.
Conosco l'angoscia di chi ha perduto qualcuno,
il cuore di chi ha lasciato per strada un pezzo di se
e il carattere duro di chi ha subito abbastanza.
Conosco le braccia scoperte di chi ha dato tutto;
i passi lenti di chi è rimasto da solo
e con l'aiuto di Dio vive dinuovo.
Conosco le urla di chi non viene ascoltato,
le parole di chi non viene capito.
Conosco quello che l'uomo ha creato,
ma conosco ben poco di ciò che ha costruito dentro di se.
Conosco il sorriso di chi si nasconde
e quello sincero di chi cerca le felicità.
Conosco la voce di chi ha il coraggio di
credere che un sogno è importante per vivere davvero.
Conosco la rabbia di chi ha perso ogni cosa
e la delusione sul viso di chi si è illuso.
Conosco l'abbaiare di un cane e la sua calda accoglienza,
conosco il vuoto che lascia un amore finito.
Conosco la follia di chi ha ucciso
e la memoria di chi si rifiuta di dimenticare.
Conosco l'odio di chi non riesce a perdonare
e il perdono di chi ha più forza di quanto crede.
Conosco la vanità di chi vuole apparire
e gli occhi di chi possiede la vera bellezza.
(Alessia Cuzzocrea)
D’Acchioli Giuseppe
CON TE
Non ho perso il desiderio,
la voglia e bramosia di averti,
Il tuo odore, il tuo respiro,
mi accompagnano da una vita,
senza mai sentirne il peso.
Carezze, coccole e complicità
miste ad un profondo sentimento
di reciproco rispetto nelle parti,
hanno indicato la via, il percorso
migliorandone il comportamento.
Con te, vorrei tornare indietro,
poco m'importa per quanto tempo,
solo per allungare lo stare insieme,
per godere ancora delle pazzie
con quella voglia di completarci.
Questa richiesta è impossibile,
smetto di immaginare e sognare
ritorno con i piedi per terra
ringraziando il nostro Dio
per quel dono che mi ha dato.
(Giuseppe D'Acchioli)
D’Amore Matilde
CON GLI OCCHI DI BAMBINO
Con gli occhi trasparenti
di bambino, le montagne e
bianche vette, l'acqua di un
ruscello e prati verdi,
una goccia di cristallo ghiacci
e fiumi, dove stendere le vele,
di un mondo che mai li aspetterà,
dove i sogni si frantumano.
Le pupille nel sereno del
mattino si specchiano
gli azzurri voli.
Un mare torbido di immagini
scorrono radenti fra le ciglia
mentre lo sguardo si posa
su una chimera di
di un mattino ormai negato.
Gli occhi di un bambino
non conoscono menzogne
e sulla bocca una canzone
di speranza vola.
Portano in mano il pane dell'amicizia
stringono quel che
rimane di un giocattolo
frantumato dallo
scoppio di una bomba,
della loro casa un ricordo
di un bacio ormai rubato.
Mentre si consuma
nel silenzio dell'umanità
il gioco delle vite.
Gli occhi di un bambino
non mentono,
e si chiedono perché?
Le iriidi come lagune
perse fra infiniti orizzonti
privi di confini e fanatismo.
L'innocenza consumata
fra strade polverose,
crescono in fretta ai bordi
di una siepe, vestiti
di brandelli. Nei loro cuori
coltivano la speranza
regalano un sorriso
di fiducia di un
domani che verrà.
Si specchiano nel cielo
sguardi di perle e catturano
i sogni alle stelle cadenti.
(Matilde D'Amore)
D’Angelo Sergio
DISPERSO IN UN TILT (Epilessia)
Le tempie azzerano punti, si appiccicano alle dita
e i pesci oltre i capelli a chiedersi perché.
L’aria esce dai margini interroga la gabbia,
mi disperde in un tilt.
Scambio rabbia con un dio a cui non basto.
Sono coriandoli senza via di fuga, un batterio
che allucina la rosa.
Mi appoggio al cuore.
Le costole in perpendicolo con la stanza
si rompono in mille pezzi, troncano passi.
Non mi appartengo, precipito dal collo che di taglio
toglie sale alla mia storia.
Cado!
Un urlo blinda la bocca, rigetta fiumi
gli occhi tremano steccati, che a perdifiato
ribaltano serrature.
Con tutti i limiti tra le mani volo sottoterra.
Appendo ogni muscolo al chiodo.
Nel risveglio della lingua l’amore è assente.
Oltrepasso la nausea: sarà vena sull’onda ancora per un pò.
Emergo da un bruco e reclamo respiro per i polsi.
La vita mette in linea la pelle, obbedisce alla sua giostra.
Chiuso, nella secca del sangue, torno ancora a riconoscermi.
(Sergio D’Angelo)
D’Auria Angelita
LA PERENNE INSODDISFATTA
Una donna molto bella
Da un chirurgo un giorno andò
“Le mie labbra a caramella,
A canotto le vorrò”.
Il dottore, da lei preso,
Le guardò lo splendido viso,
“Il suo volto ne sarebbe offeso
Se procedo, io l’avviso”.
Ma decisa la ragazza,
Il dottore rinunciò,
Le labbrette adesso ammazza
E le gonfia come un comò.
La ragazza adesso osserva
La sua faccia ormai orrenda,
Anche il dottore non vuol vederla
E i suoi occhi veloce benda.
La fanciulla adesso infelice
Il suo errore ormai notò
E nel mare con l’alice
Un bel giorno si gettò.
Ma il destino è un burlone
E la ragazza si salvò:
Il suo terribile labbrone,
Come un canotto galleggiò.
(Angelita D’Auria)
D’Ulivo Laura
VERSO L'IGNOTO
Ognuno,
con la propria valigia colma di speranze e
di un vissuto ormai lontano,
cammina verso l'ignoto.
Siamo coraggiosi.....
ma fragili palloncini
lanciati nel vuoto
e guidati da un vento, a volte amico, a volte nemico.
E...stretti stretti, a quell'inseparabile valigia,
camminiamo sempre....
verso lidi mai esplorati,
in questo lungo viaggio, chiamato vita....
verso l'eternità infinita !!!
(Laura D'Ulivo)
Daffinoti Antonella
CERCAMI
Cercami nei lembi
consumati dal tempo
che scorre muto
e indifferente.
Cercami lungo
la linea all orizzonte.
Li ' dove l'universo
si confonde
con il luccichio del
mare e le anime
s'incontrano attraverso
gli uragani.
Cercami
fra le dune e le sterpaglie
li'crescera '
un germoglio, quello
sarà il messaggio
che a te porterò.
Cercami
e se per caso non
dovessi trovarmi
rovista
nei sogni dove io
sarò li',e china
sul tuo orecchio
ti sussurrero'
mentre il mio cuore accanto al tuo
scaldero'.
Poi cercami
e se volessi anche parlarmi
Io sarò sempre li'
sarò la tua
stella
e tu per sempre il mio cielo più bello!
Antonella Daffinoti.
Daniela Mihăeș – Deep (Romania)
RIDICĂ-TE FEMEIE
te timpul
ridică-te femeie
leapădă întunericul din tine
sărută lacrima prin strunga buzelor
sfârtecate
arse de prea mult sau prea puțin
e timpul
încă n-ai apus
doar malul înghețat
momentul zero
flutură mătasea unui steag înfrânt
în iriși negri
apoi mulțumește-i
mulțumește-i pentru ce ai fost
pentru ceea ce ești
cum n-ai iubit înainte de ora h
delirul timpului oprit în timpul lui
mulțumește-i femeie
bărbatului care ți-a înghețat ușa
și te-a ținut în stare de veghe
ridică-te
îmbracă-te cu armele luminii
și pleacă
(Daniela Mihăeș – Deep)
Traduzione in italiano di Norica Isac - ALZATI DONNA. è arrivata l'ora/ alzati donna/ scaccia il buio dal tuo profondo/ e bacia la lacrima fra le labbra socchiuse/ strappate/ bruciate da quello in più o di meno// è arrivata l'ora/ non sei ancora tramontata/ soltanto la riva ghiacciata/ l'attimo zero/ sventola la seta di una bandiera sconfitta/ nelle iridi nere/ e poi ringrazialo// ringrazialo per quella che sei stata/ e quella che sei/ come non hai più amato/ prima dell' ora h/ il delirio del tempo sospeso nel suo tempo// ringrazia donna/ l'uomo che ha stagnato la tua porta/ mantenendoti sveglia// sollevati/ vestiti con le armi della luce/ e vai
Danu Florentina (Romania)
TĂCEREA DE SUFLET
Timpul
pare că s-a oprit
același ticăit asurzitor a ațipit
gândurile stau nemișcate
dorințele se odihnesc
pe muchia dintre vis si realitate
iar tăcerea a pus stăpânire
pe noaptea trupului meu
liniște
asurzitoare liniște
așternută peste simfonia cuvintelor
chinuitoare tăcere
a gândurilor nerostite
lasă dorințele să zboare
să ticaie la nesfârșit
ceasul cuvintelor nerostite
iar sentimentele să învârtă
pentru totdeauna
limbile ceasornicului amorțit...
(Florentina Danu)
Traduzione in italiano dell’autrice - IL SILENZIO DELL'ANIMA. Tempo/ Sembra che si fermò/ Lo stesso ticchettio assordante di assopito/ Pensieri stare fermo/ Desideri di riposo/ Sul bordo tra sogno e realtà/ e il silenzio sequestrate/ La notte del mio corpo/ Tranquillità/ Assordante silenzio/ Lettiera sopra la Sinfonia delle parole/ Atroce silenzio/ Di pensieri inespressi/ Lasciate che i vostri desideri volare/ Per spuntare all'infinito/ L'orologio di parole non dette/ e i suoi sentimenti girano/ Sempre/ Lingue intorpidite dell'orologio...
Traduzione in inglese dell’autrice - THE SILENCE OF THE SOUL. Time/ seem to have stopped/ the same deafening tick-tack drowsed/ off the thoughts stay still/ wishes are relaxing/ between dream and reality/ and silence conquered the night of my body/ silence/ deafening silence/ spread across the symphony of the words/ the agonizing silence / of the unspoken thoughts/ let wishes fly to tick endlessly/ the clock of the unspoken words/ and feelings to rotate/ forever and ever the hands of the stiff clock
D'Avanzo Michele
UNA LACRIMA DI VERITÀ
È la notte del bacio
che mai ti ho donato.
Non posso cancellare
il dolore ma posso
conservare L'amore.
È un pianto la vita
che ci lascia feriti
con la pioggia del cielo.
Con una lacrima di varietà
mi sono bagnato.
Uno sguardo di amico
é la terra domani .
Ti lascia un sorriso.
Un sogno rinasce
nel cuore del tempo.
La gioia in cui credi
si infrange di nuovo.
Una lacrima di verità
Il tuo vestito più bello.
Ti lascio un sorriso..
un sorriso divino.
(Michele D’Avanzo)
Dazang (Cina)
鸟 窝
(IL NIDO D’UCCELLO)
她攀着火车车窗拍摄窗外的风景
火车越快,越多景物被卷至荒野
摄像头前闪过的,往往是她不能把握的
比如一棵棵高大的白杨树跃窗而来
加速她的心跳,未必击中她的心胸
这看来是一个眼和手与时间和空间竞赛的游戏
一般情况是,鸟窝刚在视野最远处幻现
她已不经意懈怠了它,化为一条
从车窗前角飞到后角的曲线
如果此时,恰有一只鸟儿追逐火车
像一个御风而行的天使,凌空起舞
她侥幸抓拍到其中一瞬间的翩跹
更多美的瞬间,已消逝在无尽的苍茫中
作于2014年1月15日, 春节期间浙江到西安的火车上
Traduzione in Italiano dall’inglese di Giuseppe Arcadipane – IL NIDO D’UCCELLO. Arrampicandosi sul finestrino del treno lei fa le foto del paesaggio intorno/ Più veloce il treno va più il paesaggio viene spazzato via/ Davanti alla fotocamera non si riesce spesso ad afferrare ciò che passa davanti/ Per esempio come un alto albero di pioppo si china sui finestrini il suo cuore fa battere più velocemente ma la mente non l’ha recepito/ Ciò sembra essere un gioco impegnativo per gli occhi e le mani nel tempo e nello spazio/ Generalmente quando nell’orizzonte più lontano appare il nido d’uccello sembra un illusione/ Lei inavvertitamente l’ha trascurato e adesso è diventato solo una curva che dall’angolo frontale del finestrino si allunga sino al suo angolo posteriore/ Se in questo attimo appare un uccello che insegue il treno come un angelo fluttuante nel vento che sale danzando verso il cielo/ lei con molta fortuna potrebbe catturare un solo istante della sua danza leggera/ mentre la sua visione più bella è già scomparsa nell’immenso infinito.
Traduzione in inglese dal cinese di Sophy Chen - THE BIRD NEST. By climbing the train's window, she is taking the pictures of the scenery outside/ The faster the train goes, the more the scenery is swept to the wilderness/ What flashed in front of the camera, is that she often can not grasp/ For example, as a tall poplar tree by a tall poplar tree is leaping to the windows/ It speeds up her heartbeat, but not hit her mind/ This appears to be a competitive game by eyes and hands with the time and the space/ Generally, as the bird nest just appears in an illusion in the most distant horizon/ She has inadvertently slacked it, to be/ A curve flying from the front corner of the window to the back corner of the window/ If at this time, just a bird chasing the train/ As an angel flying with wind, soared to the skies in dance/ She would luckily capture a moment of its tripping dance/ Well its more beautiful moment, has disappeared in the endless vast
de Bari Corrado
TRAMONTO
Echi di sussurri lontani
irrompono nell'aria,
migrar di rondini
a cercar ricovero,
pria che il sole a ponente
cessi l'ultimo bagliore
del tempo odierno.
Di rosso ombrato
è il vespro che si appresta
a pervenire.
Un lieve zefiro
accompagna l'incedere
dei viandanti
che animano percorsi
illuminati dai bagliori notturni.
E' luce nei cuori,
tra i furtivi amori
celati nei viottoli
per strappare l'ultimo tocco
in tarda sera.
Nel mare del silenzio
anche l'oscurità si avvicina.
Un desio di pace,
ogni loco è spento,
tutto il mondo tace.
(Corrado de Bari)
De Curtis Antonio (pseudonimo)
IL CELLULARE
Come straniero
tra la mia gente.
Idiomi diversi:
smarrimmo
persino il linguaggio
del pianto
e del sorriso.
Ci resta
il cumulo
delle parole
taciute,
dei pochi monosillabi
sforzati.
Intorno al tavolo
pranziamo insieme
ognuno impegnato
nel suo cellulare.
(Antonio De Curtis)
De Paola Elisabetta
L’ASSOLUTO
La poesia più bella è quella ancora da scrivere
Le parole più belle sono sospese nell’aria
In attesa di essere catturate
Il fiore più bello ancora deve sbocciare
Il bacio più bello è quello ancora non dato
che vive libero e felice nella fantasia
Perché siamo esseri parziali ed imperfetti
Nati da una goccia di assoluto ed infinito
E, pertanto, mai sazi
Mutevoli ed incoerenti
Ed è bello immergersi nell’infinito, nel silenzio
Ma tutto questo è già passato,
è già parziale e limitato
nel momento stesso in cui viene scritto, viene circoscritto
mentre dovrebbe volare libero
innalzarsi nel cielo per essere percepito
in una frazione di secondo.
La vera felicità risiede nel nulla assoluto
(Elisabetta De Paola)
Dea Airam
È ARRIVATO NATALE (napoletano)
N'at'anno è passato
'a cammenata è stata longa
viecchio e stanco
n'ata vota si arrivato
a tutt' 'e pporte a tuzzulià
Cose bbelle
ncopp'a sti spalle haie purtato
e ca te si affaticato nun t' è mpurtato
Coccheruno t'ha araputo
senza manco ce penzà
t'hanno fatto assettà
vevere e magnà
Annanze a nu vrasiere
t'hanno fatto scarfà
e cu 'e ciociole, roccocò e susamielli*
t'hanno fatto allegrià
A casa te si sentuto
e quanno 'o mumento è arrivato
cu n'angulillo ô core
t'hanno salutato
Coccherun'ato nun t'ha araputo
fore â porta t'hanno lassato
e tu viecchio e sulo
'o friddo 'e chillu core
haie assapurato
Natà nun ce penzà
nun te cunnulià dint'â sta pucundria
quanno te truove 'a chesta parte
vieni sempe a casa mia
Si puorte alleria e serenità
io te faccio assettà
nun te lasso fore
pecché Natale è 'a festa dô core
(Dea Airam)
Traduzione dell’autore – E’ ARRIVATO NATALE. Un altro anno è passato/ il cammino è stato lungo/ vecchio e stanco/ un'altra volta/ a tutte le porte hai bussato/ Cose belle/ sulle spalle hai portato/ e che ti sei affaticato non ti è importato/ Qualcuno ti ha aperto/ senza nemmeno pensarci/ ti hanno fatto accomodare/ bere e mangiare/ Davanti ad un braciere/ ti hanno fatto riscaldare/ e con frutta secca, roccocò e susamielli*/ ti hanno fatto consolare/ Ti sei sentito a casa/ e quando è arrivato il momento di andare/ ti hanno salutato/ con una stretta al cuore/ Qualcun'altro non ti ha aperto/ e fuori la porta ti ha lasciato/ e tu vecchio e solo hai conosciuto/ quel cuore freddo/ Natale non ci pensare/ non adagiarti in questa malinconica/ quando sei da queste parti/ vieni sempre a casa mia/ se porti allegria e serenità/ io ti faccio entrare/ perché Natale è la festa del cuore
*dolci tipici napoletani
Dell’Acqua Nicola
A MIA FIGLIA
Mi persi tra le nubi
color alabastro
di mille favole.
Un sogno d'amor chiesi
alla regina del mio castello
e il pianto ingenuo
di una piccola nuova vita
illuminò l'immenso nostro
universo.
Potei così toccar
il ciel con un dito e ne colsi una stella
porgendola nelle mani
di un cuor sino ad allora
si triste per le dovute doglie ma felice per
un sorriso ancora imberbe e sfacciato
che le si poneva innanzi, il tuo.
Un inchino feci
e un tenero baciamano mi sfuggì
per la mia regina,
lacrime di stelle e sorrisi di gioia
rigarono i nostri visi.
Lei il nostro tutto
era lì bella e innocente
con le sue gote rosee i capelli color corvino e due occhioni
vispi come non mai,
il cordone ombelicale era reciso
si ma simbolo di eterna appartenenza.
La culla era di altri tempi
i suoi gemiti tanti ma il seno fonte di vita di una madre
era sempre lì pronta tra gioie e dolori a imbonirla
per una indelebile parola d'amore ricamata sulle sue labbra
e poi il tempo è così, vola via veloce,
gli anni passano ma l'amor di figlia mai arretra
per un legame indissolubile.
(Nicola Dell’Acqua)
Di Caro Dina
UN SOGNO
Non tagliarmi le ali se ho un sogno nel cassetto,
lascialo volare affiche' diventi concreto.
Questa vita ti impone scelte e situazioni,
ma tu lasciami sognare e vivere le mie emozioni.
Ti ritrovi in un bivio e la scelta ti condiziona,
se poi ti cambia l'esistenza e indietro non si ritorna.
Chiudo gli occhi e vivo un sogno ,una vita parallela,
tutto quello di cui ho bisogno per chi come me ancora spera.
Ora ormai il tempo è andato e indietro non si può più tornare
a fare quello che volevo e continuare a volare.
Non tagliarmi le ali,ma tu ormai lo hai fatto,
e a me rimane solo chiudere gli occhi per vivere in un mondo astratto.
(Dina Di Caro)
Di Franco Luigi
SE
Ogni mio passo ormai è un se
ogni ricordo è un se
quanti se di notte su di un guanciale di carta vetrata
dove il dubbio di una vita andata male nel buio ti assale
Le lacrime scivolano e ti solleticano,
rendono più dolci i sospiri e allentano il diaframma.
Passera' anche questa notte e i miei tanti se,
e se domani riapriro' alla luce
è perché c'è una mano che mi conduce.
(Luigi Di Franco)
Di Legge Natalina
MA QUALCOSA RIMANE
Ritorno ancora
su quel sentiero scosceso
di ricordi
alla ricerca ansiosa
di trepide sensazioni.
A passi lenti ripercorro quei frammenti
sparsi tra fili d’erba.
Tanti sogni-troppi-sono rimasti tali,
corrosi dal tempo
quali ombre evanescenti
sospinte dal vento della vita.
Lo stesso vento
che mi sospinge in alto…
più su…lontano…
a ritrovare le tessere perdute di un mosaico
ormai scompaginato.
Ma qualcosa rimane…
nascosto tra le pieghe dell’anima…
stelle di carta che brillano libere…
nel buio del tempo che passa.
(Natalina Di Legge)
Di Marco Desiree
CELESTE
Celeste entrava di getto dalla finestra, non invase.
Chiese permesso ai nostri pensieri, alle nostre confessioni.
Ci vestì della sua bellezza. Ci sfamò con la sua potenza. Ci dissetò con la sua calma.
Accolse e diede vita.
Era calda e celeste.
Tra le foglie si faceva spazio, tra le fessure si ribellava. Un po come noi. Era forte, come noi. Era, come noi. Diversa.
Tu suonavi e la luce prendeva colore. Le note prendevano luce.
Tutto prendeva luce.
Tutto sapeva di luce.
I tuoi capelli, le mie mani, i libri e le nuvole.
Poesia.
Come timidamente il tuo sorriso, si poggiò su di me.
Non mi chiamo, sentii lo stesso
Sentii, quindi pensai.
Quando mai sarei stata in grado di nuovo di assaporare quella luce.
Quando mai avrei riascoltato quelle note prendere la forma di un’anima.
Quando mai sarei stata in grado di vederla con i miei occhi, un’anima.
(Desiree Di Marco)
Di Mauro Mariella
ALBA INFUOCATA
Languido il mare
accoglie
il sorgere del
sole.
Rosso, rovente
si insinua
tra gli aspri e
neri scogli
di vecchia
lava infuocata
dove ogni giorno
l'uomo
cerca rifugio e conforto
per rinfrescarsi
dalla calura estiva
nelle gelide e limpide
acque di Santa Tecla
(Mariella Di Mauro)
Di Naro Angelo
A SESSANT'ANNI SI DIVENTA SAGGI
Ci sono donne che più invecchiano e più diventano tenere.
Ci sono altre che più invecchiano e più diventano assillanti.
Ma si è fortunati se ti capitano assillanti e anche tenere.
Si ! Lei è "tutte e due" contemporaneamente e ne sono felice.
Le donne non si comprendono, si amano.
Nulla è tanto necessario a un uomo maturo quanto
una compagna di vita, che quanto serve diventa intelligente.
Lei come un fiore che se cerchi di aprirlo, con la forza,
rischi -come il fiore- di farla appassire.
Ma se dai, anche, un pò di calore rivive e si rinnova,
perchè solamente con il calore, affettuoso, diventa splendente.
Avete capito bene.
L'amore e la tenerezza insieme sono il sole per una donna
e, particolarmente, con una come lei dolce tenera e assillante.
L'ho semplicemente amata e reso il nostro rapporto tutto naturale.
Si ! una donna, quando si sente amata, si apre e dà tutto il suo mondo.
Quel muoversi ansioso con dolcezza e tumulto delle sensazioni.
Spirito libero che allieta con lo sguardo e l'odore di donna,
amorevole per sè e le persone a lei care.
Quest'umana donna con pensieri solari che splendono
e annegano nella dolcezza del suo agire fatto di smorfia e sorriso.
Donna con innocenza e vitalità che, come un fiore, vive di luce.
Luce che dal più bello di quei viventi fiori ti conducono
nei sensi del più caldo turbinio.
Mi inebrio ancora del suo profumato e confusionario modo di fare:
"centocose fatte insieme" e suo desiderio di vita semplice e felice.
Allora io, stordito, mi immergo nella notte dei ricordi senza accorgermene.
Perchè sono sempre stato lento e lumacoso
e quindi mi ha dato vigore ed energia.
Ancora colgo l'allegria dei suoi occhi, la felicità nel parlare dei suoi cari
e, ancor di più, dei suoi amici, col suo gioia mia ed amore mio,
a seconda degli argomenti trattati e delle cose discusse.
Colgo sempre i suoi occhi dolci e felici dal tratto vivo e
mi appago del viverli facendo delle cose per lei.
Mi appago del fatto di averla amata conosciuta e
continuare a volerla amare e conoscere.
Allora non mi rimane che consigliarle di vivere i suoi sessant'anni,
ma, a sessant'anni, si è sagge o si diventerà sagge.
(Angelo Di Naro)
Di Natale Patrizia
PATRI MIU (Siciliano)
N'ta sta casa
Che n'è reggia
E paru figghia
e re
Ricca mi lassasti
Pinsavi sempri
Di fari n'a' posizioni
A i to' figli
Mi ricordu di tia
Patri miu
Ti ni ivi a mattina cu scuru
T arricughivi a sira cu scuru
Cu un pezzu di pani cunzatu
Passavi a jurnata
Li to manu caddusi
Ieranu n'a minera
E num c'era travaghiu
Che non sapevi fari
E
La jurnata avivi a ricavari!
Ora sta reggia
Patri miu
È monumentu
Pari a n opera
Di grandi artista
Addumanu sti luminari
Cu la forza di lu to amuri
Ancora e sempri
Si cu
MIA
(Patrizia Di Natale)
Treduzione dell’autrice – PADRE MIO. Dentro questa casa/ Che è una reggia/ E sembro figlia di re// Ricca mi hai lasciata/ Pensavi sempre di sistemare/ I tuoi figli// Mi ricordo fi te Padre mio/ Te ne andavi la mattina/ Con il Buio/ E tornavi la sera con il Buio// Con un pezzo di pane/ Condito/ passavi la giornata// Le tue mani calore/ Erano una ricchezza/ E non c'era lavoro/ che non sapevi fare/ La giornata dovevi guadagnare!// Ora questa reggia/ padre mio/ è monumento/ pari ad un opera/ Di grande artista// Accendono queste/ queste luci con la forza/ del tuo amore/ ora è sempre/ sei con me
Di Prinzio Danilo
SE TU MI SAPESSI COME IO SO DI TE
Se tu mi sapessi come io so di te
D'una morte sola morirei
In questo spazio di ricordo
Quando giovani mischiavamo
Parole notte di terra e poesia
Sul prato della pioggia
Tra le mani una bottiglia di vino
E gli occhi d’agosto
Sparati al cielo
Per colpire una stella
E cadere vicini
Sull’ebrezza di sconosciuti
E temere l’estate sempre pronta a finire
in alto un lampo
La testa sul petto
Ebbene se tu mi sapessi come io so di te
D'una morte sola morirei.
(Danilo Di Prinzio)
Donati Simona
HO BISOGNO DI SCRIVERE
Ho bisogno di scrivere
Graffiare la carta
Inciderla
Strapparla
Ho bisogno di scrivere come un pittore che imbratta la sua tela
Come un pianista che batte sui suoi tasti
Ho bisogno di scrivere con forza
Con rabbia
Come un'erbaccia da estirpare
Come un veleno da sputare
Ho bisogno di scrivere
Disperatamente
Furiosamente
Ho bisogno di scriverle...
Le parole che non ti ho detto
Il coraggio che non ho avuto
Il futuro che ti ho negato
L'amore che ti ho taciuto
(Simona Donati)
Donatini Rita
PER VOLARE UN POCO
Aiuto e conforto ti sia la demenza
che capire non fa, con la clemenza,
ch’è tutto inutile,ch’è tutto vano,
essa confonde il dolore pian piano.
Ed ancor oggi, ferrea, ti sostiene
sebbene folle nell’esser, mantiene
calma e pace nel tuo vivere insano,
come onda in un equilibrio umano.
Ore intere cammini e sei sfinita
tregua non hai da aperta tua ferita,
logorate l’anima, mente e corpo,
sosta non hanno, sfinite da un orco.
Alzheimer è il malanno tuo strano
non v’è sbocco dalla pena, invano
luce cerchi come automa in un gioco
crudele e bieco, per volar un poco.
Volare come rondine nel cielo
libera da codesto folle velo.
(Rita Donatini)
Donceva Marija (Macedonia)
ПРЕГРНИ СЕ!
(Abbràcciati!)
Прегрни се ...
Кажи си убав збор!
Утеши сe
кога во душа ти вјасал умор.
Насмевни се сам на себе,
ако немаш на кој...
Верувај,
имаш можности безброј.
Не, не чекај утеха од друг !
Нека насмевката твоја
не зависи од думата моја.
Не барај прегратка силум,
не лечи онаа што не е дадена милум.
За љубов никого не моли,
изнуденото само боли.
Најди го мирот во тишината,
Спокојот барај го со поглед во далечината.
Тогаш кога ќе помислиш:
- Ах, ми нема спас...
Дозволи да те прегрне твоето Божествено Јас.
И знај...
и сам си цел,
Никој друг од тебе не поседува дел.
И знај...
во себе чуваш Рај,
Прегрни се...
Не чекај...
Љубов си дај!
(Marija Donceva)
Traduzione in italiano di Calogero La Vecchia e GT - ABBRÀCCIATI!// Abbràcciati,/ Lascia che parole dolci nutrano la tua anima!/ Calmati,/ Quando la stanchezza ha preso il sopravvento./ Se ti senti abbandonato e solo,/ Senza nessuno intorno fino a un miglio .../ Non deluderti ... sorridi e basta!// Innumerevoli opportunità sono nella rugiada del mattino,/ Per favore, no ... non aspettare che qualcuno ti ami./ E non lasciare che le tue risate dipendano dalle mie parole,/ Non supplicare un abbraccio che potrebbe non essere dato,/ Perché gli abbracci che sono cercati, non guariscono,/ L'amore che implori, potrebbe uccidere./ Cerca la tua pace nel silenzio,/ Riposa mentre guardi in lontananza./ E quando sorge un pensiero diabolico,/ e ti tormenta quando sei in ginocchio:/ - Non posso andare avanti ... Non sopravviverò a questo .../ Tu ... lascia che il tuo Sé Divino ti abbracci strettamente/ E sappi che anche da solo ... oh, sì ... da solo ... sei così potente.// Nessuno può possedere ciò che sei,/ E ricorda sempre ... Il paradiso riposa in te./ Abbràcciati .../ Non aspettare…/ Fallo,/ Adoro il tuo destino!
Traduzione in inglese dell’autrice - EMBRACE YOURSELF! Embrace yourself,/ Let sweet words feed your soul!/ Sooth yourself,/ When weariness has taken its toll.// If you feel abandoned and lonely,/ With no one around in a mile…/ Don’t let yourself down…just smile!// Countless opportunities lay in the morning dew,/ Please, no…don’t wait for someone to love you./ And let not your laughter depend on my words,/ Don’t beseech a hug not meant to be given,/ Because hugs that are sought, do not heal,/ Love that you beg for, may kill.// Seek your peace in the silence,/ Rest while you gaze in the distance./ And when a devilish thought arises,/ and your mouth whisperswhen you are down on your knees:/ – I can’t go on…I will not survive this… /Then… let your Divine Self embrace you tightly/ And know that even alone…oh, yes…alone… you are so mighty.// No one may possess what you grew,/ And always remember…. Heaven rests in you./ Embrace yourself…/ Do not wait…/ Go for it,/ Just Love your Fate!//
Dordi Vera (Crimea)
Итальянский вопрос
(Questione Italiana)
Итальянцам Крыма
Лишь тёплые губы шепнули «мой Ваня»,
и сдался матрос итальянского флота,
такое красивое имя Джованни
осталось забытой и трепетной нотой.
Он мило бранился по-русски нередко
с соседом из немцев, давно обрусевшим,
и стал моим самым загадочным предком,
когда-то с Россией сродниться посмевшим.
С лица не сходила восторга улыбка,
когда выпивали за дружбу и братство,
и только из красного дерева скрипка
была его главным и верным богатством.
С глазами, прикрытыми от вдохновенья,
играл про любовь и прекрасные муки,
а дети, измазавшись свежим вареньем,
ловили божественной музыки звуки.
Была бы возможность сидеть с ними рядом
и слушать волшебную музыку лета,
я предка спросила б не словом, так взглядом:
«Зачем ты, Джованни, затеял всё это?»
Шепнула бы этим невинным потомкам:
«Бегите, спасайтесь!», пока не настало
то страшное время, где скрипки в котомках
и степи казахские вместо вокзалов.
И выжить не всем, и вернуться немногим
за то, что, Джованни, ты был итальянцем,
а где-то Сибирь обморозила ноги
соседям их, немцам, читай, иностранцам.
Ни те, ни другие сгибаться не стали,
а сколько достоинства в преданных лицах,
не зря же их деды присягу давали
России и матушке императрице.
Забыты давно итальянские корни,
замужеством скрыта фамилия эта,
да только Джованни, России поборник,
узнать не успел продолженья сюжета.
Как ждали полжизни короткого слова,
услышать хотели одно – «невиновны»,
искали в газетах, кручинились снова,
теперь я указ этот знаю дословно.
Жалели, что мало осталось здесь немцев
из тех, что Россию любили веками,
и сколько ещё вот таких «иноземцев»
зачем-то считала она чужаками.
Ты, знаешь, Джованни, а я не уеду,
похоже, светлей полоса мне досталась.
К России любовь – от тебя и от деда,
Я верю в неё. И как ты, я осталась.
(Вера Дорди)
Traduzione in italiano di Olga Ravchenko - QUESTIONE ITALIANA (Agli Italiani della Crimea). Non appena le labbra tiepide sussurrarono "il mio Vanya“,/ il marinaio della marina italiana si arrese,/ e così un bel nome Giovanni/ divento` una nota – dimenticata e tremante/ Spesso usava parolace in un modo carino/ parlando in russo con un vicino di casa,/ uno dei tedeschi gia`a lungo arrugginiti,/ ed è diventato il mio antenato più misterioso/ che una volta ha osato diventare parente della Russia.// Il sorriso gioioso non lasciava il suo viso,/ quando si beveva alla amicizia e fratellanza,/ e solo il violino di mogano/ era la sua ricchezza principale e fedele./ Con gli occhi socchiusi per l’ispirazione,/ suonava confessando il suo amore, il suo dolce tormento,/ e i suoi figli, sbavati di marmellata fresca,/ che provocavano suoni di musica divina.// Se avessi potuto sedermi accanto a loro/ ascoltando la magica musica dell'estate,/ avrei chiesto all`antenato se non con una parola, almeno con uno sguardo:/ "Ma perché, Giovanni, hai fatto tutto questo?”/ Avrei sussurato a questi innocenti discendenti:/ "Correte, fuggite per salvarvi!" prima che arrivino quei tempi terribili/ in cui i violini stanno nascosti nelle borse a tracolla/ e le steppe del Kazakihstan diventino le stazioni ferroviarie./ Non tutti avranno fortuna di sopravvivere e pochi avranno fortuna di tornar indietro,/ tutto questo per essere stato un italiano, Giovanni,/ e da qualche parte la Siberia ha distrutto le gambe congelate ai vostri vicini, ai/ tedeschi, cioe`, agli stranieri./ Né quelli né gli altri si piegarono,/ e quanta dignità c`era nei volti devoti:/ non per niente i loro nonni hanno prestato giuramento alla Russia e alla madre Imperatrice.// Dimenticate da lungo tempo le radici italiane,/ le figlie sposandosi perdono il proprio cognome/ Ma Giovanni, paladino della Russia,/ non ha avuto la possibilita` di di sapere com’è finita./ Come si aspettava metà della vita per sentire una breve parola,/ si voleva sentire una parola sola – " innocente”,/ si cercava sui giornali, essendo addolorati,/ ora conosco questo pezzo di memoria.// Erano dispiaciuti perchè sono rimasti qui pochi tedeschi/ di quelli che amavano la Russia per secoli,/ e quanti altri simili "stranieri”/ per qualche ragione la Russia considerava estranei./ Sai, Giovanni, io non me ne vado,/ Sembra che io abbia il destino più chiaro e fortunato./ L'amore per la Russia trasmesso da te e da mio nonno, è rimasto con me./ Credo in essa. E allora, come te, rimango qui.
Doria Marina
SOLITUDINE
Potrei fermare la solitudine
nella cecità della notte
ma uno spicchio di luna
si riflette sul mio viso pallido e stanco.
Cerco di confondere la vita
scrivendo
tra le righe dell' anima
come un funambolo
appeso ad un filo
sfiorando le attese
raccontando i silenzi
svelando al mondo
i segreti
che si celano
in fondo al cuore.
Osservami,
Carezzami,
Respirami...
Adesso e sempre
in un tempo infinito
tra sospiri che tacciono,
lasciando sfuggire
un sorriso corrucciato
sul viso.
Mi perdo,
Mi ritrovo,
sospendo il tempo
disegno su fogli
eloquenti silenzi
tra punti , virgole
e parole nascoste.
Arriverà l' Alba
mi vestirò
con pezzi stropicciati di luce
riemergendo dai ricordi
scegliendo di vivere
nei sogni
che si specchiano
nell' azzurro spento
dei miei occhi.
Marina Doria
Dragoianu Any (Romania)
MERITAM CU MULT MAI MULT DECÂT MI-AI DAT
meritam cele cinci minute de singurătate
în camera ta
să şterg cu palmele asprul cuvintelor de pe ziduri
meritam să plâng după fiecare literă azvârlită la coş
meritam să caut colţul unde mă aşezam în genunchi
şi te rugam să rămâi
suflet
aşa cum te ştiam din vieţile trecute
meritam cu mult mai mult decât mi-ai dat
meritam să respir aerul tânăr ce îţi ocupă dimineţile
sau să ascult insectele care macină în acelaşi ritm
zidurile
mobila
parchetul
meritam să te ţin de mână şi să visez că eşti
un erou ce va lupta până la ultima suflare
nu crezi că meritam să te privesc
preţ de câteva clipe
şi să îmi ajungă pentru încă un an
sau pentru o viaţă
cine ştie
poate că în zilele când ploaia curge nemiloasă
pe acoperişul casei tale
mă descoperi
pe ziduri
pe mobilă
pe cearşaful alb
sau aşa vreau eu să cred
că nebunia asta nu va cunoaşte niciodată
sfârşitul
(Any Dragoianu)
Traduzione di Salvatore Ambrosino - MERITAVO MOLTO PIÙ DI QUELLO CHE MI HAI DATO. Meritiamo cinque minuti di solitudine/ nella tua stanza/ per cancellare con i palmi delle mani dalle pareti le parole aspre/ Meritavo di piangere dopo ogni lettera gettata nel cestino/ Meritavo di cercare l'angolo in cui mi sedevo in ginocchio/ per favore rimani/ anima/ come ti conoscevo, non eri così/ Meritavo molto di più di quello che mi hai dato/ Ho meritato di respirare l'aria giovane che occupa le tue mattine/ o ascolta gli insetti macinanti alla stessa velocità/ muri/ mobile/ accusatore/ Merito di tenerti la mano e sognare di essere/ un eroe che combatterà fino all'ultimo respiro/ non pensi che io meriti di guardarti/ prezzo per alcuni momenti/ e raggiungimi per un altro anno/ o per tutta la vita/ chissà/ forse nei giorni in cui la pioggia piove spietatamente/ sul tetto di casa tua/ mi scopri/ sui muri/ sui mobili/ sul foglio bianco/ o almeno così voglio crederci/ che questa follia non avrà mai/ fine
Drogo Antonio Luca
PROFUMO DI POESIA
cco cosa penso..
che se davvero l'amore ha un senso
può librarsi nell’aria, parlare al vento,
rendere magico ogni momento,
e sprigionare quel profumo di poesia
perché grande è l'amore
tra Calogero e Maria.
Era una splendida giornata di sole
il 22 aprile 1969, divenne musica soave
quel <si lo voglio> che da quel giorno
vi riempì il cuor d'orgoglio.
Cosi su l'altare si promisero eterno amore.
da novelli sposi poi divennero genitori,
a noi figli trasmisero i veri valori.
Ed io da figlio lo scrivo su un foglio
che per la vita vi auguro il meglio.
E poi da uomo vi chiedo perdono,
per tutte le volte che…
non vi sono stato accanto,
e per quando sorrisi e lacrime
ho trattenuto dentro.
Oggi pur sentendovi stanchi e sofferenti,
voltandovi indietro guarderete ancora avanti.
Il matrimonio è un cammino che si fa pan piano,
tra un passo e l'altro è dirsi: < ti amo >.
le nozze d'oro sono un bel traguardo.
come un capolavoro non perdo
ogni vostro sguardo.
Come raccontare cinquant’anni insieme?
Semplicemente in due parole:
<Volersi Bene >.
Padre mio e Madre mia
la vostra vita insieme
profuma di poesia!
(Antonio Luca Drogo)
*dedicata ai genitori per il loro 50° di matrimonio
Eyes’Taste 眼睛的味道 (Cina)
红色鼠尾草
(LA SALVIA ROSSA)
夏雨带着清爽的气质来了
云雾来了朝霞来了飞鸟也来了
夏月更加明亮了
夏花更加艳丽了
夏虫的琴弦叩响了
你从那美丽的星光温存记忆的深处
最深处来了
你从惦记和挂念的密林深处
最深处来了
把我胸前的小鹿花取下来赠给你吧
把我手上的香味悄悄地留下来吧
把我窗台外面的荷花抚慰一下吧
它是一盏小小的灯火
为了你的到来持久绽放着光芒
我用心的手指为你弹落泪滴
我用期待的双眼为你加油
我们隔栏相望无须有长长的问候
我们隔栏相望笼罩在醉意朦胧的气息
我的心扉赤裸了
我的灵魂深处的围纱丢失了
我的花草成片成片地生长
我的红色的鼠尾草低下了头
我的薰衣草依然清淡香甜
我的太阳花明艳着
在夜色星空的山谷解读着我的心
我的情绪碰触到了你云彩的裙裾
恍惚从遥远的山岭有风拂过
烈日在这个夜晚灼灼其华
我的心扉赤裸了
我的心空游动着幽香的害羞
云朵啊快来吧把我的害羞遮住吧
我会手捧着心谨慎地
在你的窗外倾听夏虫的笛音
不要在缝隙里悄悄地盯着我
我会持一朵欲放的荷花
在这个星空灿烂的夏夜
我会静静地回到属于我的角落里
不要让人生在夜色里寻找星星
用你的心把爱点燃吧
星星的眼神是忧郁的
它把忧郁一层一层带入了我的心底
如果是天上的虹
我一定把它摘下来挂在你的发髻
如果是洁白的栀子花
我一定把它的清香
洒落在你要走过的路口
可是那是我的心如何才能采摘
我只有一只胸前的小鹿花
来吧我把它取下来赠给你
(Eyes’Taste 眼睛的味道)- pseudonimo di Chen Hui
Traduzione in italiano di Giovanna Rizzo - LA SALVIA ROSSA. La pioggia estiva è arrivata con un temperamento rinfrescante/ Arrivarono le nuvole, arrivò il bagliore mattutino e vennero anche gli uccelli/ La luna estiva è più luminosa/ I fiori estivi sono più belli/ Vengono suonate le corde degli insetti estivi/ Tu vieni dalla bellissima luce delle stelle nella profondità della memoria/ Dal più profondo della memoria/ Tu vieni dalle profondità della giungla che ricordi e manchi/ Dal più profondo della giungla/ Prendo il fiore fulvo che è sul mio petto e lo do a te/ prendo il profumo della mia mano in silenzio/ accarezzo il loto fuori dal davanzale della mia finestra/ È una piccola luce/ Che fa splendere la sua luce duratura per il tuo arrive/ spargo lacrime per te dalle dita/ fanno il tifo per te i miei occhi bramosi/ Non dobbiamo dirci addio attraverso il recinto/ Siamo circondati dal profumo dell'ebbrezza attraverso il recinto/ Il mio cuore è nudo/ Il velo nella mia anima profonda è perso/ I miei fiori e le mie piante crescono pian piano/ La mia salvia rossa ha chinato la testa/ La mia lavanda è ancora leggera e dolce/ Il mio girasole è luminoso/ Stanno leggendo il mio cuore nella valle del cielo notturno/ La mia emozione ha sfiorato le tue nuvole/ Come se ci fosse il vento che soffia attraverso montagne lontane/ Il sole ardente splende la sua luce in questa note/ Il mio cuore è nudo/ Il mio cuore sta nuotando con la fragrante timidezza/ Nuvole, venite, coprite la mia timidezza// Terrò il cuore tra le mani con cautela/ Ascoltando il flauto di insetti estivi fuori dalla tua finestra/ Non fissarmi in silenzio nel vuoto/ Terrò un fiore di loto in piena fioritura/ In questa splendida notte d'estate di questo cielo stellate/ Ritornerò tranquillamente nell'angolo che mi appartiene/ Non permettere alle persone di trovare le stelle nella note/ Illumina il tuo amore con il tuo cuore/ Gli occhi delle stelle sono malinconici/ hanno portato la depressione nel profondo del mio cuore/ Se ci fosse un arcobaleno nel cielo/ Lo toglierei e lo appenderei sui tuoi capelli/ Se ci fosse una gardenia Bianca/ Cospargerei il suo profumo/ Lungo la strada che percorrerai/ Ma quello è il mio cuore e come può essere raccolto/ Ho solo un fiore fulvo sul petto/ Vieni , lo toglierò e te lo darò
Traduzione in inglese di Sophy Chen - THE RED SAGE. The summer rain came with a refreshing temperament/ The clouds came, the morning glow came and the birds came too/ The summer moon is brighter/ The summer flowers are more beautiful/ The strings of summer insects are sounded/ You are coming from the beautiful starlight in the depths of memory/ From the deepest of memory/ You are coming from the depths of jungle that you remember and miss/ From the deepest of jungle/ Just take the fawn flower on my chest and give it to you/ Just keep the fragrance of my hand quietly/ Just soothe the lotus outside of my window sill/ It is a little light/ Blooming its lasting light for your arrival// I spring tears off for you by my fingers/ I cheer for you with my longing eyes/ We don’t have to have long greetings across the fence/ We are surrounded by the scent of the drunkenness across the fence/ My heart is naked/ The veil in my deep soul is lost/ My flowers and plants grow piece by piece/ My red sage bowed its head/ My lavender is still light and sweet/ My sun flower is bright/ They are reading my heart in the valley of the night sky/ My emotion touched the skirt of your clouds/ As if there is the wind blowing through distant mountains/ The burning sun is shining its light in this night/ My heart is naked/ My heart is swimming with the fragrant shyness/ Clouds, come on, cover my shyness// I will hold my heart in my hands cautiously/ Listening to the flute of summer insects outside of your window/ Don’t stare at me quietly in the gap/ I will hold a lotus flower that is in a full blossoming/ In this splendid summer night of this starry sky/ I will quietly return to the corner that bolongs to me/ Don’t let people find stars in the night/ Light your love with your heart/ The eyes of the stars are melancholy/ It brought depression into the bottom of my heart a lay by a lay/ If it is a rainbow in the sky/ I’ll take it off and hang it in your bun/ If it is the white gardenia/ I’ll sprinkle its fragrance/ On the intersection you are going to pass/ But that is my heart and how it can be picked/ I only have a fawn flower on my chest/ Come on, I will take it off and give it to you
Facoetti Gabriel Francesca
STELLE CADENTI
Guardo il cielo
e sogno
l’amore
accanto a me,
guardo il cielo
infinito lassù
dove mamma sta.
Guardo il cielo
ed esprimo
un desiderio,
il più grande
(Francesca Gabriel Facoetti)
Facondi Raffaella
LONTANAMENTE VICINI
Mi serve il tuo sguardo
per cucirmi addosso la giornata.
Uno sguardo senza mani
dolce e penetrante.
Ho vissuto vite sul filo dell'onda
veleggiando in mare aperto
senza saper nuotare.
Un fiore è nato sulla scogliera
che sa di verderame.
Un fiore colorato
che piange a
mezza sera,
cerca la sua primavera
sulle righe dell'asfalto
e un cespuglio plastificato.
Tu allora guarda
la mia felicità senza abbracci
perché io e te siamo così
irrimediabilmente lontanamente vicini.
(Raffaella Facondi)
Falco Andreina (Venezuela)
EN EL SILENCIO
Dentro de esta oscuridad, negra y sola,
Cómo la claridad de mis pensamientos
Desvanecidos en la niebla densa,
De la incertidumbre del presente,
Anhelo tus abrazos.
En la soledad de mis recuerdos,
Donde el viento hace ruido,
Y el polvo del pasado corrupto
Desea destrozar mis sentidos,
Solo tus besos me roban el aliento.
Es aquí, donde la fluidez de las palabras
Se han vuelto un estorbo,
Por pensar cada letra del abecedario
Tratando de expresar el vacío
Con conciencia de los fragmentos
Del fracaso sin sentido.
Es aquí, en esta dolencia latente
De ser insignificante...
Deja sin oxígeno a la llama
De la pasión y el deseo por la vida,
Donde tú cálido cuerpo me acompaña
Dándome un lugar seguro
Dentro de mi desastroso mundo.
Sólo tu compañía
Reconforta mi alma perdida
Dentro de la vanidad de la vida.
Solo tú mirada apasionada,
Tu voz melodiosa,
Tus caricias tan cálidas,
Tus besos sin malicia
Y tú cálido cuerpo
Logran calentarme en este silencio.
(Andreina Falco)
Traduzione dell’autrice - NEL SILENZIO./ In questa oscurità, nera e sola,/ Come la chiarezza dei miei pensieri/ Sbiadito nella fitta nebbia,/ Dall'incertezza del presente,/ Desidero i tuoi abbracci.// Nella solitudine dei miei ricordi,/ Dove il vento fa rumore,/ E la polvere del passato corrotto/ Voglio distruggere i miei sensi/ Solo i tuoi baci mi rubano il respiro.// È qui, dove la fluidità delle parole/ Sono diventati un ostacolo,/ Per pensare ogni lettera dell'alfabeto/ Prova di indicare il vuoto/ Con consapevolezza dei frammenti/ Di insuccesso privo di significato.// È qui, in questo disturbo latente/ Se insignificante .../ Lascia la fiamma senza ossigeno/ Di passione e desiderio di vita,/ Dove il tuo corpo caldo mi accompagna/ Mi sta dando un posto sicuro/ Nel mio disastroso mondo.// Solo la tua compagnia/ Conforta la mia anima perduta/ Nella vanità della vita.// Solo il tuo aspetto appassionato,/ La tua voce melodiosa,/ Le tue carezze così calde,/ I tuoi baci senza malizia/ E il tuo corpo caldo/ Riescono a scaldarmi in questo silenzio.
Faro Egidio
È PIÙ FACILE DIMENTICARE CHI NON SI AMA MA È DIFFICILE DIMENTICARE CHI SI AMA
Avrei voluto ancora una volta stringerti tra le mie braccia
ma mi accorgo che non è più stato possibile
e mi rendo conto quant'è difficile non pensarti
e quant'è impossibile non amarti.
Intanto continuo a marciare sulla mia solitudine
come sempre....
Ti cerco ma non ci sei tra le vie del
mio cammino
e continuo a camminare a testa bassa
col capo chino.
Guardo il mare,
soltanto quello mi è rimasto da guardare
ed è quello l'abbraccio che ti voglio donare
e l'affetto che ti voglio dimostrare
mentre chi non si ama è molto facile da dimenticare
e da buttare fuori, fuori dalla propria vita
perché non serve proprio a niente.
Alzo gli occhi verso il cielo
e riesco a scacciare per un attimo la solitudine
perché riscontro il tuo volto in una stella,
nella stella più bella dell'universo.
Questo è l'unico affetto che posso dimostrarti,
ti amo mia cara nonna.
(Egidio Faro)
Fazio Franca
LETTERA DA UN AMICO
Cara amica,
I giorni con te condivisi
Mi riportano in mente
I tanti sorrisi.
Il più dolce ricordo di quegli anni
Quando la mia fragile anima
Era preda di inganni.
Io non capivo chi fossi,
Non riconoscevo il mio nome
E intorno a me solo delusione.
Nella solitudine dei miei pensieri
La mia stanza
avrei voluto che
fosse il mondo
Ma il mondo non era la mia stanza.
Tu con semplicità mi spiegavi
che non era un problema
la diversità.
Mi dicevi :Io ti aiuterò a volare
Ma senza le ali
dove credi di andare?
Il tempo che è passato
Mi ha fortificato
La morsa delle avversità
non mi ha schiacciato
E libero come un gabbiano
Volo, volo lontano.
(Franca Fazio)
Fenu Giampiero
SOLITUDINI SENILI
Corpi inermi, seduti o supini
cercano salvezza
nella loro piccola e umile tristezza…
Implorano e chiedono aiuto
nella fredda stanza…
Nessuno può sentirli
nessuno aiutarli
rinchiusi tra le quattro mura
soli con i propri tarli…
Distanti dal mondo
un mano ingrata soffoca i lamenti
lasciando segni sul corpo e sulla mente
ferite dei loro sentimenti…
Deboli persone
abbandonate e stanche
attendono e rincorrono ultimi istanti di vita
ormai distante…
Soli con se stessi
pregano e sperano
nell’attesa che la vita
finalmente provi il loro credo
Nel buio della notte
si assopiscono
Tra incubi e dolore cercano di dormire
aspettando un probabile risveglio
che finalmente a tutto ciò
possa metter fine.
(Giampiero Fenu)
Fina Yacin
HO DOVUTO DIRE NO!
Driin... Driin!...
Squilla il telefono!
Pronto!...oh! Sei tu?!
Sono felice di sentirti!
Si?...Oh ! No!...Aspetta!
Non puoi!...
Figurati se non voglio
vederti ,ho accarezzato
il sogno tutto il giorno,
e adesso non voglio!?
Piuttosto pensa che ,
piano o forte, piangero'
tutta la notte !!!
Ho dovuto dire :" No!"
e sono morta dentro,
un po' !
Conto i giorni,le ore
e poi??! Devo dire no,
e il cuore si ferma!!!
Riprende!... Galoppa!...
Mi vesto di sorriso,
comando alle lacrime
di arretrare!...Stasera
braccia vuote... perche' ?!
Non lasciano piu' in pace
neanche te !!!...
(Fina Yacin)
Fiorentino Monica
FIORI DI BAMBÙ
S’impiglia nell’amore
tra il rosso dei tuoi capelli
nudo, il mio cuore.
(Monica Fiorentino)
Fiorillo Clavelli Anna
LETTERE NASCOSTE
Il cuore palpita
fra rami di una quercia,
il sole raggiunge
i tuoi occhi e
le tue lacrime
bagnano
il verde muschio.
Un’aquila vola
sulla montagna
che sfiora la
nuvola quasi addormentata.
Il tuo urlo di dolore
penetra nel cielo
e il vento leggero
arriva a te
stupenda creatura,
spogliandoti
della tua malinconia,
della tua tristezza,
dei tuoi pensieri fragili
e ti riveste della tua stessa pelle fatta di coraggio.
Riprendi le tue lettere
nascoste del tuo
amore disperato,
ricomponi il tuo cuore
e fai volare l’anima
verso il mare,
dove le alghe
profumate
dei tuoi stessi versi
ti aspettano fra granelli
di sabbia con un messaggio per te.
Volano le tue lettere
e le tue lacrime
nell’aria,
lascia volare
il tuo spirito libero e
sii felice.
I tuoi lunghi
capelli biondi intrecciano
i raggi del sole e
i tuoi occhi verdi
si asciugano
di quel pianto disperato.
È sera il tuo amore
arriva da te e in un abbraccio di anime
guardate le stelle
e...
la luna guarda voi
illuminando la notte
di una luce che
si chiama speranza.
(Anna Fiorillo Clavelli)
Firita Alexandra
PERCHÉ TANTA PAURA DI VOLARE
Nudo
davanti all'azzurro solo con l'aura del volo
tatuata sulla pelle
inchiodata nei miei pensieri da sempre.
Mi fermo davanti allo specchio del cielo,
liberato come una statua dal suo blocco di marmo
di cui fu creata.
E mi ritrovo, io, un angelo smarrito fra
le morenti ombre.
Perché tanta paura di volare, Icaro?
Davanti a me si stende il cielo come
un dolce inganno di velluto nella sua serenità,
alto e puro come la luce dell'incanto,
e non mi perderà dal suo immortale occhio
come né tu Dedalo, padre mio, non mi lascerai
marcire da solo fra le mura del labirinto.
Non conosco limiti nel mio pensare
la mia forza è nelle mie braccia ferree
nella mia adorazione della perfezione
toccarla amarla reinventarla.
Davanti a me il mare, come una immensa culla
mio corpo accarezzato delle sue miriadi onde
dondolato dei canti delle ninfe
abbracciato da te, Poseidone, come una nave
piena di tesori,
negli abissi spenderà di sua umana ricchezza
a te aggiunta.
Non ci sono limiti nel desiderio di lasciare tutto
ciò che il mio libero pensiero costringe.
La mia forza sorge dal mio cuor sincero.
Pronto a volare, Icaro.
Nudo.
Immerso nell'azzurro del cielo e del mare
come fossi immerso nel grembo di una universale madre
mi ritrovo come un fetus che aspetta la sua rinascita.
(Alexandra Firita)
Forgione Sara
OMERTÀ (napoletano)
Ririmm, ririmm
'Ca cá nun chiagnimm maje
Ririmm 'ca 'e man annanz all'uocchie
P' nun vre' a miserj 'ca ce sta attuorn.
Chiagnimm, chiagnimm,
'Ca ca' nun ririmm maje.
Chiagnimm ca' 'e man annanz all'uocchie
P' nun c' fá vre all'ate,
Par brutt.
Annuimm, annuimm,
'ca ca' nun jamm maje d'accord,
Annuimm ca' 'e man annanz 'e recchie
P' nun sentr 'e volgarità da 'a gent.
Stu munn è nu circ,
ma nun rir maje nisciun,
'o munno è munno:
chi saglie e chi va a funno.
E nuj ririmm,
E po' chiagnimm,
ma nun 'o fa vre' a nisciun.
(Sara Forgione)
Traduzione in italiano dell’autrice - OMERTÀ. Ridiamo, ridiamo/ che noi non piangiamo mai,/ ridiamo con le mani davanti agli occhi/ per non vedere la miseria che c'è intorno./ Piangiamo, piangiamo/ che noi non ridiamo mai./ Piangiamo con le mani davanti agli occhi/ per non farlo vedere agli altri,/ sarebbe brutto./ Annuiamo, annuiamo/ ma non siamo mai d'accordo,/ annuiamo con le mani davanti alle orecchie/ per non sentire le volgarità delle persone./ Questo mondo è un circo,/ ma non ride mai nessuno,/ il mondo è mondo:/ chi sale a galla e chi affonda./ E noi ridiamo,/ e poi piangiamo,/ ma non farlo vedere a nessuno.
Francini Emanuela
INTORNO A ME
Dietro di me
piogge di coltelli e di lettere sbiadite
davanti ho
un tappeto di cenere
dentro di me
un incendio di lacrime
sopra di me
galassie inesplorate
se le conoscessi, forse
capirei che questo non è il mio
mondo
sotto di me
marea di sabbia,
carta straccia,
macerie di storie.
Prendo tutto come una sfida da superare
e l'unico ostacolo
sono
io.
(Emanuela Francini)
Franco Signorini
NATURA VIOLATA
La terra che l'uomo col tempo profana,
con le sue stesse indelebil mani;
natura violata dai frutti malsani,
primordial genesi della savana.
Crisalide d'origine darwiniana,
metamorfosi di spenti vulcani;
ritrovo vivente di tanti sovrani,
gente conviene stare in campana.
Ferire la terra, ferire noi stessi,
ferirla è come farlo a tua madre,
sui monti, sui piani e negli abissi,
distrugger potranno le menti leggere.
Né uomo, né donna, né ambo i sessi,
lo scorrer del tempo potranno fermare!
(Signorini Franco)
Fresta Grazia
ELLITTICI MOTI
Se mi eclissassi
rotando su me stessa
compiendo ellittici moti
intorno a te, quale impudica Danza
da arditi Sentimenti mossa,
Ti accecherei
suscitando tormenti
nascondendo il Calore
l'abbraccio del Cuore
Pur gravitandoti attorno,
quale satellite a te vincolato,
Io, regina delle tue maree inaspettate,
occluderei per poco al tuo Sentire
il tepore che ci unisce
in amorevol Movenza
Chiederei venia per l'Accaduto
concedendo a mia volta Perdono
qualora Tu, mio Pianeta, altrettanto facessi
Io Luna
Tu Terra
corpi celesti gravitanti
attorno al sacro Astro delle nostre Passioni
Noi tendenti, in congiunzione,
a creare quel velo di penombra
riflettente le nostre ellittiche traslazioni,
con riverente Inchino all'apollineo Disco Solare
(Grazia Fresta)
Frusciante Rita
UN POSTO PER SOGNARE
Voglio un posto tutto mio
per poter sognare
dove il male sparisce,
dove la mente può spaziare,
la fantasia volare,
dove poter ricordare il brutto e il bello, l'aspettativa di
quelle carezze mai avute
e desideri mai esauditi.
Voglio un posto per sognare
le grandi storie, l'amore, i litigi,
dove essere diversa, ritrovare me stessa,
dove tutto è perfetto in armonia,
dove il giorno è solo sole e la gioia è passione.
Voglio un posto per sognare
la mia solitudine,
gridarla,
sentirla andare lontano,
liberare la luce.
Lasciatemi sognare
un gesto sensuale e afrodisiaco
che dura un bacio fugace,
l'annebbiarsi dei sensi con carezze audaci,
ubriaca d'amore, di elisir di vita.
Lasciatemi sognare,
ridere, ballare,
rincorrere il sole,
veder spuntare la luna
e come gioielli le stelle.
Voglio tenderti la mano
portarti lontano, tornare bambina
per riaverti vicina.
Voglio un posto per sognare,
un riflesso, un sorriso
che sa di paradiso
e un mondo migliore.
Lasciatemi sognare.
(Rita Frusciante)
Fulcini Silvana
QUELL’ADDIO
Mi lasciasti
con un algido addio,
come la pioggia
che scrosciante scendeva
quella sera,
lavando le lacrime
dal mio viso triste.
Non ti voltasti,
in quel viale
si spensero i lampioni,
forse solo per me,
e io, non ti vidi più,
solo il calpestio dei tuoi passi
allontanarsi, udivo,
e
prepotente rombo
del silenzio
irrompeva nei miei pensieri.
Udii il treno arrivare,
non lo vidi,
fitta nebbia era calata,
ma continuai a guardare,
mi avvicinai ai binari,
sperando di vederti
un’ultima volta.
Non vidi nulla…
Fredda solitudine m’avvolse!
Lacrime di sale,
bruciavano i miei occhi!
Ancora oggi,
odo i tuoi passi andare via
sull’asfalto bagnato
dalla pioggia,
nel viale
che porta alla stazione.
(Silvana Fulcini)
Galifi Alda
SE TU...
Se tu...
Se tu fossi qui
correrei insieme a te
verso il mare
per passeggiare a piedi nudi
sulla spiaggia
tenendoci per mano...
E quando al tramonto
i raggi del sole
si riflettono nei tuoi occhi
seguirei con lo sguardo
il planare dei gabbiani
che tornano al loro nido...
Ma c'è l'azzurro mare
che ci divide.... ed
è forse la distanza
che ci tiene vicini
nell'attesa di incontrarci.
(Alda Galifi)
Gattuso Eloisa
IL SOFFIO ARDITO
Picchia sui palpiti
Di affannosi respiri
Saettando
Strali acuminati
Il soffio ardito
Di pensieri
Sottratti alla
Vacuità di sogni
Talora smarriti
Insoluti
Fra disegni
Inconsistenti
Forse mai nati
(Eloisa Gattuso)
Gerbino Vincenzo
LA NOTTE
Scende lieve nella valle
La candida notte.
Col suo respiro immortale
Avvolge monti, strade,case.
Anche l'ultimo raggio di sole è andato via,
Lasciandosi dietro la forza
Di un giorno ormai passato.
Da lontano la luna guarda il mare,
Lo abbraccia con il suo candore
E poggia lieve il suo riflesso
Mentre lui si quieta al suo silenzio.
Il cielo fa da sfondo a questo scenario d'amore
Con la sua forza e il suo tepore
Regala le sue stelle
E il suo colore.
Tutto si ferma,
E proprio mentre la natura si addormenta,
Ogni cosa ritrova la sua pace.
(Vincenzo Gerbino)
Gheorghe Georgiana L. (Romania)
ZBOARĂ LIBER PASĂRE NOBILĂ
(VOLA LIBERO, NOBILE UCCELLO)
Închisă într-o colivie stă o pasăre grațioasă
Cu ochi de safir și cioc de sabie, penajul alb ca neaua
Aurit pe aripile de lebădă, coada de evantai și creasta de păun.
Dincolo de zăbrele stătea un flăcău voinic
Care-și scălda privirea cu frumusețea minunatei făpturi.
Lacrimi de cristal se prelingeau pe obrajii ei.
Nu de bucurie că se află în compania unui sânge albastru cu inimă de leu
Ci acelea pline de tristeți albastre.
„De ce ești așa tristă, scumpa mea zeiță?”
O întrebă băiatul la un moment dat.
„Colivia de aur nu este suficient de încăpătoare?
Te-am neglijat cumva? Am făcut tot ce mi-ai cerut.”
„Alteță, de răutate nici nu am avut parte,”
Răspunse ea printre lacrimi.
„Blândețea ta nu are limite. M-ai îngrijit ca un tată
Asigurându-te mereu să am cele necesare, dar...” Făcuse o pauză.
Nu avea curajul să se destăinuie mai departe.
„Nu-ți fie teamă,” o încurajă prințul. „Spune-mi ce ai pe suflet.”
După un oftat își luă inima-n dinți și zise,
„Alteță, indiferent din ce-i făcută,
Colivia tot colivie rămâne.
Deși o parte din mine tânjește după dulcea libertate,
Cealaltă nu-și dorește să te părăsească. Mi-e frică.”
Întreg corpul îi tremură ca frunzele din copaci în bătaia vântului de toamnă.
Inima îi fu cuprinsă de mâhnire să o vadă așa tristă.
Amintindu-și de o vorbă înțeleaptă, ușa coliviei deschise.
„Mama Natură te așteaptă.”
Ezitând la început, afară ieși, aripile și le întinse
Și zborul își luă nu înainte să-și ia la revedere.
„Zboară liber pasăre nobilă,” zise flăcăul privind spre cer.
(Georgiana L. Gheorge)
Traduzione dell’autrice - VOLA LIBERO, NOBILE UCCELLO/ Un grazioso uccello con occhi di zaffiro e becco affilato,/ Piumaggio bianco come la neve, cosparso d'oro sulle ali del cigno, coda a ventaglio e stemma del pavone/ Rimase chiuso in una gabbia./ Un bel ragazzo si compiacque della sua bellezza con la meravigliosa creatura/ Dall'esterno delle sbarre di ferro./ Lacrime di cristallo le scendevano sulle guance./ Non di gioia per essere in compagnia di un sangue blu con un cuore di leone, ma quelli generati dal blues./ "Perché la faccia lunga, mia cara dea?"/ Chiese il ragazzo in un momento./ “La tua gabbia d'oro non è abbastanza grande?/ Ti ho trascurato? Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto. "/ "Altezza, non ho visto alcun male"/ Lei rispose tra le lacrime./ “La tua gentilezza non ha confini. Ti prendevi cura di me come un padre/ Assicurandomi sempre di avere tutto ciò di cui ho bisogno, ma - “Ha fatto una pausa./ Non ha avuto il coraggio di continuare./ "Non aver paura" la incoraggiò il principe. "Dimmi cosa hai in mente."/ Dopo un sospiro, raccolse il suo coraggio e disse:/ “Altezza, una gabbia è una gabbia/ Non importa da cosa è fatto./ Anche se una parte di me brama il dolce sapore della libertà,/ L'altro non vuole lasciarti. Sono spaventato."/ Stava tremando come una foglia nel vento autunnale./ Gli si spezzò il cuore nel vederla così./ Ricordando un saggio detto, aprì la porta della gabbia./ "Madre natura ti aspetta."/ Inizialmente esitante, uscì e spiegò le ali,/ Poi si librò nel cielo non prima di salutare./ "Vola libero, nobile uccello", disse il ragazzo guardando il cielo.
Traduzione inglese dell’autrire - FLY FREE, YOU NOBLE BIRD/ A graceful bird with saphire eyes and sharp beak,/ Plumage as white as snow, sprinkled with gold on its swan wings, fan-like tail and peacock crest/ Stood locked in a cage./ A handsome lad pleased his sight with the wonderful creature’s beauty/ From outside the iron bars./ Tears of crystal ran down her cheeks./ Not of joy for being in the company of a blue blood with a lion heart,/ But those generated by the blues./ “Why the long face, my darling goddess?”/ The boy asked at a moment/ “Is your golden cage not big enough?/ Did I neglect you? I did everything you asked.”/ “Your Highness, I saw no evil,”/ She answered between tears/ “Your kindness has no boundaries. You cared for me like a father/ Always making sure I have everything I need, but –“She paused./ She didn’t have the courage to continue/ “Don’t be afraid,” the prince encouraged her. “Tell me what’s on your mind.”/ After a sigh, she gathered her courage and said,/ “Your Highness, a cage is a cage/ No matter from what it’s made/ Although part of me lusts over the sweet taste of freedom/ The other doesn’t want to leave you. I’m scared.”/ She was shaking like a leaf in the autumn wind./ It broke his heart to see her like that/ Remembering about a wise saying, he opened the cage door/
“Mother Nature awaits.”/ Hesitating at first, she walked out and spread her wings,/ Then soared into the sky not before waving goodbye./ “Fly free, you noble bird,” said the lad looking at the sky.
Gianfortone Annalisa
FRATELLO
Ho un fratello
ma non ho solo quello!
Ogni giorno
si presenta a me
con un volto che
non è mai lo stesso.
Ieri indossava
una divisa a righe,
inginocchiato attendeva
di essere eliminato.
Oggi indossa
una tunica arancione,
inginocchiato attende
di essere decapitato.
Ho visto mio fratello
ucciso dentro un grembo,
l' ho visto trucidato
sol perché Cristiano!
Ho pure un fratello
che è venuto dal mare,
fra lacrime e paure
una lunga traversata
ha dovuto affrontare.
Con gli occhi del cuore
ho continuato a guardare
e ho visto te... fratello:
affamato,
carcerato,
maltrattato...
Ora è silenzio
e mentre il mio sguardo
si posa su di te
ancora una volta il cuore
pronuncia le parole:
<<Ecco mio fratello
il prossimo per me!>>
(Annalisa Gianfortone)
Giannelli Ivana
ANIMO
In tanta bellezza il mio passo è lieve,
Il mio animo sazio,
La foglia troppo leggera
si divincola alla caduta.
Un silenzio simile alla paura notturna ulula nella mente pensieri passati, lasciati là dove tutto esiste e a nulla serve.
Lasciatemi in pace sgargianti colori;
germogli più non vedrete.
(Ivana Giannelli)
Giannitelli Michelina
A ISABELLA E MARIANO
Nel tuo vestito danza, Isabella,
danza come farfalla
nel cielo caldo estivo
dal lungo sonno .mai risvegliata.
Danza fra le nuvole,
bianco e candido
il tuo vestito,
puro e innocente il tuo viso,
Biondi e lunghi i tuoi
Capelli bellissimi.
Danza nel vento
caldo estivo.
E tu, Mariano, amore caro, suona.
Suona la tua bellissima
Chitarra,
suona come tu
solo sai.
Quei tuoi occhi
grandi e verdi,
i tuoi ricci capelli
Biondi.
La tua fronte alta ed intelligente.
Suona in un risveglio mai avvenuto.
Danza Isabella, bella come il sole,
Suona Mariano, amore caro, con la tua adorata chitarra.
Adorabili figli.
Ma perché la mano che
doveva proteggere
Ha commesso un così atroce gesto?
Ragione non vi è
Dolore
Inconsolabile di una mamma distrutta
I nomi grida al cielo.
Come un libro
senza le pregiate pagine
è rimasta.
Danza dolce Isabella nel tuo bianco vestito,
danza fra le nuvole,
dolce angelo.
Suona intelligente Mariano, la tua chitarra
nel cielo, in alto.
Verdi i tuoi occhi
Dolci figli,
dolci amori,
Dolci angeli.
(Michelina Giannitelli)
Giusti Paolo
ALITO DI VITA
Soffia nel mio cuore
come legiadra farfalla soffiami nel cuore.
T'accolgo tra le braccia desiderio grande.
Non sfuggire dal mio essere per te.
Te che ami il mio essere occulto
in un pensiero talvolta strano
ma vero come acqua che in un ruscello
nasce e scorre come sangue nelle vene
mi rivolgo al celo che meco pensa al mio essere poesia.
In una scatola volo verso te
che di me tu sai il mio viver dell'anima
quando lo sole innarestabile nasce per non morir
allor nel tempo riposo la mia anima.
(Paolo Giusti)
Goce Markov (Macedonia)
Гоце Марков
МАКЕДОНСКА САГА
(La saga macedone)
Во далечното минато,
во некое незнајно поле,
портал и светло,
и ноќ што ги гали нежно,
сабјите на сознанието
и маченички од очитe
на таа Форма, краде крик,
се раѓа ново,
оплодено пророштво.
Се раѓа во крвта на судбината
избраздена, и доаѓа во пајажест свет,
на Полуостровот на сарказмот.
Брат му е мракот на комшиите,
а илузијата патоказ во отсјајот
на оружјето скриено.
Еј, измачена светлино!
Дај ни го венчето од божјиот крст,
од челото на
Првородениот.
Бараме да се откриеш во очите на слепите,
и гладни за љубов – Луѓе!
Живеат во вдахновение,
лаичко, но вредно, несвесни за историја,
пред длабока бездна.
Прочистена крв во пепелта на Феникс,
на инфериорна крвна слика, бледа, провидна, сиромашна по стасус.
Мртовец, со белило во очите,
силни викотници од мајката на спречена милост
и сон за раѓање на нов Човек!
Адам на новиот век!
Тропање!
Огнени порти
и силен удар по челикот.
Скршено постоење.
На вратот на певецот јаже,
спровнато без почеток и крај.
На рацете крв,
тече како расплакан облак во изгубена човечност.
Его на воин!
Опоен мирис на црни цветови,
и знак за ново будење!
Бараме завет и изгазена гордост,
плачат висините, се ори остар звук.
Низ нашите сиви зачмаени ќелии се лачи
енергија на друга личност,
обновена клетка на незнаен обид!
Тргни ја, за да бидеш во кругот,
на знајни и незнајни, болести и луге!
Се шири во бранови
како епидемија, како зараза,
како вонземна светлина,
човечка особина и ништо повеке.Разговор без смисла!
По улиците застарени идеи,
бели кошули и бели линии и исшмркана верба,
премин и минувачи несигурни, лакоми,
во главите на Новите, за чудо-Мисла!?
(Goce Markov)
Traduzione in italiano dall’inglese di Liliana Fadda - LA SAGA MACEDONE. Nel lontano passato/ di un campo sconosciuto,/ un portale e una luce dolcemente coccolati dalla notte./ Le lame della conoscenza/ E martiri nati dagli occhi di una Forma,/ che ruba un grido…./ nasce una nuova profezia fertilizzata./ Nato dal sangue di un destino rugoso,/ prendere vita in un mondo di ragnatele,/ sulla penisola del sarcasmo./ L’oscurità del vicino è suo fratello/ e l’illusione è il suo segnale stradale/ nell’abbaglio dell’arma nascosta./ Hey… tu luce ricercata!/ Dacci la corona dalla croce di Cristo/ Dalla fronte primogenita./ Vogliamo che tu sia visto negli occhi del cieco,/ affamato d’amore del prossimo!/ Vivono ispirati ma incapaci, eppure degni,/ inconsapevoli della storia,/ un abisso fisso davanti a loro./ Sangue purificato nelle ceneri della Fenice,/ uno stato ematico inferiore, pallido, traslucente e cosi povero./ Un uomo morto, bianco negli occhi/ Urla lancinanti da una madre imedita d’amare,/ e un sogno di dare vita a un nuovo Uomo!/ Adamo della nuova era! Sta bussando!/ Ancelli di fuoco e un duro colpo sull'acciaio./ Esistenza rotta!/ Una corda intorno il collo del cantante/ Senza un inizio o una fine./ Sangue che gocciola dalle mani,/ come una nuvola piangente per l’umanità perduta./ Ego di guerriero/ profumo nebriante di fiori neri che sbocciano/ e un segno di un nuovo risveglio./ Stiamo cercando una promessa e un orgoglio calpestato./ Le altezze stanno piangendo,/ si possono udire rumori acuti./ Nelle nostre grigie cellule morenti,/ sta per essere creata l’energia di un altro uomo./ Una cellula rigenerata per una prova ignota!/ Mettila da parte, così potrai essere nel cerchio delle malattie e delle persone/ riconosciute e comuni./ Si diffonde come un onda epidemica,/ Come una malattia contagiosa, come una luce extraterrestre,/ una caratteristica umana e niente più./ Una conversazione insensata!/ Idee antiquate nelle strade,/ magliette bianche e strisce bianche…./ E un destino spazzato via,/ una traversata e un passante…./ Nelle teste del nuovo nato… un pensiero?/ Strano? Huh?!
Traduzione in inglese dell’autore – THE MACEDONIAN SAGA. In the distant past,/ On a field unknown,/ A portal and light pampered softly by the night./ The blades of acknowledgement/ And martyrs born from the eyes of a Form,/ Stealing a scream…/ A new fertilized prophesy was born./ Born from the blood of the wrinkled destiny,/ Coming to life into a spiderweb world,/ On the Peninsula of Sarcasm./ The neighbors’ darkness is its brother and illusion is its road sign/ Into the glare of the hidden weapon./ Hey…you Light besought!/ Give us the wreath from the God’s cross,/ From the Firstborn forehead./ We want you to be seen in the eyes of the blind, hungry for love-People!/ They live inspired...but not skilled, yet worthy,/ Not aware of the history,/ An abyss staring before them./ Purified blood in the ashes of a Phoenix,/ An inferior blood status…pale, translucent and so poor./ A dead man, white in the eyes,/ Loud screaming from a mother forbidden to love,/ And a dream for giving birth to a new Man!/ Adam of the New Age!/ Knocking!/ Fire gates and a harsh blow on the steel./ Broken existence!/ A rope around the singer’s neck,/ With no beginning or end./ Blood dripping from the hands,/ Like a crying cloud for humanity lost./ Ego of a warrior!/ Intoxicating scent of black blooming flowers/ And a sign for a new awakening./ We are seeking a promise and a trampled pride./ The heights are crying,/ Sharp noise can be heard./ In our grey, dying cells, energy of another man is being created,/ A regenerated cell for an unknown try!/ Put it away, so that you will be in the circle,/ Of recognized and common…diseases and people!/ It spreads like an epidemic in waves,/ Like a contagious disease, like extraterrestrial light,/ A humans’ feature and nothing more./ A senseless conversation!/ Outdated ideas in the streets,/ White shirts and white stripes…/ And a Fate wiped out,/ A crossing and passersby…./
Insecure, greedy …/ In the heads of the Newborn…a Thought?!/ Weird…huh?!
Gomez Contreras Constantina (Spagna)
MI AMOR
El amor no tiene limitaciones
No tiene reglas
Continúa el latir
Del mar en mí corazón
Replegada como una roca
En mis limitaciones
Nuevo sueño
Nuevo sentimientos
No soy mal enemigo
El cielo se ofrece
Como aliado
El tiempo y el saber
Van unidos
Ya curé mis heridas
Integra sabiduría
Culta e inmensa
Mi tiempo junto con mí saber
Conforman nuevas ideas
Fuimos hechos
Para vivir
En un único corazón
Se cerrarán heridas
Se olvidarán prejuicios
Pensamientos trasmiten
Desde mí corazón herido
Fuerza y energía
Tanto lloró mí corazón
Tantos rechazos
Tantas emociones
Que dureza fue
Nuestra vida
Para ocasionar
Tantos destrozos
Tantas penurias
Mí amor
No dejemos
El amor
Nuevamente vacío
De palabras
De caricias
Intentemos llenar
Nuevamente
Nuestros corazones
De amor
Enamórate nuevamente
De alguien más bella
Se feliz
No mires sus defectos
Sueña nuevamente
Con tus brazos abiertos
Abiertos a la vida
Abiertos al viento
Abiertos a otro amor nuevo
Dile que la quieres
Despierta la con alegría
Con un gran beso
Dile que es preciosa
Que es tú vida
Abrazala tan fuerte
Que alegres su Alma
Enciende su corazón
Mí amor así será
Como consigas
Un nuevo amor
Tanto te amo
Que pido al cielo
Te lo conceda
Para aplacar tú tristeza
Llena la de besos
Llena la de caricias
De esas que producen
Taquicardias
Yo morí
Para comprender
Para aprender de la vida
Esta sabiduría
No mueras tú nuevamente
Agarra fuerte la vida
Mí amor
Tienes que construir
Tú camino
Yo creceré nuevamente
Haré también el mío
Crearé muros altos
En mí corazón
Para evitar
Que nadie los derrumben
Esta será la clave
Junto con mí coraje
Para rehacer mi vida
Me querré tanto
Que jamás me partiré
Para nadie
Experiencias sufridas
Que me hacen
Valorar mí vida
Volveré a decir
Nuevamente
Un te quiero
(Constantina Gomez Contreras)
Traduzione dell’autrice – AMORE MIO. L'amore non ha limiti/ Non ha regole/ Il pestaggio continua/ Dal mare nel mio cuore/ Piegare come una roccia/ Nei miei limiti/ Nuovo sogno/ Nuovi sentimenti/ Non sono un cattivo nemico/ Il paradiso è offerto/ Come alleato/ Tempo e conoscenza/ Vanno insieme/ Ho guarito le mie ferite/ Integrare la saggezza/ Colto e immenso/ Il mio tempo insieme a me lo sa/ Formano nuove idee/ Siamo stati fatti/ Vivere/ In un solo cuore/ Le ferite si chiuderanno/ I pregiudizi saranno dimenticati/ I pensieri trasmettono/ Dal mio cuore ferito/ Forza ed energia/ Il mio cuore pianse così tanto/ Così tanti rifiuti/ Tante emozioni/ Quanto è stato difficile/ La nostra vita/ Causare/ Tante lacrime/ Così tante difficoltà/ Amore mio/ Non andiamo via/ amare/ Ancora vuoto/ Di parole/ Di carezze/ Proviamo a riempire/ recentemente/ I nostri cuori/ amare/ Innamorati di nuovo/ Da qualcuno più bello/ Sii felice/ Non guardare i loro difetti/ Sogna ancora/ Con le braccia aperte/ Aperto alla vita/ Aperto al vento/ Aperto a un altro nuovo amore/ Dille che la ami/ Svegliala con gioia/ Con un bacione/ Dille che è bellissima/ Qual è la tua vita?/ Tienila così stretta/ Possa la tua anima essere felice/ Illumina il tuo cuore/ Il mio amore sarà così/ Come si ottiene/ Un nuovo amore/ Ti amo così tanto/ Chiedo il paradiso/ Te l'ho concesso/ Per placare la tua tristezza/ Riempila di baci/ Riempi la carezza/ Di quelli che producono/ tachicardie/ Sono morto/ Per capire/ Per imparare dalla vita/ Questa saggezza/ Non morire di nuovo/ Tieni la vita stretta/ Amore mio/ Devi costruire/ A modo tuo/ Crescerò di nuovo/ Farò anche il mio/ Creerò muri alti/ Nel mio cuore/ Da evitare/ Nessuno li abbatte/ Questa sarà la chiave/ Insieme al mio coraggio/ Per rifare la mia vita/ Mi amerò così tanto/ Non me ne andrò mai/ Per chiunque/ Le esperienze hanno sofferto/ Cosa mi fanno/ Valorizza la mia vita/ Lo dirò di nuovo/ recentemente/ Ti amo
Granata Pina
‘NA PICCIRIDDA (siciliano)
a mia madre, malata d’alzheimer
‘Na picciridda,
addivintasti, mamma.
I to’ occhi parino confusi,
ma certi voti
si inchinu di sorrisi.
Un sacciu si m’arricanusci,
sicuramenti senti l’amuri
ca sparda ogni velu e ogni duluri.
Tu lu senti
Ca sugnu ‘u to’ sangu.
“Mammina mammina”
ti ricu araciu araciu,
rientra l’aricchi,
tu murmurii
paroli senza senzu,
mi talii
e certi voti chianci.
A me’ vucca però riri sempri,
tantu lu me’ cori tu nun ‘u senti.
I picciriddi,
Vannu ‘ncuraggiati, abbrazzati, carezzati.
“E’ tardu, mi nni vaiu mà, fai ‘a brava, poi vegnu…”
(Pina Granata)
Traduzione dell’autrice - UNA BAMBINA. Una bambina sei diventata, mamma./ I tuoi occhi sembrano confusi,/ ma certe volte si riempiono di sorrisi./ Non so se mi riconosci,/ sicuramente senti l’amore che strappa ogni velo e ogni dolore./ Tu lo senti che sono il tuo sangue./ “Mammina mammina”/ ti dico piano piano dentro le orecchie,/ tu mormori parole senza senso, mi guardi/ e certe volte piangi./ La mia bocca però sorride sempre,/ tanto il mio cuore tu non lo senti./ I bambini vanno incoraggiati,/ abbracciati, accarezzati./ “E’ tardi mamma,/ me ne vado, fai la brava, poi vengo… “
Grasso Maria
PAROLE RUBATE DAL VENTO
Dopo anni ti rincontrai,
le nostre anime si sfiorarono delicatamente quella notte.
Nella mia mente rivivevo quegli attimi.
Noi due amanti ci afferravamo,
in cuore sentivamo risuonare le nostre ultime parole,
parole rubate dal vento.
Chiudevamo gli occhi:
intrecciati l’un l’altro i nostri corpi danzavano leggiadramente,
le nostre mani accarezzavano orizzonti lontani.
Lontani quei giorni in cui ci inebriavamo di sguardi languidi d’amore.
Da quegli sguardi sentivo nascere in me un barlume di speranza,
speranza che mi attraversava il respiro intravedendoti in volti sconosciuti,
che ritornavano in me,
occhi che baciavano fugacemente i miei,
lasciandomi una vaga nostalgia.
(Maria Grasso)
Grieco Ornella
Lacrime amare
Stelle infuocate scendono dal cielo tu turbamento del mio pensiero.
Mare che spegne il fuoco della mia inquietudine tu che sei la mia solitudine.
Tu vita acerba piena di sassi che vivi lungo i miei passi.
Tu essere Montale dentro me, tu vita acerba arida di sentimenti.
Vuota la gente intorno a me tu Eugenio rifiutato dalla nostra vita.
Tu ossi di seppia dove sulla spiaggia vive la mia vita, detriti sassi spettri.
Tu nero di seppia che copri l'anima mia.
(Ornella Grieco)
Grifo Giorgio
IL RIFLESSO DEI TUOI OCCHI
Guardo l’orizzonte
e vedo il cielo
riflesso nei tuoi occhi…
tu sei perfetta per me.
Sei il sole a mezzogiorno,
la luna a mezzanotte,
dei giorni la linfa vitale,
delle notti l’aurora boreale.
E mentre cammini scalza,
sorridi e sembri pazza.
Ma ci pensi
a quanti errori commessi,
a quanti sbagli fatti
prima di incontrare te.
E poi
sembra quasi fatto apposta,
sembra che ti aspetto.
Forse è anche vero.
Ma dopo tutto questo tempo
preferisco ancora il cielo
riflesso nei tuoi occhi…
E’ rimasto ancora lì.
(Giorgio Grifo)
THE REFLECTION OF YOUR EYES
I look at the horizon
and I see the sky
reflected in your eyes ...
you are perfect for me.
You are the sun at midday,
the moon at midnight,
the lifeblood of the days,
the northern lights of the nights.
And as you walk barefoot,
you smile and look crazy.
But think about
how many mistakes I made,
how many error I made
before meeting you.
And then
it seems almost done on purpose,
it seems that I wait for you.
Maybe it's also true.
But after all this time
I still prefer the sky
reflected in your eyes ...
It is still there.
UNA SERA IN CITTÀ
Strade deserte.
Vetrine illuminate.
Manichini vestiti di nuovo che guardano nel nulla,
dove il tempo sé fermato, e la vita sembra svanita.
La luce dei lampioni si perde lungo i viali solitari.
Mi rattrista questa penombra di silenzi,
dove anche il cielo sembra cancellato.
Ma poi il pensiero mi porta lontano, in locali chiusi, affollati.
Dove musiche nuove suonano ad alto volume.
Ed è lì, la fresca gioventù, fino all'alba,
tra giochi di luci abbaglianti e movimenti di balli sfrenati,
insieme a traballanti bicchieri di alcol,
dove uno tira l'altro, bruciando così la mente dell'essere...
Senza fede...Senza regole...
Senza capire sé l'indomani faranno ritorno a casa...
Basta sfiorarsi, e con un sì e un no, incominciano liti...
Ognuno si sente superiore all'altro, intoccabile, facile all'ira.
Si offendono a vicenda, senza l'umiltà di chiedere una volta scusa...
Senza esitare di sfoderare un coltello...
Ed è questo il mondo tecnologico, dove la vita non ha più prezzo,
e il rispetto del prossimo è soltanto un vago ricordo...
I valori si sono dispersi. In tutto manca l'armonia...
La gioia di vivere...
Si piangono tutti i giorni lacrime amare, per questo oscenico andazzo....
(Tonia Cirigliano)
Colacrai Davide Rocco
SARÒ LA MIA BELLA ADDORMENTATA – dedicata a Noa Pothoven1
L'abbellirò con nastri rosa
fiori gialli tra i capelli
riderà incredula, o bambola2
I. È nullo il respiro
con cui il mio corpo alita al suo Sinai,
un arco d’universo
che, attraverso l’anima, tace e svanisce,
l’infrangersi delle mie ali
contro l’istante gonfio di un cielo che ansima
dove un tempo erano certezze,
dove ogni centimetro di carezza meravigliava
e le costellazioni corteggiavano
l’armonia da sposa, quasi da Madonna,
con cui benedicevo i giorni
che umidi di silenzio, come li sentivo
attraversandoli, ricordavano margini di un orizzonte
che brucia e non asciuga, nomi che adesso
risalgono screpolati da una lacrima
e che restano senza un corpo, culmi di un ricordo
che una mano stringe ed è la mia.
II. È nullo il dolore
che si tende nell’eco di uno spasmo
che riconosco come ultimo atto,
un ricciolo di conchiglia
che tenacemente rincorre l’amore al tramonto
quando è un frutteto di sangue
e il suo salmo resta spoglio e senza promessa
nella tenacia della terra
mentre il vento scrive il suo spartito
per la solitudine del passo
che si appressa alla linea liquida dell’infinito
e ne stringe il nodo
senza attesa e senza perdono.
III. Si spegneranno le luci e si raffredderà la vita.
Nevicherà ai piedi del sipario.
Ed io sarò la mia bella addormentata nell’applauso sincero e indimenticabile, azzurro, e forse assurdo, del cuore.
(Davide Rocco Colacrai)
1 Noa Pothoven è la ragazza olandese di diciassette anni che ha scelto la “morte assistita”
2 Per una bambola, Patty Pravo, 1984
Traduzione di Daniela Alessandra Messina - I WILL BE MY BEAUTIFUL ASLEEP - dedicated to Noa Pothoven (1)
I will embellish it with pink ribbons
yellow flowers in your hair
she will laugh incredulously, or doll (2)
I. The breath is void
with which my body breathes to its Sinai,
a universe arc
which, through the soul, is silent and vanishes,
the crashing of my wings
against the swollen instant of a panting sky
where there were once certainties,
where every inch of caress marveled
and the constellations wooed
bridal harmony, almost like a Madonna,
with which I blessed the days
that wet by the silence, as I felt them
crossing them, they resembled the edges of a horizon
that burns and does not dry, names that now
come back chapped by a tear
and that remain without a body, culms of a memory
that a hand shakes and it's mine.
II. There is no pain
which tends to echo with a spasm
which I recognize as the last act,
a curl of a shell
who tenaciously chases love at sunset
when it's a blood orchard
and his psalm remains bare and without promise
in the tenacity of the earth
while the wind writes its score
for the solitude of the step
which approaches the liquid line of the infinite
and tightens the knot
without waiting and without forgiveness.
III. The lights will go out and life will cool.
It will snow at the foot of the curtain.
And I will be my sleeping beauty
in sincere and unforgettable applause,
blue, and perhaps absurd, of the heart.
(Davide Rocco Colacrai)
(1) Noa Pothoven is the seventeen-year-old Dutch girl who has chosen "assisted death"
(2) For a doll, Patty Pravo (Italian singer), 1984
Colangelo Ylenia
NOTTE
Questa sera così presente
nel mio cuore
Io la potrei modellare
toccare
illuminare.
Ho una stella così densa sul mio petto
da ricalcare e disegnare
lasciar fluire.
E il tutto intorno a me prende il senso
delle anime abbattute, risorte e disegnate mai imbruttite, celate, distinte perché affamate.
E le trovo, le cerco, le nascondo le rivelo.
Sono vere ora tutte le notti e tutte le stelle in me.
E poi ci sei tu, che sai colmare.
Ed io.
Che non riesco a restare.
(Ylenia Colangelo)
Collari Roberto
IO SONO VENTO
Come vento,
diffondo
gli echi di coloro
che riposano in noi.
Sono...
Il fragile sibilo
che sbocca dalle insenature
di antiche rovine,
esposte all’universalità
del mondo.
Sono...
il respiro
che accompagna l’esistenza
degli esseri viventi,
musicandone il quotidiano
come un direttore d’orchestra.
Io sono...
essenza stessa
della vita.
Io sono Vento.
(Roberto Collari)
Collesano Gino
NICÙZZA (Siciliano)
Quànnu nascìsti cu dù stiddrùzzi
mi taliàsti
di ma pinsèra i sudùra vuagliàrda
l'asciucàsti
lu ventu susciuliàva l'aciddrùzzi
fòra accattigliàva
'nta cammisèddra arraccamàta
duci scaccaniàva
passàri ijòrna si arruzzulàri pùri
li anni
criscìsti cu a tò carìzza pàssanu
l'affànni
l'amùri ca tài dàtu avi lu sciàuru
du màri
nun chiànciri si chiùdu l'occhi pi
ti lassàri.
(Gino Collesano)
Traduzione dell’autore – PICCOLINA. Quando sei nata con due occhi che sembravano stelle mi hai guardato/dei miei pensieri il sudore svelta lo hai asciugato/ il vento soffiava leggermente e gli uccellini fuori solleticava/ dentro una camicia ricamata tu dolce ridevi/ passarono i giorni si sono accavallati anche gli anni/ sei cresciuta e con le tue carezze mi passano gli affanni/l'amore che ti ho dato ha l'odore del mare/non piangere quando io chiudo gli occhi per lasciarti.
Colonna Valerio
***
Nessuno
questo è il mio nome
io non sono nessuno
perché nessuno è in me
il vuoto l’eco il nulla
l’oblio fatta persona
effimero soffio di cenere
su volti distratti e distanti
mentre il tempo tramonta
su d’un'altra stagione peruta
son qui immobile e mortale
sulla riva del senso d’un nome
con gli occhi sui tratti del sole
a fissar il margine sottile
tra il vacuo e l’infinito
(Valerio Colonna)
Corbo Maria
A FRANCESCO
Amo il tuo corpo scolpito
e il tuo animo fanciullesco,
i tuoi capelli corvini
e la tua fronte rugosa;
le piccole scanalature
che si formano intorno alla bocca,
quando sorridi;
i tuoi occhi sinceri
e il tuo ottimismo contagioso;
insieme a te immagino
la mia vita a colori
e riesco ad assaporarla
come tu mi hai insegnato.
Ti amo anche quando dileggi
il mio carattere serioso
e il nordico senso del dovere.
Mano nella mano,
con te, voglio andare
incontro all’incerto domani.
Tu sei la mia anima leggera,
le mie ali di seta.
(Maria Corbo)
Corona Giorgio
SCRIVERO' PER TE (A mia moglie)
Ti scriverò una poesia
per quando ti stancherai
di guardare le stelle spente,
guarderò illuminarsi l'anima
nel giorno che sta andando via.
Ti scriverò una serenata
per quando la luna sarà alta nel cielo.
farò vibrare le corde del violino
perchè tu abbandoni il letto
togliendo le sbarre alzate.
Ti scriverò una canzone
perchè le tue labbra screpolate
si dischiudano al nuovo canto,
troppo a lungo rimasto soffocato
da un Dio che ti ha dimenticata.
Ti scriverò una preghiera
perchè la impari ad occhi chiusi
e la reciti al calar della sera
prima di abbandonarti al sonno
dei ricordi di immagini confuse.
Ti sciverò una ballata,
per quando torneranno i luminosi giorni
e le tue gambe si muoveranno al tempo
dell'orologio che non hai più caricato.
Ti scriverò fino a quando
il sole tramonterà sui giorni
che il destino mi ha regalato,
fino a quando le campane del paese
suoneranno per chi si è arreso.
(Giorgio Corona)
Corrado (pseud.)
RAGGIO ’E SOLE (Napoletano)
Vurria sapè stu core
lu bene ca pe tte me sento,
da dint' all'anema tu, bellezza mia,
se ferma nfaccia a te stu raggio ’e sole,
addò tu me vasaste s'accalora
e penzo ca tu me vase ancora!
(Corrado)
Traduzione dell’autore - RAGGIO DI SOLE. Vorrebbe sapere questo cuore/ il bene che per te mi sento,/ da dentro l'anima tu, bellezza mia,/ si ferma in faccia a te questo raggio di sole,/ dove tu mi baciasti s'accalora/ e penso che tu mi baciasti ancora!
Crapanzano Alberto
L'ESISTENZA
Con gli occhi gonfi
come nuvole ottobrine
cariche di pioggia
passiamo il tempo
ad ingannare la nostra mente
e a cavallo degli effimeri pensieri
sorvoliamo in un cielo
pregno d'amore
e di dolore
in compagnia dei nostri
sospirati sogni
consapevoli che oggi
è già domani.
(Alberto Crapanzano)
Cumbo Simone
PAROLE
Spesi parole
Troppe
Tornarono indietro
Frantumate.
(Simone Cumbo)
Curto Lillo
CRUCCHIULIDDRU (siciliano)
(Architetto/scultore)*
C’era na vota,mi cuntà ma patri,
u’nobil homu cu lu cori ranni
ch’era pi tutti li cchiù bisugnusi
lu faru di l’aiutu e la spiranza
pi mintiri qualcosa nni la panza.
Quannu persuni vidìva a la chiazza
senza travagliu ma cu tanta voglia
di vuscari lu pani pi li figli
‘n campagna li purtava a travagliari,
anchi si pocu avìa di farci fari:
“spitravanu li terri e, cu li petri,
facivanu li strati e li sipalala,
pulivanu cunetti cu la pala,
facivanu pulera e li puzzetti
e tanti antri operi perfetti
U’gnornu c’arrivà a lu “Firriatu”
vitti nni lu so muru, addisignatu,
la so carrozza cu li so cavaddra
cu traccia’ncisa, fatta di carbuni,
di manu sperta e tanta precisioni
ca miritava la so attenzioni.
Nuddru di li persuni ‘nterrogati
vonsi fari lu nomu di qualcunu
ma doppu quannu vittti ca un carusu
calà la testa ‘nterra e un po chianciva:
“per casu fusti tu? Nun ti scantari
dimmi cu sì e chi vinisti a fari”.
“Iu sugnu sulu e staju cu ma nanna
e vinni ccà pi darici a mangiari”
Don Ciciu lu capì ch’era un talentu,
lu fici studiari e fu cuntentu.
Lu giuvini divinni n’architettu
e tantu detti all’arti di scultura
ca fici onuri assà a la so persuna
ca pi talentu miritava tantu.
Don Ciciu era Lombardu, lu baruni,
e lu carusu, dittu “Crucchiuliddru”,
di veru nomu fici Frangiamuni.
Nuddru ni parla mai di chist’artista
e nuddru forsi nun ha mai parlatu,
è statu veramenti sfurtunatu
tantu ca turnà prestu a lu Criatu.
Ma, a la Madonna Rocca, ’na scultura
pusata nni la tomba di billiemi,
ancora parla di la sò bravura.
(Lillo Curto)
Traduzione dell’autore – CRUCCHIULIDDRU. C’era una volta, mi raccontò mio padre,/ un nobile uomo con il cuore grande/ che era per tutti i più bisognosi/ il faro dell’aiuto e la speranza/ per mettere qualcosa nella pancia./ Quando persone vedeva in piazza/ Senza lavoro ma con tanta voglia/ di guadagnarsi il pane per i figli/ iIn campagna se li portava a lavorare,/ anche se poco aveva di fargli fare:/ raccoglievano le pietre dei terreni e/ con le pietre facevano le strade e le siepi/ a secco, pulivano le cunette con la pala/ facevano pileri e pozzetti/ e tante altre opere perfette./ Un giorno che è arrivato in contrada “Firriato”/ vide nel suo muro, disegnato/ la carrozza con i suoi cavalli/ con la traccia incisa, fatta di carbone/ di mano esperta e tanta precisione/ che meritava la sua attenzione./ Nessuno delle persone interrogate/ volle fare il nome di qualcuno/ ma dopo quando vide che un ragazzo/ abbassò la testa e un pò piangeva:/ “per caso sei stato tu? Non ti spaventare/ dimmi chi sei e che cosa sei venuto a fare./ Io sono solo e abito con mia nonna/ e sono venuto qua per darle da mangiare”/ Don Ciccio ha capito che era un talento,/ lo fece studiare e fu contento./ Il giovane divenne architetto/ e tanto diede all’arte della scultura/ che diede tanto onore alla sua persona/ che per talento meritava tanto./ Don Ciccio era Lombardo, il barone/ ed il ragazzo detto “Crucchiuliddru”/ di vero nome fece Frangiamone./ Nessuno parla mai di questo artista/ e nessuno forse mai ne ha parlato/ è stato veramente sfortunato/ tanto che tornò presto al Creatore./ Ma nella Chiesa della Madonna della Rocca/ una scultura posata nella tomba di belliemi/ ancora parla della sua bravura.
*Crucchiuliddru era il soprannome di Antonio Frangiamone architetto – scultore di talento morto prematuramente a 35 anni. Il barone Francesco Lombardo, grande figura di benefattore che vale la pena di conoscerne le gesta, scoprì il suo talento e lo fece studiare fino a farlo laureare.
Cuzzocrea Alessia
CONOSCO
Conosco strade imperlate del sudore
che ogni uomo ha lasciato attraversandole
e muri alti su cui gli innamorati
hanno lasciato le loro promesse.
Conosco parole che hanno dato solo incertezze
e spezzato speranze di chi aveva fiducia.
Conosco i pianti di chi soffre per la prima volta
e i lenti respiri di chi ha smesso di piangere.
Conosco l'angoscia di chi ha perduto qualcuno,
il cuore di chi ha lasciato per strada un pezzo di se
e il carattere duro di chi ha subito abbastanza.
Conosco le braccia scoperte di chi ha dato tutto;
i passi lenti di chi è rimasto da solo
e con l'aiuto di Dio vive dinuovo.
Conosco le urla di chi non viene ascoltato,
le parole di chi non viene capito.
Conosco quello che l'uomo ha creato,
ma conosco ben poco di ciò che ha costruito dentro di se.
Conosco il sorriso di chi si nasconde
e quello sincero di chi cerca le felicità.
Conosco la voce di chi ha il coraggio di
credere che un sogno è importante per vivere davvero.
Conosco la rabbia di chi ha perso ogni cosa
e la delusione sul viso di chi si è illuso.
Conosco l'abbaiare di un cane e la sua calda accoglienza,
conosco il vuoto che lascia un amore finito.
Conosco la follia di chi ha ucciso
e la memoria di chi si rifiuta di dimenticare.
Conosco l'odio di chi non riesce a perdonare
e il perdono di chi ha più forza di quanto crede.
Conosco la vanità di chi vuole apparire
e gli occhi di chi possiede la vera bellezza.
(Alessia Cuzzocrea)
D’Acchioli Giuseppe
CON TE
Non ho perso il desiderio,
la voglia e bramosia di averti,
Il tuo odore, il tuo respiro,
mi accompagnano da una vita,
senza mai sentirne il peso.
Carezze, coccole e complicità
miste ad un profondo sentimento
di reciproco rispetto nelle parti,
hanno indicato la via, il percorso
migliorandone il comportamento.
Con te, vorrei tornare indietro,
poco m'importa per quanto tempo,
solo per allungare lo stare insieme,
per godere ancora delle pazzie
con quella voglia di completarci.
Questa richiesta è impossibile,
smetto di immaginare e sognare
ritorno con i piedi per terra
ringraziando il nostro Dio
per quel dono che mi ha dato.
(Giuseppe D'Acchioli)
D’Amore Matilde
CON GLI OCCHI DI BAMBINO
Con gli occhi trasparenti
di bambino, le montagne e
bianche vette, l'acqua di un
ruscello e prati verdi,
una goccia di cristallo ghiacci
e fiumi, dove stendere le vele,
di un mondo che mai li aspetterà,
dove i sogni si frantumano.
Le pupille nel sereno del
mattino si specchiano
gli azzurri voli.
Un mare torbido di immagini
scorrono radenti fra le ciglia
mentre lo sguardo si posa
su una chimera di
di un mattino ormai negato.
Gli occhi di un bambino
non conoscono menzogne
e sulla bocca una canzone
di speranza vola.
Portano in mano il pane dell'amicizia
stringono quel che
rimane di un giocattolo
frantumato dallo
scoppio di una bomba,
della loro casa un ricordo
di un bacio ormai rubato.
Mentre si consuma
nel silenzio dell'umanità
il gioco delle vite.
Gli occhi di un bambino
non mentono,
e si chiedono perché?
Le iriidi come lagune
perse fra infiniti orizzonti
privi di confini e fanatismo.
L'innocenza consumata
fra strade polverose,
crescono in fretta ai bordi
di una siepe, vestiti
di brandelli. Nei loro cuori
coltivano la speranza
regalano un sorriso
di fiducia di un
domani che verrà.
Si specchiano nel cielo
sguardi di perle e catturano
i sogni alle stelle cadenti.
(Matilde D'Amore)
D’Angelo Sergio
DISPERSO IN UN TILT (Epilessia)
Le tempie azzerano punti, si appiccicano alle dita
e i pesci oltre i capelli a chiedersi perché.
L’aria esce dai margini interroga la gabbia,
mi disperde in un tilt.
Scambio rabbia con un dio a cui non basto.
Sono coriandoli senza via di fuga, un batterio
che allucina la rosa.
Mi appoggio al cuore.
Le costole in perpendicolo con la stanza
si rompono in mille pezzi, troncano passi.
Non mi appartengo, precipito dal collo che di taglio
toglie sale alla mia storia.
Cado!
Un urlo blinda la bocca, rigetta fiumi
gli occhi tremano steccati, che a perdifiato
ribaltano serrature.
Con tutti i limiti tra le mani volo sottoterra.
Appendo ogni muscolo al chiodo.
Nel risveglio della lingua l’amore è assente.
Oltrepasso la nausea: sarà vena sull’onda ancora per un pò.
Emergo da un bruco e reclamo respiro per i polsi.
La vita mette in linea la pelle, obbedisce alla sua giostra.
Chiuso, nella secca del sangue, torno ancora a riconoscermi.
(Sergio D’Angelo)
D’Auria Angelita
LA PERENNE INSODDISFATTA
Una donna molto bella
Da un chirurgo un giorno andò
“Le mie labbra a caramella,
A canotto le vorrò”.
Il dottore, da lei preso,
Le guardò lo splendido viso,
“Il suo volto ne sarebbe offeso
Se procedo, io l’avviso”.
Ma decisa la ragazza,
Il dottore rinunciò,
Le labbrette adesso ammazza
E le gonfia come un comò.
La ragazza adesso osserva
La sua faccia ormai orrenda,
Anche il dottore non vuol vederla
E i suoi occhi veloce benda.
La fanciulla adesso infelice
Il suo errore ormai notò
E nel mare con l’alice
Un bel giorno si gettò.
Ma il destino è un burlone
E la ragazza si salvò:
Il suo terribile labbrone,
Come un canotto galleggiò.
(Angelita D’Auria)
D’Ulivo Laura
VERSO L'IGNOTO
Ognuno,
con la propria valigia colma di speranze e
di un vissuto ormai lontano,
cammina verso l'ignoto.
Siamo coraggiosi.....
ma fragili palloncini
lanciati nel vuoto
e guidati da un vento, a volte amico, a volte nemico.
E...stretti stretti, a quell'inseparabile valigia,
camminiamo sempre....
verso lidi mai esplorati,
in questo lungo viaggio, chiamato vita....
verso l'eternità infinita !!!
(Laura D'Ulivo)
Daffinoti Antonella
CERCAMI
Cercami nei lembi
consumati dal tempo
che scorre muto
e indifferente.
Cercami lungo
la linea all orizzonte.
Li ' dove l'universo
si confonde
con il luccichio del
mare e le anime
s'incontrano attraverso
gli uragani.
Cercami
fra le dune e le sterpaglie
li'crescera '
un germoglio, quello
sarà il messaggio
che a te porterò.
Cercami
e se per caso non
dovessi trovarmi
rovista
nei sogni dove io
sarò li',e china
sul tuo orecchio
ti sussurrero'
mentre il mio cuore accanto al tuo
scaldero'.
Poi cercami
e se volessi anche parlarmi
Io sarò sempre li'
sarò la tua
stella
e tu per sempre il mio cielo più bello!
Antonella Daffinoti.
Daniela Mihăeș – Deep (Romania)
RIDICĂ-TE FEMEIE
te timpul
ridică-te femeie
leapădă întunericul din tine
sărută lacrima prin strunga buzelor
sfârtecate
arse de prea mult sau prea puțin
e timpul
încă n-ai apus
doar malul înghețat
momentul zero
flutură mătasea unui steag înfrânt
în iriși negri
apoi mulțumește-i
mulțumește-i pentru ce ai fost
pentru ceea ce ești
cum n-ai iubit înainte de ora h
delirul timpului oprit în timpul lui
mulțumește-i femeie
bărbatului care ți-a înghețat ușa
și te-a ținut în stare de veghe
ridică-te
îmbracă-te cu armele luminii
și pleacă
(Daniela Mihăeș – Deep)
Traduzione in italiano di Norica Isac - ALZATI DONNA. è arrivata l'ora/ alzati donna/ scaccia il buio dal tuo profondo/ e bacia la lacrima fra le labbra socchiuse/ strappate/ bruciate da quello in più o di meno// è arrivata l'ora/ non sei ancora tramontata/ soltanto la riva ghiacciata/ l'attimo zero/ sventola la seta di una bandiera sconfitta/ nelle iridi nere/ e poi ringrazialo// ringrazialo per quella che sei stata/ e quella che sei/ come non hai più amato/ prima dell' ora h/ il delirio del tempo sospeso nel suo tempo// ringrazia donna/ l'uomo che ha stagnato la tua porta/ mantenendoti sveglia// sollevati/ vestiti con le armi della luce/ e vai
Danu Florentina (Romania)
TĂCEREA DE SUFLET
Timpul
pare că s-a oprit
același ticăit asurzitor a ațipit
gândurile stau nemișcate
dorințele se odihnesc
pe muchia dintre vis si realitate
iar tăcerea a pus stăpânire
pe noaptea trupului meu
liniște
asurzitoare liniște
așternută peste simfonia cuvintelor
chinuitoare tăcere
a gândurilor nerostite
lasă dorințele să zboare
să ticaie la nesfârșit
ceasul cuvintelor nerostite
iar sentimentele să învârtă
pentru totdeauna
limbile ceasornicului amorțit...
(Florentina Danu)
Traduzione in italiano dell’autrice - IL SILENZIO DELL'ANIMA. Tempo/ Sembra che si fermò/ Lo stesso ticchettio assordante di assopito/ Pensieri stare fermo/ Desideri di riposo/ Sul bordo tra sogno e realtà/ e il silenzio sequestrate/ La notte del mio corpo/ Tranquillità/ Assordante silenzio/ Lettiera sopra la Sinfonia delle parole/ Atroce silenzio/ Di pensieri inespressi/ Lasciate che i vostri desideri volare/ Per spuntare all'infinito/ L'orologio di parole non dette/ e i suoi sentimenti girano/ Sempre/ Lingue intorpidite dell'orologio...
Traduzione in inglese dell’autrice - THE SILENCE OF THE SOUL. Time/ seem to have stopped/ the same deafening tick-tack drowsed/ off the thoughts stay still/ wishes are relaxing/ between dream and reality/ and silence conquered the night of my body/ silence/ deafening silence/ spread across the symphony of the words/ the agonizing silence / of the unspoken thoughts/ let wishes fly to tick endlessly/ the clock of the unspoken words/ and feelings to rotate/ forever and ever the hands of the stiff clock
D'Avanzo Michele
UNA LACRIMA DI VERITÀ
È la notte del bacio
che mai ti ho donato.
Non posso cancellare
il dolore ma posso
conservare L'amore.
È un pianto la vita
che ci lascia feriti
con la pioggia del cielo.
Con una lacrima di varietà
mi sono bagnato.
Uno sguardo di amico
é la terra domani .
Ti lascia un sorriso.
Un sogno rinasce
nel cuore del tempo.
La gioia in cui credi
si infrange di nuovo.
Una lacrima di verità
Il tuo vestito più bello.
Ti lascio un sorriso..
un sorriso divino.
(Michele D’Avanzo)
Dazang (Cina)
鸟 窝
(IL NIDO D’UCCELLO)
她攀着火车车窗拍摄窗外的风景
火车越快,越多景物被卷至荒野
摄像头前闪过的,往往是她不能把握的
比如一棵棵高大的白杨树跃窗而来
加速她的心跳,未必击中她的心胸
这看来是一个眼和手与时间和空间竞赛的游戏
一般情况是,鸟窝刚在视野最远处幻现
她已不经意懈怠了它,化为一条
从车窗前角飞到后角的曲线
如果此时,恰有一只鸟儿追逐火车
像一个御风而行的天使,凌空起舞
她侥幸抓拍到其中一瞬间的翩跹
更多美的瞬间,已消逝在无尽的苍茫中
作于2014年1月15日, 春节期间浙江到西安的火车上
Traduzione in Italiano dall’inglese di Giuseppe Arcadipane – IL NIDO D’UCCELLO. Arrampicandosi sul finestrino del treno lei fa le foto del paesaggio intorno/ Più veloce il treno va più il paesaggio viene spazzato via/ Davanti alla fotocamera non si riesce spesso ad afferrare ciò che passa davanti/ Per esempio come un alto albero di pioppo si china sui finestrini il suo cuore fa battere più velocemente ma la mente non l’ha recepito/ Ciò sembra essere un gioco impegnativo per gli occhi e le mani nel tempo e nello spazio/ Generalmente quando nell’orizzonte più lontano appare il nido d’uccello sembra un illusione/ Lei inavvertitamente l’ha trascurato e adesso è diventato solo una curva che dall’angolo frontale del finestrino si allunga sino al suo angolo posteriore/ Se in questo attimo appare un uccello che insegue il treno come un angelo fluttuante nel vento che sale danzando verso il cielo/ lei con molta fortuna potrebbe catturare un solo istante della sua danza leggera/ mentre la sua visione più bella è già scomparsa nell’immenso infinito.
Traduzione in inglese dal cinese di Sophy Chen - THE BIRD NEST. By climbing the train's window, she is taking the pictures of the scenery outside/ The faster the train goes, the more the scenery is swept to the wilderness/ What flashed in front of the camera, is that she often can not grasp/ For example, as a tall poplar tree by a tall poplar tree is leaping to the windows/ It speeds up her heartbeat, but not hit her mind/ This appears to be a competitive game by eyes and hands with the time and the space/ Generally, as the bird nest just appears in an illusion in the most distant horizon/ She has inadvertently slacked it, to be/ A curve flying from the front corner of the window to the back corner of the window/ If at this time, just a bird chasing the train/ As an angel flying with wind, soared to the skies in dance/ She would luckily capture a moment of its tripping dance/ Well its more beautiful moment, has disappeared in the endless vast
de Bari Corrado
TRAMONTO
Echi di sussurri lontani
irrompono nell'aria,
migrar di rondini
a cercar ricovero,
pria che il sole a ponente
cessi l'ultimo bagliore
del tempo odierno.
Di rosso ombrato
è il vespro che si appresta
a pervenire.
Un lieve zefiro
accompagna l'incedere
dei viandanti
che animano percorsi
illuminati dai bagliori notturni.
E' luce nei cuori,
tra i furtivi amori
celati nei viottoli
per strappare l'ultimo tocco
in tarda sera.
Nel mare del silenzio
anche l'oscurità si avvicina.
Un desio di pace,
ogni loco è spento,
tutto il mondo tace.
(Corrado de Bari)
De Curtis Antonio (pseudonimo)
IL CELLULARE
Come straniero
tra la mia gente.
Idiomi diversi:
smarrimmo
persino il linguaggio
del pianto
e del sorriso.
Ci resta
il cumulo
delle parole
taciute,
dei pochi monosillabi
sforzati.
Intorno al tavolo
pranziamo insieme
ognuno impegnato
nel suo cellulare.
(Antonio De Curtis)
De Paola Elisabetta
L’ASSOLUTO
La poesia più bella è quella ancora da scrivere
Le parole più belle sono sospese nell’aria
In attesa di essere catturate
Il fiore più bello ancora deve sbocciare
Il bacio più bello è quello ancora non dato
che vive libero e felice nella fantasia
Perché siamo esseri parziali ed imperfetti
Nati da una goccia di assoluto ed infinito
E, pertanto, mai sazi
Mutevoli ed incoerenti
Ed è bello immergersi nell’infinito, nel silenzio
Ma tutto questo è già passato,
è già parziale e limitato
nel momento stesso in cui viene scritto, viene circoscritto
mentre dovrebbe volare libero
innalzarsi nel cielo per essere percepito
in una frazione di secondo.
La vera felicità risiede nel nulla assoluto
(Elisabetta De Paola)
Dea Airam
È ARRIVATO NATALE (napoletano)
N'at'anno è passato
'a cammenata è stata longa
viecchio e stanco
n'ata vota si arrivato
a tutt' 'e pporte a tuzzulià
Cose bbelle
ncopp'a sti spalle haie purtato
e ca te si affaticato nun t' è mpurtato
Coccheruno t'ha araputo
senza manco ce penzà
t'hanno fatto assettà
vevere e magnà
Annanze a nu vrasiere
t'hanno fatto scarfà
e cu 'e ciociole, roccocò e susamielli*
t'hanno fatto allegrià
A casa te si sentuto
e quanno 'o mumento è arrivato
cu n'angulillo ô core
t'hanno salutato
Coccherun'ato nun t'ha araputo
fore â porta t'hanno lassato
e tu viecchio e sulo
'o friddo 'e chillu core
haie assapurato
Natà nun ce penzà
nun te cunnulià dint'â sta pucundria
quanno te truove 'a chesta parte
vieni sempe a casa mia
Si puorte alleria e serenità
io te faccio assettà
nun te lasso fore
pecché Natale è 'a festa dô core
(Dea Airam)
Traduzione dell’autore – E’ ARRIVATO NATALE. Un altro anno è passato/ il cammino è stato lungo/ vecchio e stanco/ un'altra volta/ a tutte le porte hai bussato/ Cose belle/ sulle spalle hai portato/ e che ti sei affaticato non ti è importato/ Qualcuno ti ha aperto/ senza nemmeno pensarci/ ti hanno fatto accomodare/ bere e mangiare/ Davanti ad un braciere/ ti hanno fatto riscaldare/ e con frutta secca, roccocò e susamielli*/ ti hanno fatto consolare/ Ti sei sentito a casa/ e quando è arrivato il momento di andare/ ti hanno salutato/ con una stretta al cuore/ Qualcun'altro non ti ha aperto/ e fuori la porta ti ha lasciato/ e tu vecchio e solo hai conosciuto/ quel cuore freddo/ Natale non ci pensare/ non adagiarti in questa malinconica/ quando sei da queste parti/ vieni sempre a casa mia/ se porti allegria e serenità/ io ti faccio entrare/ perché Natale è la festa del cuore
*dolci tipici napoletani
Dell’Acqua Nicola
A MIA FIGLIA
Mi persi tra le nubi
color alabastro
di mille favole.
Un sogno d'amor chiesi
alla regina del mio castello
e il pianto ingenuo
di una piccola nuova vita
illuminò l'immenso nostro
universo.
Potei così toccar
il ciel con un dito e ne colsi una stella
porgendola nelle mani
di un cuor sino ad allora
si triste per le dovute doglie ma felice per
un sorriso ancora imberbe e sfacciato
che le si poneva innanzi, il tuo.
Un inchino feci
e un tenero baciamano mi sfuggì
per la mia regina,
lacrime di stelle e sorrisi di gioia
rigarono i nostri visi.
Lei il nostro tutto
era lì bella e innocente
con le sue gote rosee i capelli color corvino e due occhioni
vispi come non mai,
il cordone ombelicale era reciso
si ma simbolo di eterna appartenenza.
La culla era di altri tempi
i suoi gemiti tanti ma il seno fonte di vita di una madre
era sempre lì pronta tra gioie e dolori a imbonirla
per una indelebile parola d'amore ricamata sulle sue labbra
e poi il tempo è così, vola via veloce,
gli anni passano ma l'amor di figlia mai arretra
per un legame indissolubile.
(Nicola Dell’Acqua)
Di Caro Dina
UN SOGNO
Non tagliarmi le ali se ho un sogno nel cassetto,
lascialo volare affiche' diventi concreto.
Questa vita ti impone scelte e situazioni,
ma tu lasciami sognare e vivere le mie emozioni.
Ti ritrovi in un bivio e la scelta ti condiziona,
se poi ti cambia l'esistenza e indietro non si ritorna.
Chiudo gli occhi e vivo un sogno ,una vita parallela,
tutto quello di cui ho bisogno per chi come me ancora spera.
Ora ormai il tempo è andato e indietro non si può più tornare
a fare quello che volevo e continuare a volare.
Non tagliarmi le ali,ma tu ormai lo hai fatto,
e a me rimane solo chiudere gli occhi per vivere in un mondo astratto.
(Dina Di Caro)
Di Franco Luigi
SE
Ogni mio passo ormai è un se
ogni ricordo è un se
quanti se di notte su di un guanciale di carta vetrata
dove il dubbio di una vita andata male nel buio ti assale
Le lacrime scivolano e ti solleticano,
rendono più dolci i sospiri e allentano il diaframma.
Passera' anche questa notte e i miei tanti se,
e se domani riapriro' alla luce
è perché c'è una mano che mi conduce.
(Luigi Di Franco)
Di Legge Natalina
MA QUALCOSA RIMANE
Ritorno ancora
su quel sentiero scosceso
di ricordi
alla ricerca ansiosa
di trepide sensazioni.
A passi lenti ripercorro quei frammenti
sparsi tra fili d’erba.
Tanti sogni-troppi-sono rimasti tali,
corrosi dal tempo
quali ombre evanescenti
sospinte dal vento della vita.
Lo stesso vento
che mi sospinge in alto…
più su…lontano…
a ritrovare le tessere perdute di un mosaico
ormai scompaginato.
Ma qualcosa rimane…
nascosto tra le pieghe dell’anima…
stelle di carta che brillano libere…
nel buio del tempo che passa.
(Natalina Di Legge)
Di Marco Desiree
CELESTE
Celeste entrava di getto dalla finestra, non invase.
Chiese permesso ai nostri pensieri, alle nostre confessioni.
Ci vestì della sua bellezza. Ci sfamò con la sua potenza. Ci dissetò con la sua calma.
Accolse e diede vita.
Era calda e celeste.
Tra le foglie si faceva spazio, tra le fessure si ribellava. Un po come noi. Era forte, come noi. Era, come noi. Diversa.
Tu suonavi e la luce prendeva colore. Le note prendevano luce.
Tutto prendeva luce.
Tutto sapeva di luce.
I tuoi capelli, le mie mani, i libri e le nuvole.
Poesia.
Come timidamente il tuo sorriso, si poggiò su di me.
Non mi chiamo, sentii lo stesso
Sentii, quindi pensai.
Quando mai sarei stata in grado di nuovo di assaporare quella luce.
Quando mai avrei riascoltato quelle note prendere la forma di un’anima.
Quando mai sarei stata in grado di vederla con i miei occhi, un’anima.
(Desiree Di Marco)
Di Mauro Mariella
ALBA INFUOCATA
Languido il mare
accoglie
il sorgere del
sole.
Rosso, rovente
si insinua
tra gli aspri e
neri scogli
di vecchia
lava infuocata
dove ogni giorno
l'uomo
cerca rifugio e conforto
per rinfrescarsi
dalla calura estiva
nelle gelide e limpide
acque di Santa Tecla
(Mariella Di Mauro)
Di Naro Angelo
A SESSANT'ANNI SI DIVENTA SAGGI
Ci sono donne che più invecchiano e più diventano tenere.
Ci sono altre che più invecchiano e più diventano assillanti.
Ma si è fortunati se ti capitano assillanti e anche tenere.
Si ! Lei è "tutte e due" contemporaneamente e ne sono felice.
Le donne non si comprendono, si amano.
Nulla è tanto necessario a un uomo maturo quanto
una compagna di vita, che quanto serve diventa intelligente.
Lei come un fiore che se cerchi di aprirlo, con la forza,
rischi -come il fiore- di farla appassire.
Ma se dai, anche, un pò di calore rivive e si rinnova,
perchè solamente con il calore, affettuoso, diventa splendente.
Avete capito bene.
L'amore e la tenerezza insieme sono il sole per una donna
e, particolarmente, con una come lei dolce tenera e assillante.
L'ho semplicemente amata e reso il nostro rapporto tutto naturale.
Si ! una donna, quando si sente amata, si apre e dà tutto il suo mondo.
Quel muoversi ansioso con dolcezza e tumulto delle sensazioni.
Spirito libero che allieta con lo sguardo e l'odore di donna,
amorevole per sè e le persone a lei care.
Quest'umana donna con pensieri solari che splendono
e annegano nella dolcezza del suo agire fatto di smorfia e sorriso.
Donna con innocenza e vitalità che, come un fiore, vive di luce.
Luce che dal più bello di quei viventi fiori ti conducono
nei sensi del più caldo turbinio.
Mi inebrio ancora del suo profumato e confusionario modo di fare:
"centocose fatte insieme" e suo desiderio di vita semplice e felice.
Allora io, stordito, mi immergo nella notte dei ricordi senza accorgermene.
Perchè sono sempre stato lento e lumacoso
e quindi mi ha dato vigore ed energia.
Ancora colgo l'allegria dei suoi occhi, la felicità nel parlare dei suoi cari
e, ancor di più, dei suoi amici, col suo gioia mia ed amore mio,
a seconda degli argomenti trattati e delle cose discusse.
Colgo sempre i suoi occhi dolci e felici dal tratto vivo e
mi appago del viverli facendo delle cose per lei.
Mi appago del fatto di averla amata conosciuta e
continuare a volerla amare e conoscere.
Allora non mi rimane che consigliarle di vivere i suoi sessant'anni,
ma, a sessant'anni, si è sagge o si diventerà sagge.
(Angelo Di Naro)
Di Natale Patrizia
PATRI MIU (Siciliano)
N'ta sta casa
Che n'è reggia
E paru figghia
e re
Ricca mi lassasti
Pinsavi sempri
Di fari n'a' posizioni
A i to' figli
Mi ricordu di tia
Patri miu
Ti ni ivi a mattina cu scuru
T arricughivi a sira cu scuru
Cu un pezzu di pani cunzatu
Passavi a jurnata
Li to manu caddusi
Ieranu n'a minera
E num c'era travaghiu
Che non sapevi fari
E
La jurnata avivi a ricavari!
Ora sta reggia
Patri miu
È monumentu
Pari a n opera
Di grandi artista
Addumanu sti luminari
Cu la forza di lu to amuri
Ancora e sempri
Si cu
MIA
(Patrizia Di Natale)
Treduzione dell’autrice – PADRE MIO. Dentro questa casa/ Che è una reggia/ E sembro figlia di re// Ricca mi hai lasciata/ Pensavi sempre di sistemare/ I tuoi figli// Mi ricordo fi te Padre mio/ Te ne andavi la mattina/ Con il Buio/ E tornavi la sera con il Buio// Con un pezzo di pane/ Condito/ passavi la giornata// Le tue mani calore/ Erano una ricchezza/ E non c'era lavoro/ che non sapevi fare/ La giornata dovevi guadagnare!// Ora questa reggia/ padre mio/ è monumento/ pari ad un opera/ Di grande artista// Accendono queste/ queste luci con la forza/ del tuo amore/ ora è sempre/ sei con me
Di Prinzio Danilo
SE TU MI SAPESSI COME IO SO DI TE
Se tu mi sapessi come io so di te
D'una morte sola morirei
In questo spazio di ricordo
Quando giovani mischiavamo
Parole notte di terra e poesia
Sul prato della pioggia
Tra le mani una bottiglia di vino
E gli occhi d’agosto
Sparati al cielo
Per colpire una stella
E cadere vicini
Sull’ebrezza di sconosciuti
E temere l’estate sempre pronta a finire
in alto un lampo
La testa sul petto
Ebbene se tu mi sapessi come io so di te
D'una morte sola morirei.
(Danilo Di Prinzio)
Donati Simona
HO BISOGNO DI SCRIVERE
Ho bisogno di scrivere
Graffiare la carta
Inciderla
Strapparla
Ho bisogno di scrivere come un pittore che imbratta la sua tela
Come un pianista che batte sui suoi tasti
Ho bisogno di scrivere con forza
Con rabbia
Come un'erbaccia da estirpare
Come un veleno da sputare
Ho bisogno di scrivere
Disperatamente
Furiosamente
Ho bisogno di scriverle...
Le parole che non ti ho detto
Il coraggio che non ho avuto
Il futuro che ti ho negato
L'amore che ti ho taciuto
(Simona Donati)
Donatini Rita
PER VOLARE UN POCO
Aiuto e conforto ti sia la demenza
che capire non fa, con la clemenza,
ch’è tutto inutile,ch’è tutto vano,
essa confonde il dolore pian piano.
Ed ancor oggi, ferrea, ti sostiene
sebbene folle nell’esser, mantiene
calma e pace nel tuo vivere insano,
come onda in un equilibrio umano.
Ore intere cammini e sei sfinita
tregua non hai da aperta tua ferita,
logorate l’anima, mente e corpo,
sosta non hanno, sfinite da un orco.
Alzheimer è il malanno tuo strano
non v’è sbocco dalla pena, invano
luce cerchi come automa in un gioco
crudele e bieco, per volar un poco.
Volare come rondine nel cielo
libera da codesto folle velo.
(Rita Donatini)
Donceva Marija (Macedonia)
ПРЕГРНИ СЕ!
(Abbràcciati!)
Прегрни се ...
Кажи си убав збор!
Утеши сe
кога во душа ти вјасал умор.
Насмевни се сам на себе,
ако немаш на кој...
Верувај,
имаш можности безброј.
Не, не чекај утеха од друг !
Нека насмевката твоја
не зависи од думата моја.
Не барај прегратка силум,
не лечи онаа што не е дадена милум.
За љубов никого не моли,
изнуденото само боли.
Најди го мирот во тишината,
Спокојот барај го со поглед во далечината.
Тогаш кога ќе помислиш:
- Ах, ми нема спас...
Дозволи да те прегрне твоето Божествено Јас.
И знај...
и сам си цел,
Никој друг од тебе не поседува дел.
И знај...
во себе чуваш Рај,
Прегрни се...
Не чекај...
Љубов си дај!
(Marija Donceva)
Traduzione in italiano di Calogero La Vecchia e GT - ABBRÀCCIATI!// Abbràcciati,/ Lascia che parole dolci nutrano la tua anima!/ Calmati,/ Quando la stanchezza ha preso il sopravvento./ Se ti senti abbandonato e solo,/ Senza nessuno intorno fino a un miglio .../ Non deluderti ... sorridi e basta!// Innumerevoli opportunità sono nella rugiada del mattino,/ Per favore, no ... non aspettare che qualcuno ti ami./ E non lasciare che le tue risate dipendano dalle mie parole,/ Non supplicare un abbraccio che potrebbe non essere dato,/ Perché gli abbracci che sono cercati, non guariscono,/ L'amore che implori, potrebbe uccidere./ Cerca la tua pace nel silenzio,/ Riposa mentre guardi in lontananza./ E quando sorge un pensiero diabolico,/ e ti tormenta quando sei in ginocchio:/ - Non posso andare avanti ... Non sopravviverò a questo .../ Tu ... lascia che il tuo Sé Divino ti abbracci strettamente/ E sappi che anche da solo ... oh, sì ... da solo ... sei così potente.// Nessuno può possedere ciò che sei,/ E ricorda sempre ... Il paradiso riposa in te./ Abbràcciati .../ Non aspettare…/ Fallo,/ Adoro il tuo destino!
Traduzione in inglese dell’autrice - EMBRACE YOURSELF! Embrace yourself,/ Let sweet words feed your soul!/ Sooth yourself,/ When weariness has taken its toll.// If you feel abandoned and lonely,/ With no one around in a mile…/ Don’t let yourself down…just smile!// Countless opportunities lay in the morning dew,/ Please, no…don’t wait for someone to love you./ And let not your laughter depend on my words,/ Don’t beseech a hug not meant to be given,/ Because hugs that are sought, do not heal,/ Love that you beg for, may kill.// Seek your peace in the silence,/ Rest while you gaze in the distance./ And when a devilish thought arises,/ and your mouth whisperswhen you are down on your knees:/ – I can’t go on…I will not survive this… /Then… let your Divine Self embrace you tightly/ And know that even alone…oh, yes…alone… you are so mighty.// No one may possess what you grew,/ And always remember…. Heaven rests in you./ Embrace yourself…/ Do not wait…/ Go for it,/ Just Love your Fate!//
Dordi Vera (Crimea)
Итальянский вопрос
(Questione Italiana)
Итальянцам Крыма
Лишь тёплые губы шепнули «мой Ваня»,
и сдался матрос итальянского флота,
такое красивое имя Джованни
осталось забытой и трепетной нотой.
Он мило бранился по-русски нередко
с соседом из немцев, давно обрусевшим,
и стал моим самым загадочным предком,
когда-то с Россией сродниться посмевшим.
С лица не сходила восторга улыбка,
когда выпивали за дружбу и братство,
и только из красного дерева скрипка
была его главным и верным богатством.
С глазами, прикрытыми от вдохновенья,
играл про любовь и прекрасные муки,
а дети, измазавшись свежим вареньем,
ловили божественной музыки звуки.
Была бы возможность сидеть с ними рядом
и слушать волшебную музыку лета,
я предка спросила б не словом, так взглядом:
«Зачем ты, Джованни, затеял всё это?»
Шепнула бы этим невинным потомкам:
«Бегите, спасайтесь!», пока не настало
то страшное время, где скрипки в котомках
и степи казахские вместо вокзалов.
И выжить не всем, и вернуться немногим
за то, что, Джованни, ты был итальянцем,
а где-то Сибирь обморозила ноги
соседям их, немцам, читай, иностранцам.
Ни те, ни другие сгибаться не стали,
а сколько достоинства в преданных лицах,
не зря же их деды присягу давали
России и матушке императрице.
Забыты давно итальянские корни,
замужеством скрыта фамилия эта,
да только Джованни, России поборник,
узнать не успел продолженья сюжета.
Как ждали полжизни короткого слова,
услышать хотели одно – «невиновны»,
искали в газетах, кручинились снова,
теперь я указ этот знаю дословно.
Жалели, что мало осталось здесь немцев
из тех, что Россию любили веками,
и сколько ещё вот таких «иноземцев»
зачем-то считала она чужаками.
Ты, знаешь, Джованни, а я не уеду,
похоже, светлей полоса мне досталась.
К России любовь – от тебя и от деда,
Я верю в неё. И как ты, я осталась.
(Вера Дорди)
Traduzione in italiano di Olga Ravchenko - QUESTIONE ITALIANA (Agli Italiani della Crimea). Non appena le labbra tiepide sussurrarono "il mio Vanya“,/ il marinaio della marina italiana si arrese,/ e così un bel nome Giovanni/ divento` una nota – dimenticata e tremante/ Spesso usava parolace in un modo carino/ parlando in russo con un vicino di casa,/ uno dei tedeschi gia`a lungo arrugginiti,/ ed è diventato il mio antenato più misterioso/ che una volta ha osato diventare parente della Russia.// Il sorriso gioioso non lasciava il suo viso,/ quando si beveva alla amicizia e fratellanza,/ e solo il violino di mogano/ era la sua ricchezza principale e fedele./ Con gli occhi socchiusi per l’ispirazione,/ suonava confessando il suo amore, il suo dolce tormento,/ e i suoi figli, sbavati di marmellata fresca,/ che provocavano suoni di musica divina.// Se avessi potuto sedermi accanto a loro/ ascoltando la magica musica dell'estate,/ avrei chiesto all`antenato se non con una parola, almeno con uno sguardo:/ "Ma perché, Giovanni, hai fatto tutto questo?”/ Avrei sussurato a questi innocenti discendenti:/ "Correte, fuggite per salvarvi!" prima che arrivino quei tempi terribili/ in cui i violini stanno nascosti nelle borse a tracolla/ e le steppe del Kazakihstan diventino le stazioni ferroviarie./ Non tutti avranno fortuna di sopravvivere e pochi avranno fortuna di tornar indietro,/ tutto questo per essere stato un italiano, Giovanni,/ e da qualche parte la Siberia ha distrutto le gambe congelate ai vostri vicini, ai/ tedeschi, cioe`, agli stranieri./ Né quelli né gli altri si piegarono,/ e quanta dignità c`era nei volti devoti:/ non per niente i loro nonni hanno prestato giuramento alla Russia e alla madre Imperatrice.// Dimenticate da lungo tempo le radici italiane,/ le figlie sposandosi perdono il proprio cognome/ Ma Giovanni, paladino della Russia,/ non ha avuto la possibilita` di di sapere com’è finita./ Come si aspettava metà della vita per sentire una breve parola,/ si voleva sentire una parola sola – " innocente”,/ si cercava sui giornali, essendo addolorati,/ ora conosco questo pezzo di memoria.// Erano dispiaciuti perchè sono rimasti qui pochi tedeschi/ di quelli che amavano la Russia per secoli,/ e quanti altri simili "stranieri”/ per qualche ragione la Russia considerava estranei./ Sai, Giovanni, io non me ne vado,/ Sembra che io abbia il destino più chiaro e fortunato./ L'amore per la Russia trasmesso da te e da mio nonno, è rimasto con me./ Credo in essa. E allora, come te, rimango qui.
Doria Marina
SOLITUDINE
Potrei fermare la solitudine
nella cecità della notte
ma uno spicchio di luna
si riflette sul mio viso pallido e stanco.
Cerco di confondere la vita
scrivendo
tra le righe dell' anima
come un funambolo
appeso ad un filo
sfiorando le attese
raccontando i silenzi
svelando al mondo
i segreti
che si celano
in fondo al cuore.
Osservami,
Carezzami,
Respirami...
Adesso e sempre
in un tempo infinito
tra sospiri che tacciono,
lasciando sfuggire
un sorriso corrucciato
sul viso.
Mi perdo,
Mi ritrovo,
sospendo il tempo
disegno su fogli
eloquenti silenzi
tra punti , virgole
e parole nascoste.
Arriverà l' Alba
mi vestirò
con pezzi stropicciati di luce
riemergendo dai ricordi
scegliendo di vivere
nei sogni
che si specchiano
nell' azzurro spento
dei miei occhi.
Marina Doria
Dragoianu Any (Romania)
MERITAM CU MULT MAI MULT DECÂT MI-AI DAT
meritam cele cinci minute de singurătate
în camera ta
să şterg cu palmele asprul cuvintelor de pe ziduri
meritam să plâng după fiecare literă azvârlită la coş
meritam să caut colţul unde mă aşezam în genunchi
şi te rugam să rămâi
suflet
aşa cum te ştiam din vieţile trecute
meritam cu mult mai mult decât mi-ai dat
meritam să respir aerul tânăr ce îţi ocupă dimineţile
sau să ascult insectele care macină în acelaşi ritm
zidurile
mobila
parchetul
meritam să te ţin de mână şi să visez că eşti
un erou ce va lupta până la ultima suflare
nu crezi că meritam să te privesc
preţ de câteva clipe
şi să îmi ajungă pentru încă un an
sau pentru o viaţă
cine ştie
poate că în zilele când ploaia curge nemiloasă
pe acoperişul casei tale
mă descoperi
pe ziduri
pe mobilă
pe cearşaful alb
sau aşa vreau eu să cred
că nebunia asta nu va cunoaşte niciodată
sfârşitul
(Any Dragoianu)
Traduzione di Salvatore Ambrosino - MERITAVO MOLTO PIÙ DI QUELLO CHE MI HAI DATO. Meritiamo cinque minuti di solitudine/ nella tua stanza/ per cancellare con i palmi delle mani dalle pareti le parole aspre/ Meritavo di piangere dopo ogni lettera gettata nel cestino/ Meritavo di cercare l'angolo in cui mi sedevo in ginocchio/ per favore rimani/ anima/ come ti conoscevo, non eri così/ Meritavo molto di più di quello che mi hai dato/ Ho meritato di respirare l'aria giovane che occupa le tue mattine/ o ascolta gli insetti macinanti alla stessa velocità/ muri/ mobile/ accusatore/ Merito di tenerti la mano e sognare di essere/ un eroe che combatterà fino all'ultimo respiro/ non pensi che io meriti di guardarti/ prezzo per alcuni momenti/ e raggiungimi per un altro anno/ o per tutta la vita/ chissà/ forse nei giorni in cui la pioggia piove spietatamente/ sul tetto di casa tua/ mi scopri/ sui muri/ sui mobili/ sul foglio bianco/ o almeno così voglio crederci/ che questa follia non avrà mai/ fine
Drogo Antonio Luca
PROFUMO DI POESIA
cco cosa penso..
che se davvero l'amore ha un senso
può librarsi nell’aria, parlare al vento,
rendere magico ogni momento,
e sprigionare quel profumo di poesia
perché grande è l'amore
tra Calogero e Maria.
Era una splendida giornata di sole
il 22 aprile 1969, divenne musica soave
quel <si lo voglio> che da quel giorno
vi riempì il cuor d'orgoglio.
Cosi su l'altare si promisero eterno amore.
da novelli sposi poi divennero genitori,
a noi figli trasmisero i veri valori.
Ed io da figlio lo scrivo su un foglio
che per la vita vi auguro il meglio.
E poi da uomo vi chiedo perdono,
per tutte le volte che…
non vi sono stato accanto,
e per quando sorrisi e lacrime
ho trattenuto dentro.
Oggi pur sentendovi stanchi e sofferenti,
voltandovi indietro guarderete ancora avanti.
Il matrimonio è un cammino che si fa pan piano,
tra un passo e l'altro è dirsi: < ti amo >.
le nozze d'oro sono un bel traguardo.
come un capolavoro non perdo
ogni vostro sguardo.
Come raccontare cinquant’anni insieme?
Semplicemente in due parole:
<Volersi Bene >.
Padre mio e Madre mia
la vostra vita insieme
profuma di poesia!
(Antonio Luca Drogo)
*dedicata ai genitori per il loro 50° di matrimonio
Eyes’Taste 眼睛的味道 (Cina)
红色鼠尾草
(LA SALVIA ROSSA)
夏雨带着清爽的气质来了
云雾来了朝霞来了飞鸟也来了
夏月更加明亮了
夏花更加艳丽了
夏虫的琴弦叩响了
你从那美丽的星光温存记忆的深处
最深处来了
你从惦记和挂念的密林深处
最深处来了
把我胸前的小鹿花取下来赠给你吧
把我手上的香味悄悄地留下来吧
把我窗台外面的荷花抚慰一下吧
它是一盏小小的灯火
为了你的到来持久绽放着光芒
我用心的手指为你弹落泪滴
我用期待的双眼为你加油
我们隔栏相望无须有长长的问候
我们隔栏相望笼罩在醉意朦胧的气息
我的心扉赤裸了
我的灵魂深处的围纱丢失了
我的花草成片成片地生长
我的红色的鼠尾草低下了头
我的薰衣草依然清淡香甜
我的太阳花明艳着
在夜色星空的山谷解读着我的心
我的情绪碰触到了你云彩的裙裾
恍惚从遥远的山岭有风拂过
烈日在这个夜晚灼灼其华
我的心扉赤裸了
我的心空游动着幽香的害羞
云朵啊快来吧把我的害羞遮住吧
我会手捧着心谨慎地
在你的窗外倾听夏虫的笛音
不要在缝隙里悄悄地盯着我
我会持一朵欲放的荷花
在这个星空灿烂的夏夜
我会静静地回到属于我的角落里
不要让人生在夜色里寻找星星
用你的心把爱点燃吧
星星的眼神是忧郁的
它把忧郁一层一层带入了我的心底
如果是天上的虹
我一定把它摘下来挂在你的发髻
如果是洁白的栀子花
我一定把它的清香
洒落在你要走过的路口
可是那是我的心如何才能采摘
我只有一只胸前的小鹿花
来吧我把它取下来赠给你
(Eyes’Taste 眼睛的味道)- pseudonimo di Chen Hui
Traduzione in italiano di Giovanna Rizzo - LA SALVIA ROSSA. La pioggia estiva è arrivata con un temperamento rinfrescante/ Arrivarono le nuvole, arrivò il bagliore mattutino e vennero anche gli uccelli/ La luna estiva è più luminosa/ I fiori estivi sono più belli/ Vengono suonate le corde degli insetti estivi/ Tu vieni dalla bellissima luce delle stelle nella profondità della memoria/ Dal più profondo della memoria/ Tu vieni dalle profondità della giungla che ricordi e manchi/ Dal più profondo della giungla/ Prendo il fiore fulvo che è sul mio petto e lo do a te/ prendo il profumo della mia mano in silenzio/ accarezzo il loto fuori dal davanzale della mia finestra/ È una piccola luce/ Che fa splendere la sua luce duratura per il tuo arrive/ spargo lacrime per te dalle dita/ fanno il tifo per te i miei occhi bramosi/ Non dobbiamo dirci addio attraverso il recinto/ Siamo circondati dal profumo dell'ebbrezza attraverso il recinto/ Il mio cuore è nudo/ Il velo nella mia anima profonda è perso/ I miei fiori e le mie piante crescono pian piano/ La mia salvia rossa ha chinato la testa/ La mia lavanda è ancora leggera e dolce/ Il mio girasole è luminoso/ Stanno leggendo il mio cuore nella valle del cielo notturno/ La mia emozione ha sfiorato le tue nuvole/ Come se ci fosse il vento che soffia attraverso montagne lontane/ Il sole ardente splende la sua luce in questa note/ Il mio cuore è nudo/ Il mio cuore sta nuotando con la fragrante timidezza/ Nuvole, venite, coprite la mia timidezza// Terrò il cuore tra le mani con cautela/ Ascoltando il flauto di insetti estivi fuori dalla tua finestra/ Non fissarmi in silenzio nel vuoto/ Terrò un fiore di loto in piena fioritura/ In questa splendida notte d'estate di questo cielo stellate/ Ritornerò tranquillamente nell'angolo che mi appartiene/ Non permettere alle persone di trovare le stelle nella note/ Illumina il tuo amore con il tuo cuore/ Gli occhi delle stelle sono malinconici/ hanno portato la depressione nel profondo del mio cuore/ Se ci fosse un arcobaleno nel cielo/ Lo toglierei e lo appenderei sui tuoi capelli/ Se ci fosse una gardenia Bianca/ Cospargerei il suo profumo/ Lungo la strada che percorrerai/ Ma quello è il mio cuore e come può essere raccolto/ Ho solo un fiore fulvo sul petto/ Vieni , lo toglierò e te lo darò
Traduzione in inglese di Sophy Chen - THE RED SAGE. The summer rain came with a refreshing temperament/ The clouds came, the morning glow came and the birds came too/ The summer moon is brighter/ The summer flowers are more beautiful/ The strings of summer insects are sounded/ You are coming from the beautiful starlight in the depths of memory/ From the deepest of memory/ You are coming from the depths of jungle that you remember and miss/ From the deepest of jungle/ Just take the fawn flower on my chest and give it to you/ Just keep the fragrance of my hand quietly/ Just soothe the lotus outside of my window sill/ It is a little light/ Blooming its lasting light for your arrival// I spring tears off for you by my fingers/ I cheer for you with my longing eyes/ We don’t have to have long greetings across the fence/ We are surrounded by the scent of the drunkenness across the fence/ My heart is naked/ The veil in my deep soul is lost/ My flowers and plants grow piece by piece/ My red sage bowed its head/ My lavender is still light and sweet/ My sun flower is bright/ They are reading my heart in the valley of the night sky/ My emotion touched the skirt of your clouds/ As if there is the wind blowing through distant mountains/ The burning sun is shining its light in this night/ My heart is naked/ My heart is swimming with the fragrant shyness/ Clouds, come on, cover my shyness// I will hold my heart in my hands cautiously/ Listening to the flute of summer insects outside of your window/ Don’t stare at me quietly in the gap/ I will hold a lotus flower that is in a full blossoming/ In this splendid summer night of this starry sky/ I will quietly return to the corner that bolongs to me/ Don’t let people find stars in the night/ Light your love with your heart/ The eyes of the stars are melancholy/ It brought depression into the bottom of my heart a lay by a lay/ If it is a rainbow in the sky/ I’ll take it off and hang it in your bun/ If it is the white gardenia/ I’ll sprinkle its fragrance/ On the intersection you are going to pass/ But that is my heart and how it can be picked/ I only have a fawn flower on my chest/ Come on, I will take it off and give it to you
Facoetti Gabriel Francesca
STELLE CADENTI
Guardo il cielo
e sogno
l’amore
accanto a me,
guardo il cielo
infinito lassù
dove mamma sta.
Guardo il cielo
ed esprimo
un desiderio,
il più grande
(Francesca Gabriel Facoetti)
Facondi Raffaella
LONTANAMENTE VICINI
Mi serve il tuo sguardo
per cucirmi addosso la giornata.
Uno sguardo senza mani
dolce e penetrante.
Ho vissuto vite sul filo dell'onda
veleggiando in mare aperto
senza saper nuotare.
Un fiore è nato sulla scogliera
che sa di verderame.
Un fiore colorato
che piange a
mezza sera,
cerca la sua primavera
sulle righe dell'asfalto
e un cespuglio plastificato.
Tu allora guarda
la mia felicità senza abbracci
perché io e te siamo così
irrimediabilmente lontanamente vicini.
(Raffaella Facondi)
Falco Andreina (Venezuela)
EN EL SILENCIO
Dentro de esta oscuridad, negra y sola,
Cómo la claridad de mis pensamientos
Desvanecidos en la niebla densa,
De la incertidumbre del presente,
Anhelo tus abrazos.
En la soledad de mis recuerdos,
Donde el viento hace ruido,
Y el polvo del pasado corrupto
Desea destrozar mis sentidos,
Solo tus besos me roban el aliento.
Es aquí, donde la fluidez de las palabras
Se han vuelto un estorbo,
Por pensar cada letra del abecedario
Tratando de expresar el vacío
Con conciencia de los fragmentos
Del fracaso sin sentido.
Es aquí, en esta dolencia latente
De ser insignificante...
Deja sin oxígeno a la llama
De la pasión y el deseo por la vida,
Donde tú cálido cuerpo me acompaña
Dándome un lugar seguro
Dentro de mi desastroso mundo.
Sólo tu compañía
Reconforta mi alma perdida
Dentro de la vanidad de la vida.
Solo tú mirada apasionada,
Tu voz melodiosa,
Tus caricias tan cálidas,
Tus besos sin malicia
Y tú cálido cuerpo
Logran calentarme en este silencio.
(Andreina Falco)
Traduzione dell’autrice - NEL SILENZIO./ In questa oscurità, nera e sola,/ Come la chiarezza dei miei pensieri/ Sbiadito nella fitta nebbia,/ Dall'incertezza del presente,/ Desidero i tuoi abbracci.// Nella solitudine dei miei ricordi,/ Dove il vento fa rumore,/ E la polvere del passato corrotto/ Voglio distruggere i miei sensi/ Solo i tuoi baci mi rubano il respiro.// È qui, dove la fluidità delle parole/ Sono diventati un ostacolo,/ Per pensare ogni lettera dell'alfabeto/ Prova di indicare il vuoto/ Con consapevolezza dei frammenti/ Di insuccesso privo di significato.// È qui, in questo disturbo latente/ Se insignificante .../ Lascia la fiamma senza ossigeno/ Di passione e desiderio di vita,/ Dove il tuo corpo caldo mi accompagna/ Mi sta dando un posto sicuro/ Nel mio disastroso mondo.// Solo la tua compagnia/ Conforta la mia anima perduta/ Nella vanità della vita.// Solo il tuo aspetto appassionato,/ La tua voce melodiosa,/ Le tue carezze così calde,/ I tuoi baci senza malizia/ E il tuo corpo caldo/ Riescono a scaldarmi in questo silenzio.
Faro Egidio
È PIÙ FACILE DIMENTICARE CHI NON SI AMA MA È DIFFICILE DIMENTICARE CHI SI AMA
Avrei voluto ancora una volta stringerti tra le mie braccia
ma mi accorgo che non è più stato possibile
e mi rendo conto quant'è difficile non pensarti
e quant'è impossibile non amarti.
Intanto continuo a marciare sulla mia solitudine
come sempre....
Ti cerco ma non ci sei tra le vie del
mio cammino
e continuo a camminare a testa bassa
col capo chino.
Guardo il mare,
soltanto quello mi è rimasto da guardare
ed è quello l'abbraccio che ti voglio donare
e l'affetto che ti voglio dimostrare
mentre chi non si ama è molto facile da dimenticare
e da buttare fuori, fuori dalla propria vita
perché non serve proprio a niente.
Alzo gli occhi verso il cielo
e riesco a scacciare per un attimo la solitudine
perché riscontro il tuo volto in una stella,
nella stella più bella dell'universo.
Questo è l'unico affetto che posso dimostrarti,
ti amo mia cara nonna.
(Egidio Faro)
Fazio Franca
LETTERA DA UN AMICO
Cara amica,
I giorni con te condivisi
Mi riportano in mente
I tanti sorrisi.
Il più dolce ricordo di quegli anni
Quando la mia fragile anima
Era preda di inganni.
Io non capivo chi fossi,
Non riconoscevo il mio nome
E intorno a me solo delusione.
Nella solitudine dei miei pensieri
La mia stanza
avrei voluto che
fosse il mondo
Ma il mondo non era la mia stanza.
Tu con semplicità mi spiegavi
che non era un problema
la diversità.
Mi dicevi :Io ti aiuterò a volare
Ma senza le ali
dove credi di andare?
Il tempo che è passato
Mi ha fortificato
La morsa delle avversità
non mi ha schiacciato
E libero come un gabbiano
Volo, volo lontano.
(Franca Fazio)
Fenu Giampiero
SOLITUDINI SENILI
Corpi inermi, seduti o supini
cercano salvezza
nella loro piccola e umile tristezza…
Implorano e chiedono aiuto
nella fredda stanza…
Nessuno può sentirli
nessuno aiutarli
rinchiusi tra le quattro mura
soli con i propri tarli…
Distanti dal mondo
un mano ingrata soffoca i lamenti
lasciando segni sul corpo e sulla mente
ferite dei loro sentimenti…
Deboli persone
abbandonate e stanche
attendono e rincorrono ultimi istanti di vita
ormai distante…
Soli con se stessi
pregano e sperano
nell’attesa che la vita
finalmente provi il loro credo
Nel buio della notte
si assopiscono
Tra incubi e dolore cercano di dormire
aspettando un probabile risveglio
che finalmente a tutto ciò
possa metter fine.
(Giampiero Fenu)
Fina Yacin
HO DOVUTO DIRE NO!
Driin... Driin!...
Squilla il telefono!
Pronto!...oh! Sei tu?!
Sono felice di sentirti!
Si?...Oh ! No!...Aspetta!
Non puoi!...
Figurati se non voglio
vederti ,ho accarezzato
il sogno tutto il giorno,
e adesso non voglio!?
Piuttosto pensa che ,
piano o forte, piangero'
tutta la notte !!!
Ho dovuto dire :" No!"
e sono morta dentro,
un po' !
Conto i giorni,le ore
e poi??! Devo dire no,
e il cuore si ferma!!!
Riprende!... Galoppa!...
Mi vesto di sorriso,
comando alle lacrime
di arretrare!...Stasera
braccia vuote... perche' ?!
Non lasciano piu' in pace
neanche te !!!...
(Fina Yacin)
Fiorentino Monica
FIORI DI BAMBÙ
S’impiglia nell’amore
tra il rosso dei tuoi capelli
nudo, il mio cuore.
(Monica Fiorentino)
Fiorillo Clavelli Anna
LETTERE NASCOSTE
Il cuore palpita
fra rami di una quercia,
il sole raggiunge
i tuoi occhi e
le tue lacrime
bagnano
il verde muschio.
Un’aquila vola
sulla montagna
che sfiora la
nuvola quasi addormentata.
Il tuo urlo di dolore
penetra nel cielo
e il vento leggero
arriva a te
stupenda creatura,
spogliandoti
della tua malinconia,
della tua tristezza,
dei tuoi pensieri fragili
e ti riveste della tua stessa pelle fatta di coraggio.
Riprendi le tue lettere
nascoste del tuo
amore disperato,
ricomponi il tuo cuore
e fai volare l’anima
verso il mare,
dove le alghe
profumate
dei tuoi stessi versi
ti aspettano fra granelli
di sabbia con un messaggio per te.
Volano le tue lettere
e le tue lacrime
nell’aria,
lascia volare
il tuo spirito libero e
sii felice.
I tuoi lunghi
capelli biondi intrecciano
i raggi del sole e
i tuoi occhi verdi
si asciugano
di quel pianto disperato.
È sera il tuo amore
arriva da te e in un abbraccio di anime
guardate le stelle
e...
la luna guarda voi
illuminando la notte
di una luce che
si chiama speranza.
(Anna Fiorillo Clavelli)
Firita Alexandra
PERCHÉ TANTA PAURA DI VOLARE
Nudo
davanti all'azzurro solo con l'aura del volo
tatuata sulla pelle
inchiodata nei miei pensieri da sempre.
Mi fermo davanti allo specchio del cielo,
liberato come una statua dal suo blocco di marmo
di cui fu creata.
E mi ritrovo, io, un angelo smarrito fra
le morenti ombre.
Perché tanta paura di volare, Icaro?
Davanti a me si stende il cielo come
un dolce inganno di velluto nella sua serenità,
alto e puro come la luce dell'incanto,
e non mi perderà dal suo immortale occhio
come né tu Dedalo, padre mio, non mi lascerai
marcire da solo fra le mura del labirinto.
Non conosco limiti nel mio pensare
la mia forza è nelle mie braccia ferree
nella mia adorazione della perfezione
toccarla amarla reinventarla.
Davanti a me il mare, come una immensa culla
mio corpo accarezzato delle sue miriadi onde
dondolato dei canti delle ninfe
abbracciato da te, Poseidone, come una nave
piena di tesori,
negli abissi spenderà di sua umana ricchezza
a te aggiunta.
Non ci sono limiti nel desiderio di lasciare tutto
ciò che il mio libero pensiero costringe.
La mia forza sorge dal mio cuor sincero.
Pronto a volare, Icaro.
Nudo.
Immerso nell'azzurro del cielo e del mare
come fossi immerso nel grembo di una universale madre
mi ritrovo come un fetus che aspetta la sua rinascita.
(Alexandra Firita)
Forgione Sara
OMERTÀ (napoletano)
Ririmm, ririmm
'Ca cá nun chiagnimm maje
Ririmm 'ca 'e man annanz all'uocchie
P' nun vre' a miserj 'ca ce sta attuorn.
Chiagnimm, chiagnimm,
'Ca ca' nun ririmm maje.
Chiagnimm ca' 'e man annanz all'uocchie
P' nun c' fá vre all'ate,
Par brutt.
Annuimm, annuimm,
'ca ca' nun jamm maje d'accord,
Annuimm ca' 'e man annanz 'e recchie
P' nun sentr 'e volgarità da 'a gent.
Stu munn è nu circ,
ma nun rir maje nisciun,
'o munno è munno:
chi saglie e chi va a funno.
E nuj ririmm,
E po' chiagnimm,
ma nun 'o fa vre' a nisciun.
(Sara Forgione)
Traduzione in italiano dell’autrice - OMERTÀ. Ridiamo, ridiamo/ che noi non piangiamo mai,/ ridiamo con le mani davanti agli occhi/ per non vedere la miseria che c'è intorno./ Piangiamo, piangiamo/ che noi non ridiamo mai./ Piangiamo con le mani davanti agli occhi/ per non farlo vedere agli altri,/ sarebbe brutto./ Annuiamo, annuiamo/ ma non siamo mai d'accordo,/ annuiamo con le mani davanti alle orecchie/ per non sentire le volgarità delle persone./ Questo mondo è un circo,/ ma non ride mai nessuno,/ il mondo è mondo:/ chi sale a galla e chi affonda./ E noi ridiamo,/ e poi piangiamo,/ ma non farlo vedere a nessuno.
Francini Emanuela
INTORNO A ME
Dietro di me
piogge di coltelli e di lettere sbiadite
davanti ho
un tappeto di cenere
dentro di me
un incendio di lacrime
sopra di me
galassie inesplorate
se le conoscessi, forse
capirei che questo non è il mio
mondo
sotto di me
marea di sabbia,
carta straccia,
macerie di storie.
Prendo tutto come una sfida da superare
e l'unico ostacolo
sono
io.
(Emanuela Francini)
Franco Signorini
NATURA VIOLATA
La terra che l'uomo col tempo profana,
con le sue stesse indelebil mani;
natura violata dai frutti malsani,
primordial genesi della savana.
Crisalide d'origine darwiniana,
metamorfosi di spenti vulcani;
ritrovo vivente di tanti sovrani,
gente conviene stare in campana.
Ferire la terra, ferire noi stessi,
ferirla è come farlo a tua madre,
sui monti, sui piani e negli abissi,
distrugger potranno le menti leggere.
Né uomo, né donna, né ambo i sessi,
lo scorrer del tempo potranno fermare!
(Signorini Franco)
Fresta Grazia
ELLITTICI MOTI
Se mi eclissassi
rotando su me stessa
compiendo ellittici moti
intorno a te, quale impudica Danza
da arditi Sentimenti mossa,
Ti accecherei
suscitando tormenti
nascondendo il Calore
l'abbraccio del Cuore
Pur gravitandoti attorno,
quale satellite a te vincolato,
Io, regina delle tue maree inaspettate,
occluderei per poco al tuo Sentire
il tepore che ci unisce
in amorevol Movenza
Chiederei venia per l'Accaduto
concedendo a mia volta Perdono
qualora Tu, mio Pianeta, altrettanto facessi
Io Luna
Tu Terra
corpi celesti gravitanti
attorno al sacro Astro delle nostre Passioni
Noi tendenti, in congiunzione,
a creare quel velo di penombra
riflettente le nostre ellittiche traslazioni,
con riverente Inchino all'apollineo Disco Solare
(Grazia Fresta)
Frusciante Rita
UN POSTO PER SOGNARE
Voglio un posto tutto mio
per poter sognare
dove il male sparisce,
dove la mente può spaziare,
la fantasia volare,
dove poter ricordare il brutto e il bello, l'aspettativa di
quelle carezze mai avute
e desideri mai esauditi.
Voglio un posto per sognare
le grandi storie, l'amore, i litigi,
dove essere diversa, ritrovare me stessa,
dove tutto è perfetto in armonia,
dove il giorno è solo sole e la gioia è passione.
Voglio un posto per sognare
la mia solitudine,
gridarla,
sentirla andare lontano,
liberare la luce.
Lasciatemi sognare
un gesto sensuale e afrodisiaco
che dura un bacio fugace,
l'annebbiarsi dei sensi con carezze audaci,
ubriaca d'amore, di elisir di vita.
Lasciatemi sognare,
ridere, ballare,
rincorrere il sole,
veder spuntare la luna
e come gioielli le stelle.
Voglio tenderti la mano
portarti lontano, tornare bambina
per riaverti vicina.
Voglio un posto per sognare,
un riflesso, un sorriso
che sa di paradiso
e un mondo migliore.
Lasciatemi sognare.
(Rita Frusciante)
Fulcini Silvana
QUELL’ADDIO
Mi lasciasti
con un algido addio,
come la pioggia
che scrosciante scendeva
quella sera,
lavando le lacrime
dal mio viso triste.
Non ti voltasti,
in quel viale
si spensero i lampioni,
forse solo per me,
e io, non ti vidi più,
solo il calpestio dei tuoi passi
allontanarsi, udivo,
e
prepotente rombo
del silenzio
irrompeva nei miei pensieri.
Udii il treno arrivare,
non lo vidi,
fitta nebbia era calata,
ma continuai a guardare,
mi avvicinai ai binari,
sperando di vederti
un’ultima volta.
Non vidi nulla…
Fredda solitudine m’avvolse!
Lacrime di sale,
bruciavano i miei occhi!
Ancora oggi,
odo i tuoi passi andare via
sull’asfalto bagnato
dalla pioggia,
nel viale
che porta alla stazione.
(Silvana Fulcini)
Galifi Alda
SE TU...
Se tu...
Se tu fossi qui
correrei insieme a te
verso il mare
per passeggiare a piedi nudi
sulla spiaggia
tenendoci per mano...
E quando al tramonto
i raggi del sole
si riflettono nei tuoi occhi
seguirei con lo sguardo
il planare dei gabbiani
che tornano al loro nido...
Ma c'è l'azzurro mare
che ci divide.... ed
è forse la distanza
che ci tiene vicini
nell'attesa di incontrarci.
(Alda Galifi)
Gattuso Eloisa
IL SOFFIO ARDITO
Picchia sui palpiti
Di affannosi respiri
Saettando
Strali acuminati
Il soffio ardito
Di pensieri
Sottratti alla
Vacuità di sogni
Talora smarriti
Insoluti
Fra disegni
Inconsistenti
Forse mai nati
(Eloisa Gattuso)
Gerbino Vincenzo
LA NOTTE
Scende lieve nella valle
La candida notte.
Col suo respiro immortale
Avvolge monti, strade,case.
Anche l'ultimo raggio di sole è andato via,
Lasciandosi dietro la forza
Di un giorno ormai passato.
Da lontano la luna guarda il mare,
Lo abbraccia con il suo candore
E poggia lieve il suo riflesso
Mentre lui si quieta al suo silenzio.
Il cielo fa da sfondo a questo scenario d'amore
Con la sua forza e il suo tepore
Regala le sue stelle
E il suo colore.
Tutto si ferma,
E proprio mentre la natura si addormenta,
Ogni cosa ritrova la sua pace.
(Vincenzo Gerbino)
Gheorghe Georgiana L. (Romania)
ZBOARĂ LIBER PASĂRE NOBILĂ
(VOLA LIBERO, NOBILE UCCELLO)
Închisă într-o colivie stă o pasăre grațioasă
Cu ochi de safir și cioc de sabie, penajul alb ca neaua
Aurit pe aripile de lebădă, coada de evantai și creasta de păun.
Dincolo de zăbrele stătea un flăcău voinic
Care-și scălda privirea cu frumusețea minunatei făpturi.
Lacrimi de cristal se prelingeau pe obrajii ei.
Nu de bucurie că se află în compania unui sânge albastru cu inimă de leu
Ci acelea pline de tristeți albastre.
„De ce ești așa tristă, scumpa mea zeiță?”
O întrebă băiatul la un moment dat.
„Colivia de aur nu este suficient de încăpătoare?
Te-am neglijat cumva? Am făcut tot ce mi-ai cerut.”
„Alteță, de răutate nici nu am avut parte,”
Răspunse ea printre lacrimi.
„Blândețea ta nu are limite. M-ai îngrijit ca un tată
Asigurându-te mereu să am cele necesare, dar...” Făcuse o pauză.
Nu avea curajul să se destăinuie mai departe.
„Nu-ți fie teamă,” o încurajă prințul. „Spune-mi ce ai pe suflet.”
După un oftat își luă inima-n dinți și zise,
„Alteță, indiferent din ce-i făcută,
Colivia tot colivie rămâne.
Deși o parte din mine tânjește după dulcea libertate,
Cealaltă nu-și dorește să te părăsească. Mi-e frică.”
Întreg corpul îi tremură ca frunzele din copaci în bătaia vântului de toamnă.
Inima îi fu cuprinsă de mâhnire să o vadă așa tristă.
Amintindu-și de o vorbă înțeleaptă, ușa coliviei deschise.
„Mama Natură te așteaptă.”
Ezitând la început, afară ieși, aripile și le întinse
Și zborul își luă nu înainte să-și ia la revedere.
„Zboară liber pasăre nobilă,” zise flăcăul privind spre cer.
(Georgiana L. Gheorge)
Traduzione dell’autrice - VOLA LIBERO, NOBILE UCCELLO/ Un grazioso uccello con occhi di zaffiro e becco affilato,/ Piumaggio bianco come la neve, cosparso d'oro sulle ali del cigno, coda a ventaglio e stemma del pavone/ Rimase chiuso in una gabbia./ Un bel ragazzo si compiacque della sua bellezza con la meravigliosa creatura/ Dall'esterno delle sbarre di ferro./ Lacrime di cristallo le scendevano sulle guance./ Non di gioia per essere in compagnia di un sangue blu con un cuore di leone, ma quelli generati dal blues./ "Perché la faccia lunga, mia cara dea?"/ Chiese il ragazzo in un momento./ “La tua gabbia d'oro non è abbastanza grande?/ Ti ho trascurato? Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto. "/ "Altezza, non ho visto alcun male"/ Lei rispose tra le lacrime./ “La tua gentilezza non ha confini. Ti prendevi cura di me come un padre/ Assicurandomi sempre di avere tutto ciò di cui ho bisogno, ma - “Ha fatto una pausa./ Non ha avuto il coraggio di continuare./ "Non aver paura" la incoraggiò il principe. "Dimmi cosa hai in mente."/ Dopo un sospiro, raccolse il suo coraggio e disse:/ “Altezza, una gabbia è una gabbia/ Non importa da cosa è fatto./ Anche se una parte di me brama il dolce sapore della libertà,/ L'altro non vuole lasciarti. Sono spaventato."/ Stava tremando come una foglia nel vento autunnale./ Gli si spezzò il cuore nel vederla così./ Ricordando un saggio detto, aprì la porta della gabbia./ "Madre natura ti aspetta."/ Inizialmente esitante, uscì e spiegò le ali,/ Poi si librò nel cielo non prima di salutare./ "Vola libero, nobile uccello", disse il ragazzo guardando il cielo.
Traduzione inglese dell’autrire - FLY FREE, YOU NOBLE BIRD/ A graceful bird with saphire eyes and sharp beak,/ Plumage as white as snow, sprinkled with gold on its swan wings, fan-like tail and peacock crest/ Stood locked in a cage./ A handsome lad pleased his sight with the wonderful creature’s beauty/ From outside the iron bars./ Tears of crystal ran down her cheeks./ Not of joy for being in the company of a blue blood with a lion heart,/ But those generated by the blues./ “Why the long face, my darling goddess?”/ The boy asked at a moment/ “Is your golden cage not big enough?/ Did I neglect you? I did everything you asked.”/ “Your Highness, I saw no evil,”/ She answered between tears/ “Your kindness has no boundaries. You cared for me like a father/ Always making sure I have everything I need, but –“She paused./ She didn’t have the courage to continue/ “Don’t be afraid,” the prince encouraged her. “Tell me what’s on your mind.”/ After a sigh, she gathered her courage and said,/ “Your Highness, a cage is a cage/ No matter from what it’s made/ Although part of me lusts over the sweet taste of freedom/ The other doesn’t want to leave you. I’m scared.”/ She was shaking like a leaf in the autumn wind./ It broke his heart to see her like that/ Remembering about a wise saying, he opened the cage door/
“Mother Nature awaits.”/ Hesitating at first, she walked out and spread her wings,/ Then soared into the sky not before waving goodbye./ “Fly free, you noble bird,” said the lad looking at the sky.
Gianfortone Annalisa
FRATELLO
Ho un fratello
ma non ho solo quello!
Ogni giorno
si presenta a me
con un volto che
non è mai lo stesso.
Ieri indossava
una divisa a righe,
inginocchiato attendeva
di essere eliminato.
Oggi indossa
una tunica arancione,
inginocchiato attende
di essere decapitato.
Ho visto mio fratello
ucciso dentro un grembo,
l' ho visto trucidato
sol perché Cristiano!
Ho pure un fratello
che è venuto dal mare,
fra lacrime e paure
una lunga traversata
ha dovuto affrontare.
Con gli occhi del cuore
ho continuato a guardare
e ho visto te... fratello:
affamato,
carcerato,
maltrattato...
Ora è silenzio
e mentre il mio sguardo
si posa su di te
ancora una volta il cuore
pronuncia le parole:
<<Ecco mio fratello
il prossimo per me!>>
(Annalisa Gianfortone)
Giannelli Ivana
ANIMO
In tanta bellezza il mio passo è lieve,
Il mio animo sazio,
La foglia troppo leggera
si divincola alla caduta.
Un silenzio simile alla paura notturna ulula nella mente pensieri passati, lasciati là dove tutto esiste e a nulla serve.
Lasciatemi in pace sgargianti colori;
germogli più non vedrete.
(Ivana Giannelli)
Giannitelli Michelina
A ISABELLA E MARIANO
Nel tuo vestito danza, Isabella,
danza come farfalla
nel cielo caldo estivo
dal lungo sonno .mai risvegliata.
Danza fra le nuvole,
bianco e candido
il tuo vestito,
puro e innocente il tuo viso,
Biondi e lunghi i tuoi
Capelli bellissimi.
Danza nel vento
caldo estivo.
E tu, Mariano, amore caro, suona.
Suona la tua bellissima
Chitarra,
suona come tu
solo sai.
Quei tuoi occhi
grandi e verdi,
i tuoi ricci capelli
Biondi.
La tua fronte alta ed intelligente.
Suona in un risveglio mai avvenuto.
Danza Isabella, bella come il sole,
Suona Mariano, amore caro, con la tua adorata chitarra.
Adorabili figli.
Ma perché la mano che
doveva proteggere
Ha commesso un così atroce gesto?
Ragione non vi è
Dolore
Inconsolabile di una mamma distrutta
I nomi grida al cielo.
Come un libro
senza le pregiate pagine
è rimasta.
Danza dolce Isabella nel tuo bianco vestito,
danza fra le nuvole,
dolce angelo.
Suona intelligente Mariano, la tua chitarra
nel cielo, in alto.
Verdi i tuoi occhi
Dolci figli,
dolci amori,
Dolci angeli.
(Michelina Giannitelli)
Giusti Paolo
ALITO DI VITA
Soffia nel mio cuore
come legiadra farfalla soffiami nel cuore.
T'accolgo tra le braccia desiderio grande.
Non sfuggire dal mio essere per te.
Te che ami il mio essere occulto
in un pensiero talvolta strano
ma vero come acqua che in un ruscello
nasce e scorre come sangue nelle vene
mi rivolgo al celo che meco pensa al mio essere poesia.
In una scatola volo verso te
che di me tu sai il mio viver dell'anima
quando lo sole innarestabile nasce per non morir
allor nel tempo riposo la mia anima.
(Paolo Giusti)
Goce Markov (Macedonia)
Гоце Марков
МАКЕДОНСКА САГА
(La saga macedone)
Во далечното минато,
во некое незнајно поле,
портал и светло,
и ноќ што ги гали нежно,
сабјите на сознанието
и маченички од очитe
на таа Форма, краде крик,
се раѓа ново,
оплодено пророштво.
Се раѓа во крвта на судбината
избраздена, и доаѓа во пајажест свет,
на Полуостровот на сарказмот.
Брат му е мракот на комшиите,
а илузијата патоказ во отсјајот
на оружјето скриено.
Еј, измачена светлино!
Дај ни го венчето од божјиот крст,
од челото на
Првородениот.
Бараме да се откриеш во очите на слепите,
и гладни за љубов – Луѓе!
Живеат во вдахновение,
лаичко, но вредно, несвесни за историја,
пред длабока бездна.
Прочистена крв во пепелта на Феникс,
на инфериорна крвна слика, бледа, провидна, сиромашна по стасус.
Мртовец, со белило во очите,
силни викотници од мајката на спречена милост
и сон за раѓање на нов Човек!
Адам на новиот век!
Тропање!
Огнени порти
и силен удар по челикот.
Скршено постоење.
На вратот на певецот јаже,
спровнато без почеток и крај.
На рацете крв,
тече како расплакан облак во изгубена човечност.
Его на воин!
Опоен мирис на црни цветови,
и знак за ново будење!
Бараме завет и изгазена гордост,
плачат висините, се ори остар звук.
Низ нашите сиви зачмаени ќелии се лачи
енергија на друга личност,
обновена клетка на незнаен обид!
Тргни ја, за да бидеш во кругот,
на знајни и незнајни, болести и луге!
Се шири во бранови
како епидемија, како зараза,
како вонземна светлина,
човечка особина и ништо повеке.Разговор без смисла!
По улиците застарени идеи,
бели кошули и бели линии и исшмркана верба,
премин и минувачи несигурни, лакоми,
во главите на Новите, за чудо-Мисла!?
(Goce Markov)
Traduzione in italiano dall’inglese di Liliana Fadda - LA SAGA MACEDONE. Nel lontano passato/ di un campo sconosciuto,/ un portale e una luce dolcemente coccolati dalla notte./ Le lame della conoscenza/ E martiri nati dagli occhi di una Forma,/ che ruba un grido…./ nasce una nuova profezia fertilizzata./ Nato dal sangue di un destino rugoso,/ prendere vita in un mondo di ragnatele,/ sulla penisola del sarcasmo./ L’oscurità del vicino è suo fratello/ e l’illusione è il suo segnale stradale/ nell’abbaglio dell’arma nascosta./ Hey… tu luce ricercata!/ Dacci la corona dalla croce di Cristo/ Dalla fronte primogenita./ Vogliamo che tu sia visto negli occhi del cieco,/ affamato d’amore del prossimo!/ Vivono ispirati ma incapaci, eppure degni,/ inconsapevoli della storia,/ un abisso fisso davanti a loro./ Sangue purificato nelle ceneri della Fenice,/ uno stato ematico inferiore, pallido, traslucente e cosi povero./ Un uomo morto, bianco negli occhi/ Urla lancinanti da una madre imedita d’amare,/ e un sogno di dare vita a un nuovo Uomo!/ Adamo della nuova era! Sta bussando!/ Ancelli di fuoco e un duro colpo sull'acciaio./ Esistenza rotta!/ Una corda intorno il collo del cantante/ Senza un inizio o una fine./ Sangue che gocciola dalle mani,/ come una nuvola piangente per l’umanità perduta./ Ego di guerriero/ profumo nebriante di fiori neri che sbocciano/ e un segno di un nuovo risveglio./ Stiamo cercando una promessa e un orgoglio calpestato./ Le altezze stanno piangendo,/ si possono udire rumori acuti./ Nelle nostre grigie cellule morenti,/ sta per essere creata l’energia di un altro uomo./ Una cellula rigenerata per una prova ignota!/ Mettila da parte, così potrai essere nel cerchio delle malattie e delle persone/ riconosciute e comuni./ Si diffonde come un onda epidemica,/ Come una malattia contagiosa, come una luce extraterrestre,/ una caratteristica umana e niente più./ Una conversazione insensata!/ Idee antiquate nelle strade,/ magliette bianche e strisce bianche…./ E un destino spazzato via,/ una traversata e un passante…./ Nelle teste del nuovo nato… un pensiero?/ Strano? Huh?!
Traduzione in inglese dell’autore – THE MACEDONIAN SAGA. In the distant past,/ On a field unknown,/ A portal and light pampered softly by the night./ The blades of acknowledgement/ And martyrs born from the eyes of a Form,/ Stealing a scream…/ A new fertilized prophesy was born./ Born from the blood of the wrinkled destiny,/ Coming to life into a spiderweb world,/ On the Peninsula of Sarcasm./ The neighbors’ darkness is its brother and illusion is its road sign/ Into the glare of the hidden weapon./ Hey…you Light besought!/ Give us the wreath from the God’s cross,/ From the Firstborn forehead./ We want you to be seen in the eyes of the blind, hungry for love-People!/ They live inspired...but not skilled, yet worthy,/ Not aware of the history,/ An abyss staring before them./ Purified blood in the ashes of a Phoenix,/ An inferior blood status…pale, translucent and so poor./ A dead man, white in the eyes,/ Loud screaming from a mother forbidden to love,/ And a dream for giving birth to a new Man!/ Adam of the New Age!/ Knocking!/ Fire gates and a harsh blow on the steel./ Broken existence!/ A rope around the singer’s neck,/ With no beginning or end./ Blood dripping from the hands,/ Like a crying cloud for humanity lost./ Ego of a warrior!/ Intoxicating scent of black blooming flowers/ And a sign for a new awakening./ We are seeking a promise and a trampled pride./ The heights are crying,/ Sharp noise can be heard./ In our grey, dying cells, energy of another man is being created,/ A regenerated cell for an unknown try!/ Put it away, so that you will be in the circle,/ Of recognized and common…diseases and people!/ It spreads like an epidemic in waves,/ Like a contagious disease, like extraterrestrial light,/ A humans’ feature and nothing more./ A senseless conversation!/ Outdated ideas in the streets,/ White shirts and white stripes…/ And a Fate wiped out,/ A crossing and passersby…./
Insecure, greedy …/ In the heads of the Newborn…a Thought?!/ Weird…huh?!
Gomez Contreras Constantina (Spagna)
MI AMOR
El amor no tiene limitaciones
No tiene reglas
Continúa el latir
Del mar en mí corazón
Replegada como una roca
En mis limitaciones
Nuevo sueño
Nuevo sentimientos
No soy mal enemigo
El cielo se ofrece
Como aliado
El tiempo y el saber
Van unidos
Ya curé mis heridas
Integra sabiduría
Culta e inmensa
Mi tiempo junto con mí saber
Conforman nuevas ideas
Fuimos hechos
Para vivir
En un único corazón
Se cerrarán heridas
Se olvidarán prejuicios
Pensamientos trasmiten
Desde mí corazón herido
Fuerza y energía
Tanto lloró mí corazón
Tantos rechazos
Tantas emociones
Que dureza fue
Nuestra vida
Para ocasionar
Tantos destrozos
Tantas penurias
Mí amor
No dejemos
El amor
Nuevamente vacío
De palabras
De caricias
Intentemos llenar
Nuevamente
Nuestros corazones
De amor
Enamórate nuevamente
De alguien más bella
Se feliz
No mires sus defectos
Sueña nuevamente
Con tus brazos abiertos
Abiertos a la vida
Abiertos al viento
Abiertos a otro amor nuevo
Dile que la quieres
Despierta la con alegría
Con un gran beso
Dile que es preciosa
Que es tú vida
Abrazala tan fuerte
Que alegres su Alma
Enciende su corazón
Mí amor así será
Como consigas
Un nuevo amor
Tanto te amo
Que pido al cielo
Te lo conceda
Para aplacar tú tristeza
Llena la de besos
Llena la de caricias
De esas que producen
Taquicardias
Yo morí
Para comprender
Para aprender de la vida
Esta sabiduría
No mueras tú nuevamente
Agarra fuerte la vida
Mí amor
Tienes que construir
Tú camino
Yo creceré nuevamente
Haré también el mío
Crearé muros altos
En mí corazón
Para evitar
Que nadie los derrumben
Esta será la clave
Junto con mí coraje
Para rehacer mi vida
Me querré tanto
Que jamás me partiré
Para nadie
Experiencias sufridas
Que me hacen
Valorar mí vida
Volveré a decir
Nuevamente
Un te quiero
(Constantina Gomez Contreras)
Traduzione dell’autrice – AMORE MIO. L'amore non ha limiti/ Non ha regole/ Il pestaggio continua/ Dal mare nel mio cuore/ Piegare come una roccia/ Nei miei limiti/ Nuovo sogno/ Nuovi sentimenti/ Non sono un cattivo nemico/ Il paradiso è offerto/ Come alleato/ Tempo e conoscenza/ Vanno insieme/ Ho guarito le mie ferite/ Integrare la saggezza/ Colto e immenso/ Il mio tempo insieme a me lo sa/ Formano nuove idee/ Siamo stati fatti/ Vivere/ In un solo cuore/ Le ferite si chiuderanno/ I pregiudizi saranno dimenticati/ I pensieri trasmettono/ Dal mio cuore ferito/ Forza ed energia/ Il mio cuore pianse così tanto/ Così tanti rifiuti/ Tante emozioni/ Quanto è stato difficile/ La nostra vita/ Causare/ Tante lacrime/ Così tante difficoltà/ Amore mio/ Non andiamo via/ amare/ Ancora vuoto/ Di parole/ Di carezze/ Proviamo a riempire/ recentemente/ I nostri cuori/ amare/ Innamorati di nuovo/ Da qualcuno più bello/ Sii felice/ Non guardare i loro difetti/ Sogna ancora/ Con le braccia aperte/ Aperto alla vita/ Aperto al vento/ Aperto a un altro nuovo amore/ Dille che la ami/ Svegliala con gioia/ Con un bacione/ Dille che è bellissima/ Qual è la tua vita?/ Tienila così stretta/ Possa la tua anima essere felice/ Illumina il tuo cuore/ Il mio amore sarà così/ Come si ottiene/ Un nuovo amore/ Ti amo così tanto/ Chiedo il paradiso/ Te l'ho concesso/ Per placare la tua tristezza/ Riempila di baci/ Riempi la carezza/ Di quelli che producono/ tachicardie/ Sono morto/ Per capire/ Per imparare dalla vita/ Questa saggezza/ Non morire di nuovo/ Tieni la vita stretta/ Amore mio/ Devi costruire/ A modo tuo/ Crescerò di nuovo/ Farò anche il mio/ Creerò muri alti/ Nel mio cuore/ Da evitare/ Nessuno li abbatte/ Questa sarà la chiave/ Insieme al mio coraggio/ Per rifare la mia vita/ Mi amerò così tanto/ Non me ne andrò mai/ Per chiunque/ Le esperienze hanno sofferto/ Cosa mi fanno/ Valorizza la mia vita/ Lo dirò di nuovo/ recentemente/ Ti amo
Granata Pina
‘NA PICCIRIDDA (siciliano)
a mia madre, malata d’alzheimer
‘Na picciridda,
addivintasti, mamma.
I to’ occhi parino confusi,
ma certi voti
si inchinu di sorrisi.
Un sacciu si m’arricanusci,
sicuramenti senti l’amuri
ca sparda ogni velu e ogni duluri.
Tu lu senti
Ca sugnu ‘u to’ sangu.
“Mammina mammina”
ti ricu araciu araciu,
rientra l’aricchi,
tu murmurii
paroli senza senzu,
mi talii
e certi voti chianci.
A me’ vucca però riri sempri,
tantu lu me’ cori tu nun ‘u senti.
I picciriddi,
Vannu ‘ncuraggiati, abbrazzati, carezzati.
“E’ tardu, mi nni vaiu mà, fai ‘a brava, poi vegnu…”
(Pina Granata)
Traduzione dell’autrice - UNA BAMBINA. Una bambina sei diventata, mamma./ I tuoi occhi sembrano confusi,/ ma certe volte si riempiono di sorrisi./ Non so se mi riconosci,/ sicuramente senti l’amore che strappa ogni velo e ogni dolore./ Tu lo senti che sono il tuo sangue./ “Mammina mammina”/ ti dico piano piano dentro le orecchie,/ tu mormori parole senza senso, mi guardi/ e certe volte piangi./ La mia bocca però sorride sempre,/ tanto il mio cuore tu non lo senti./ I bambini vanno incoraggiati,/ abbracciati, accarezzati./ “E’ tardi mamma,/ me ne vado, fai la brava, poi vengo… “
Grasso Maria
PAROLE RUBATE DAL VENTO
Dopo anni ti rincontrai,
le nostre anime si sfiorarono delicatamente quella notte.
Nella mia mente rivivevo quegli attimi.
Noi due amanti ci afferravamo,
in cuore sentivamo risuonare le nostre ultime parole,
parole rubate dal vento.
Chiudevamo gli occhi:
intrecciati l’un l’altro i nostri corpi danzavano leggiadramente,
le nostre mani accarezzavano orizzonti lontani.
Lontani quei giorni in cui ci inebriavamo di sguardi languidi d’amore.
Da quegli sguardi sentivo nascere in me un barlume di speranza,
speranza che mi attraversava il respiro intravedendoti in volti sconosciuti,
che ritornavano in me,
occhi che baciavano fugacemente i miei,
lasciandomi una vaga nostalgia.
(Maria Grasso)
Grieco Ornella
Lacrime amare
Stelle infuocate scendono dal cielo tu turbamento del mio pensiero.
Mare che spegne il fuoco della mia inquietudine tu che sei la mia solitudine.
Tu vita acerba piena di sassi che vivi lungo i miei passi.
Tu essere Montale dentro me, tu vita acerba arida di sentimenti.
Vuota la gente intorno a me tu Eugenio rifiutato dalla nostra vita.
Tu ossi di seppia dove sulla spiaggia vive la mia vita, detriti sassi spettri.
Tu nero di seppia che copri l'anima mia.
(Ornella Grieco)
Grifo Giorgio
IL RIFLESSO DEI TUOI OCCHI
Guardo l’orizzonte
e vedo il cielo
riflesso nei tuoi occhi…
tu sei perfetta per me.
Sei il sole a mezzogiorno,
la luna a mezzanotte,
dei giorni la linfa vitale,
delle notti l’aurora boreale.
E mentre cammini scalza,
sorridi e sembri pazza.
Ma ci pensi
a quanti errori commessi,
a quanti sbagli fatti
prima di incontrare te.
E poi
sembra quasi fatto apposta,
sembra che ti aspetto.
Forse è anche vero.
Ma dopo tutto questo tempo
preferisco ancora il cielo
riflesso nei tuoi occhi…
E’ rimasto ancora lì.
(Giorgio Grifo)
THE REFLECTION OF YOUR EYES
I look at the horizon
and I see the sky
reflected in your eyes ...
you are perfect for me.
You are the sun at midday,
the moon at midnight,
the lifeblood of the days,
the northern lights of the nights.
And as you walk barefoot,
you smile and look crazy.
But think about
how many mistakes I made,
how many error I made
before meeting you.
And then
it seems almost done on purpose,
it seems that I wait for you.
Maybe it's also true.
But after all this time
I still prefer the sky
reflected in your eyes ...
It is still there.