Poesie Partecipanti alla VI edizione 2021
Caru - Fari
Caruso Benedetta (siciliano)
CHIANTU D'AMURI
Chianciu cu tia
terra d'amuri,
terra di duluri.
Terra scurdata,
terra abbannunata.
Chianciu cu tia!
Terra di culuri
terra di mari e suli.
Ma ringraziu Diu ca t'amminta'
terra ginirusa,
terra calurusa.
Chianciu pi tia e
chianciu cu tia,
terra d'allegria
e terra di malincunia!
Lacrimi d'amuri,
amuri pi li to' biddrizzi,
lienti lienti scinninu
e d'emozioni forti
fannu vibrari l'arma!
"Stu chiantu d'amuri
e di malincunia
e tuttu pi tia stasira,
amata terra mia!
Benedetta Caruso
Traduzione dell’autrice
Caruso Benedetta
PIANTO D’AMORE
Piango con te
terra d’amore
terra di dolore.
Terra dimenticata
terra abbandonata.
Piango con te!
Terra di colori,
terra di mare e sole.
Ma ringrazio Dio che ti ha inventata
terra generosa,
terra calorosa.
Piango per te e
piango con te ,
terra d’allegria
e terra di malinconia!
Lacrime d’amore,
amore per le tue bellezze,
lentamente scendono
e d’emozione forte
fanno vibrare l’anima.
Questo canto d’amore
e di malinconia
è tutto per te stasera
Amata terra mia!
(Benedetta Caruso)
Casati Giusy
AMAMI ANCORA
Ti redio durante
la notte,mentre tu
dormi sereno....
Ho sempre bisogno
di te....
Dei tuoi langui e
sognanti sguardi
che accarezzano
senza indugi
il mio corpo...
Delle tuebraccia
che regalano
calore e sicurezza..
Perché sei tu
l'amore da sempre
agognato....
Ti prego allora
amami ancora
per un'ultima volta....
Poi...poi ti lascerò
volare in pace
per l'Eternità....
(Giusy Casati)
Casazzo Luciana
FOGLIA D'AUTUNNO
Ho visto una foglia d'autunno volteggiare
il soffio leggero del vento la faceva danzare
I suoi colori variegati davano vita al grigio del giorno e a tutto quello che c'era intorno..
Lei felice e libera
ha iniziato a ballare leggera leggera nell'aria
Ha sfiorato il cielo...
Ha toccato una nuvola...
Era come in una favola..
Poi il vento stanco ha smesso di soffiare
lei piano piano senza farsi male si è posata a terra
come farebbe una stella
Ho preso quella foglia tra le mani
era troppo bella per farla calpestare...
ho visto la sua storia e lì non poteva stare
(Luciana Casazzo)
Casotto Maria Grazia
PENSIERI..
Leggeri come petali di
Rosa .
Come foglie dal vento
Sospinte.
E lacrimar io sento
Gli occhi miei.
Ma non è per il vento.
È il pensiero a te rivolto
Dal risveglio all' altro
Sonno.
Il mio amore per te
È talmente emozionante
Che sembra una magia.
Stregata di te affamata
Non trovo respiro senza
Il tuo nome urlare
Al cielo sereno.
E mi porto te, nel cuore
Ospite ,felice di averti
Così vicino.
E le lacrime scendono.
Rigano il volto di bistro
Unto.
E io fingo di aver una ciglia birichina che
Mi entra negli occhi
E mi fa gocciolare
Lacrime salate.
Ma è miele tanto dolce
questo amore per te.
(Maria Grazia Casotto)
Cassaro Maria Antonietta
CURA DI TE
Per il tempo che mi resta
avrò cura di te
dei tuoi capelli
Non so quanto tempo mi soffermerò ancora
e quanto rideremo al fischio del merlo nel cortile
Vorrei che fosse insieme in un istante
la fine della corsa
Per i tuoi capelli e le tue mani
vorrò aver cura di te
Seconda stella a destra
E non sbagliare
(Maria Antonietta Cássaro)
Cassone Elisabetta
LUNA
Luna, che ti tingi di brillante solitudine
domini la notte irta di promesse
e di sogni in ebollizione
che trascendono il nostro mondo
e, servienti, si appagano del tuo fioco
ma suggestivo illuminare.
Stanotte assumi la pienezza
non di un mero satellite
ma di uno scenario
dove si depositano oblii e desideri,
come relitti della nostra terra
consacrata dalla tua bellezza.
(Elisabetta Cassone)
Cattaneo Mattia
OCEANO BIANCO
Respiro neve,
oceano bianco,
piegando le ginocchia
sul giaciglio freddo.
Amarsi
è come conservare il
sapore dell’uva
tra le labbra.
Danziamo
nella ronda delle nostre ombre,
nell’attesa di nuovi fiocchi
-incrocio di braccia ribelli-
e risuoneremo
nell’aere
il lamento dell’acqua.
(Mattia Cattaneo)
Caturano Domenico
DONNA
Sono nata libera
vivo di difetti incerti,
su questo mondo pericoloso.
Una strana forma aliena
mi rapisce l'anima...
con le sue mani mi usa
mi violenta, mi danneggia
mi picchia, mi uccide!
Non esistono leggi a mio favore
uccidendo il mio umore,
il mio corpo massacrato
a volte spezzato e disprezzato..
da menti diaboliche e feroci
di cui non riesco a dare voce.
Urlo, chiedo aiuto..
nessuno ascolta
il mio dolore atroce!!
Cosa farò? Impazzirò?!
La follia mi prende in contro piede
mentre le mie lacrime
bagnano i miei occhi
da questo inferno apocalittico!!
Non posso restare in silenzio
a subire le loro ire..
di inaudita violenza su di me!
Di certo sono una rosa
che vuole sopravvivere
in questo mondo
dove viene tolta la speranza
di gioire e di vivere
con spine che flagellano
ogni mio respiro!!
(Domenico Caturano)
Cau Francesco
NATALE 2020
C’è un clima da tempesta
pioggia grandine che disdetta,
or chiudiamo le imposte
su in cima alle finestre nostre,
così l’atmosfera sarà perfetta.
Con magnifica visuale
si avvia il temporale
guardo dalla cima del davanzale.
Nella piazza il mercatino,
lo scenario è Natalino,
tante luci alle viuzze,
presepi con pagliuzze,
cose belle e non brutte.
Le vetrine illuminate
Mamma mia come sono tante,
con i passanti abbagliati
fra vetrine tutte belle e tanti
grandi dolci e caramelle
per i bimbi e bimbe belle.
Tappetti rossi nei portoni
abbelliti con festoni,
luminarie sui balconi
cavallini bambini a cavalcioni.
La fontanella con la stella
fa la stanza ancor più si balla.
Il campanile illuminato
sembra magico e fatato,
se in paese siete a tiro
vi conviene fare un giro,
che il buon anno sia la meta,
perché il Sindaco che vi aspetta.
E il sacerdote per la messa
mi raccomando non fatte ressa.
(Francesco Cau)
Chiappetta Angelo
ATTIMO DOPO ATTIMO
La vita,
un velo teso
lungo direzioni
decise dal destino.
Può essere un uragano
o semplicemente una brezza
a dare colore ai respiri.
Può essere un vento freddo
a squarciare il cielo
lasciando cadere stelle
e sogni luminosi.
A volte il cielo ti regala
quel che desideri,
ma nulla è per sempre,
tutto cambia.
Tasselli di vario colore
e forma
tappezzano il puzzle.
Attimo dopo attimo
la vita perde qualcosa
se scavata in un tempo
che scorre inutile.
Attimo dopo attimo
la vita nulla perde
se la primavera
illumina la tua anima.
E la luce
di un sole nuovo
scivola lenta
ad illuminare i pensieri
quelli più profondi,
quelli veri
fra l’anima e sensazioni
che sublimano la realtà
in un fragoroso silenzio
che ferma il tempo.
(Angelo Chiappetta)
Chiarelli Carmela
SPORCATI LE MANI
Scelta la tela:
i muri, a diventar tamburi.
Le mani nude
per setole e pennelli.
Impronte umane.
Strati di pelle.
L'insieme dei battiti
a frequenze diverse,
ad abbattere i muri
di stereotipi fissi.
(Carmela Chiarelli)
Chiavetta Eleonora
ADDIO
I suoi piccoli occhi
implorano aiuto,
le sue innocenti mani
avvolte da una coperta stracciata
tese e fredde.
E ' stato lasciato li
sui gradini
d'una chiesa
da una donna
che fugge veloce
dalla vita che li
abbandona
in una fredda
giornata d'inverno
Uno smorzato addio
bagna le sue labbra
Fugge..........si
dall'amore
che diventato è
dolore.
(Chiavetta Eleonora)
Chillemi Rita
***
Siamo...
impastati di miele
e di fiele
di argilla
e di ferro
Amiamo
e odiamo
Ci sgretoliamo
e ci ricostruiamo
di pezzi più saldi
...siamo impastati
di errori e di bene
siamo impastati
di fragilità
di speranze
...di solitudini
Mesciamo
umiltà
amore
e perdono
per resistere....
(Rita Chillemi)
Ciceri Felicita
CLOCHARDS
Passi che barcollano
nel vuoto del silenzio,
che solo inghiotte e raggrinza
il loro canto.
Fosca è la notte,
che sa di tempo rigido
quanto come pietra.
Luce fievole, per un sottile giorno
che sarà di sole briciole
in polvere d’asfalto.
Quel soffio breve della vita
che da secoli racconta…
strade, sentieri polverosi della terra.
Sono solo vagabondi, ubriachi di vera solitudine,
dentro abitacoli di sudici cartoni,
per sopravvivere, assopirsi sotto cieli stellati,
tra radici di rifiuti.
In quanto loro…si scartano da soli.
(Felicita Ciceri)
Cirami Sabrina
A MIO PADRE
Hai riempito la mia anima di sogni e di avventura
il mio cuore di bontà e speranza,
mi hai donato te stesso e di me ti sei preso cura.
Mi hai protetto dalle insidie di ogni giorno
e con parole giuste ed opportune, colmavi la distanza,
rasserenavi l'animo e riempivi il cuore.
Attendo ancora la tua voce, il tuo sorriso, le tue mani che stringono le mie.
Ti ho visto bimbo, assorto e sofferente.
Ti ho visto uomo, forte e credente, piangere trafitto dal dolore atroce
che il mio viso tentava di lenire,chiedendo i tuoi baci.
Avrei voluto darti ciò che hai sempre dato a me
Avrei voluto piangere con te, avrei voluto venire via con te.
Ora, continui a stringere la mia mano e io
continuo ad accarezzarti l'anima,
come chiedevi di accarezzare il tuo corpo dolente.
Continuo a sussurrare le parole che ti dicevo e che sembrava ti dessero sollievo.
Amore e ricordi hanno tessuto la tua fine,
tra le mie mani, con il mio volto che giaceva accanto al tuo,
tra le sbarre di un letto per infermi.
Ho fatto tutto,
consapevole che dopo attimi non avrei più potuto farlo.
Se potessi tornarmi accanto, vivo, con le parole e i sogni del passato,
le tue mani le stringerei più forte e le mie carezze non cesserebbero mai.
Se potessi tornarmi accanto, vivo, con il tuo dolce sorriso e la tua bontà
la mia anima si fonderebbe alla tua.
Se potessi tornarmi accanto,
mi diresti che non sei nella tomba bianca che ti ha accolto.
Sei con me.
(Sabrina Cirami)
Cirigliano Tonia
VOCI NEL VENTO
Sento nell'aria
voci di pianto
trasportate dal vento,
e stanca è quell'onda
che fluttua nel mare
silenziosa e dolente.
Ora l'acqua si tinge
di notte profonda,
e la luna lassù, è triste,
non ride e né splende.
Sento lamenti
e dolori soffrire
che sudano sangue,
ed un piccolo cuore
che geme,
e ancor batte nel grembo...
Voci strazianti di donne costrette a subire violenze,
e padri mancati d'amore
che piangono fiele.
Sguardi impietriti di bimbi
che guardano il cielo,
loro non sanno il perché,
della furia del giorno
ch'è nuovo...
Scompiglia i miei capelli
questo vento,
si è inferocito l'uomo
e la natura...
E tra acque sconvolgenti
e trombe d'aria,
si fanno ancor più fitte
queste nebbie,
non riesco più a vederne l'orizzonte...
Cammino lentamente,
non respiro,
e tra i miei passi lenti
e un pò confusi,
raccolgo ancora
briciole di vita....
(Tonia Cirigliano)
Colacrai Davide Rocco
E IL MARE È NERO, E FA UN UNICO PEZZO CON LA NOTTE
dedicata a Vincenzo Restivo*
Sono figlia dell’amianto,
di cose nascoste, strette tra labbra senza profezie,
che fanno del nostro alveare un mare grigio,
noi rinchiusi nel suo ventre
come api raccolte in un cerchio forato sul muro
da cui ascoltare la vita quando passa,
un rossetto obliquo ai tacchi
come quei sogni che ci premono dentro
prima di fiorire come stelle comete che si spogliano in delfini liquidi d’amore
e ci lasciano prigioniere,
ognuna nuda nel suo guscio
ad accarezzare il proprio riflesso nel domani.
Sono figlia dell’amianto,
di nomi che crocifiggiamo a un’ombra
e il tramonto trasforma in lingue che bruciano come corpi
mentre offriamo alla Madonna, giù umida d’azzurro,
la nostra parte più debole
nell’urgenza di una speranza per sopravvivere alla monotonia di un miracolo in attesa,
è come polline di tarassaco
prima che l’ultimo gesto lo riveli
nel segno della croce
la cui eco, morsa da scialli in processione, sa di abbandono,
della solitudine delle cicale
e della malattia di una pioggia che non è.
Sono figlia dell’amianto
che in un respiro nero d’uomo definisce la sua carne
è carne di mare grigio,
di lacrime che la penetrano da bocche mai sazie,
di giorni nel dissolversi come la giovinezza
mentre le alghe attenuano il dolore.
(Davide Rocco Colacrai)
*Vincenzo Restivo, scrittore di Salerno amico dell'autore
Colangelo Ylenia
INCONNUE
Io non sono qui.
Sono dall'altra parte, riversa nel sogno di un passante.
Tremore sulla pelle degli amanti.
Il nome che piove dalle radici
luna straniera, debole dardo
Statua di tulipani.
Velo giallo, canto antico redento.
Forma in mercati di gesso
inganno del tempo pensato
Dove sono
con chi sono
mi accendo.
(Ylenia Coloangelo)
Collari Roberto
RIPOSO
All’ombra d’un faggio
m’involerò lieve
oltre ‘l placido
mormorio dei venti,
verso ‘l fervido
orizzonte d’un sogno
ormai sbiadito.
(Roberto Collari)
Collesano Gino
TENEREZZA
I panni alitano mossi dal
vento
pensieri bui trascinati nel
tempo
grumano gli occhi amaro
ricordo
nel cuore riaffiora graffio
profondo
cinge il nonno lenisce il
dolore
lo sguardo puro infonde
amore
lo sfiora smarrita gesto
radioso
ombre rischiara dal viso
rugoso.
(Gino Collesano)
Comitini Marcello
***
Torre saracena in cima a un promontorio
contro la leggerezza del cielo
Solitaria custodisci ancora
lo sguardo attento della vedetta
che scruta nell’azzurrità della nebbia
le vele di una nave nemica.
Un’estate intera, in giorni sempre uguali
ho guardato da ragazzo la tua forma squadrata.
Gli spigoli erosi dalle piogge i merli rosicchiati dai venti
davano alla tua figura l’aria di un mago
con la testa avvolta da una benda celeste.
Ai piedi del promontorio scogli scuri e silenziosi
bagnati dal mare lento e docile come la mite creatura
di un mondo che esisteva nella mia fantasia.
Se avessi avuto lo sguardo di un pittore
e nel cuore il tuo colore di vecchia pietra
ti avrei raffigurata come un profeta
avvolto in un mantello di luce
che annuncia con occhi incupiti
un mondo tanto differente da questo.
Non sono più tornato nella mia terra.
e mi sono piegato al dominio del vivere
in questo mondo inaccettabile.
Marcello Comitini
Conti Alfredo Alessio
COME UN FIORE
Dopo aver germogliato
tra la terra
nutrimento
vitale
di ogni giorno
che declina
all’imbrunire
è il mio corpo
ormai sopito
come il fiore
che perisce
piano piano
i suoi raggianti petali.
(Alfredo Alessio Conti)
Corbi Melissa (Lilith Hendrix)
MI INCANTI E MI INQUIETI
Torna qui ti prego
E dimmi ancora quanto freddo fa d'inverno
Quanto triste è il manto spoglio
E quanto dolorose sono le rose
Che piangono nella notte.
Ti prego dimmi ancora
Di non arrendermi alla tristezza
E stringimi forte senza esitare
Anche se le betulle hanno paura di morire.
Ti prego resta ancora un po'
A scaldarmi il cuore mordendomi l'anima
Perché forse la vita scorre un po' troppo veloce
Ma con te, non importa.
Il tempo corre lento e le nane bianche brillano ancora,
Mi incanti e mi inquieti
Nella notte buia
Mentre i nostri corpi danzano
Come stelle e comete
Nel cielo infinito.
(Lilith Hendrix)
Corona Giorgio
IL POTERE DEL NULLA
La parvenza del nulla
si eterna nelle vuote scatole
dietro a vetrine di luci spente.
Gonfia le tasche ricucite
con il filo dell'indifferenza.
Portato in processione
sopra le spalle ficaccate
dei sopravvissuti agli sbandieratori
di false studiate promesse,
lanciate al cielo e mai ricadute.
Negli angoli della bocca
stono rimasti gli avanzi
dell'ultimo pasto consumato
prima di essere imbarcati
in un viaggio senza tempo.
Non è successo nulla,
l'organino continua a suonare,
nessuno si ferma ad ascoltare.
Il nulla si dissolve ma non scompare,
si nutre di fresche speranze
nate nei pollai della delusione,
dove il gallo annuncia il nuovo giorno
in questa giostra che ci gira attorno.
Siamo comparse del nulla
sul palcoscenico del tutto,
fra applausi, sorrisi e fischi
non piegheremo le ginocchia
finchè calerà il pesante sipario
su questo nostro triste calvario.
(Giorgio Corona)
Corroppoli Marialisa
L'ESSENZA DELLA FESTA
Figure femminili corteggiano
Indossando abiti leggiadri
Riempendo le strade
Di stoffe impalpabili e scintillanti
Inondando l'aria
Di profumo inebriante
È l'aria di una festa
Che esalta gli animi
E contemporaneamente li tranquillizza
È Natale
È l'essenza della festa.
(Marialisa Corroppoli)
Croce Antonio
INCOSCIENTI!
Io, la Terra, sono una cellula dell’universo infinito
e voi, Umani, il cancro che mi corrode.
Ho la febbre. La temperatura sale. Ho le convulsioni.
La CO2 mi avvelena e il rigurgito di plastiche si dirama
per le mie vene di fiumi fino ai mari.
Come madre sono prodiga col mio seno.
E sono matrigna. I miei frutti sono avvelenati da conservanti.
I pesticidi uccidono le api, dissipano il profumo dei fiori.
Gli habitat vengono distrutti. Esseri viventi sono a rischio di estinzione.
I vostri figli respirano e mangiano i veleni delle terre di fuoco.
Io tremo e voi ridete. E vi fate le guerre. Incoscienti!
Voialtri sapienti comprate prodotti “alla spina”, a km0.
Usate borse di juta e accettate regali non incartati.
Io sono in agonia, mi sto inaridendo. I miei polmoni bruciano.
Non riesco più a controllare le stagioni e i colori sbiadiscono.
Limitate i consumi e sappiate accontentarvi.
Piantate alberi! Piantate alberi! Sono la mia tachipirina.
Le acque dei ghiacciai disciolti innalzeranno i livelli dei mari.
Poi evaporeranno e si dissolveranno con l’atmosfera.
Non voglio diventare come Marte, perché la Vita morrebbe.
Insieme la cellula e il suo carnefice.
(Antonio Croce)
Cumbo Simone
AMARE
Amare
questo illuso mondo.
Occhi smarriti,
vite perdute.
Mentre il vento
aspetta solo
d'essere ascoltato.
(Simone Cumbo)
Traduzione in inglese a cura dell’autore: TO LOVE. Loving this deluded world./ Lost eyes,/ missed lives./ While the wind is just waiting to be heard.
Curto Lillo
CORONAVIRUS (Siciliano)
Lu munnu si firmà, mancu firrìa cchiù.
Li scoli sunnu chiusi, l’uffici su’ deserti,
li chesi abbannunati e anchi li teatri;
nuddru si vidi ‘n-giru a fari passijati,
nuddru c’accatta o vinni, deserti su’ li strati.
Si niesci pi bisuegnu, si ha’ a jiri ‘n-farmacia
e capita ca ‘ncuentri un caru amicu tua,
lu tieni un po’ luntanu, mancu ci du’ la manu,
pò essiri ‘nfittatu e pò ‘nfittari a tìa.
Notizi di la radiu e di la televisioni
ti tùrbanu la vita cu li contraddizioni;
ti cùntanu li muerti e li malati gravi
di chistu bruttu morbu ca sta pi ‘mperversari.
C’è troppa confusioni! Qual è lu risurtatu?
Ti fannu ‘mpressionari.
Pinsannu e riflittiennu cu menti un po’ sirena,
ssa nova epidemia pi sempri hav’a durari?
La storia ch’è già china di cosi già accaduti
ni ‘nsigna ca ssa cosa di certu hav’a finiri.
Tutti jungiuti, ‘nsemmula, vuliemm’arraggiunari?
Scantati e turmintati di chissu bruttu eventu,
facièmmuni coraggiu c’un pocu di bonsensu!
Pigliannu attentamenti tutti li precauzioni,
un po’ di sacrifici certu ca l’âmma fari,
circammu di cummattiri ssa brutta situazioni!
Pinsammu ca stu mali a tutti pò viniri.
Passata la bufera di chiss’epidemia,
quannu lu nuesciu munnu ‘ncumencia a rigirari,
quannu n’arripigliammu e ormai tuttu passà,
avissim’a riflettiri, avìssimu a capiri
quantu siemmu mischini.
Siemmu ‘na nullità.
(Lillo Curto)
traduzione dell’autore
CORONAVIRUS
Il mondo si è fermato, non gira più.
Le scuole sono chiuse, gli uffici deserti,
le chiese abbandonate e anche i teatri;
nessuno si vede in giro a passeggiare,
nessuno che compra o vende, deserte sono le strade.
Se esci per bisogno, se devi andare in farmacia
e capita che incontri un caro amico tuo,
lo tieni un po lontano, non ci dai neanche la mano,
può essere infettato o può infettare a te.
Notizie della radio e della televisione
ti turbano la vita con le sue contraddizioni;
ti contano i morti e i malati gravi
di questo brutto morbo che sta per imperversare.
C’è troppa confusione! Qual è il risultato?
Ti fanno impressionare.
Pensando e riflettendo con mente un po’ serena,
questa nuova epidemia, per sempre deve durare?
La storia che è già piena di fatti già accaduti
ci insegna che questa cosa di certo avrà fine.
Tutti uniti insieme vogliamo ragionare?
Spaventati e tormentati per questo brutto evento,
facciamoci coraggio con un poco di buonsenso!
Prendendo attentamente tutte le precauzioni,
un po’ di sacrifici certo dobbiamo farli,
cerchiamo di combattere questa brutta situazione!
Pensiamo che questo male a tutti può venire.
Passata la bufera di questa epidemia,
quando il nostro mondo comincia a rigirare,
quando ci ripiglieremo e ormai tutto sarà passato,
dovremmo riflettere, dovremmo capire,
quando siamo “poverini”.
Siamo una nullità.
(Lillo Curto)
Cutaia Stefania
***
Oltrepassare la cupa soglia
Del dolore
Poi voltarsi indietro
È un fragile esperimento
(Stefania Cutaia)
Cuzzocrea Alessia
SELVAGGIA
Fiera di se
corre veloce verso un posto dove la gente tace
e verso se stessa rivolge tutto il suo interesse,
che scalpita curioso di scoprire altro
che non sia incoerente avidità.
Lei.. tempesta che non lascia mai entrare sole,
aria per ritornare ad avere un equilibrio
dal quale non dover cadere.
Selvaggia,
ruggito di parole non dette ,
strette in una morsa di dolore,
urla di rabbia che stampata nell'orgoglio
non si manifesta quasi mai
al contrario dell'indifferenza che finta
ricopre il suo sguardo di gelo,
una volta colpito solo da raggi di sole
che intrappolati nei suoi ricordi
la pregano di cercare un prato dove stendersi
per non pensare più a niente.
(Alessia Cuzzocrea)
D’Acchioli Giuseppe
MIO SIGNORE
Non credo di esser degno mio Signore,
della bontà e del tuo gran manto,
che riesci a dare una parola a tutti,
un gran conforto e aiuto nella vita.
Spesso interpello cuore e mente,
per esaminare il mio comportamento,
se praticato nel solco tuo tracciato,
oppure solo per aver pulito la facciata.
Mi sforzo ad essere buon osservante,
la fede non vacilla ma propone poco,
si inserisce nella stanca media generale
inserito nel bel mezzo del gruppone.
Vedo che pur nello sforzo non ci siamo,
della gente, forse, si comporta male
usando il proprio stato e parole al miele,
pace con tutti e con coscienza a posto.
Forse sono il solo a vedere o contestare,
mettendo in evidenza le contraddizioni
che pure sono lampanti ed eclatanti,
meglio chiudere gli occhi e non vedere.
(Giuseppe D'Acchioli)
D’Amore Matilde
NON ERA CASA MIA
E mi lascio andare
all'ombra di una quercia
di vestigia passate.
Al profumo delle viole
fra gli specchi di melograno
e dal velluto della melecotogna.
Così cominciava la storia
di un mondo a colori e
non era casa mia.
Noi vagabondi di terre promesse
sorridiamo fra arcobaleni
per caso in un cortile trovati.
Non era casa mia, quello
spicchio di luna su un
cielo di niente.
Sulla porta il tuo nome,
su uno scorcio di mare
disegna una scia di sole.
Una goccia di acqua caduta
per caso, riga il mio viso
e parla di te.
Nascosti dalla stessa nuvola,
i pensieri addensati rimasti
ad aspettare chi fu.
Mi muovo fra respiri che imprigionano
il mio essere, non posso, non sono nulla
difronte all'infinito vagare di chi non sa.
Matilde D'Amore
D’Angelo Sergio
DERIVA CHE SCORTICA L’ACQUA
Questa necessità iniettata sottopelle
è deriva che scortica l’acqua.
Non vi è occhio capace di sfilacciare una pozzanghera
se la passione non si cauterizza col sale.
Quante volte un bacio si è spezzato là vicino,
quante, incollata tra due linee, la confidenza dei corpi
ha dato doppia mandata alle mani.
Da sempre sei gemito vissuto in disparte,
estuario che mi imbusta tra cellule.
Cos’è questa cronaca di cui non riusciamo a prendere atto
se non mancanza.
E questo trasporto che ci smagrisce le vene, che cos’è,
se non un annegamento da cui attingere rive.
Abbracciami come fossi l’ultima terra a disposizione
e nessuno potrà impedirci di ammassare brezze.
Non vi è forbice capace di genuflettere il cielo
se le carezze continueranno ad essere arterie accese.
L’amore è un acquario che traccia scie.
Vieni; torna a stendere cime nei miei muri
e dalla goccia torneranno ad emergere spiagge.
(Sergio D’Angelo)
D’Avanzo Michele
SENZA PACE
Senza pace
chi sono?
Sei un riquadro di luce
nel buio dell'altro?
Solo tocchi
l'infame dolore
del fratello fermo e ferito
che non avrà mai
una corsa vera?
Solo, sul Ring
dovrai lottare
con quanti occhi
e quante lingue!
Sei sicuro
che le tue mani aperte
non toccheranno mai Il tappeto ?
Chiusa è la mente
di chi gioca
senza mettersi in gioco.
Il ring ha paura
del tuo avversario.
La speranza è nemica
e l'avversario lo Ignora.
Senza senso e ragioni
non si arriva lontano
e si vince perdendo.
(Michele D’Avanzo)
Daffinoti Antonella
PER SEMPRE
Il sole muore piano
le ombre, dolcemente danzano
sul tappeto di foglie che il vento in un giorno
d'autunno
ha strappato ai rami inermi e silenti
di alberi stanchi adagiati ai margini del tempo passato.
Lievi,dei passi, intonano, una sinfonia
che si alza e si confonde con la maestosità dell infinito.
Solo un respiro flebile ..
Un abbraccio di parole sussurrate tra i pensieri.
Un soffio fugace e avverto la presenza che nessun distacco separerà.
Poi riecheggia il rombo ...
una scia d'argento disegna tra le nuvole un indaco ...
Un abbraccio nel vento.....
Tutto ritorna vero, per un attimo ascolto il vento
che sussurra con un suono magico, eterno,
quel sentimento che esiste oltre l’infinito
e che, nessun tempo potrà scalfire.
(Antonella Daffinoti)
Danu Florentina (Romania)
NUNTIRE DE ROUĂ
O lacrimă s-a ‘nveșmântat în rochie strălucitoare
Și a devenit mireasa bobului de rouă
În fața altarului printre buchete de trandafiri albi
Au spus DA pentru prima dată ținându-se de mână
Naș le-a fost vântul
ce le oferea adierea
În cupe de aur
Iar lăutarul Zorior de ziuă
Fredona valsul mirilor
Ce-si legănau iubirea
Printre frunzele adormite
Sub voalul nopții cu iz de tecut
Și își ofereau sărutul unei noi dimineți…
(Florentina Danu)
Traduzione in inglese dell’autrice
DEW WEDDING
A tear put on a bright dress
And became the bride of the dewdrop
In front of the altar among bouquets of white roses
They said YES for the first time holding hands
The wind was their godfather
gently blowing over them
In gold cups
And the fiddler, Dawny dawn
Played the newlyweds' waltz
They swayed their love
Among dormant leaves
Under the veil of the night with fragrance of past
And gave each other the kiss of a new morning…
Traduzione in italiano di Calogero La Vecchia con GT
MATRIMONIO DI RUGIADA
Una lacrima indossò un vestito luminoso
e divenne sposa di una goccia di rugiada.
Davanti all'altare tra mazzi di rose bianche
hanno detto SÌ per la prima volta tenendosi per mano.
Il vento era il loro padrino
soffiando delicatamente su di loro
in coppe d'oro
e il violinista, Dawny dawn
ha suonato il valzer degli sposi.
Hanno cullato il loro amore
tra le foglie dormienti
sotto il velo della notte con i profumi del passato
e si scambiarono il bacio di un nuovo mattino ...
De Vincenti Rosanna
QUESTO AMORE
Lo scriverò nel vento,
nel rosso di un tramonto questo amore.
Lo riconoscerò nel tuo respiro,
nel colore dei tuoi occhi,
nella tua mano che mi sfiora,
questo amore.
Lo sentirò nel mio cuore sempre più forte
e lo proteggerò dalla tempesta,
questo amore
(Rosanna De Vincenti)
Del Gaudio Enrico
’O NONNO (napoletano)
Arravugliate ’int’â ’na sciarpa ’e lana
tutt’ ’e matine passa nnante a ’o vico
nu vicchiariello ’int’â ’na palandrana,
nu capputtone ’ntriso ’e dignità.
P’ ’a mano porta sempe ’na criature,
’na cartellina ’e paglia aret’ ’e rine
’n gopp’â nu grembiuline azzurre scure
cu ’na farfalla janca ’e taffettà.
’O nonno spisse vote ’a porta ’mbraccio,
’a criaturella ancora ll’uocchije ’e suonne
le piace ’e s’appuggià ’n gopp’a stu vraccio
ca tene ancora ’a forza da purtà.
Nu cuorpe sulo pareno sti duje
quanno ’a matina passeno p’ ’a via,
chistu crestiane a dda vasà se struje
primmo ca fora â scola ’a va a lassà.
Che pena ca me fa stu vicchiariello
dint’ ’e ghiurnate ’e vierne quanno chiove,
arranca, avanza ’o pere, nu cappiello
’nfilate ’n capo pe’ nun s’abbagnà.
Stu nonno pare ’o quatro d’ ’a miseria
ma chesta criaturella è ’a vita soja,
quanno ’e bbeco ’e passà pe’ dint’all’aria
sento ’na nustalgia ’e me piglià.
Pur’i’ ’a tengo ’na criaturella,
è figlia â figlia mija, nepote a me,
ma â scola ’a porta ’a mamma, ’a piccerella,
pe’ sfreggio nun m’ ’a fa manco a vvedè.
’A vita passa e i’ me sto arrugnanno,
sto sempe sulo cu nisciuno accanto;
chi sa si campo ancora chist’at’anno
si nu sciatillo tocca pure a mme.
(Enrico Del Gaudio)
Traduzione dell’autore
IL NONNO
Infagottato in una sciarpa di lana
tutte le mattine passa davanti al vicolo
un vecchietto in una palandrana,
un cappottone intriso di dignità.
Per la mano porta sempre una bambina,
una cartellina di paglia dietro le spalle
sopra a un grembiulino azzurro scuro
con una farfalla bianca di taffettà.
Il nonno spesso volte la porta in braccio,
la creaturina ancora con gli occhi di sonno
gli piace appoggiarsi sopra a questo braccio
che tiene ancora la forza di sostenerla.
Un corpo solo sembrano questi due
quando la mattina passano per la via,
questo cristiano baciarla la consuma
prima che fuori alla scuola la va a lasciare.
Che pena che mi fa questo vecchietto
durante le giornate d’inverno quando piove,
arranca, avanza il piede, un cappello
infilate sul capo per non bagnarsi.
Questo nonno sembra il quadro della miseria
ma questa creaturina è la sua vita,
quando li vedo passare, nell’aria
sento come mi prendesse una nostalgia.
Pure io ho una bambina,
è figlia a mia figlia, è mia nipote,
ma a scuola la porta la mamma, la piccolina,
per sfregio non me la fa nemmeno vedere.
La vita passa e io mi sto facendo vecchio,
sono sempre solo con nessuno accanto;
chi sa se campo ancora un altr’anno
se un soffio d’amore tocca pure a me.
Dell’Acqua Nicola
ALI DI FARFALLA
Mi spinsi oltre il confine
delle farfalle lì dove l'orizzonte
e solo cielo.
Rubai loro un ala
e ne feci
mia guida
tra le innumerevoli intemperie
di questo mondo
Sorrisi al sole
nascosto tra le nubi,
come un emigrante,
fuggiasco per necessità
per il respiro di un alito di libertà
per darsi una nuova opportunità.
Mi confusi tra la baraonda
di un andirivieni di gente.
Il vecchio mondo come ai tempi della torre di Babele era in preda a un fuggi fuggi .
Il suo respiro a tratti sì fece ansimante e
carico di facce boriose che sfuggivano il pericolo
credendo nella loro perenne impunità.
Ma il tempo inclemente non
diede tregua .
Allora bussai alle porte
del Signore che dicevano fosse lui
il Maestro di ogni clemenza.
Un rintocco solo di campana
sancì il suo ingresso,il mio cuore
non potei negargli .
E lui in un sol attimo
calmò le acque e camminando sui nostri errori
ne fece spada di resurrezione.
(Nicola Dell’Acqua)
Di Caro Dina
TERRA MIA
Seduta in riva al mare,
la brezza calda dell'estate
spazza via tutti i pensieri,
le onde del mare mi cullano
nella loro ninna nanna.
Scivola fra le mie dita
un granello dopo l'altro la sabbia bionda,
guardo l'orizzonte
e so che non rivedrò per lungo tempo
tutto questo spettacolo.
Lontana da te terra mia,
porto dentro il calore, il colore,
tutta l'immensa bellezza
e la speranza in fondo al cuore
che presto mi riporterà da te.
(Dina Di Caro)
Di Leo Marta
L' ETERNITÀ
Vorrei fare un viaggio e ritrovarti.
Chiedere scusa, ai nostri giorni scaduti, a quel tempo mai acceso.
Vorrei, passeggiare con te e farti accarezzare dal vento.
Vorrei, rapirti dalla tua eternità.
Vorrei, ancora abbracciarti.
Vorrei, ancora essere la tua estate.
Vorrei, ancora essere un breve attimo che ti sorride; ma la vita
è ladra di cose meravigliose.
(Marta Di Leo)
Di Naro Angelo
CARO AMORE MIO
Vieni dove vado io, vieni perchè vorrei che venissi anche
tu, per portare il tuo cuore con me, nel mondo più bello,
più vero e tu ed io essere il nostro legame profondo,
radice di tutte le radici, germoglio di tutti i germogli
e cielo dei nostri cieli, dell' albero chiamato vita, che
cresce più alto di quanto l'anima spera e la mente nasconde.
Vieni nel mio cielo profondo, esci dall'abisso.
Il tuo sguardo, divino e infernale, racchiude il tuo occhio
nel tramonto e nell'aurora, i tuoi baci sono un filtro e la tua
bocca un'anfora che profuma l'aria come la mattina
di una primavera con dei prati in fiori nascenti.
Ti amo fino alla profondità, che la mia anima può raggiungere.
Ti amo al pari della più modesta necessità di ogni giorno.
Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia.
Ti amo con la passione che mettevo nei miei trascorsi di lotte,
per le persone, il lavoro e contro le ingiustizie.
Ti amo di un amore che credevo non esistesse più.
Ti amo col respiro, con i sorrisi, le lacrime di tutta la mia vita!
Ti amerò fino alla morte e, se c'è un'altra vita,
ancora di più dopo la morte.
Io ti cerco sempre, anche, nelle altre donne che casualmente
conosco e sono dolce con loro, come se fossi tu.
Di là, di qua, più in là, più oltre, la sotto, la sopra,
sempre a cercare il tuo volto e le tue dolcezze.
Al di là di te, ti cerco di più , ti cerco al di là di me,
al di là di tutti loro, e più oltre ti cerco per trovarti,
e cessare di vivere in te e in me per vivere nella nostra anima.
(Angelo Di Naro)
Di Natale Patrizia
ESTREMO SOLE
Mi ero portata un po'
più avanti lì dove il mare
era freddo a piccole onde
Osservavo là vicino
all'orizzonte un mare
fermo e gelido
lo sento caldo il mio
Solo al pensiero
Che ne è stato di quelle onde
che riupulivano l'anima
con la sola brezza
Qui nel mezzo mi consolo
vedo la costa e l orizzonte
qui la visione ora è totale
quasi perfetta e mi entusiasma
ancora
Il sole qui punta e muta
scalda e dona
Nuoterò da destra
a sinistra qui posso!
E non riservero pensieri
per il tramonto
Mi vestirò di bianco
Come nei sogni!
Mi porterà avanti
l"energia che mi attira
e priva di fantasia
mi farà osservare ciò
che non ha alternative
Ma io rinascerò
In un onda
e prima che giungo
regalerò i miei
battiti alle farfalle
dal breve respiro
I miei colori
riemergeranno
nel gelido di quelle
acque lontane
le giovani e fresche
anime ci giocheranno
Verrà fuori un arcobaleno
E nel pensiero di me
Sarà pioggia di colori
(Patrizia Di Natale)
Domenico Fabris
IL PUPO SICILIANO
Brilla nel sol quell’oro
in sulla cotta, Orlando
lotta riverso al Moro
nel proferir burlando
quel lacrimoso coro
nel corpo penetrando
la Durlindana nell’arrotato foro.
E mozza il capo, poscia,
che voltolando al legno
nel mentre l’infedel s’accoscia
della vittoria è il segno
nell’applaudir che scroscia
pel celebrato impegno!
Or passa a mano in mano,
nel maneggiar tiranti,
quel pupo siciliano
dai tratti affascinanti
che lasso freme invano
lasciato ai fati affranti
brama l’andar lontano
per quei sentieri Santi
assolto dal fardello draconiano.
Domenico Fabris
Donatini Rita
DI NOSTALGIA SON COLME LE PAROLE.
Nell’intimo profondo un’eco vive
svegliata da profumi si’ intrisi,
nella penombra un muto canto scrive
con rintocchi silenti, non precisi.
Di nostalgia son colme le parole
nel ricordare sua giovinezza,
ruga marcata in pelle sua dole
in questo bigio giorno in fresca brezza.
Come cerchi sul tronco son incisi
gli anni a pesar sul ciclo della vita,
ecco d’identita’ ci son le crisi
ma le affronta con speranza infinita.
Ed oltre il vetro il viso ancor rivede
riflesso informe d’anima contrita
avanti guarda e pur se non prevede
bellezza ancora trova si’ arricchita.
(Rita Donatini)
Traduzione in inglese a cura dell’autrice - WORDS ARE FILLED WITH NOSTALGIA. Deep within a living echo/ awakened by perfumes soaked,/ in the half-light she writes/ a silent song with silent, inaccurate strokes.// Her words are full of nostalgia/ in remembering her youth of her,/ wrinkle marked in her skin,/ painful for her in this gray day in a cool breeze.// As you look on her trunk/ the years are engraved to weigh on the cycle of life,/ here are her crises of identity/ but she faces them with infinite hope.// And beyond her glass her face still sees/ a shapeless reflection of a contrite soul/ ahead she looks and even if she does not foresee beauty,/ she still finds herself enriched.
Donceva Marija (Macedonia del Nord)
ЕДНА СУМ, ТАА СУМ
Што мајка барав умот да си го пуштам низ лавиринти и пештери темни,
низ тесни патеки волшебно осветлени од виножита?!
Што мајка барав да нуркам под гребени и здив да губам од надсветовни убавини,
да разгазувам онаму каде нога не стапнала и да ги видам најсјајните ноќи?!
Да бидам сведок на најмрачните залези и апокалиптични олуји...
Што мајка барав толку да прашувам и се да сакам да знам?!
И што треба и што не треба...
Та и најсветлото и најмрачното во душа да си го зберам, и со него да живеам...
Зошто не си врвев по рамните патишта, каде се е толку обично,
едноставно и незаморно....
Оти човек колку повеќе знае, толку потешко живее...
И сега сфаќам зошто простите по душа благословени биле,
А овие како мене со здивеан ум проклети се...
Сега знам зошто велат дека Господ седалото му го прави на слепото пиле...
И знам што значи она, дека на секој крстот му тежи онолку колку може да поднесе.
И сега знам што е благослов, а што проклетство...
Благословена не сум, оти ниту понизна, ниту умерена сум...
Проклета можеби сум, оти чувствата ми тежат повеќе од мене самата,
Та и арното и лошото ме дотолчува...и за секој грев тројно ми наплатува.
Ама и да можам со некого да се заменам, нема ни да помислам...
Оти ниту обична знам да бидам, ниту знам на кантар љубов да мерам пред да ја дадам..
Давам се или ништо,
Барам исто толку за возврат...
Знам, скромна не сум...
Ама едно лице имам и само таа знам да бидам...
(Marija Donceva)
Traduzione in inglese dell’autrice
I AM WHO I AM
What on Earth was I thinking
when I let my mind roam in labyrinths and dark caves,
narrow paths lit by rainbow veils?!
What on Earth was I thinking when I dived under exotic cliffs
and let unearthly beauties take my breath away?!
What was I looking for when I stepped onto roads untrodden
and saw the starriest of nights?!
What on Earth was I thinking when I went to witness the darkest of sunsets
and deadly, apocalyptic storms…why did I crave to know it all?!
Dark and bright, good and bad, small and tall…
And I gathered all these sights in the depths of my soul,
and I was supposed to live with them all…
Why on Earth I didn’t go to places plain and known,
where there is nothing new to know?!
The paths so simple, cannot put you in awe.
Why…when the more you know, the heavier becomes your soul?!
And now it dawned on me why humble people are so blessed,
and those like me, with curious minds are damned, never at rest.
And now I know why each of us carries a cross on his back,
neither more nor less that he can possess.
Now I know what it means to be blessed …and obsessed, never at rest.
But I also learned this…
I may not be blessed, cos I am neither modest nor temperate,
and I do let my feelings make me euphoric and desperate.
But even if I can change places with someone,
I would never consider it…with anyone!
Cos, I AM WHO I AM,
neither meek nor plain,
nor someone who weighs love on a scale and lives in vain…
I give it all or nothing, in return I ask for the same.
I know, I am not modest,
I AM WHO I AM,
and I will never play someone else’s game.
Traduzione in Italiano di GT e Calogero La Vecchia
SONO CHI SONO
Cosa diavolo stavo pensando
quando ho lasciato la mia mente vagare tra labirinti e caverne oscure,
viottoli stretti illuminati da veli arcobaleno ?!
Cosa diavolo stavo pensando
quando mi sono tuffata sotto scogliere esotiche
lasciando che le bellezze ultraterrene mi togliessero il fiato ?!
Cosa cercavo quando sono entrata in strade inesplorate
e ho visto la più stellata delle notti ?!
A cosa diavolo stavo pensando
quando sono andata ad assistere al più oscuro dei tramonti
e tempeste mortali, apocalittiche ...
perché desideravo ardentemente sapere tutto?!
Scuro e luminoso, buono e cattivo, piccolo e grande ...
E ho raccolto tutte queste cose nel profondo della mia anima,
e avrei dovuto vivere con tutto questo bagaglio ...
Perché sulla Terra non sono andata in posti semplici e conosciuti,
dove non c'è niente di nuovo da sapere?!
I percorsi così semplici, non possono metterti in agitazione.
Perché ... quando più sai, più pesante diventa la tua anima ?!
E ora mi sono resa conto del motivo per cui le persone umili
sono così benedette,
e quelli come me, con menti curiose, sono dannate, mai a riposo.
E ora so perché ognuno di noi porta una croce sulla schiena,
né più né meno di ciò che porta con se’.
Ora so cosa significa essere benedetti ... e ossessionati, mai a riposo.
Ma ho anche imparato questo ...
Potrei non essere benedetta, perché non sono né modesta né moderata,
e lascio che i miei sentimenti mi rendano euforica e disperata.
Ma anche se potessi scambiare il mio posto con qualcuno,
Non lo prenderei mai in considerazione ... con nessuno!
Perché io sono chi sono
né mansueto né semplice,
né qualcuno che pesa l'amore su una bilancia e vive invano ...
Dò tutto o niente, in cambio chiedo lo stesso.
Lo so, non sono modesta,
SONO CHI SONO,
e non giocherò mai al gioco di qualcun altro.
Doria Marina
ALLUVIONE IN VALSESIA
C' è un silenzio spettrale
nel mio bosco...
Che non c' è più,
nemmeno le cinciallegre
hanno voglia di cantare,
solo una cornacchia nera
osteggia il mio passaggio
con il suo fastidioso cra-cra.
Il coniglietto selvatico
che mi attende
vicino la radura
oggi non c' è...
Forse sta ancora dormendo..
La Sesia dorme
nel suo letto,
russando rumorosamente,
incurante del mio viso triste
forse, nemmeno sa
il perché della mia malinconia.
Calpesto un tappeto di noci
ancora nel mallo
e mi aiuto con le mani
a districar rovi.
Vorrei essere un sasso
per non provar dolore,
ma una calda lacrima
scende sul mio viso
sciogliendo quel groppo
che opprime la gola.
Questa è la mia Valle,
rifioriranno i fiori
e con loro la mia anima.
Accenno un sorriso,
guardo le nuvole
vagabondare nel cielo
e, lentamente,
riprendo il sentiero
che mi conduce a casa.
(Marina Doria)
Drogo Antonio Luca (romanesco)
TANTI AUGURI RENA'
Prima de anna' a letto
te voglio parla'
cor tuo dialetto,
proprio a dimostrarte
tutto 'st'affetto...
A chi te dice:
"Sei uno Zero"
tu glie risponni
forte e chiaro:
"Sì, questo è vero
e ne sono fiero"!!!
Sei er Maestro,
sei er Poeta,
sei er "Mostro Sacro"
dela nostra vita...
Te lo sai che sei
er Numero Uno,
come te nun c'è
Nessuno!!!
Che sto a di',
che sto a fa',
a Rena' te sei
er marchio de qualità,
senza de te
nun ce la se po` fa`...
Te volemo un monno
de bene,
oggi è festa e se sta
tutti assieme...
Per i tuoi settant'anni
gli auguri migliori per te
che da anni continui
a regalarce sogni,
i tuoi pezzi per noi
so' meravigliosi segni
che illuminano
i nostri giorni!!!
(Antonio Luca Drogo)
traduzione dell'autore
TANTI AUGURI RENATO
Prima di andare a letto ti voglio parlare col tuo dialetto per dimostrarti tutto questo affetto... A chi ti dice: "Sei uno Zero" tu gli rispondi forte e chiaro: "Sì, questo è vero e ne sono fiero"!!! Sei il Maestro, sei il Poeta, sei il "Mostro Sacro" della nostra vita... Tu lo sai che sei il Numero Uno come te non c'è Nessuno!!! Che sto a dire, che sto a fare, Renato tu sei il marchio di qualità, senza di te non ce la possiamo fare... Ti vogliamo un mondo di bene, oggi è festa e si sta tutti insieme... Per i tuoi settant'anni gli auguri migliori per te che da anni continui a regalarci sogni, i tuoi pezzi per noi sono meravigliosi segni che illuminano i nostri giorni!!!
Fabrizio Nunzia
MAMMA
Colonna portante,
radice di fico,
ansia galoppante,
sorriso amico
"Ragazza mia, sogna"
preziosa insegnante,
"Amor vincit omnia"
principio regnante
In un cieco vico
ospitale viandante.
Preda di un pensiero antico
di fiducia costante.
Nolente, spesso, io, ti maledico
per quel che a me suona distante
ma tu perdoni me, il mio non-dico
col tuo gran cuore d'amante
Presenza costante,
fulcro di ogni intrico,
ombra gigante,
(sei) il nostro ombelico!
(Nunzia Fabrizio)
Facoetti Francesca
LA COSTITUZIONE ITALIANA
Baluardo di libertà
Saggezza di civiltà
Millenaria
dei secoli racchiusi
in una carta
dal respiro
dei nostri antenati.
Grazie Italia!
(Francesca Facoetti)
Falsone Anna
FUNAMBOLO
Incedi prima a passo svelto, sicuro
protagonista
sul filo della vita.
D mprovviso
inatteso nodo capovolge l equilibrio.
Ti fermi
ti pieghi
ti scansi
ti abbassi
ti accartocci: no
non lo sciogli il filo della vita.
Fugace sguardo indietro
orgoglioso sguardo avanti
coraggiosi occhi chiusi
e salti
e ancora
nodi
e nodi: no
non lo sciogli il filo della vita.
Incedi ora a passo lento, insicuro
equilibrista
sul filo della vita.
(Anna Falsone)
Farina Joseph A. (Canada)
PERCORSO
I
roman domes and fountains quicken my blood
masterpieces of travertine marble and engineered water
leave me breathless in its magic and fluid eternity.
night amplifies the feral sounds
among the alleyways and ruins.
cats stalk, announcing their kills
with hard growls of pleasure-
they are the true romans here
they come and go at will
among the eternal stones
under their goddess’s moon.
they fornicate capriciously
marking the sacred way
for Aradia * with their revelry
splendour, blood and cruel death
fill the coliseum’s empty places
the throng that fills its scarred
walkways buzz like drunken flies
a babble of voices rising above
this cauldron of ancient slaughter
redeemed by the wooden cross
anchored to its pitted stones
photographed, a souvenir
of torture, penitent by history
and tourists
II
the tuscan horizon
boasts olive trees and vineyards
manicured in perfect rows
just like the postcards that seduced
us to travel here but without
the thumbtacks holding up
this evening's terra cotta sky.
chiaro scurro furrows and olive orchards
embrace the hillsides
in precise patterns.
Lime white gravel roads
bordered by Mediterranean cypress
cut through the pastoral tapestry
to unseen villas and villages
stone towers stand silently
in the distant, remnants of
medieval fortresses.
I breath deep the intoxicating belvedere (panorama)
sear its depth and colours into my soul
make love to it in silent song
and poetry, root my feet into its soil
becoming
through it, with it, and in it
under the golden tuscan light
III
Venice
jewel, queen, angel, whore
of the Adriatic.
gondolas, black lacquered
edged in gold, covered against the rain
tethered to striped palinas (poles)
prance in the uneasy surf
with rain and acqua alta (high water)
venice transforms
into a city of umbrellas
clogging tight lanes
pressing in on narrow bridges
the gray light forming a
spectrum of colourful canopies
deflecting the October rain
San Marco-empty-flooding
its perimeter of raised walkways
circled by a babylon of voices and
bright umbrellas
leaves flutter and fall in the ocean wind
salt spray annoints us and
the paved stones of San Marco’s square
tears at our departure
(Joseph A. Farina)
* (Roman cat goddess)
Traduzione in italiano dell’autore
PERCORSO
I
cupole e fontane romane ravvivano il mio sangue
capolavori di marmo travertino e acqua artificiale
lasciami senza fiato nella sua magica e fluida eternità.
la notte amplifica i suoni ferini
tra i vicoli e le rovine.
i gatti inseguono, annunciando le loro uccisioni
con duri ringhi di piacere
sono i veri romani qui
vanno e vengono a volontà
tra le pietre eterne
sotto la luna della loro dea.
fornicano capricciosamente
segnando la via sacra
per Aradia * con la loro baldoria
splendore, sangue e morte crudele
riempire i posti vuoti del Colosseo
la folla che riempie le sue cicatrici
le passerelle ronzano come mosche ubriache
un balbettio di voci che si alzavano sopra
questo calderone dell'antico massacro
redento dalla croce di legno
ancorato alle sue pietre snocciolate
fotografato, un souvenir
di tortura, penitente dalla storia
e turisti
II
l'orizzonte toscano
vanta ulivi e vigneti
curati in file perfette
proprio come le cartoline che hanno sedotto
noi a viaggiare qui ma senza
le puntine da disegno reggono
il cielo di terracotta di questa sera.
solchi chiaro scurro e oliveti
abbraccia le colline
in schemi precisi.
Strade di ghiaia bianca come la calce
delimitato da cipressi mediterranei
tagliare l'arazzo pastorale
a ville e villaggi invisibili
le torri di pietra stanno silenziose
nel lontano, resti di
fortezze medievali.
Respiro profondamente l'inebriante belvedere (panorama)
brucia la sua profondità e i suoi colori nella mia anima
fare l'amore con esso in una canzone silenziosa
e la poesia, radica i miei piedi nel suo suolo
diventare
attraverso di essa, con essa e in essa
sotto la dorata luce toscana
III
Venezia
gioiello, regina, angelo, puttana
dell'Adriatico.
gondole, laccate nere
bordato d'oro, coperto dalla pioggia
legato a palinas a strisce (pali)
saltellano sulle onde inquiete
con pioggia e acqua alta
venezia si trasforma
in una città di ombrelli
intasamento di corsie strette
premendo su ponti stretti
la luce grigia che forma a
spettro di baldacchini colorati
deviando la pioggia di ottobre
San Marco-vuoto-allagamento
il suo perimetro di passerelle rialzate
circondato da una babilonia di voci e
ombrelli luminosi
le foglie svolazzano e cadono nel vento dell'oceano
la nebbia salina ci infastidisce e
le pietre lastricate di piazza San Marco
lacrime alla nostra partenza
* (Dea gatto romana)
CHIANTU D'AMURI
Chianciu cu tia
terra d'amuri,
terra di duluri.
Terra scurdata,
terra abbannunata.
Chianciu cu tia!
Terra di culuri
terra di mari e suli.
Ma ringraziu Diu ca t'amminta'
terra ginirusa,
terra calurusa.
Chianciu pi tia e
chianciu cu tia,
terra d'allegria
e terra di malincunia!
Lacrimi d'amuri,
amuri pi li to' biddrizzi,
lienti lienti scinninu
e d'emozioni forti
fannu vibrari l'arma!
"Stu chiantu d'amuri
e di malincunia
e tuttu pi tia stasira,
amata terra mia!
Benedetta Caruso
Traduzione dell’autrice
Caruso Benedetta
PIANTO D’AMORE
Piango con te
terra d’amore
terra di dolore.
Terra dimenticata
terra abbandonata.
Piango con te!
Terra di colori,
terra di mare e sole.
Ma ringrazio Dio che ti ha inventata
terra generosa,
terra calorosa.
Piango per te e
piango con te ,
terra d’allegria
e terra di malinconia!
Lacrime d’amore,
amore per le tue bellezze,
lentamente scendono
e d’emozione forte
fanno vibrare l’anima.
Questo canto d’amore
e di malinconia
è tutto per te stasera
Amata terra mia!
(Benedetta Caruso)
Casati Giusy
AMAMI ANCORA
Ti redio durante
la notte,mentre tu
dormi sereno....
Ho sempre bisogno
di te....
Dei tuoi langui e
sognanti sguardi
che accarezzano
senza indugi
il mio corpo...
Delle tuebraccia
che regalano
calore e sicurezza..
Perché sei tu
l'amore da sempre
agognato....
Ti prego allora
amami ancora
per un'ultima volta....
Poi...poi ti lascerò
volare in pace
per l'Eternità....
(Giusy Casati)
Casazzo Luciana
FOGLIA D'AUTUNNO
Ho visto una foglia d'autunno volteggiare
il soffio leggero del vento la faceva danzare
I suoi colori variegati davano vita al grigio del giorno e a tutto quello che c'era intorno..
Lei felice e libera
ha iniziato a ballare leggera leggera nell'aria
Ha sfiorato il cielo...
Ha toccato una nuvola...
Era come in una favola..
Poi il vento stanco ha smesso di soffiare
lei piano piano senza farsi male si è posata a terra
come farebbe una stella
Ho preso quella foglia tra le mani
era troppo bella per farla calpestare...
ho visto la sua storia e lì non poteva stare
(Luciana Casazzo)
Casotto Maria Grazia
PENSIERI..
Leggeri come petali di
Rosa .
Come foglie dal vento
Sospinte.
E lacrimar io sento
Gli occhi miei.
Ma non è per il vento.
È il pensiero a te rivolto
Dal risveglio all' altro
Sonno.
Il mio amore per te
È talmente emozionante
Che sembra una magia.
Stregata di te affamata
Non trovo respiro senza
Il tuo nome urlare
Al cielo sereno.
E mi porto te, nel cuore
Ospite ,felice di averti
Così vicino.
E le lacrime scendono.
Rigano il volto di bistro
Unto.
E io fingo di aver una ciglia birichina che
Mi entra negli occhi
E mi fa gocciolare
Lacrime salate.
Ma è miele tanto dolce
questo amore per te.
(Maria Grazia Casotto)
Cassaro Maria Antonietta
CURA DI TE
Per il tempo che mi resta
avrò cura di te
dei tuoi capelli
Non so quanto tempo mi soffermerò ancora
e quanto rideremo al fischio del merlo nel cortile
Vorrei che fosse insieme in un istante
la fine della corsa
Per i tuoi capelli e le tue mani
vorrò aver cura di te
Seconda stella a destra
E non sbagliare
(Maria Antonietta Cássaro)
Cassone Elisabetta
LUNA
Luna, che ti tingi di brillante solitudine
domini la notte irta di promesse
e di sogni in ebollizione
che trascendono il nostro mondo
e, servienti, si appagano del tuo fioco
ma suggestivo illuminare.
Stanotte assumi la pienezza
non di un mero satellite
ma di uno scenario
dove si depositano oblii e desideri,
come relitti della nostra terra
consacrata dalla tua bellezza.
(Elisabetta Cassone)
Cattaneo Mattia
OCEANO BIANCO
Respiro neve,
oceano bianco,
piegando le ginocchia
sul giaciglio freddo.
Amarsi
è come conservare il
sapore dell’uva
tra le labbra.
Danziamo
nella ronda delle nostre ombre,
nell’attesa di nuovi fiocchi
-incrocio di braccia ribelli-
e risuoneremo
nell’aere
il lamento dell’acqua.
(Mattia Cattaneo)
Caturano Domenico
DONNA
Sono nata libera
vivo di difetti incerti,
su questo mondo pericoloso.
Una strana forma aliena
mi rapisce l'anima...
con le sue mani mi usa
mi violenta, mi danneggia
mi picchia, mi uccide!
Non esistono leggi a mio favore
uccidendo il mio umore,
il mio corpo massacrato
a volte spezzato e disprezzato..
da menti diaboliche e feroci
di cui non riesco a dare voce.
Urlo, chiedo aiuto..
nessuno ascolta
il mio dolore atroce!!
Cosa farò? Impazzirò?!
La follia mi prende in contro piede
mentre le mie lacrime
bagnano i miei occhi
da questo inferno apocalittico!!
Non posso restare in silenzio
a subire le loro ire..
di inaudita violenza su di me!
Di certo sono una rosa
che vuole sopravvivere
in questo mondo
dove viene tolta la speranza
di gioire e di vivere
con spine che flagellano
ogni mio respiro!!
(Domenico Caturano)
Cau Francesco
NATALE 2020
C’è un clima da tempesta
pioggia grandine che disdetta,
or chiudiamo le imposte
su in cima alle finestre nostre,
così l’atmosfera sarà perfetta.
Con magnifica visuale
si avvia il temporale
guardo dalla cima del davanzale.
Nella piazza il mercatino,
lo scenario è Natalino,
tante luci alle viuzze,
presepi con pagliuzze,
cose belle e non brutte.
Le vetrine illuminate
Mamma mia come sono tante,
con i passanti abbagliati
fra vetrine tutte belle e tanti
grandi dolci e caramelle
per i bimbi e bimbe belle.
Tappetti rossi nei portoni
abbelliti con festoni,
luminarie sui balconi
cavallini bambini a cavalcioni.
La fontanella con la stella
fa la stanza ancor più si balla.
Il campanile illuminato
sembra magico e fatato,
se in paese siete a tiro
vi conviene fare un giro,
che il buon anno sia la meta,
perché il Sindaco che vi aspetta.
E il sacerdote per la messa
mi raccomando non fatte ressa.
(Francesco Cau)
Chiappetta Angelo
ATTIMO DOPO ATTIMO
La vita,
un velo teso
lungo direzioni
decise dal destino.
Può essere un uragano
o semplicemente una brezza
a dare colore ai respiri.
Può essere un vento freddo
a squarciare il cielo
lasciando cadere stelle
e sogni luminosi.
A volte il cielo ti regala
quel che desideri,
ma nulla è per sempre,
tutto cambia.
Tasselli di vario colore
e forma
tappezzano il puzzle.
Attimo dopo attimo
la vita perde qualcosa
se scavata in un tempo
che scorre inutile.
Attimo dopo attimo
la vita nulla perde
se la primavera
illumina la tua anima.
E la luce
di un sole nuovo
scivola lenta
ad illuminare i pensieri
quelli più profondi,
quelli veri
fra l’anima e sensazioni
che sublimano la realtà
in un fragoroso silenzio
che ferma il tempo.
(Angelo Chiappetta)
Chiarelli Carmela
SPORCATI LE MANI
Scelta la tela:
i muri, a diventar tamburi.
Le mani nude
per setole e pennelli.
Impronte umane.
Strati di pelle.
L'insieme dei battiti
a frequenze diverse,
ad abbattere i muri
di stereotipi fissi.
(Carmela Chiarelli)
Chiavetta Eleonora
ADDIO
I suoi piccoli occhi
implorano aiuto,
le sue innocenti mani
avvolte da una coperta stracciata
tese e fredde.
E ' stato lasciato li
sui gradini
d'una chiesa
da una donna
che fugge veloce
dalla vita che li
abbandona
in una fredda
giornata d'inverno
Uno smorzato addio
bagna le sue labbra
Fugge..........si
dall'amore
che diventato è
dolore.
(Chiavetta Eleonora)
Chillemi Rita
***
Siamo...
impastati di miele
e di fiele
di argilla
e di ferro
Amiamo
e odiamo
Ci sgretoliamo
e ci ricostruiamo
di pezzi più saldi
...siamo impastati
di errori e di bene
siamo impastati
di fragilità
di speranze
...di solitudini
Mesciamo
umiltà
amore
e perdono
per resistere....
(Rita Chillemi)
Ciceri Felicita
CLOCHARDS
Passi che barcollano
nel vuoto del silenzio,
che solo inghiotte e raggrinza
il loro canto.
Fosca è la notte,
che sa di tempo rigido
quanto come pietra.
Luce fievole, per un sottile giorno
che sarà di sole briciole
in polvere d’asfalto.
Quel soffio breve della vita
che da secoli racconta…
strade, sentieri polverosi della terra.
Sono solo vagabondi, ubriachi di vera solitudine,
dentro abitacoli di sudici cartoni,
per sopravvivere, assopirsi sotto cieli stellati,
tra radici di rifiuti.
In quanto loro…si scartano da soli.
(Felicita Ciceri)
Cirami Sabrina
A MIO PADRE
Hai riempito la mia anima di sogni e di avventura
il mio cuore di bontà e speranza,
mi hai donato te stesso e di me ti sei preso cura.
Mi hai protetto dalle insidie di ogni giorno
e con parole giuste ed opportune, colmavi la distanza,
rasserenavi l'animo e riempivi il cuore.
Attendo ancora la tua voce, il tuo sorriso, le tue mani che stringono le mie.
Ti ho visto bimbo, assorto e sofferente.
Ti ho visto uomo, forte e credente, piangere trafitto dal dolore atroce
che il mio viso tentava di lenire,chiedendo i tuoi baci.
Avrei voluto darti ciò che hai sempre dato a me
Avrei voluto piangere con te, avrei voluto venire via con te.
Ora, continui a stringere la mia mano e io
continuo ad accarezzarti l'anima,
come chiedevi di accarezzare il tuo corpo dolente.
Continuo a sussurrare le parole che ti dicevo e che sembrava ti dessero sollievo.
Amore e ricordi hanno tessuto la tua fine,
tra le mie mani, con il mio volto che giaceva accanto al tuo,
tra le sbarre di un letto per infermi.
Ho fatto tutto,
consapevole che dopo attimi non avrei più potuto farlo.
Se potessi tornarmi accanto, vivo, con le parole e i sogni del passato,
le tue mani le stringerei più forte e le mie carezze non cesserebbero mai.
Se potessi tornarmi accanto, vivo, con il tuo dolce sorriso e la tua bontà
la mia anima si fonderebbe alla tua.
Se potessi tornarmi accanto,
mi diresti che non sei nella tomba bianca che ti ha accolto.
Sei con me.
(Sabrina Cirami)
Cirigliano Tonia
VOCI NEL VENTO
Sento nell'aria
voci di pianto
trasportate dal vento,
e stanca è quell'onda
che fluttua nel mare
silenziosa e dolente.
Ora l'acqua si tinge
di notte profonda,
e la luna lassù, è triste,
non ride e né splende.
Sento lamenti
e dolori soffrire
che sudano sangue,
ed un piccolo cuore
che geme,
e ancor batte nel grembo...
Voci strazianti di donne costrette a subire violenze,
e padri mancati d'amore
che piangono fiele.
Sguardi impietriti di bimbi
che guardano il cielo,
loro non sanno il perché,
della furia del giorno
ch'è nuovo...
Scompiglia i miei capelli
questo vento,
si è inferocito l'uomo
e la natura...
E tra acque sconvolgenti
e trombe d'aria,
si fanno ancor più fitte
queste nebbie,
non riesco più a vederne l'orizzonte...
Cammino lentamente,
non respiro,
e tra i miei passi lenti
e un pò confusi,
raccolgo ancora
briciole di vita....
(Tonia Cirigliano)
Colacrai Davide Rocco
E IL MARE È NERO, E FA UN UNICO PEZZO CON LA NOTTE
dedicata a Vincenzo Restivo*
Sono figlia dell’amianto,
di cose nascoste, strette tra labbra senza profezie,
che fanno del nostro alveare un mare grigio,
noi rinchiusi nel suo ventre
come api raccolte in un cerchio forato sul muro
da cui ascoltare la vita quando passa,
un rossetto obliquo ai tacchi
come quei sogni che ci premono dentro
prima di fiorire come stelle comete che si spogliano in delfini liquidi d’amore
e ci lasciano prigioniere,
ognuna nuda nel suo guscio
ad accarezzare il proprio riflesso nel domani.
Sono figlia dell’amianto,
di nomi che crocifiggiamo a un’ombra
e il tramonto trasforma in lingue che bruciano come corpi
mentre offriamo alla Madonna, giù umida d’azzurro,
la nostra parte più debole
nell’urgenza di una speranza per sopravvivere alla monotonia di un miracolo in attesa,
è come polline di tarassaco
prima che l’ultimo gesto lo riveli
nel segno della croce
la cui eco, morsa da scialli in processione, sa di abbandono,
della solitudine delle cicale
e della malattia di una pioggia che non è.
Sono figlia dell’amianto
che in un respiro nero d’uomo definisce la sua carne
è carne di mare grigio,
di lacrime che la penetrano da bocche mai sazie,
di giorni nel dissolversi come la giovinezza
mentre le alghe attenuano il dolore.
(Davide Rocco Colacrai)
*Vincenzo Restivo, scrittore di Salerno amico dell'autore
Colangelo Ylenia
INCONNUE
Io non sono qui.
Sono dall'altra parte, riversa nel sogno di un passante.
Tremore sulla pelle degli amanti.
Il nome che piove dalle radici
luna straniera, debole dardo
Statua di tulipani.
Velo giallo, canto antico redento.
Forma in mercati di gesso
inganno del tempo pensato
Dove sono
con chi sono
mi accendo.
(Ylenia Coloangelo)
Collari Roberto
RIPOSO
All’ombra d’un faggio
m’involerò lieve
oltre ‘l placido
mormorio dei venti,
verso ‘l fervido
orizzonte d’un sogno
ormai sbiadito.
(Roberto Collari)
Collesano Gino
TENEREZZA
I panni alitano mossi dal
vento
pensieri bui trascinati nel
tempo
grumano gli occhi amaro
ricordo
nel cuore riaffiora graffio
profondo
cinge il nonno lenisce il
dolore
lo sguardo puro infonde
amore
lo sfiora smarrita gesto
radioso
ombre rischiara dal viso
rugoso.
(Gino Collesano)
Comitini Marcello
***
Torre saracena in cima a un promontorio
contro la leggerezza del cielo
Solitaria custodisci ancora
lo sguardo attento della vedetta
che scruta nell’azzurrità della nebbia
le vele di una nave nemica.
Un’estate intera, in giorni sempre uguali
ho guardato da ragazzo la tua forma squadrata.
Gli spigoli erosi dalle piogge i merli rosicchiati dai venti
davano alla tua figura l’aria di un mago
con la testa avvolta da una benda celeste.
Ai piedi del promontorio scogli scuri e silenziosi
bagnati dal mare lento e docile come la mite creatura
di un mondo che esisteva nella mia fantasia.
Se avessi avuto lo sguardo di un pittore
e nel cuore il tuo colore di vecchia pietra
ti avrei raffigurata come un profeta
avvolto in un mantello di luce
che annuncia con occhi incupiti
un mondo tanto differente da questo.
Non sono più tornato nella mia terra.
e mi sono piegato al dominio del vivere
in questo mondo inaccettabile.
Marcello Comitini
Conti Alfredo Alessio
COME UN FIORE
Dopo aver germogliato
tra la terra
nutrimento
vitale
di ogni giorno
che declina
all’imbrunire
è il mio corpo
ormai sopito
come il fiore
che perisce
piano piano
i suoi raggianti petali.
(Alfredo Alessio Conti)
Corbi Melissa (Lilith Hendrix)
MI INCANTI E MI INQUIETI
Torna qui ti prego
E dimmi ancora quanto freddo fa d'inverno
Quanto triste è il manto spoglio
E quanto dolorose sono le rose
Che piangono nella notte.
Ti prego dimmi ancora
Di non arrendermi alla tristezza
E stringimi forte senza esitare
Anche se le betulle hanno paura di morire.
Ti prego resta ancora un po'
A scaldarmi il cuore mordendomi l'anima
Perché forse la vita scorre un po' troppo veloce
Ma con te, non importa.
Il tempo corre lento e le nane bianche brillano ancora,
Mi incanti e mi inquieti
Nella notte buia
Mentre i nostri corpi danzano
Come stelle e comete
Nel cielo infinito.
(Lilith Hendrix)
Corona Giorgio
IL POTERE DEL NULLA
La parvenza del nulla
si eterna nelle vuote scatole
dietro a vetrine di luci spente.
Gonfia le tasche ricucite
con il filo dell'indifferenza.
Portato in processione
sopra le spalle ficaccate
dei sopravvissuti agli sbandieratori
di false studiate promesse,
lanciate al cielo e mai ricadute.
Negli angoli della bocca
stono rimasti gli avanzi
dell'ultimo pasto consumato
prima di essere imbarcati
in un viaggio senza tempo.
Non è successo nulla,
l'organino continua a suonare,
nessuno si ferma ad ascoltare.
Il nulla si dissolve ma non scompare,
si nutre di fresche speranze
nate nei pollai della delusione,
dove il gallo annuncia il nuovo giorno
in questa giostra che ci gira attorno.
Siamo comparse del nulla
sul palcoscenico del tutto,
fra applausi, sorrisi e fischi
non piegheremo le ginocchia
finchè calerà il pesante sipario
su questo nostro triste calvario.
(Giorgio Corona)
Corroppoli Marialisa
L'ESSENZA DELLA FESTA
Figure femminili corteggiano
Indossando abiti leggiadri
Riempendo le strade
Di stoffe impalpabili e scintillanti
Inondando l'aria
Di profumo inebriante
È l'aria di una festa
Che esalta gli animi
E contemporaneamente li tranquillizza
È Natale
È l'essenza della festa.
(Marialisa Corroppoli)
Croce Antonio
INCOSCIENTI!
Io, la Terra, sono una cellula dell’universo infinito
e voi, Umani, il cancro che mi corrode.
Ho la febbre. La temperatura sale. Ho le convulsioni.
La CO2 mi avvelena e il rigurgito di plastiche si dirama
per le mie vene di fiumi fino ai mari.
Come madre sono prodiga col mio seno.
E sono matrigna. I miei frutti sono avvelenati da conservanti.
I pesticidi uccidono le api, dissipano il profumo dei fiori.
Gli habitat vengono distrutti. Esseri viventi sono a rischio di estinzione.
I vostri figli respirano e mangiano i veleni delle terre di fuoco.
Io tremo e voi ridete. E vi fate le guerre. Incoscienti!
Voialtri sapienti comprate prodotti “alla spina”, a km0.
Usate borse di juta e accettate regali non incartati.
Io sono in agonia, mi sto inaridendo. I miei polmoni bruciano.
Non riesco più a controllare le stagioni e i colori sbiadiscono.
Limitate i consumi e sappiate accontentarvi.
Piantate alberi! Piantate alberi! Sono la mia tachipirina.
Le acque dei ghiacciai disciolti innalzeranno i livelli dei mari.
Poi evaporeranno e si dissolveranno con l’atmosfera.
Non voglio diventare come Marte, perché la Vita morrebbe.
Insieme la cellula e il suo carnefice.
(Antonio Croce)
Cumbo Simone
AMARE
Amare
questo illuso mondo.
Occhi smarriti,
vite perdute.
Mentre il vento
aspetta solo
d'essere ascoltato.
(Simone Cumbo)
Traduzione in inglese a cura dell’autore: TO LOVE. Loving this deluded world./ Lost eyes,/ missed lives./ While the wind is just waiting to be heard.
Curto Lillo
CORONAVIRUS (Siciliano)
Lu munnu si firmà, mancu firrìa cchiù.
Li scoli sunnu chiusi, l’uffici su’ deserti,
li chesi abbannunati e anchi li teatri;
nuddru si vidi ‘n-giru a fari passijati,
nuddru c’accatta o vinni, deserti su’ li strati.
Si niesci pi bisuegnu, si ha’ a jiri ‘n-farmacia
e capita ca ‘ncuentri un caru amicu tua,
lu tieni un po’ luntanu, mancu ci du’ la manu,
pò essiri ‘nfittatu e pò ‘nfittari a tìa.
Notizi di la radiu e di la televisioni
ti tùrbanu la vita cu li contraddizioni;
ti cùntanu li muerti e li malati gravi
di chistu bruttu morbu ca sta pi ‘mperversari.
C’è troppa confusioni! Qual è lu risurtatu?
Ti fannu ‘mpressionari.
Pinsannu e riflittiennu cu menti un po’ sirena,
ssa nova epidemia pi sempri hav’a durari?
La storia ch’è già china di cosi già accaduti
ni ‘nsigna ca ssa cosa di certu hav’a finiri.
Tutti jungiuti, ‘nsemmula, vuliemm’arraggiunari?
Scantati e turmintati di chissu bruttu eventu,
facièmmuni coraggiu c’un pocu di bonsensu!
Pigliannu attentamenti tutti li precauzioni,
un po’ di sacrifici certu ca l’âmma fari,
circammu di cummattiri ssa brutta situazioni!
Pinsammu ca stu mali a tutti pò viniri.
Passata la bufera di chiss’epidemia,
quannu lu nuesciu munnu ‘ncumencia a rigirari,
quannu n’arripigliammu e ormai tuttu passà,
avissim’a riflettiri, avìssimu a capiri
quantu siemmu mischini.
Siemmu ‘na nullità.
(Lillo Curto)
traduzione dell’autore
CORONAVIRUS
Il mondo si è fermato, non gira più.
Le scuole sono chiuse, gli uffici deserti,
le chiese abbandonate e anche i teatri;
nessuno si vede in giro a passeggiare,
nessuno che compra o vende, deserte sono le strade.
Se esci per bisogno, se devi andare in farmacia
e capita che incontri un caro amico tuo,
lo tieni un po lontano, non ci dai neanche la mano,
può essere infettato o può infettare a te.
Notizie della radio e della televisione
ti turbano la vita con le sue contraddizioni;
ti contano i morti e i malati gravi
di questo brutto morbo che sta per imperversare.
C’è troppa confusione! Qual è il risultato?
Ti fanno impressionare.
Pensando e riflettendo con mente un po’ serena,
questa nuova epidemia, per sempre deve durare?
La storia che è già piena di fatti già accaduti
ci insegna che questa cosa di certo avrà fine.
Tutti uniti insieme vogliamo ragionare?
Spaventati e tormentati per questo brutto evento,
facciamoci coraggio con un poco di buonsenso!
Prendendo attentamente tutte le precauzioni,
un po’ di sacrifici certo dobbiamo farli,
cerchiamo di combattere questa brutta situazione!
Pensiamo che questo male a tutti può venire.
Passata la bufera di questa epidemia,
quando il nostro mondo comincia a rigirare,
quando ci ripiglieremo e ormai tutto sarà passato,
dovremmo riflettere, dovremmo capire,
quando siamo “poverini”.
Siamo una nullità.
(Lillo Curto)
Cutaia Stefania
***
Oltrepassare la cupa soglia
Del dolore
Poi voltarsi indietro
È un fragile esperimento
(Stefania Cutaia)
Cuzzocrea Alessia
SELVAGGIA
Fiera di se
corre veloce verso un posto dove la gente tace
e verso se stessa rivolge tutto il suo interesse,
che scalpita curioso di scoprire altro
che non sia incoerente avidità.
Lei.. tempesta che non lascia mai entrare sole,
aria per ritornare ad avere un equilibrio
dal quale non dover cadere.
Selvaggia,
ruggito di parole non dette ,
strette in una morsa di dolore,
urla di rabbia che stampata nell'orgoglio
non si manifesta quasi mai
al contrario dell'indifferenza che finta
ricopre il suo sguardo di gelo,
una volta colpito solo da raggi di sole
che intrappolati nei suoi ricordi
la pregano di cercare un prato dove stendersi
per non pensare più a niente.
(Alessia Cuzzocrea)
D’Acchioli Giuseppe
MIO SIGNORE
Non credo di esser degno mio Signore,
della bontà e del tuo gran manto,
che riesci a dare una parola a tutti,
un gran conforto e aiuto nella vita.
Spesso interpello cuore e mente,
per esaminare il mio comportamento,
se praticato nel solco tuo tracciato,
oppure solo per aver pulito la facciata.
Mi sforzo ad essere buon osservante,
la fede non vacilla ma propone poco,
si inserisce nella stanca media generale
inserito nel bel mezzo del gruppone.
Vedo che pur nello sforzo non ci siamo,
della gente, forse, si comporta male
usando il proprio stato e parole al miele,
pace con tutti e con coscienza a posto.
Forse sono il solo a vedere o contestare,
mettendo in evidenza le contraddizioni
che pure sono lampanti ed eclatanti,
meglio chiudere gli occhi e non vedere.
(Giuseppe D'Acchioli)
D’Amore Matilde
NON ERA CASA MIA
E mi lascio andare
all'ombra di una quercia
di vestigia passate.
Al profumo delle viole
fra gli specchi di melograno
e dal velluto della melecotogna.
Così cominciava la storia
di un mondo a colori e
non era casa mia.
Noi vagabondi di terre promesse
sorridiamo fra arcobaleni
per caso in un cortile trovati.
Non era casa mia, quello
spicchio di luna su un
cielo di niente.
Sulla porta il tuo nome,
su uno scorcio di mare
disegna una scia di sole.
Una goccia di acqua caduta
per caso, riga il mio viso
e parla di te.
Nascosti dalla stessa nuvola,
i pensieri addensati rimasti
ad aspettare chi fu.
Mi muovo fra respiri che imprigionano
il mio essere, non posso, non sono nulla
difronte all'infinito vagare di chi non sa.
Matilde D'Amore
D’Angelo Sergio
DERIVA CHE SCORTICA L’ACQUA
Questa necessità iniettata sottopelle
è deriva che scortica l’acqua.
Non vi è occhio capace di sfilacciare una pozzanghera
se la passione non si cauterizza col sale.
Quante volte un bacio si è spezzato là vicino,
quante, incollata tra due linee, la confidenza dei corpi
ha dato doppia mandata alle mani.
Da sempre sei gemito vissuto in disparte,
estuario che mi imbusta tra cellule.
Cos’è questa cronaca di cui non riusciamo a prendere atto
se non mancanza.
E questo trasporto che ci smagrisce le vene, che cos’è,
se non un annegamento da cui attingere rive.
Abbracciami come fossi l’ultima terra a disposizione
e nessuno potrà impedirci di ammassare brezze.
Non vi è forbice capace di genuflettere il cielo
se le carezze continueranno ad essere arterie accese.
L’amore è un acquario che traccia scie.
Vieni; torna a stendere cime nei miei muri
e dalla goccia torneranno ad emergere spiagge.
(Sergio D’Angelo)
D’Avanzo Michele
SENZA PACE
Senza pace
chi sono?
Sei un riquadro di luce
nel buio dell'altro?
Solo tocchi
l'infame dolore
del fratello fermo e ferito
che non avrà mai
una corsa vera?
Solo, sul Ring
dovrai lottare
con quanti occhi
e quante lingue!
Sei sicuro
che le tue mani aperte
non toccheranno mai Il tappeto ?
Chiusa è la mente
di chi gioca
senza mettersi in gioco.
Il ring ha paura
del tuo avversario.
La speranza è nemica
e l'avversario lo Ignora.
Senza senso e ragioni
non si arriva lontano
e si vince perdendo.
(Michele D’Avanzo)
Daffinoti Antonella
PER SEMPRE
Il sole muore piano
le ombre, dolcemente danzano
sul tappeto di foglie che il vento in un giorno
d'autunno
ha strappato ai rami inermi e silenti
di alberi stanchi adagiati ai margini del tempo passato.
Lievi,dei passi, intonano, una sinfonia
che si alza e si confonde con la maestosità dell infinito.
Solo un respiro flebile ..
Un abbraccio di parole sussurrate tra i pensieri.
Un soffio fugace e avverto la presenza che nessun distacco separerà.
Poi riecheggia il rombo ...
una scia d'argento disegna tra le nuvole un indaco ...
Un abbraccio nel vento.....
Tutto ritorna vero, per un attimo ascolto il vento
che sussurra con un suono magico, eterno,
quel sentimento che esiste oltre l’infinito
e che, nessun tempo potrà scalfire.
(Antonella Daffinoti)
Danu Florentina (Romania)
NUNTIRE DE ROUĂ
O lacrimă s-a ‘nveșmântat în rochie strălucitoare
Și a devenit mireasa bobului de rouă
În fața altarului printre buchete de trandafiri albi
Au spus DA pentru prima dată ținându-se de mână
Naș le-a fost vântul
ce le oferea adierea
În cupe de aur
Iar lăutarul Zorior de ziuă
Fredona valsul mirilor
Ce-si legănau iubirea
Printre frunzele adormite
Sub voalul nopții cu iz de tecut
Și își ofereau sărutul unei noi dimineți…
(Florentina Danu)
Traduzione in inglese dell’autrice
DEW WEDDING
A tear put on a bright dress
And became the bride of the dewdrop
In front of the altar among bouquets of white roses
They said YES for the first time holding hands
The wind was their godfather
gently blowing over them
In gold cups
And the fiddler, Dawny dawn
Played the newlyweds' waltz
They swayed their love
Among dormant leaves
Under the veil of the night with fragrance of past
And gave each other the kiss of a new morning…
Traduzione in italiano di Calogero La Vecchia con GT
MATRIMONIO DI RUGIADA
Una lacrima indossò un vestito luminoso
e divenne sposa di una goccia di rugiada.
Davanti all'altare tra mazzi di rose bianche
hanno detto SÌ per la prima volta tenendosi per mano.
Il vento era il loro padrino
soffiando delicatamente su di loro
in coppe d'oro
e il violinista, Dawny dawn
ha suonato il valzer degli sposi.
Hanno cullato il loro amore
tra le foglie dormienti
sotto il velo della notte con i profumi del passato
e si scambiarono il bacio di un nuovo mattino ...
De Vincenti Rosanna
QUESTO AMORE
Lo scriverò nel vento,
nel rosso di un tramonto questo amore.
Lo riconoscerò nel tuo respiro,
nel colore dei tuoi occhi,
nella tua mano che mi sfiora,
questo amore.
Lo sentirò nel mio cuore sempre più forte
e lo proteggerò dalla tempesta,
questo amore
(Rosanna De Vincenti)
Del Gaudio Enrico
’O NONNO (napoletano)
Arravugliate ’int’â ’na sciarpa ’e lana
tutt’ ’e matine passa nnante a ’o vico
nu vicchiariello ’int’â ’na palandrana,
nu capputtone ’ntriso ’e dignità.
P’ ’a mano porta sempe ’na criature,
’na cartellina ’e paglia aret’ ’e rine
’n gopp’â nu grembiuline azzurre scure
cu ’na farfalla janca ’e taffettà.
’O nonno spisse vote ’a porta ’mbraccio,
’a criaturella ancora ll’uocchije ’e suonne
le piace ’e s’appuggià ’n gopp’a stu vraccio
ca tene ancora ’a forza da purtà.
Nu cuorpe sulo pareno sti duje
quanno ’a matina passeno p’ ’a via,
chistu crestiane a dda vasà se struje
primmo ca fora â scola ’a va a lassà.
Che pena ca me fa stu vicchiariello
dint’ ’e ghiurnate ’e vierne quanno chiove,
arranca, avanza ’o pere, nu cappiello
’nfilate ’n capo pe’ nun s’abbagnà.
Stu nonno pare ’o quatro d’ ’a miseria
ma chesta criaturella è ’a vita soja,
quanno ’e bbeco ’e passà pe’ dint’all’aria
sento ’na nustalgia ’e me piglià.
Pur’i’ ’a tengo ’na criaturella,
è figlia â figlia mija, nepote a me,
ma â scola ’a porta ’a mamma, ’a piccerella,
pe’ sfreggio nun m’ ’a fa manco a vvedè.
’A vita passa e i’ me sto arrugnanno,
sto sempe sulo cu nisciuno accanto;
chi sa si campo ancora chist’at’anno
si nu sciatillo tocca pure a mme.
(Enrico Del Gaudio)
Traduzione dell’autore
IL NONNO
Infagottato in una sciarpa di lana
tutte le mattine passa davanti al vicolo
un vecchietto in una palandrana,
un cappottone intriso di dignità.
Per la mano porta sempre una bambina,
una cartellina di paglia dietro le spalle
sopra a un grembiulino azzurro scuro
con una farfalla bianca di taffettà.
Il nonno spesso volte la porta in braccio,
la creaturina ancora con gli occhi di sonno
gli piace appoggiarsi sopra a questo braccio
che tiene ancora la forza di sostenerla.
Un corpo solo sembrano questi due
quando la mattina passano per la via,
questo cristiano baciarla la consuma
prima che fuori alla scuola la va a lasciare.
Che pena che mi fa questo vecchietto
durante le giornate d’inverno quando piove,
arranca, avanza il piede, un cappello
infilate sul capo per non bagnarsi.
Questo nonno sembra il quadro della miseria
ma questa creaturina è la sua vita,
quando li vedo passare, nell’aria
sento come mi prendesse una nostalgia.
Pure io ho una bambina,
è figlia a mia figlia, è mia nipote,
ma a scuola la porta la mamma, la piccolina,
per sfregio non me la fa nemmeno vedere.
La vita passa e io mi sto facendo vecchio,
sono sempre solo con nessuno accanto;
chi sa se campo ancora un altr’anno
se un soffio d’amore tocca pure a me.
Dell’Acqua Nicola
ALI DI FARFALLA
Mi spinsi oltre il confine
delle farfalle lì dove l'orizzonte
e solo cielo.
Rubai loro un ala
e ne feci
mia guida
tra le innumerevoli intemperie
di questo mondo
Sorrisi al sole
nascosto tra le nubi,
come un emigrante,
fuggiasco per necessità
per il respiro di un alito di libertà
per darsi una nuova opportunità.
Mi confusi tra la baraonda
di un andirivieni di gente.
Il vecchio mondo come ai tempi della torre di Babele era in preda a un fuggi fuggi .
Il suo respiro a tratti sì fece ansimante e
carico di facce boriose che sfuggivano il pericolo
credendo nella loro perenne impunità.
Ma il tempo inclemente non
diede tregua .
Allora bussai alle porte
del Signore che dicevano fosse lui
il Maestro di ogni clemenza.
Un rintocco solo di campana
sancì il suo ingresso,il mio cuore
non potei negargli .
E lui in un sol attimo
calmò le acque e camminando sui nostri errori
ne fece spada di resurrezione.
(Nicola Dell’Acqua)
Di Caro Dina
TERRA MIA
Seduta in riva al mare,
la brezza calda dell'estate
spazza via tutti i pensieri,
le onde del mare mi cullano
nella loro ninna nanna.
Scivola fra le mie dita
un granello dopo l'altro la sabbia bionda,
guardo l'orizzonte
e so che non rivedrò per lungo tempo
tutto questo spettacolo.
Lontana da te terra mia,
porto dentro il calore, il colore,
tutta l'immensa bellezza
e la speranza in fondo al cuore
che presto mi riporterà da te.
(Dina Di Caro)
Di Leo Marta
L' ETERNITÀ
Vorrei fare un viaggio e ritrovarti.
Chiedere scusa, ai nostri giorni scaduti, a quel tempo mai acceso.
Vorrei, passeggiare con te e farti accarezzare dal vento.
Vorrei, rapirti dalla tua eternità.
Vorrei, ancora abbracciarti.
Vorrei, ancora essere la tua estate.
Vorrei, ancora essere un breve attimo che ti sorride; ma la vita
è ladra di cose meravigliose.
(Marta Di Leo)
Di Naro Angelo
CARO AMORE MIO
Vieni dove vado io, vieni perchè vorrei che venissi anche
tu, per portare il tuo cuore con me, nel mondo più bello,
più vero e tu ed io essere il nostro legame profondo,
radice di tutte le radici, germoglio di tutti i germogli
e cielo dei nostri cieli, dell' albero chiamato vita, che
cresce più alto di quanto l'anima spera e la mente nasconde.
Vieni nel mio cielo profondo, esci dall'abisso.
Il tuo sguardo, divino e infernale, racchiude il tuo occhio
nel tramonto e nell'aurora, i tuoi baci sono un filtro e la tua
bocca un'anfora che profuma l'aria come la mattina
di una primavera con dei prati in fiori nascenti.
Ti amo fino alla profondità, che la mia anima può raggiungere.
Ti amo al pari della più modesta necessità di ogni giorno.
Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia.
Ti amo con la passione che mettevo nei miei trascorsi di lotte,
per le persone, il lavoro e contro le ingiustizie.
Ti amo di un amore che credevo non esistesse più.
Ti amo col respiro, con i sorrisi, le lacrime di tutta la mia vita!
Ti amerò fino alla morte e, se c'è un'altra vita,
ancora di più dopo la morte.
Io ti cerco sempre, anche, nelle altre donne che casualmente
conosco e sono dolce con loro, come se fossi tu.
Di là, di qua, più in là, più oltre, la sotto, la sopra,
sempre a cercare il tuo volto e le tue dolcezze.
Al di là di te, ti cerco di più , ti cerco al di là di me,
al di là di tutti loro, e più oltre ti cerco per trovarti,
e cessare di vivere in te e in me per vivere nella nostra anima.
(Angelo Di Naro)
Di Natale Patrizia
ESTREMO SOLE
Mi ero portata un po'
più avanti lì dove il mare
era freddo a piccole onde
Osservavo là vicino
all'orizzonte un mare
fermo e gelido
lo sento caldo il mio
Solo al pensiero
Che ne è stato di quelle onde
che riupulivano l'anima
con la sola brezza
Qui nel mezzo mi consolo
vedo la costa e l orizzonte
qui la visione ora è totale
quasi perfetta e mi entusiasma
ancora
Il sole qui punta e muta
scalda e dona
Nuoterò da destra
a sinistra qui posso!
E non riservero pensieri
per il tramonto
Mi vestirò di bianco
Come nei sogni!
Mi porterà avanti
l"energia che mi attira
e priva di fantasia
mi farà osservare ciò
che non ha alternative
Ma io rinascerò
In un onda
e prima che giungo
regalerò i miei
battiti alle farfalle
dal breve respiro
I miei colori
riemergeranno
nel gelido di quelle
acque lontane
le giovani e fresche
anime ci giocheranno
Verrà fuori un arcobaleno
E nel pensiero di me
Sarà pioggia di colori
(Patrizia Di Natale)
Domenico Fabris
IL PUPO SICILIANO
Brilla nel sol quell’oro
in sulla cotta, Orlando
lotta riverso al Moro
nel proferir burlando
quel lacrimoso coro
nel corpo penetrando
la Durlindana nell’arrotato foro.
E mozza il capo, poscia,
che voltolando al legno
nel mentre l’infedel s’accoscia
della vittoria è il segno
nell’applaudir che scroscia
pel celebrato impegno!
Or passa a mano in mano,
nel maneggiar tiranti,
quel pupo siciliano
dai tratti affascinanti
che lasso freme invano
lasciato ai fati affranti
brama l’andar lontano
per quei sentieri Santi
assolto dal fardello draconiano.
Domenico Fabris
Donatini Rita
DI NOSTALGIA SON COLME LE PAROLE.
Nell’intimo profondo un’eco vive
svegliata da profumi si’ intrisi,
nella penombra un muto canto scrive
con rintocchi silenti, non precisi.
Di nostalgia son colme le parole
nel ricordare sua giovinezza,
ruga marcata in pelle sua dole
in questo bigio giorno in fresca brezza.
Come cerchi sul tronco son incisi
gli anni a pesar sul ciclo della vita,
ecco d’identita’ ci son le crisi
ma le affronta con speranza infinita.
Ed oltre il vetro il viso ancor rivede
riflesso informe d’anima contrita
avanti guarda e pur se non prevede
bellezza ancora trova si’ arricchita.
(Rita Donatini)
Traduzione in inglese a cura dell’autrice - WORDS ARE FILLED WITH NOSTALGIA. Deep within a living echo/ awakened by perfumes soaked,/ in the half-light she writes/ a silent song with silent, inaccurate strokes.// Her words are full of nostalgia/ in remembering her youth of her,/ wrinkle marked in her skin,/ painful for her in this gray day in a cool breeze.// As you look on her trunk/ the years are engraved to weigh on the cycle of life,/ here are her crises of identity/ but she faces them with infinite hope.// And beyond her glass her face still sees/ a shapeless reflection of a contrite soul/ ahead she looks and even if she does not foresee beauty,/ she still finds herself enriched.
Donceva Marija (Macedonia del Nord)
ЕДНА СУМ, ТАА СУМ
Што мајка барав умот да си го пуштам низ лавиринти и пештери темни,
низ тесни патеки волшебно осветлени од виножита?!
Што мајка барав да нуркам под гребени и здив да губам од надсветовни убавини,
да разгазувам онаму каде нога не стапнала и да ги видам најсјајните ноќи?!
Да бидам сведок на најмрачните залези и апокалиптични олуји...
Што мајка барав толку да прашувам и се да сакам да знам?!
И што треба и што не треба...
Та и најсветлото и најмрачното во душа да си го зберам, и со него да живеам...
Зошто не си врвев по рамните патишта, каде се е толку обично,
едноставно и незаморно....
Оти човек колку повеќе знае, толку потешко живее...
И сега сфаќам зошто простите по душа благословени биле,
А овие како мене со здивеан ум проклети се...
Сега знам зошто велат дека Господ седалото му го прави на слепото пиле...
И знам што значи она, дека на секој крстот му тежи онолку колку може да поднесе.
И сега знам што е благослов, а што проклетство...
Благословена не сум, оти ниту понизна, ниту умерена сум...
Проклета можеби сум, оти чувствата ми тежат повеќе од мене самата,
Та и арното и лошото ме дотолчува...и за секој грев тројно ми наплатува.
Ама и да можам со некого да се заменам, нема ни да помислам...
Оти ниту обична знам да бидам, ниту знам на кантар љубов да мерам пред да ја дадам..
Давам се или ништо,
Барам исто толку за возврат...
Знам, скромна не сум...
Ама едно лице имам и само таа знам да бидам...
(Marija Donceva)
Traduzione in inglese dell’autrice
I AM WHO I AM
What on Earth was I thinking
when I let my mind roam in labyrinths and dark caves,
narrow paths lit by rainbow veils?!
What on Earth was I thinking when I dived under exotic cliffs
and let unearthly beauties take my breath away?!
What was I looking for when I stepped onto roads untrodden
and saw the starriest of nights?!
What on Earth was I thinking when I went to witness the darkest of sunsets
and deadly, apocalyptic storms…why did I crave to know it all?!
Dark and bright, good and bad, small and tall…
And I gathered all these sights in the depths of my soul,
and I was supposed to live with them all…
Why on Earth I didn’t go to places plain and known,
where there is nothing new to know?!
The paths so simple, cannot put you in awe.
Why…when the more you know, the heavier becomes your soul?!
And now it dawned on me why humble people are so blessed,
and those like me, with curious minds are damned, never at rest.
And now I know why each of us carries a cross on his back,
neither more nor less that he can possess.
Now I know what it means to be blessed …and obsessed, never at rest.
But I also learned this…
I may not be blessed, cos I am neither modest nor temperate,
and I do let my feelings make me euphoric and desperate.
But even if I can change places with someone,
I would never consider it…with anyone!
Cos, I AM WHO I AM,
neither meek nor plain,
nor someone who weighs love on a scale and lives in vain…
I give it all or nothing, in return I ask for the same.
I know, I am not modest,
I AM WHO I AM,
and I will never play someone else’s game.
Traduzione in Italiano di GT e Calogero La Vecchia
SONO CHI SONO
Cosa diavolo stavo pensando
quando ho lasciato la mia mente vagare tra labirinti e caverne oscure,
viottoli stretti illuminati da veli arcobaleno ?!
Cosa diavolo stavo pensando
quando mi sono tuffata sotto scogliere esotiche
lasciando che le bellezze ultraterrene mi togliessero il fiato ?!
Cosa cercavo quando sono entrata in strade inesplorate
e ho visto la più stellata delle notti ?!
A cosa diavolo stavo pensando
quando sono andata ad assistere al più oscuro dei tramonti
e tempeste mortali, apocalittiche ...
perché desideravo ardentemente sapere tutto?!
Scuro e luminoso, buono e cattivo, piccolo e grande ...
E ho raccolto tutte queste cose nel profondo della mia anima,
e avrei dovuto vivere con tutto questo bagaglio ...
Perché sulla Terra non sono andata in posti semplici e conosciuti,
dove non c'è niente di nuovo da sapere?!
I percorsi così semplici, non possono metterti in agitazione.
Perché ... quando più sai, più pesante diventa la tua anima ?!
E ora mi sono resa conto del motivo per cui le persone umili
sono così benedette,
e quelli come me, con menti curiose, sono dannate, mai a riposo.
E ora so perché ognuno di noi porta una croce sulla schiena,
né più né meno di ciò che porta con se’.
Ora so cosa significa essere benedetti ... e ossessionati, mai a riposo.
Ma ho anche imparato questo ...
Potrei non essere benedetta, perché non sono né modesta né moderata,
e lascio che i miei sentimenti mi rendano euforica e disperata.
Ma anche se potessi scambiare il mio posto con qualcuno,
Non lo prenderei mai in considerazione ... con nessuno!
Perché io sono chi sono
né mansueto né semplice,
né qualcuno che pesa l'amore su una bilancia e vive invano ...
Dò tutto o niente, in cambio chiedo lo stesso.
Lo so, non sono modesta,
SONO CHI SONO,
e non giocherò mai al gioco di qualcun altro.
Doria Marina
ALLUVIONE IN VALSESIA
C' è un silenzio spettrale
nel mio bosco...
Che non c' è più,
nemmeno le cinciallegre
hanno voglia di cantare,
solo una cornacchia nera
osteggia il mio passaggio
con il suo fastidioso cra-cra.
Il coniglietto selvatico
che mi attende
vicino la radura
oggi non c' è...
Forse sta ancora dormendo..
La Sesia dorme
nel suo letto,
russando rumorosamente,
incurante del mio viso triste
forse, nemmeno sa
il perché della mia malinconia.
Calpesto un tappeto di noci
ancora nel mallo
e mi aiuto con le mani
a districar rovi.
Vorrei essere un sasso
per non provar dolore,
ma una calda lacrima
scende sul mio viso
sciogliendo quel groppo
che opprime la gola.
Questa è la mia Valle,
rifioriranno i fiori
e con loro la mia anima.
Accenno un sorriso,
guardo le nuvole
vagabondare nel cielo
e, lentamente,
riprendo il sentiero
che mi conduce a casa.
(Marina Doria)
Drogo Antonio Luca (romanesco)
TANTI AUGURI RENA'
Prima de anna' a letto
te voglio parla'
cor tuo dialetto,
proprio a dimostrarte
tutto 'st'affetto...
A chi te dice:
"Sei uno Zero"
tu glie risponni
forte e chiaro:
"Sì, questo è vero
e ne sono fiero"!!!
Sei er Maestro,
sei er Poeta,
sei er "Mostro Sacro"
dela nostra vita...
Te lo sai che sei
er Numero Uno,
come te nun c'è
Nessuno!!!
Che sto a di',
che sto a fa',
a Rena' te sei
er marchio de qualità,
senza de te
nun ce la se po` fa`...
Te volemo un monno
de bene,
oggi è festa e se sta
tutti assieme...
Per i tuoi settant'anni
gli auguri migliori per te
che da anni continui
a regalarce sogni,
i tuoi pezzi per noi
so' meravigliosi segni
che illuminano
i nostri giorni!!!
(Antonio Luca Drogo)
traduzione dell'autore
TANTI AUGURI RENATO
Prima di andare a letto ti voglio parlare col tuo dialetto per dimostrarti tutto questo affetto... A chi ti dice: "Sei uno Zero" tu gli rispondi forte e chiaro: "Sì, questo è vero e ne sono fiero"!!! Sei il Maestro, sei il Poeta, sei il "Mostro Sacro" della nostra vita... Tu lo sai che sei il Numero Uno come te non c'è Nessuno!!! Che sto a dire, che sto a fare, Renato tu sei il marchio di qualità, senza di te non ce la possiamo fare... Ti vogliamo un mondo di bene, oggi è festa e si sta tutti insieme... Per i tuoi settant'anni gli auguri migliori per te che da anni continui a regalarci sogni, i tuoi pezzi per noi sono meravigliosi segni che illuminano i nostri giorni!!!
Fabrizio Nunzia
MAMMA
Colonna portante,
radice di fico,
ansia galoppante,
sorriso amico
"Ragazza mia, sogna"
preziosa insegnante,
"Amor vincit omnia"
principio regnante
In un cieco vico
ospitale viandante.
Preda di un pensiero antico
di fiducia costante.
Nolente, spesso, io, ti maledico
per quel che a me suona distante
ma tu perdoni me, il mio non-dico
col tuo gran cuore d'amante
Presenza costante,
fulcro di ogni intrico,
ombra gigante,
(sei) il nostro ombelico!
(Nunzia Fabrizio)
Facoetti Francesca
LA COSTITUZIONE ITALIANA
Baluardo di libertà
Saggezza di civiltà
Millenaria
dei secoli racchiusi
in una carta
dal respiro
dei nostri antenati.
Grazie Italia!
(Francesca Facoetti)
Falsone Anna
FUNAMBOLO
Incedi prima a passo svelto, sicuro
protagonista
sul filo della vita.
D mprovviso
inatteso nodo capovolge l equilibrio.
Ti fermi
ti pieghi
ti scansi
ti abbassi
ti accartocci: no
non lo sciogli il filo della vita.
Fugace sguardo indietro
orgoglioso sguardo avanti
coraggiosi occhi chiusi
e salti
e ancora
nodi
e nodi: no
non lo sciogli il filo della vita.
Incedi ora a passo lento, insicuro
equilibrista
sul filo della vita.
(Anna Falsone)
Farina Joseph A. (Canada)
PERCORSO
I
roman domes and fountains quicken my blood
masterpieces of travertine marble and engineered water
leave me breathless in its magic and fluid eternity.
night amplifies the feral sounds
among the alleyways and ruins.
cats stalk, announcing their kills
with hard growls of pleasure-
they are the true romans here
they come and go at will
among the eternal stones
under their goddess’s moon.
they fornicate capriciously
marking the sacred way
for Aradia * with their revelry
splendour, blood and cruel death
fill the coliseum’s empty places
the throng that fills its scarred
walkways buzz like drunken flies
a babble of voices rising above
this cauldron of ancient slaughter
redeemed by the wooden cross
anchored to its pitted stones
photographed, a souvenir
of torture, penitent by history
and tourists
II
the tuscan horizon
boasts olive trees and vineyards
manicured in perfect rows
just like the postcards that seduced
us to travel here but without
the thumbtacks holding up
this evening's terra cotta sky.
chiaro scurro furrows and olive orchards
embrace the hillsides
in precise patterns.
Lime white gravel roads
bordered by Mediterranean cypress
cut through the pastoral tapestry
to unseen villas and villages
stone towers stand silently
in the distant, remnants of
medieval fortresses.
I breath deep the intoxicating belvedere (panorama)
sear its depth and colours into my soul
make love to it in silent song
and poetry, root my feet into its soil
becoming
through it, with it, and in it
under the golden tuscan light
III
Venice
jewel, queen, angel, whore
of the Adriatic.
gondolas, black lacquered
edged in gold, covered against the rain
tethered to striped palinas (poles)
prance in the uneasy surf
with rain and acqua alta (high water)
venice transforms
into a city of umbrellas
clogging tight lanes
pressing in on narrow bridges
the gray light forming a
spectrum of colourful canopies
deflecting the October rain
San Marco-empty-flooding
its perimeter of raised walkways
circled by a babylon of voices and
bright umbrellas
leaves flutter and fall in the ocean wind
salt spray annoints us and
the paved stones of San Marco’s square
tears at our departure
(Joseph A. Farina)
* (Roman cat goddess)
Traduzione in italiano dell’autore
PERCORSO
I
cupole e fontane romane ravvivano il mio sangue
capolavori di marmo travertino e acqua artificiale
lasciami senza fiato nella sua magica e fluida eternità.
la notte amplifica i suoni ferini
tra i vicoli e le rovine.
i gatti inseguono, annunciando le loro uccisioni
con duri ringhi di piacere
sono i veri romani qui
vanno e vengono a volontà
tra le pietre eterne
sotto la luna della loro dea.
fornicano capricciosamente
segnando la via sacra
per Aradia * con la loro baldoria
splendore, sangue e morte crudele
riempire i posti vuoti del Colosseo
la folla che riempie le sue cicatrici
le passerelle ronzano come mosche ubriache
un balbettio di voci che si alzavano sopra
questo calderone dell'antico massacro
redento dalla croce di legno
ancorato alle sue pietre snocciolate
fotografato, un souvenir
di tortura, penitente dalla storia
e turisti
II
l'orizzonte toscano
vanta ulivi e vigneti
curati in file perfette
proprio come le cartoline che hanno sedotto
noi a viaggiare qui ma senza
le puntine da disegno reggono
il cielo di terracotta di questa sera.
solchi chiaro scurro e oliveti
abbraccia le colline
in schemi precisi.
Strade di ghiaia bianca come la calce
delimitato da cipressi mediterranei
tagliare l'arazzo pastorale
a ville e villaggi invisibili
le torri di pietra stanno silenziose
nel lontano, resti di
fortezze medievali.
Respiro profondamente l'inebriante belvedere (panorama)
brucia la sua profondità e i suoi colori nella mia anima
fare l'amore con esso in una canzone silenziosa
e la poesia, radica i miei piedi nel suo suolo
diventare
attraverso di essa, con essa e in essa
sotto la dorata luce toscana
III
Venezia
gioiello, regina, angelo, puttana
dell'Adriatico.
gondole, laccate nere
bordato d'oro, coperto dalla pioggia
legato a palinas a strisce (pali)
saltellano sulle onde inquiete
con pioggia e acqua alta
venezia si trasforma
in una città di ombrelli
intasamento di corsie strette
premendo su ponti stretti
la luce grigia che forma a
spettro di baldacchini colorati
deviando la pioggia di ottobre
San Marco-vuoto-allagamento
il suo perimetro di passerelle rialzate
circondato da una babilonia di voci e
ombrelli luminosi
le foglie svolazzano e cadono nel vento dell'oceano
la nebbia salina ci infastidisce e
le pietre lastricate di piazza San Marco
lacrime alla nostra partenza
* (Dea gatto romana)