Casati Giusy
MUSEI
Mi aggiro attonita
attraversando
la polvere che pregna
l'iride mentre lascia
l'impronta del passaggio
di tele dove i colori
mischiati da mani
sapienti danno
forme a battaglie...
città e visi sepolti
nel sudore della
memoria dei
libri di storia.
Statue di marmo e
leghe sembrano
animarsi al mio
passo stupito.
Madida di tanta
bellezza che
uomini d'ingegno
hanno donato.
(Giusy Casati)
Catanzaro Francesco Paolo
NELLA FRESCURA DELLE ONDE
Pochi gabbiani
riescono a raggiungere l"orizzonte.
E sul molo
sotto le sferzate del vento
rimane in attesa la donnina.
Un punto nero fra ali bianche
che temono ed aspirano
al vero senso della vita.
Nessuno ricorda lazzardo,
nessuno sa come volgerà il giorno.
Ritorna alfine il pescatore
e la casa freme di gioia.
E del gabbiano nessuna notizia.
Rimane solo un ricordo che tormenta.
(Francesco Paolo Catanzaro)
Caturano Gennaro Domenico
ANGELO
Bella come un Angelo
i suoi occhi erano magia
incanto divino pieno di follia,
i suoi capelli al vento
le sue ali erano un paravento.
I suoi battiti erano intonati
i suoi passi erano delicati
le sue emozioni erano bagliori
la sua passione donava amore,
era avvolta da un mistero
disperso da un oceano immenso
il suo abisso profondo
accolto da un dorato fondo
specchiato dalla luna,
in gran battuta.
La sua sensualità incandescente
mi stupiva la mente
la sua innata gioiosità
avvolgeva la mia tranquillità.
Angelo,
rimarrai la mia serenità!
(Gennaro Domenico Caturano)
Cau Francesco
SOGNO
A volte sogno
un mondo diverso.
Non messo di traverso,
come adesso
un immenso prato tutto
di fiori colorati.
Da solo dove non c’è nessuno
Ho bisogno di sentirmi amato,
in un mondo pieno di bontà,
donando carità.
Dove esista solo la saggezza.
Comportarsi da adulti
per non fare sogni brutti,
un posto per tutti
per i belli e per i bruti,
uguali nei banchi di scuola,
neri, bianchi e gialli.
Non soltanto tra persone
ma rispetto anche per gli animali
miliardi e milioni tutti quanti
saremmo buoni.
Senza mettere mai i guanti
un mondo di santi e poeti,
liberi di fare… ciò che piace.
Lavorare o giocare,
di fare l’amore per amore,
non mi sento peccatore
perché non è disonore.
Dove tutte le cose
hanno i colori più belli.
E le puoi anche ottenere
senza doverle comprare
oppure soltanto sognare
un mondo dove per finire
sia vietato soltanto morire.
Ballando fino all’imbrunire.
(Francesco Cau)
Chiarello Rosa Maria
LA VITTIMA E IL CARNEFICE
Ubriaco, sempre ubriaco.
Violento, sempre violento.
Il tuo viso pieno di lividi,
gli occhi gonfi, neri
il tuo corpo martoriato.
La paura e l'angoscia ti opprimono.
Incapace di reagire,
incapace di parlare
vedi il buio attorno.
Ti nascondi , ti trova
ti prende sul pavimento di ghiaccio.
Guardi in alto,
cerchi di non vedere,
di non capire.
Immobile subisci,
sangue scivola lungo le cosce
e crampi allo stomaco
lacerano l'anima.
Vorresti fuggire, vorresti liberarti
del bruto che inveisce
ma resti inchiodata al tuo destino
nella paura che possa arrivare
la fine dei tuoi giorni.
(Rosa Maria Chiarello)
Chiro Lina
L’ETERNA LOTTA DELLA VITA
Ho sepolto il mio tempo
in un angolo del mio cuore.
Si è perduto nel cielo buio
dove le nuvole ricamano
soffici frammenti di vita.
Sfioro con le mani
il bagliore della luna,
che riflette le mie lacrime
sulla mia pallida pelle.
Guardo i mille volti della notte
e le stelle lucenti rischiarano
la mia anima, che vive
di ricordi e ancora spera.
Parole, solo parole
per fermare
l’attimo che fugge.
Il tempo delle attese
svanisce e si arrende
a desideri che fluttuano
nell’aria.
L’eterna lotta della vita
alla quale non mi sottraggo,
perché la voglio dentro di me!
Mi pervade il suo profumo
e mi vive
SEMPRE!
(Lina Chiro)
Ciarletta Mariano
STRADE
Ho percorso strade
perdendo il conto dei passi,
ho incontrato occhi
sfiorato labbra bramose di fuga.
Mi sono nutrito di menzogna
e l’ho cucita, su ogni singola membra.
Ho indossato una maschera su un volto di cera
annusato profumi di storie non mie.
Ho stillato lacrime che avrei potuto conservare
gelosamente, come prismi preziosi
per rivenderli al miglior offerente.
Ho assaggiato essenze di vita
e ho preso a pugni il dolore
nelle febbrili notti dell’anima.
Ho custodito sanguinanti ferite,
che ho ancora qui, sui palmi della vita.
(Mariano Ciarletta)
Cirami Sabrina
IN MEMORIA DI UN PADRE
Eri padre,uomo, marito,amico; Suo padre.
Fiero di esserlo,felice della grandezza umana del tuo piccolo
Eri padre e da padre non hai sopportato la perdita;
straziante il tuo urlo silenzioso quella notte;
straziante i tuoi pugni sbattuti con tenera violenza a quella porta di ferro;
come se temessi di colpire lui .
Lui che giaceva inerte , che dormiva con il viso bambino
dei suoi 17 anni non compiuti
Eri padre,con il dolore che ti annientava hai affrontato il tempo
sino a lacerarti dentro,
sino a far mancare l'aria ai tuoi polmoni
Sei padre, fiero oggi di riabbracciare il tuo piccolo grande uomo,
che la sorte ha lasciato bambino
Sei padre felice di poter “vivere” con lui e per lui
Sei padre,che finalmente respira di nuovo e corre libero con il suo piccolo
Sei padre oggi.
Ritrovi il tuo “piccolo” grande uomo di cui sarai fiero sempre,
come lo sei stato , anche nei momenti di assoluta assenza.
Una rosa sarà sempre per te ;come una rosa per sempre, sarà per lui .
(Sabrina Cirami)
Cirigliano Tonia
DISORDINE SOCIALE
Passioni, momenti di vita.
Acque travolgenti, trombe d'aria...
Un sospiro...
nell'alito la paura...
Nebbie che ci avvolgono,
come a nascondere la verità delle cose...
Si cammina nel tempo, in cui domina il terrore e lo spreco.
Scelte politiche,
discriminazioni,
profonde differenze, malcontento,
dislivello economico,
delusioni,
debolezze delle forze imprenditrici...
Manca l'armonia dell'universo,
quel legame tra il cielo e la terra.
Appaiono sguardi di uomini,
con esperienze diverse,
preoccupati discutono tra loro....
Gli sfugge l'amore...
e l'affetto di un avvenimento importante.
(Tonia Cirigliano)
Colacrai Davide Rocco
LA MIA VERSIONE DEI RICORDI (a fondo Gesù)
Appartengo ad un cortile, sudato quanto basta,
dove si sono intersecati sogni,
promesse e voti ai santi,
parole, spesso disattese,
uomini che non ricordano di aver mai avuto un’infanzia
e madri ancora in attesa della loro favola,
troppi puntieacapo,
pochi metri quadrati a sfinire una vita come un amplesso postumo,
orfana e nuda,
ai piedi di casamenti stanchi di ruminare
in mezzo al cielo
e non portare niente di buono, neanche mezzo desiderio, in terra,
a noi affamati di amore.
si consuma il tempo, sembra pressoché sempre ieri,
e, con esso, il coraggio di fingere un’altra vita,
comunque diversa,
di credere che c’è qualcosa, anche per noi,
dopo i confini,
la forza, o semplice volontà, di non assomigliare agli altri,
lo spazio per gli anni di tramutarsi in ricordi,
belli o brutti non importa,
il conforto di chi ci ha impresso con il suo nome,
e ci consumiamo anche noi
secondo la legge della nostra malasorte.
indossiamo la povertà, insieme marchio e scudo,
che mai si asciuga nei nostri occhi,
sporchi di fuochi d’artificio e mare, del canto della lontananza,
e di mediterraneo addosso.
io, come gli altri, figlio dell’iradidio.
nella solitudine della mano del mondo.
(Davide Rocco Colacrai)
Collesano Gino
VUOTI DELL’ANIMA
Dipingo il soffitto con le mie
malinconie
riflessi senza colori e strane
fantasie
scorre la vita un fiume triste
emozione
graffio l’ombra nella luce la
ragione
orme inghiottite dall’onda di
mare
respiro silenzi gusto piogge
amare
mani nude scavano tirano
pensieri
remi vagabondi ricercano
sentieri.
(Gino Collesano)
Corbetta Alessandra
PRIMA DI DORMIRE
Il tuo potere si è ristretto.
Non fu colpa di un lavaggio sbagliato,
ma del suo sbagliato essere perfetto.
Non avverti un tiepido disagio?
Non lo vedi muoversi come un gatto
dentro all’essere mio randagio?
Mi dormi accanto
e viscido il tuo braccio sfiora l’incanto
del mio cuscino:
sarà del mattino il fiore reciso,
nuovo artiglio a disegnare il mio viso.
Gridano: “è un assassino”.
Solo un pezzo, di destino.
(Alessandra Corbetta)
Corbi Melissa (Lilith Hendrix)
SILENZI INOLTRATI
Mi riverso
Su sponde di malinconia
Sottopelle
Spine di rose mi pungono la carne.
Brilla il sole
Illuminando i miei capelli
Rossi, come il fuoco
Mossi, come le onde del mare in tempesta.
Nel buio
Di una notte mancata
Mi accingo ad afferrare fiori secchi
Dispersi nei prati desolati
Solitari,
Essi hanno bisogno di sorridere
Come le anime
Che danzano intorno ai ceppi secolari.
Nelle mie melodie scomposte
Ascolto dolcemente
La depressione primaverile
D'una silente mente fuori luogo.
Furto d'arte
Corro, adesso, attraverso sempreverdi luoghi boschivi
Sognando l'autunno
Trasportare via i miei silenzi.
Lilith Hendrix (Melissa Corbi)
Cozzolino Giusy
GIORNO SOLARE
Ti dono il mio dolce sorriso,
accompagnato da una rosa,
da una carezza,
da un dolce pensiero,
che giorno dopo giorno ricevi un saluto,
un abbraccio,
un tvb,
gesti che sembrano.insignificanti
ma toccano la sensibilità altrui,
dando un po' di luce e colore
ai giorni bui che la vita ti riserva
giorno dopo giorno
rendendolo un giorno speciale.
(Giusy Cozzolino)
Cristiani Angela
COMPAGNO DI VITA
Quell’angoscia intollerabile,
un nodo che ti serra la gola,
e ti chiedi perché
Il cuore che batte all’impazzata
quella sensazione di vertigine
e non comprendi per quale motivo
senti di non avere più il controllo della mente
ti manca il respiro
fino alla perdita dei sensi.
Poi quel nodo sembra sciogliersi
versando tutte le lacrime che
hai nel cuore svuotandoti la mente
allentando le tensioni
rallentando i battiti
Il perfido si è solo celato
pronto a manifestarsi
alla prossima occasione,
alla paura d’aver paura
Ti guardi attorno
quasi a voler esser certa
che nulla è cambiato
sembra tutto assurdo
sembra un brutto sogno
irrazionale
Chi sei? Sono il panico
Da dove vieni?
Da molto lontano.
Cosa vuoi da me?
Che ti stimi di più.
Distanti son le risposte
e molto tempo serve per scoprirle
ma non accusarti di chissà quali gravi
azioni potresti aver commesso
non esser ipercritica
non perder la stima di te stessa.
Arriverai alla consapevolezza
di capire ciò che ha scatenato
questo malessere,
forse ne avrai paura,
dirai a te stessa: “in fondo che mi manca?”
ti sentirai ancor più in colpa.
Ma non devi.
(Angela Cristiani)
Cutaia Stefania
RINASCITA
Sono stanca di amarti
L’ho pensato coricandomi
Lo penso svegliandomi
Tutto il giorno
Penso questo dolore
Immutabile
Come lo scandire dei giorni
Come l’alternarsi delle stagioni
Ma verrà l’inverno
E il dolore diventerà di ghiaccio
Aspetterò che il sole lo sciolga
E piangerò
Come all’inizio dei giorni
Come ti ho conosciuto
Respirando.
(Stefania Cutaia)
Cuzzocrea Alessia
BUIA
Buia è come l'odio.
Un mare di smanie e di follie,
dorme, ma dentro è sveglia.
Si fa strada nella tua testa,
vedo che ti controlla,
le assomigli un pò.
Ma è una lotta
e ti fa male il petto,
se di notte vuol combattere un pensiero.
Sei diretta quando parli,
sei sincera e sorridi,
provochi chi ti vuol sfidare.
Fai pentire pure il sole
di illuminare il buio che ti avvolge.
(Alessia Cuzzocrea)
Dea Airam (Pseudonimo)
'O TERREMOTO
Chesta terra m'ha traduto
allucche
ca manco Ddijo ha sentuto
È stato n'attimo
eterno
e po tutto è fernuto
'A nott' è scura
ma se sente 'o dulore
na litania
ca te jaccia 'o core
'O sole schiara juorno
'ncopp'â 'sti pprete scarrupate
comm''e suonne mije
addò je chiagno
lacreme 'e povere
Niente, nunn'è rimasto chiù niente
Aggio perduto e bbene mije
chiù carnali
E cu arraggia
c'astregno dint'ê mmane
m'aggio 'nventà n'atu rimane
'A notte è scura
e je me mecco paura
(2016) Con una dedica particolare a chi ha vissuto questo dramma.
(Dea Airam)
Dell’Acqua Nicola
IL GRANDE SEGRETO
Vagavo ignaro
alla ricerca
del grande segreto
tra mille pergamene
sparse tra le polverose
e rumorose strade
di città metropolitane
dove la vita profuma di sangue dolore e resurrezione
dove ogni evento ha mille sfumature diverse
intrise di lacrime e speranza .
Lo splendore di un diamante
posto come pietra miliare
li ad angolo di strada
rifletteva gocce di sangue
che parean scendere giú
da una corona di spine
posta in alto ad un pennone
dove sventolava
una bandiera
in cui la figura
di un vecchio mappamondo
arrancava dietro
un vecchio carro
spinto da uomini
un po' alticci
pronti a cambiar
direzione al primo
refolo di vento.
Per due soldi
qualcuno vendette la
propria anima al
primo mercante di passaggio,
un vecchio rigattiere
mostrava fiero il suo pezzo migliore
di cui andava fiero
un grande e unico
libro che si diceva fosse sacro e
raccontasse la verità che l'umanità intera cercava
ma che il grande segreto ancora nascondeva in se,
Balli di gioia tra mille canti
e preghiere per una inattesa e lieta svolta finale
si delineavano all'orizzonte di un mondo nuovo
(Nicola Dell’Acqua)
D’Errico Alba LA NOTTE DEL NOSTRO CUORE
E' inutile cercare l'acqua nel deserto...
bruciare le suole camminando sotto il sole.
Senza direzione...
Senza comprensione.
Siamo tutti sulla stessa strada...
abbiamo tutti la memoria graffiata.
Basta un solo giorno per diventare esuli...
anche fra le mura di casa nostra.
La realtà non sarà restituita...
non ci saranno immagini a colori...
solo giorni compressi nella memoria.
E' caduta la Città Madre...
ridotta ad un cumulo di macerie...
le ferite sono sparse ovunque...
dentro e fuori.
Potranno mai apparire liete immagini...
a disegnare il ritorno?
Oggi sono imbrattate dalla nebbia fitta...
le parole non sono sufficienti...
i gesti risultano impediti...
le volontà restano negate.
La Città Madre come una Fenice...
si rialzerà...
cancellerà i graffi ricevuti...
restaurato sarà il suo Cuore.
Spazzata la nebbia antica...
le parole torneranno ad essere di conforto...
il loro giusto valore...
insieme ai gesti e alle stesse volontà.
Ancora un pò assetata...
con vari buchi nelle suole...
non si arrenderà.
Ella non cederà il passo alla Tristezza...
vivrà...
in compagnia di una lacrima...
abbracciata ad un incerto sorriso...
tremante stringerà una carezza dolcissima...
rubate alle Stelle...
nel Cielo azzurro della Pura Speranza...
a quel Dio che ovunque si trovi...
mai lasciò quella Città...
il suo Cuore.
(Alba D'Errico)
De Curtis Antonio (pseud.)
L’ACROBATA
Dismetti con rapidi gesti
il vestito aderente, lucente;
le scarpe di pezza eleganti
ed i guanti lunghi, da presa.
Lontano già lo sfavillio delle luci
ed il brusio attonito, di meraviglia;
le mani protese alle mani,
lo sforzo che la grazia del corpo sinuoso,
del gesto elegante e potente
celava alla folla ammirata laggiù.
Lontano l’applauso,
i rapidi inchini,
l’anonima gente,
le facce contente
di adulti e bambini.
Con rapido passo t’appressi
nel buio alla casa vagone;
socchiudi, con mano leggera,
la porta del fragile tetto;
l’apri;
t’inoltri con passo felpato;
trascorri veloce gli stretti budelli.
Già l’odi; ti chiama;
t’affretti; ci sei:
nell’angolo calmo e sicuro
la culla;
or non esiste più nulla.
Lui s’agita calmo in quel canto
ed il pianto, appena accennato,
s’acquieta al tuo volto,
e protende le mani e la bocca;
e lo prendi e ti siedi
e l’abbracci e ti scopri
e l’accosti e l’allatti
acrobata mamma.
(Antonio De Curtis)
Deiana Graziella
CIÒ CHE FU
La notte oscur discende,
e nell'anima latente
Il dolor che fu s'accende..
Silenzi tormentati,
sogni frantumati..
Il fu ricordo sbiadendo,
va nel cor pian pian
svanendo..
Lagrime di sangue..
nel petto il sospir
langue.
Notte oscur che affondi
come lama nei miei
perduti mondi..
quieta questo dolore
del fu perduto amore.
(Graziella Deiana)
Di Maria Rosetta
E LA CHIAMAVANO DONNA
Quella col fardello dei figli
Sulle spalle,
senza testa,
senza cervello,
senza opinioni;
un’oca chiusa in un recinto
non sempre dorato:
casa e figli
e pesanti carezze sulla sua pelle.
Quella donna che ascoltava, taceva
E capiva quando le si diceva:
“Zzittiti ca si fimmina!”
-il silenzio per l pace quotidiana-.
E n’è passata acqua sotto i ponti!
Come un bruco
diventa farfalla,
l’antica donna è donna madre,
donna magistrato,
moglie accanto all’uomo
per decidere insieme,
educare insieme
gli uomini di domami.
(Rosetta Di Maria)
Di Massa Maria
IL VELO NERO
Sono qui nel piu' totale del nulla,solo coperta da un velo nero.
Dove sono?
La mia mente e' avvolta dalle braccia del dimenticatoio,
non ho la forza di muovermi.
Ecco vedo sorgere il sole e tutt'intorno e' nudo e spoglio,
e' aperta campagna, tra i steli d'erba coperti di rugiada
fa capolino una farfalla che poi si allontana.
Perche' sono qui?
La mia mente rifiuta di ricordare.
Da quanto tempo?
Forse un eternita'.
Le mie carni sono lacere e coperte di lividi,
dolori lancinanti che mi arrivano dritti all'anima.
Ora ricordo!!!
E il ricordo e' piu' straziante e orripilante di questo dolore che mi strugge.
Quanti erano?
Due,tre,quattro?
Non ricordo,non voglio,non posso.
Si sono avventati sul mio corpo esile e indifeso
come bestie disumane e lo hanno deriso,ferito,vilipeso.
Mi hanno preso tutto,ma non il mio cuore,
la mia mente il mio animo che continueranno a vivere.
Anche se in questo momento,vorrei che questo velo nero
diventasse un velo di morte
(Maria Di Massa)
Dimitrova Alessandra
АЛЕКСАНДРА ДИМИТРОВА
ЛИТОСТ
(Според еден збор кај Кундера)
Истанбул врие
Лие од секое каменче
Вака никогаш не врнело во Скопје
Театaр Монодрама
во малата хотелска соба
додека истородни кирилични букви
се лијат по моите набрекнати гласни жили
додека во прстите понира кундеровското чувство
додека флуктуира Литоста
Скопје е далечно
Скопје е суво
Знам од нет
Ти си далечен
Ти си толку лажен
Скоро нестварен
Знам од сеќавања
Никогаш толку јасно како сега
Само буква
Процеп во меморијата
Временска пукнатина во ѕидините на Бизант
Тука не грми филмски
Тука врне без драматизација
Џамиите застрашувачки гласно
ја извикуваат пред изгрејсонце
ја повторуваат цело попладне
страшната буква од твоето име
како тоа да е сосема природно
како што е природно да чувствувам толку литост
поради фактите од твојот живот
Фрустрации
Ротација Филмски сет
Султанските сводови
Атриумите
Цистерните
Спинално се вртат околу мојата мозочна оска
Како тоа да е сосема политички коректно
Како што е eтички некоректно секој збор
да ја содржи таа буква
со лична симетрија
И сè се врти
Ротира Босфор околу својата
четврта буква Магија
Историја во филџан кафе
Мал е Босфор за да го удавам ова чувство
Оваа кундеровска литост
Мириса на предавство
На твојата прва буква
Мириса на тебе
Илјадници кирилични букви
Од олуците
Од минарињата кои врескаат
Од главата полна експлозии
Огномети Форми
Сини Големи Непредвидливи
Како ветрот Како тебе
Босфор ја завива својата четврта буква
застрашувачки гласно Камбаните пукаат
Мојата литост непопустлива е
(Alessandra Dimitrova)
Traduzione a cura dell’autrice – VUOTO. Istanbul sta bollendo/ Istanbul sta rovesciandosi da ogni pietra/ Non si era mai così rovesciato a Skopje/ Teatro Monodramma/ in una piccola stanza d'albergo/ mentre lettere cirilliche omogenee/ stanno opprimendo le mie corde vocali tese/ mentre nelle mie dita sta affondando quella sensazione/ mentre il Vuoto fluttua lentamente/ Skopje è distante/ Skopje è arido/ Lo so dalla rete/ Sei distante/ Sei senza movimenti/ Irreale/ Lo ricordo/ Mai così chiaro come adesso/ Solo una lettera nella memoria/ Pausa nei muri di Bisanzio/ Qui non piove come in un film/ Tuona senza drammatizzazione/ lettera del tuo nome/ Come è del tutto naturale/ Come è naturale sentirsi così Vuoto/ a causa dei fatti della tua vita/ le tue fobie personali / Frustrazione// Rotazione filmato/ Gli archi del Sultano/ Gli atrii/ Le cisterne/ Ruota il Bosforo attorno al proprio asse/ Come è politicamente corretto/ Come è eticamente corretto ogni parola da contenere/ quella lettera con una sua simmetria/ Tutto gira il Bosforo/ ruota attorno alla sua quarta lettera/ Storia della magia in una tazza di caffè/ Anche il Bosforo è piccolo per schiacciare questa sensazione/ Questo vuoto odora di tradimento/ Sulla tua prima lettera su di te/ Migliaia di lettere cirilliche/ Dalle grondaie/ Dai minareti urlanti/ Dalla testa piena di esplosioni/ Forme di fuochi d'artificio/ Big Blue imprevedibile/ Come il vento / Come te/ Il Bosforo urla la sua quarta lettera/ Il suono delle campane è spaventosamente forte/ Il mio vuoto è senza sosta.
Di Naro Angelo PADRONE DI NIENTE E SERVO DI NESSUNO
Nel mare dei tuoi occhi,
il mio pensiero annega.
E’ il mio essere perduto che si scioglie
nella mia sostanza imperfetta.
Dentro l’amore e la follia,
con poco ricordo e poca malinconia,
desidero incontrarmi con me stesso
e vivere nel tempo presente
e tempo futuro, felice di essere
sempre, tra gli altri, nella strada.
Si, nella strada,
con gioia e allegria
a lottar, con amici amiche
compagne compagni
sorelle fratelli,
per un nuovo mondo possibile,
padrone di niente e servo di nessuno.
(Angelo Di Naro)
Di Pasquale Enza
LA RAGAZZA DEL BERSAGLIERE
Sono la ragazza del bersagliere,
che aspetta ogni sera che torna il suo amore.
Ma sono vent'anni che aspetta e che spera...
Ogni sera il suono di una tromba,
che annuncia il suo arrivo,
ma come ogni sera una voce lontana le mormora piano;
non aspettare più perché son sepolto in quel ponte laggiù.
(Enza Di Pasquale)
Di Pino Rosa SERENATA SVAMPITA
Intonerò per te una serenata.
Ti sembrerò sicuramente
un po svitata.
Cercherò parole nuove,
che accarezzino il tuo cuore.
Rapirò il tuo pensiero,
e lo chiuderò nel mio sentiero.
Canterò una dolce serenata.
Forse la mia voce,
non sarà proprio intonata,
ma è solo perché
sarò molto emozionata.
Mi farò aiutare dalla fortuna,
con la complicità della luna,
in una notte in piena estate,
in cui tutto ha il sapore,
di me e di te.
Con un fil di voce canterò,
finché delicatamente ti sveglierò.
I raggi danzanti delle stelle,
le più luminose e le più belle,
eseguiranno ,
un incantevole melodia,
sostituendo l'orchestra,
e cosi tu,
ti affaccerai alla finestra.
I luccichii delle stelle,
saranno dei miei occhi,
meno belle,
mentre ti affascineranno
e t'innamoreranno!
Una lacrima di commozione,
alla luna scapperà,
e sulle tue labbra,
come un mio tenero bacio,
scivolerà.
Una rosa rossa mi donerai,
che tra i miei boccoli metterai.
Allora la mano mi prenderai
e di ballar con te mi chiederai.
Questa sarà la mia serenata,
un po svampita,
per l'Amore,di tutta una vita!
(Rosa Di Pino)
Di Vita Maria
U MUNGIBEDDU (lingua locale: siciliano)
Stu Mungibeddu quanti aspetti ca ha:
‘nto mmennu cu du mantu iancu
pari na sposa in abito biancu,
quannu poi a nivi si sciogghi
nesci niura comu li scogghi!
‘n ghionnu avi u pinnacchiu ‘ntesta,
e ietta schigghi a vuci i testa!
Quannu inveci è rilassatu
è di ‘n culuri tantu pacatu.
Cetti voti cento pinseri avi in testa
e si cummogghia di nuvuli lesta lesta.
Quannu inveci è in eruzioni
pari ‘n grandi pentoloni:
fora manna cinniri,
gas, pitricculi
e sputa focu
in ogni locu.
Ma mali non ni fa
si femma sempri in tempo
comu pi darini n’avvettimento!
È ‘n spettaculu ammiralla,
di unni ti giri giri a viri:
do mari, do Duomo
di l’aeropottu e in volu
e a talialla iu mi commuovu!
(Maria Di Vita)
Traduzione dell'autrice - L'ETNA. Questa Etna quanti aspetti che ha:/ in inverno con quel manto bianco/ sembra una sposa in abito bianco,/ quando poi la neve si scioglie/ viene fuori nera come gli scogli!/ Un giorno ha il pennacchio in testa,/ e urla a voce di testa! / Quando invece è rilassato/ è di un colore tanto pacato./ Certe volte cento pensieri ha in testa/ e si copre di nuvole lesta lesta./ Quando invece è in eruzione/ sembra un grande pentolone:/ fuori manda cenere, / gas, pietruzze / e sputa fuoco/ in ogni luogo./ Ma male non ne fa / si ferma sempre in tempo/ come per darci un avvertimento!/ È uno spettacolo ammirarla,/ da dove ti giri giri la vedi:/ dal mare, dal Duomo, / dall’aeroporto e in volo / e a guardarla io mi commuovo!
Donati Simona
SONO DONNE
Le puoi desiderare...
Sono donne con la testa tra le nuvole
Autrici di poesie dall'amore idealizzato
Sguardi complici tra i tavoli di un bar
mani che si muovono
voci che si rincorrono
Sono nuvole di profumo e vestiti colorati
Sono l'Enigma di un Sorriso immortalato in una tela
Le puoi 'sentire'...
Sono donne dalle lacrime celate
esperte nel nascondere ferite
Attrici consumate dai sorrisi disegnati
Sono occhiali scuri in un giorno senza sole
Sono la Paura e la Vergogna
Le puoi intuire...
Sono donne confuse in mezzo al niente
Appuntamenti mancati e impegni rimandati
Sono il disordine di una stanza nel disordine di una vita
Sguardi bassi e frasi bisbigliate
Sono bambine Mai cresciute
Orfane di un' amore Mai arrivato
Le puoi ammirare...
Sono donne dalla forza smisurata
Sono cadute e risalite
Sguardi dritti e testa alta
Sono l'Orgoglio e la ragione
La rabbia e la Passione
Sono Donne
e non le puoi catalogare
Sono Tutte e poi Nessuna
In ogni luce Mille Colori
in ogni Donna diverse Emozioni
(Simona Donati)
Donatini Rita
UN RESPIRO DI CIELO (A mia madre)
Profumano di te le mie radici
come mosto d'uva matura
nell'ore di luce d'autunno,
nella morbida terra scivolano
ad accrescere la linfa vitale
che nel corpo scorre ed ama.
Rifugio d'emozioni e' il sentiero del cuore
quando scuote il ricordo bambino,
antico desio del tuo sorriso
ad accarezzar silenti frammenti
di tenerezza e calore.
S'accorciano le ore sul far della sera,
s'addorme l'antico borgo affaticato
ed io, incantata, mi perdo
nel vermiglio tramonto
dell'ultimo riflesso di sole,
ristoro eccelso
d'una preziosa giuggiola di poesia.
E tu sei quella giuggiola
dolce e succosa,
anelito d'aromatica essenza,
un respiro di cielo tu sei
che aleggia leggero
nell'eco d'antichi ricordi
a riviver l'ore trascorse
in un frammento d'eterna memoria.
(Rita Donatini)
Dragoianu Ana (Romania)
ÎN CETATEA CETĂŢILOR PĂSĂRILE CIUGULESC ASFALTUL VIU
Se aud cum crapă bucăţile de pietre
până la asfinţit
întunericul
cu o lamă tăiosa
străpunge pieptul toamnei
iar eu îmi întind visele
până la strigăt
sunt departe
mult prea departe
între filosofia primită ca moştenire
de la mama
şi cruda realitate a sensurilor
de la tata
nimic nu se compară cu sucul proaspăt
din grădina luminii
acolo unde matematica mă jefuieşte de timp
şi ca să trec pe linia continuă
rugându-mă de lege să fie îngătuitoare
am nevoie de verbe ce susţin
bunele intenţii
în Cetatea Cetăţilor noaptea
ca o femeie desculţă
trage aer în piept
şi mă trimite să calculez păsările cu ciocuri ascuţite
să fie moarte
să fie viaţă
nicio certitudine
(Ana Dragoianu)
Traduzione di Laura Zicari – NELLA FORTEZZA CITTADINA GLI UCCELLI BECCANO L'ASFALTO VIVO. Si sente come pizzicano le pietre / fino a seral buio della notte / Come una lama tagliente / trafiggono il petto dell’autunno / allungando i miei sogni / fino ala disperazione. // Sono lontano / troppo lontano / tra la filosofia ricevuta come eredità/ da mia madre / e la cruda realtà dei sensi / di mio padre//Niente è paragonabile con il succo fresco / che si trova nell’orto della luce / dove la matematica mi ruba il tempo / e per passare sulla linea continua / prego che la legge sia lieve / perché io ho bisogno di verbi per sostenere / le buone intenzioni// Nella Fortezza della Città/ la notte è come una donna scalza/ respira/ e mi manda a contare gli uccelli con becco affilato. // Che sia morte / Che sia vita / Non c’è certezza.
D'Ulivo Laura
UNA CONCHIGLIA
Sulla deserta riva
un'onda biancastra e tremula
ha lasciato il suo prezioso dono.
Uno fra tanti...
che, gelosamente, il mare custodisce
nei suoi profondi abissi.
Eccola, è lì !
abbandonata a se stessa.....
una meravigliosa conchiglia !!!
Eccola, è lì !
privata del suo mare...sola...
fra i granelli di sabbia che non sente suoi.
E come, chi, sperduto in mezzo alla gente,
cela, nella sua anima, i propri ricordi,
anche lei racchiude dentro se stessa
la voce del suo mare.
(Laura D’Ulivo)
Falsone Anna
POSSIBILITA’
Un’altra
ancora un’altra vita.
Voglio
alleggerire i piedi dal fango
e spiegare ali imbrigliate.
Voglio
sciogliere il fiato,
liberare il pensiero
e scivolare
nell’abbraccio del sole.
Voglio
imprigionare il tempo
e strappargli
minuti.
Un nuovo sorriso,
un’altra
ancora un’altra vita.
(Anna Falsone)
Fazio Tirrozzo Franca
ODE ALLA PRIMAVERA
La natura si risveglia
E quando il sole abbraccia la terra
Lei ci regala i suoi colori...
E il vento accarezza i suoi capelli dorati danzando e fluttuando
Come una giovane ballerina
Sulle eleganti note della sua voce
Fresca e profumata
Che inebria l'animo di ogni creatura.
(Franca Fazio Tirrozzo)
MUSEI
Mi aggiro attonita
attraversando
la polvere che pregna
l'iride mentre lascia
l'impronta del passaggio
di tele dove i colori
mischiati da mani
sapienti danno
forme a battaglie...
città e visi sepolti
nel sudore della
memoria dei
libri di storia.
Statue di marmo e
leghe sembrano
animarsi al mio
passo stupito.
Madida di tanta
bellezza che
uomini d'ingegno
hanno donato.
(Giusy Casati)
Catanzaro Francesco Paolo
NELLA FRESCURA DELLE ONDE
Pochi gabbiani
riescono a raggiungere l"orizzonte.
E sul molo
sotto le sferzate del vento
rimane in attesa la donnina.
Un punto nero fra ali bianche
che temono ed aspirano
al vero senso della vita.
Nessuno ricorda lazzardo,
nessuno sa come volgerà il giorno.
Ritorna alfine il pescatore
e la casa freme di gioia.
E del gabbiano nessuna notizia.
Rimane solo un ricordo che tormenta.
(Francesco Paolo Catanzaro)
Caturano Gennaro Domenico
ANGELO
Bella come un Angelo
i suoi occhi erano magia
incanto divino pieno di follia,
i suoi capelli al vento
le sue ali erano un paravento.
I suoi battiti erano intonati
i suoi passi erano delicati
le sue emozioni erano bagliori
la sua passione donava amore,
era avvolta da un mistero
disperso da un oceano immenso
il suo abisso profondo
accolto da un dorato fondo
specchiato dalla luna,
in gran battuta.
La sua sensualità incandescente
mi stupiva la mente
la sua innata gioiosità
avvolgeva la mia tranquillità.
Angelo,
rimarrai la mia serenità!
(Gennaro Domenico Caturano)
Cau Francesco
SOGNO
A volte sogno
un mondo diverso.
Non messo di traverso,
come adesso
un immenso prato tutto
di fiori colorati.
Da solo dove non c’è nessuno
Ho bisogno di sentirmi amato,
in un mondo pieno di bontà,
donando carità.
Dove esista solo la saggezza.
Comportarsi da adulti
per non fare sogni brutti,
un posto per tutti
per i belli e per i bruti,
uguali nei banchi di scuola,
neri, bianchi e gialli.
Non soltanto tra persone
ma rispetto anche per gli animali
miliardi e milioni tutti quanti
saremmo buoni.
Senza mettere mai i guanti
un mondo di santi e poeti,
liberi di fare… ciò che piace.
Lavorare o giocare,
di fare l’amore per amore,
non mi sento peccatore
perché non è disonore.
Dove tutte le cose
hanno i colori più belli.
E le puoi anche ottenere
senza doverle comprare
oppure soltanto sognare
un mondo dove per finire
sia vietato soltanto morire.
Ballando fino all’imbrunire.
(Francesco Cau)
Chiarello Rosa Maria
LA VITTIMA E IL CARNEFICE
Ubriaco, sempre ubriaco.
Violento, sempre violento.
Il tuo viso pieno di lividi,
gli occhi gonfi, neri
il tuo corpo martoriato.
La paura e l'angoscia ti opprimono.
Incapace di reagire,
incapace di parlare
vedi il buio attorno.
Ti nascondi , ti trova
ti prende sul pavimento di ghiaccio.
Guardi in alto,
cerchi di non vedere,
di non capire.
Immobile subisci,
sangue scivola lungo le cosce
e crampi allo stomaco
lacerano l'anima.
Vorresti fuggire, vorresti liberarti
del bruto che inveisce
ma resti inchiodata al tuo destino
nella paura che possa arrivare
la fine dei tuoi giorni.
(Rosa Maria Chiarello)
Chiro Lina
L’ETERNA LOTTA DELLA VITA
Ho sepolto il mio tempo
in un angolo del mio cuore.
Si è perduto nel cielo buio
dove le nuvole ricamano
soffici frammenti di vita.
Sfioro con le mani
il bagliore della luna,
che riflette le mie lacrime
sulla mia pallida pelle.
Guardo i mille volti della notte
e le stelle lucenti rischiarano
la mia anima, che vive
di ricordi e ancora spera.
Parole, solo parole
per fermare
l’attimo che fugge.
Il tempo delle attese
svanisce e si arrende
a desideri che fluttuano
nell’aria.
L’eterna lotta della vita
alla quale non mi sottraggo,
perché la voglio dentro di me!
Mi pervade il suo profumo
e mi vive
SEMPRE!
(Lina Chiro)
Ciarletta Mariano
STRADE
Ho percorso strade
perdendo il conto dei passi,
ho incontrato occhi
sfiorato labbra bramose di fuga.
Mi sono nutrito di menzogna
e l’ho cucita, su ogni singola membra.
Ho indossato una maschera su un volto di cera
annusato profumi di storie non mie.
Ho stillato lacrime che avrei potuto conservare
gelosamente, come prismi preziosi
per rivenderli al miglior offerente.
Ho assaggiato essenze di vita
e ho preso a pugni il dolore
nelle febbrili notti dell’anima.
Ho custodito sanguinanti ferite,
che ho ancora qui, sui palmi della vita.
(Mariano Ciarletta)
Cirami Sabrina
IN MEMORIA DI UN PADRE
Eri padre,uomo, marito,amico; Suo padre.
Fiero di esserlo,felice della grandezza umana del tuo piccolo
Eri padre e da padre non hai sopportato la perdita;
straziante il tuo urlo silenzioso quella notte;
straziante i tuoi pugni sbattuti con tenera violenza a quella porta di ferro;
come se temessi di colpire lui .
Lui che giaceva inerte , che dormiva con il viso bambino
dei suoi 17 anni non compiuti
Eri padre,con il dolore che ti annientava hai affrontato il tempo
sino a lacerarti dentro,
sino a far mancare l'aria ai tuoi polmoni
Sei padre, fiero oggi di riabbracciare il tuo piccolo grande uomo,
che la sorte ha lasciato bambino
Sei padre felice di poter “vivere” con lui e per lui
Sei padre,che finalmente respira di nuovo e corre libero con il suo piccolo
Sei padre oggi.
Ritrovi il tuo “piccolo” grande uomo di cui sarai fiero sempre,
come lo sei stato , anche nei momenti di assoluta assenza.
Una rosa sarà sempre per te ;come una rosa per sempre, sarà per lui .
(Sabrina Cirami)
Cirigliano Tonia
DISORDINE SOCIALE
Passioni, momenti di vita.
Acque travolgenti, trombe d'aria...
Un sospiro...
nell'alito la paura...
Nebbie che ci avvolgono,
come a nascondere la verità delle cose...
Si cammina nel tempo, in cui domina il terrore e lo spreco.
Scelte politiche,
discriminazioni,
profonde differenze, malcontento,
dislivello economico,
delusioni,
debolezze delle forze imprenditrici...
Manca l'armonia dell'universo,
quel legame tra il cielo e la terra.
Appaiono sguardi di uomini,
con esperienze diverse,
preoccupati discutono tra loro....
Gli sfugge l'amore...
e l'affetto di un avvenimento importante.
(Tonia Cirigliano)
Colacrai Davide Rocco
LA MIA VERSIONE DEI RICORDI (a fondo Gesù)
Appartengo ad un cortile, sudato quanto basta,
dove si sono intersecati sogni,
promesse e voti ai santi,
parole, spesso disattese,
uomini che non ricordano di aver mai avuto un’infanzia
e madri ancora in attesa della loro favola,
troppi puntieacapo,
pochi metri quadrati a sfinire una vita come un amplesso postumo,
orfana e nuda,
ai piedi di casamenti stanchi di ruminare
in mezzo al cielo
e non portare niente di buono, neanche mezzo desiderio, in terra,
a noi affamati di amore.
si consuma il tempo, sembra pressoché sempre ieri,
e, con esso, il coraggio di fingere un’altra vita,
comunque diversa,
di credere che c’è qualcosa, anche per noi,
dopo i confini,
la forza, o semplice volontà, di non assomigliare agli altri,
lo spazio per gli anni di tramutarsi in ricordi,
belli o brutti non importa,
il conforto di chi ci ha impresso con il suo nome,
e ci consumiamo anche noi
secondo la legge della nostra malasorte.
indossiamo la povertà, insieme marchio e scudo,
che mai si asciuga nei nostri occhi,
sporchi di fuochi d’artificio e mare, del canto della lontananza,
e di mediterraneo addosso.
io, come gli altri, figlio dell’iradidio.
nella solitudine della mano del mondo.
(Davide Rocco Colacrai)
Collesano Gino
VUOTI DELL’ANIMA
Dipingo il soffitto con le mie
malinconie
riflessi senza colori e strane
fantasie
scorre la vita un fiume triste
emozione
graffio l’ombra nella luce la
ragione
orme inghiottite dall’onda di
mare
respiro silenzi gusto piogge
amare
mani nude scavano tirano
pensieri
remi vagabondi ricercano
sentieri.
(Gino Collesano)
Corbetta Alessandra
PRIMA DI DORMIRE
Il tuo potere si è ristretto.
Non fu colpa di un lavaggio sbagliato,
ma del suo sbagliato essere perfetto.
Non avverti un tiepido disagio?
Non lo vedi muoversi come un gatto
dentro all’essere mio randagio?
Mi dormi accanto
e viscido il tuo braccio sfiora l’incanto
del mio cuscino:
sarà del mattino il fiore reciso,
nuovo artiglio a disegnare il mio viso.
Gridano: “è un assassino”.
Solo un pezzo, di destino.
(Alessandra Corbetta)
Corbi Melissa (Lilith Hendrix)
SILENZI INOLTRATI
Mi riverso
Su sponde di malinconia
Sottopelle
Spine di rose mi pungono la carne.
Brilla il sole
Illuminando i miei capelli
Rossi, come il fuoco
Mossi, come le onde del mare in tempesta.
Nel buio
Di una notte mancata
Mi accingo ad afferrare fiori secchi
Dispersi nei prati desolati
Solitari,
Essi hanno bisogno di sorridere
Come le anime
Che danzano intorno ai ceppi secolari.
Nelle mie melodie scomposte
Ascolto dolcemente
La depressione primaverile
D'una silente mente fuori luogo.
Furto d'arte
Corro, adesso, attraverso sempreverdi luoghi boschivi
Sognando l'autunno
Trasportare via i miei silenzi.
Lilith Hendrix (Melissa Corbi)
Cozzolino Giusy
GIORNO SOLARE
Ti dono il mio dolce sorriso,
accompagnato da una rosa,
da una carezza,
da un dolce pensiero,
che giorno dopo giorno ricevi un saluto,
un abbraccio,
un tvb,
gesti che sembrano.insignificanti
ma toccano la sensibilità altrui,
dando un po' di luce e colore
ai giorni bui che la vita ti riserva
giorno dopo giorno
rendendolo un giorno speciale.
(Giusy Cozzolino)
Cristiani Angela
COMPAGNO DI VITA
Quell’angoscia intollerabile,
un nodo che ti serra la gola,
e ti chiedi perché
Il cuore che batte all’impazzata
quella sensazione di vertigine
e non comprendi per quale motivo
senti di non avere più il controllo della mente
ti manca il respiro
fino alla perdita dei sensi.
Poi quel nodo sembra sciogliersi
versando tutte le lacrime che
hai nel cuore svuotandoti la mente
allentando le tensioni
rallentando i battiti
Il perfido si è solo celato
pronto a manifestarsi
alla prossima occasione,
alla paura d’aver paura
Ti guardi attorno
quasi a voler esser certa
che nulla è cambiato
sembra tutto assurdo
sembra un brutto sogno
irrazionale
Chi sei? Sono il panico
Da dove vieni?
Da molto lontano.
Cosa vuoi da me?
Che ti stimi di più.
Distanti son le risposte
e molto tempo serve per scoprirle
ma non accusarti di chissà quali gravi
azioni potresti aver commesso
non esser ipercritica
non perder la stima di te stessa.
Arriverai alla consapevolezza
di capire ciò che ha scatenato
questo malessere,
forse ne avrai paura,
dirai a te stessa: “in fondo che mi manca?”
ti sentirai ancor più in colpa.
Ma non devi.
(Angela Cristiani)
Cutaia Stefania
RINASCITA
Sono stanca di amarti
L’ho pensato coricandomi
Lo penso svegliandomi
Tutto il giorno
Penso questo dolore
Immutabile
Come lo scandire dei giorni
Come l’alternarsi delle stagioni
Ma verrà l’inverno
E il dolore diventerà di ghiaccio
Aspetterò che il sole lo sciolga
E piangerò
Come all’inizio dei giorni
Come ti ho conosciuto
Respirando.
(Stefania Cutaia)
Cuzzocrea Alessia
BUIA
Buia è come l'odio.
Un mare di smanie e di follie,
dorme, ma dentro è sveglia.
Si fa strada nella tua testa,
vedo che ti controlla,
le assomigli un pò.
Ma è una lotta
e ti fa male il petto,
se di notte vuol combattere un pensiero.
Sei diretta quando parli,
sei sincera e sorridi,
provochi chi ti vuol sfidare.
Fai pentire pure il sole
di illuminare il buio che ti avvolge.
(Alessia Cuzzocrea)
Dea Airam (Pseudonimo)
'O TERREMOTO
Chesta terra m'ha traduto
allucche
ca manco Ddijo ha sentuto
È stato n'attimo
eterno
e po tutto è fernuto
'A nott' è scura
ma se sente 'o dulore
na litania
ca te jaccia 'o core
'O sole schiara juorno
'ncopp'â 'sti pprete scarrupate
comm''e suonne mije
addò je chiagno
lacreme 'e povere
Niente, nunn'è rimasto chiù niente
Aggio perduto e bbene mije
chiù carnali
E cu arraggia
c'astregno dint'ê mmane
m'aggio 'nventà n'atu rimane
'A notte è scura
e je me mecco paura
(2016) Con una dedica particolare a chi ha vissuto questo dramma.
(Dea Airam)
Dell’Acqua Nicola
IL GRANDE SEGRETO
Vagavo ignaro
alla ricerca
del grande segreto
tra mille pergamene
sparse tra le polverose
e rumorose strade
di città metropolitane
dove la vita profuma di sangue dolore e resurrezione
dove ogni evento ha mille sfumature diverse
intrise di lacrime e speranza .
Lo splendore di un diamante
posto come pietra miliare
li ad angolo di strada
rifletteva gocce di sangue
che parean scendere giú
da una corona di spine
posta in alto ad un pennone
dove sventolava
una bandiera
in cui la figura
di un vecchio mappamondo
arrancava dietro
un vecchio carro
spinto da uomini
un po' alticci
pronti a cambiar
direzione al primo
refolo di vento.
Per due soldi
qualcuno vendette la
propria anima al
primo mercante di passaggio,
un vecchio rigattiere
mostrava fiero il suo pezzo migliore
di cui andava fiero
un grande e unico
libro che si diceva fosse sacro e
raccontasse la verità che l'umanità intera cercava
ma che il grande segreto ancora nascondeva in se,
Balli di gioia tra mille canti
e preghiere per una inattesa e lieta svolta finale
si delineavano all'orizzonte di un mondo nuovo
(Nicola Dell’Acqua)
D’Errico Alba LA NOTTE DEL NOSTRO CUORE
E' inutile cercare l'acqua nel deserto...
bruciare le suole camminando sotto il sole.
Senza direzione...
Senza comprensione.
Siamo tutti sulla stessa strada...
abbiamo tutti la memoria graffiata.
Basta un solo giorno per diventare esuli...
anche fra le mura di casa nostra.
La realtà non sarà restituita...
non ci saranno immagini a colori...
solo giorni compressi nella memoria.
E' caduta la Città Madre...
ridotta ad un cumulo di macerie...
le ferite sono sparse ovunque...
dentro e fuori.
Potranno mai apparire liete immagini...
a disegnare il ritorno?
Oggi sono imbrattate dalla nebbia fitta...
le parole non sono sufficienti...
i gesti risultano impediti...
le volontà restano negate.
La Città Madre come una Fenice...
si rialzerà...
cancellerà i graffi ricevuti...
restaurato sarà il suo Cuore.
Spazzata la nebbia antica...
le parole torneranno ad essere di conforto...
il loro giusto valore...
insieme ai gesti e alle stesse volontà.
Ancora un pò assetata...
con vari buchi nelle suole...
non si arrenderà.
Ella non cederà il passo alla Tristezza...
vivrà...
in compagnia di una lacrima...
abbracciata ad un incerto sorriso...
tremante stringerà una carezza dolcissima...
rubate alle Stelle...
nel Cielo azzurro della Pura Speranza...
a quel Dio che ovunque si trovi...
mai lasciò quella Città...
il suo Cuore.
(Alba D'Errico)
De Curtis Antonio (pseud.)
L’ACROBATA
Dismetti con rapidi gesti
il vestito aderente, lucente;
le scarpe di pezza eleganti
ed i guanti lunghi, da presa.
Lontano già lo sfavillio delle luci
ed il brusio attonito, di meraviglia;
le mani protese alle mani,
lo sforzo che la grazia del corpo sinuoso,
del gesto elegante e potente
celava alla folla ammirata laggiù.
Lontano l’applauso,
i rapidi inchini,
l’anonima gente,
le facce contente
di adulti e bambini.
Con rapido passo t’appressi
nel buio alla casa vagone;
socchiudi, con mano leggera,
la porta del fragile tetto;
l’apri;
t’inoltri con passo felpato;
trascorri veloce gli stretti budelli.
Già l’odi; ti chiama;
t’affretti; ci sei:
nell’angolo calmo e sicuro
la culla;
or non esiste più nulla.
Lui s’agita calmo in quel canto
ed il pianto, appena accennato,
s’acquieta al tuo volto,
e protende le mani e la bocca;
e lo prendi e ti siedi
e l’abbracci e ti scopri
e l’accosti e l’allatti
acrobata mamma.
(Antonio De Curtis)
Deiana Graziella
CIÒ CHE FU
La notte oscur discende,
e nell'anima latente
Il dolor che fu s'accende..
Silenzi tormentati,
sogni frantumati..
Il fu ricordo sbiadendo,
va nel cor pian pian
svanendo..
Lagrime di sangue..
nel petto il sospir
langue.
Notte oscur che affondi
come lama nei miei
perduti mondi..
quieta questo dolore
del fu perduto amore.
(Graziella Deiana)
Di Maria Rosetta
E LA CHIAMAVANO DONNA
Quella col fardello dei figli
Sulle spalle,
senza testa,
senza cervello,
senza opinioni;
un’oca chiusa in un recinto
non sempre dorato:
casa e figli
e pesanti carezze sulla sua pelle.
Quella donna che ascoltava, taceva
E capiva quando le si diceva:
“Zzittiti ca si fimmina!”
-il silenzio per l pace quotidiana-.
E n’è passata acqua sotto i ponti!
Come un bruco
diventa farfalla,
l’antica donna è donna madre,
donna magistrato,
moglie accanto all’uomo
per decidere insieme,
educare insieme
gli uomini di domami.
(Rosetta Di Maria)
Di Massa Maria
IL VELO NERO
Sono qui nel piu' totale del nulla,solo coperta da un velo nero.
Dove sono?
La mia mente e' avvolta dalle braccia del dimenticatoio,
non ho la forza di muovermi.
Ecco vedo sorgere il sole e tutt'intorno e' nudo e spoglio,
e' aperta campagna, tra i steli d'erba coperti di rugiada
fa capolino una farfalla che poi si allontana.
Perche' sono qui?
La mia mente rifiuta di ricordare.
Da quanto tempo?
Forse un eternita'.
Le mie carni sono lacere e coperte di lividi,
dolori lancinanti che mi arrivano dritti all'anima.
Ora ricordo!!!
E il ricordo e' piu' straziante e orripilante di questo dolore che mi strugge.
Quanti erano?
Due,tre,quattro?
Non ricordo,non voglio,non posso.
Si sono avventati sul mio corpo esile e indifeso
come bestie disumane e lo hanno deriso,ferito,vilipeso.
Mi hanno preso tutto,ma non il mio cuore,
la mia mente il mio animo che continueranno a vivere.
Anche se in questo momento,vorrei che questo velo nero
diventasse un velo di morte
(Maria Di Massa)
Dimitrova Alessandra
АЛЕКСАНДРА ДИМИТРОВА
ЛИТОСТ
(Според еден збор кај Кундера)
Истанбул врие
Лие од секое каменче
Вака никогаш не врнело во Скопје
Театaр Монодрама
во малата хотелска соба
додека истородни кирилични букви
се лијат по моите набрекнати гласни жили
додека во прстите понира кундеровското чувство
додека флуктуира Литоста
Скопје е далечно
Скопје е суво
Знам од нет
Ти си далечен
Ти си толку лажен
Скоро нестварен
Знам од сеќавања
Никогаш толку јасно како сега
Само буква
Процеп во меморијата
Временска пукнатина во ѕидините на Бизант
Тука не грми филмски
Тука врне без драматизација
Џамиите застрашувачки гласно
ја извикуваат пред изгрејсонце
ја повторуваат цело попладне
страшната буква од твоето име
како тоа да е сосема природно
како што е природно да чувствувам толку литост
поради фактите од твојот живот
Фрустрации
Ротација Филмски сет
Султанските сводови
Атриумите
Цистерните
Спинално се вртат околу мојата мозочна оска
Како тоа да е сосема политички коректно
Како што е eтички некоректно секој збор
да ја содржи таа буква
со лична симетрија
И сè се врти
Ротира Босфор околу својата
четврта буква Магија
Историја во филџан кафе
Мал е Босфор за да го удавам ова чувство
Оваа кундеровска литост
Мириса на предавство
На твојата прва буква
Мириса на тебе
Илјадници кирилични букви
Од олуците
Од минарињата кои врескаат
Од главата полна експлозии
Огномети Форми
Сини Големи Непредвидливи
Како ветрот Како тебе
Босфор ја завива својата четврта буква
застрашувачки гласно Камбаните пукаат
Мојата литост непопустлива е
(Alessandra Dimitrova)
Traduzione a cura dell’autrice – VUOTO. Istanbul sta bollendo/ Istanbul sta rovesciandosi da ogni pietra/ Non si era mai così rovesciato a Skopje/ Teatro Monodramma/ in una piccola stanza d'albergo/ mentre lettere cirilliche omogenee/ stanno opprimendo le mie corde vocali tese/ mentre nelle mie dita sta affondando quella sensazione/ mentre il Vuoto fluttua lentamente/ Skopje è distante/ Skopje è arido/ Lo so dalla rete/ Sei distante/ Sei senza movimenti/ Irreale/ Lo ricordo/ Mai così chiaro come adesso/ Solo una lettera nella memoria/ Pausa nei muri di Bisanzio/ Qui non piove come in un film/ Tuona senza drammatizzazione/ lettera del tuo nome/ Come è del tutto naturale/ Come è naturale sentirsi così Vuoto/ a causa dei fatti della tua vita/ le tue fobie personali / Frustrazione// Rotazione filmato/ Gli archi del Sultano/ Gli atrii/ Le cisterne/ Ruota il Bosforo attorno al proprio asse/ Come è politicamente corretto/ Come è eticamente corretto ogni parola da contenere/ quella lettera con una sua simmetria/ Tutto gira il Bosforo/ ruota attorno alla sua quarta lettera/ Storia della magia in una tazza di caffè/ Anche il Bosforo è piccolo per schiacciare questa sensazione/ Questo vuoto odora di tradimento/ Sulla tua prima lettera su di te/ Migliaia di lettere cirilliche/ Dalle grondaie/ Dai minareti urlanti/ Dalla testa piena di esplosioni/ Forme di fuochi d'artificio/ Big Blue imprevedibile/ Come il vento / Come te/ Il Bosforo urla la sua quarta lettera/ Il suono delle campane è spaventosamente forte/ Il mio vuoto è senza sosta.
Di Naro Angelo PADRONE DI NIENTE E SERVO DI NESSUNO
Nel mare dei tuoi occhi,
il mio pensiero annega.
E’ il mio essere perduto che si scioglie
nella mia sostanza imperfetta.
Dentro l’amore e la follia,
con poco ricordo e poca malinconia,
desidero incontrarmi con me stesso
e vivere nel tempo presente
e tempo futuro, felice di essere
sempre, tra gli altri, nella strada.
Si, nella strada,
con gioia e allegria
a lottar, con amici amiche
compagne compagni
sorelle fratelli,
per un nuovo mondo possibile,
padrone di niente e servo di nessuno.
(Angelo Di Naro)
Di Pasquale Enza
LA RAGAZZA DEL BERSAGLIERE
Sono la ragazza del bersagliere,
che aspetta ogni sera che torna il suo amore.
Ma sono vent'anni che aspetta e che spera...
Ogni sera il suono di una tromba,
che annuncia il suo arrivo,
ma come ogni sera una voce lontana le mormora piano;
non aspettare più perché son sepolto in quel ponte laggiù.
(Enza Di Pasquale)
Di Pino Rosa SERENATA SVAMPITA
Intonerò per te una serenata.
Ti sembrerò sicuramente
un po svitata.
Cercherò parole nuove,
che accarezzino il tuo cuore.
Rapirò il tuo pensiero,
e lo chiuderò nel mio sentiero.
Canterò una dolce serenata.
Forse la mia voce,
non sarà proprio intonata,
ma è solo perché
sarò molto emozionata.
Mi farò aiutare dalla fortuna,
con la complicità della luna,
in una notte in piena estate,
in cui tutto ha il sapore,
di me e di te.
Con un fil di voce canterò,
finché delicatamente ti sveglierò.
I raggi danzanti delle stelle,
le più luminose e le più belle,
eseguiranno ,
un incantevole melodia,
sostituendo l'orchestra,
e cosi tu,
ti affaccerai alla finestra.
I luccichii delle stelle,
saranno dei miei occhi,
meno belle,
mentre ti affascineranno
e t'innamoreranno!
Una lacrima di commozione,
alla luna scapperà,
e sulle tue labbra,
come un mio tenero bacio,
scivolerà.
Una rosa rossa mi donerai,
che tra i miei boccoli metterai.
Allora la mano mi prenderai
e di ballar con te mi chiederai.
Questa sarà la mia serenata,
un po svampita,
per l'Amore,di tutta una vita!
(Rosa Di Pino)
Di Vita Maria
U MUNGIBEDDU (lingua locale: siciliano)
Stu Mungibeddu quanti aspetti ca ha:
‘nto mmennu cu du mantu iancu
pari na sposa in abito biancu,
quannu poi a nivi si sciogghi
nesci niura comu li scogghi!
‘n ghionnu avi u pinnacchiu ‘ntesta,
e ietta schigghi a vuci i testa!
Quannu inveci è rilassatu
è di ‘n culuri tantu pacatu.
Cetti voti cento pinseri avi in testa
e si cummogghia di nuvuli lesta lesta.
Quannu inveci è in eruzioni
pari ‘n grandi pentoloni:
fora manna cinniri,
gas, pitricculi
e sputa focu
in ogni locu.
Ma mali non ni fa
si femma sempri in tempo
comu pi darini n’avvettimento!
È ‘n spettaculu ammiralla,
di unni ti giri giri a viri:
do mari, do Duomo
di l’aeropottu e in volu
e a talialla iu mi commuovu!
(Maria Di Vita)
Traduzione dell'autrice - L'ETNA. Questa Etna quanti aspetti che ha:/ in inverno con quel manto bianco/ sembra una sposa in abito bianco,/ quando poi la neve si scioglie/ viene fuori nera come gli scogli!/ Un giorno ha il pennacchio in testa,/ e urla a voce di testa! / Quando invece è rilassato/ è di un colore tanto pacato./ Certe volte cento pensieri ha in testa/ e si copre di nuvole lesta lesta./ Quando invece è in eruzione/ sembra un grande pentolone:/ fuori manda cenere, / gas, pietruzze / e sputa fuoco/ in ogni luogo./ Ma male non ne fa / si ferma sempre in tempo/ come per darci un avvertimento!/ È uno spettacolo ammirarla,/ da dove ti giri giri la vedi:/ dal mare, dal Duomo, / dall’aeroporto e in volo / e a guardarla io mi commuovo!
Donati Simona
SONO DONNE
Le puoi desiderare...
Sono donne con la testa tra le nuvole
Autrici di poesie dall'amore idealizzato
Sguardi complici tra i tavoli di un bar
mani che si muovono
voci che si rincorrono
Sono nuvole di profumo e vestiti colorati
Sono l'Enigma di un Sorriso immortalato in una tela
Le puoi 'sentire'...
Sono donne dalle lacrime celate
esperte nel nascondere ferite
Attrici consumate dai sorrisi disegnati
Sono occhiali scuri in un giorno senza sole
Sono la Paura e la Vergogna
Le puoi intuire...
Sono donne confuse in mezzo al niente
Appuntamenti mancati e impegni rimandati
Sono il disordine di una stanza nel disordine di una vita
Sguardi bassi e frasi bisbigliate
Sono bambine Mai cresciute
Orfane di un' amore Mai arrivato
Le puoi ammirare...
Sono donne dalla forza smisurata
Sono cadute e risalite
Sguardi dritti e testa alta
Sono l'Orgoglio e la ragione
La rabbia e la Passione
Sono Donne
e non le puoi catalogare
Sono Tutte e poi Nessuna
In ogni luce Mille Colori
in ogni Donna diverse Emozioni
(Simona Donati)
Donatini Rita
UN RESPIRO DI CIELO (A mia madre)
Profumano di te le mie radici
come mosto d'uva matura
nell'ore di luce d'autunno,
nella morbida terra scivolano
ad accrescere la linfa vitale
che nel corpo scorre ed ama.
Rifugio d'emozioni e' il sentiero del cuore
quando scuote il ricordo bambino,
antico desio del tuo sorriso
ad accarezzar silenti frammenti
di tenerezza e calore.
S'accorciano le ore sul far della sera,
s'addorme l'antico borgo affaticato
ed io, incantata, mi perdo
nel vermiglio tramonto
dell'ultimo riflesso di sole,
ristoro eccelso
d'una preziosa giuggiola di poesia.
E tu sei quella giuggiola
dolce e succosa,
anelito d'aromatica essenza,
un respiro di cielo tu sei
che aleggia leggero
nell'eco d'antichi ricordi
a riviver l'ore trascorse
in un frammento d'eterna memoria.
(Rita Donatini)
Dragoianu Ana (Romania)
ÎN CETATEA CETĂŢILOR PĂSĂRILE CIUGULESC ASFALTUL VIU
Se aud cum crapă bucăţile de pietre
până la asfinţit
întunericul
cu o lamă tăiosa
străpunge pieptul toamnei
iar eu îmi întind visele
până la strigăt
sunt departe
mult prea departe
între filosofia primită ca moştenire
de la mama
şi cruda realitate a sensurilor
de la tata
nimic nu se compară cu sucul proaspăt
din grădina luminii
acolo unde matematica mă jefuieşte de timp
şi ca să trec pe linia continuă
rugându-mă de lege să fie îngătuitoare
am nevoie de verbe ce susţin
bunele intenţii
în Cetatea Cetăţilor noaptea
ca o femeie desculţă
trage aer în piept
şi mă trimite să calculez păsările cu ciocuri ascuţite
să fie moarte
să fie viaţă
nicio certitudine
(Ana Dragoianu)
Traduzione di Laura Zicari – NELLA FORTEZZA CITTADINA GLI UCCELLI BECCANO L'ASFALTO VIVO. Si sente come pizzicano le pietre / fino a seral buio della notte / Come una lama tagliente / trafiggono il petto dell’autunno / allungando i miei sogni / fino ala disperazione. // Sono lontano / troppo lontano / tra la filosofia ricevuta come eredità/ da mia madre / e la cruda realtà dei sensi / di mio padre//Niente è paragonabile con il succo fresco / che si trova nell’orto della luce / dove la matematica mi ruba il tempo / e per passare sulla linea continua / prego che la legge sia lieve / perché io ho bisogno di verbi per sostenere / le buone intenzioni// Nella Fortezza della Città/ la notte è come una donna scalza/ respira/ e mi manda a contare gli uccelli con becco affilato. // Che sia morte / Che sia vita / Non c’è certezza.
D'Ulivo Laura
UNA CONCHIGLIA
Sulla deserta riva
un'onda biancastra e tremula
ha lasciato il suo prezioso dono.
Uno fra tanti...
che, gelosamente, il mare custodisce
nei suoi profondi abissi.
Eccola, è lì !
abbandonata a se stessa.....
una meravigliosa conchiglia !!!
Eccola, è lì !
privata del suo mare...sola...
fra i granelli di sabbia che non sente suoi.
E come, chi, sperduto in mezzo alla gente,
cela, nella sua anima, i propri ricordi,
anche lei racchiude dentro se stessa
la voce del suo mare.
(Laura D’Ulivo)
Falsone Anna
POSSIBILITA’
Un’altra
ancora un’altra vita.
Voglio
alleggerire i piedi dal fango
e spiegare ali imbrigliate.
Voglio
sciogliere il fiato,
liberare il pensiero
e scivolare
nell’abbraccio del sole.
Voglio
imprigionare il tempo
e strappargli
minuti.
Un nuovo sorriso,
un’altra
ancora un’altra vita.
(Anna Falsone)
Fazio Tirrozzo Franca
ODE ALLA PRIMAVERA
La natura si risveglia
E quando il sole abbraccia la terra
Lei ci regala i suoi colori...
E il vento accarezza i suoi capelli dorati danzando e fluttuando
Come una giovane ballerina
Sulle eleganti note della sua voce
Fresca e profumata
Che inebria l'animo di ogni creatura.
(Franca Fazio Tirrozzo)