Poesie Partecipanti alla VI edizione 2021
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Addeo Dora
FRAMMENTI DI FELICITÀ
Frammenti di felicità
in quei vestiti gettati a terra e ora raccolti
tra lacrime e sospiri.
Momenti di follia
che li ha visti
abbracciati,
affamati di baci
e di sguardi incantati.
Voli sulle ali
di un amore impossibile,
ma desiderato.
Frammenti di felicità
in quelle brevi ore
in cui si incontra l'Eden,
il giardino proibito
dove la passione
crea un nuovo mondo
di sogni divenuti realtà.
Sogni brevi,
ma intensi
che non fanno ragionare,
ma solo sentire
il battito all' unisono
dell' altro cuore
che ha riconosciuto
il suo compagno
cercato da sempre.
Soffitto di arcobaleni,
pareti di fiori
e musica, musica, musica non di strumenti,
ma di corde di due anime dolcemente
fatte vibrare
dall' emozione
di un incontro
divenuto eterno
nella loro essenza
di amanti.
Amanti che sfidano paure
per amore dell' amore che vuole
nutrirsi di quell'incanto...
Raccolgono ora
i loro vestiti
bagnati sì
di lacrime
ma sono
frammenti di gioia
che resteranno
per sempre
a foderare
il cuore...
( Dora Addeo)
Alberti Maria
IO SONO MISERICORDIA
Ascoltate fratelli miei,
non è la vostra anima che implora,
sono Io, il vostro Salvatore
il più piccolo dei piccoli.
Colui che nella Sua infinita bontà
si rese umile per donarvi la vita.
Venite, ascoltate il Mio povero
cuore che soffre e piange
per voi peccatori.
A voi tutti che non Mi
avete abbandonato ma che vi
siete rifugiati con le vostre
sofferenze nel Mio cuore, imploro amore.
Sarete voi,
con le vostre afflizioni a
trarmi dall'angoscia in cui
mi trovo per vincere insieme
la triste realtà del mondo.
Andate, cercate anime
disposte al sacrificio,
chiamate, invocate, nessuno
mi ascolta, per molti sono
un vago ricordo, un'invenzione, un'illusione per i momenti difficili.
troppi rumori, troppe distrazioni
e peccati sovrastano la terra,
nessuno più scruta il silenzio
per udire il battito delMio cuore,
nessuno ode i miei sussurri
nè il Mio richiamo.
Venite a sperimentare la Mia grazia,
riscaldatevi al fuoco del Mio amore
e sentirete la freschezza inebriante
della Mia salvezza.
Accostatevi a Me, alla S. Croce
le mie braccia aperte attendono
e sentirete una tenerezza compassionevole
scaturire dal Mio cuore
è la Mia infinita Misericordia.
(Maria Alberti)
Aleksandar Mihajlovik (Macedonia del nord)
МОЈОТ ОБЛАК
Секој човек со раѓање
добива облак на дар
да го следи по патот
да врне над него
да го потсети на слободата.
Тука е облакот мој, твој
и кога е ведро
стрпливо чека да дојде
да го следи патот наш земен
да го одреди патот наш небесен
за да се сретнеме со облакот
кога крилја ангелски ќе ни пораснат
за да заспиеме вечно
на облакот снежен.
(Aleksandar Mihajlovik)
Traduzione in inglese e in italiano dell’autore
MY CLOUD
Everyone receives a cloud at birth
A cloud to follow his path
A cloud to rain over his head
To remind him of his freedom.
This here is the cloud mine, yours
Patiently awaiting for the skies to get clear
And follow us on our life's journey
And determine our heavenly road
So that, when our angel's wings do grow
We can meet that cloud
And fall in an eternal sleep
Up on that snowy cloud.
LA MIA NUVOLA
Ogni uomo con la nascita
riceve in dono una nuvola
per seguirlo nel cammino
per piovere sopra lui,
per ricordarlo alla libertà.
Ci sta anche la nuvola mia, tua
anche quando é sereno
aspetta con pazienza di venire
di seguire il nostro cammino terrestre
di determinare il nostro cammino celeste
per incontrarci con la nuvola
dopo la crescita delle ali angeliche
per addormentarci eternamente
sulla nuvola di neve.
Aliverdiev Abutrab (Daghestan)
НАСТРОЕНИЕ
Коронавирус нипочём,
Жизнь в изоляции ключом
Бьёт... Только всё по голове.
Стучит по крыше дождь. Сове
Не принести письмо в постель.
Так завершается апрель.
Бежит по люстре паучок,
Редиски на полу пучок,
Кровать неубрана, гора
Посуды, и опять пора
Вести какой-то семинар
On-line. Споткнулся Боливар,
Разлито масло, скоро май,
На заблудившийся трамвай
Билеты проданы давно,
И в рифму просится говно
Под бесконечный счёт овец,
А значит песенке конец.
(Abutrab Aliverdiev)
THE MOOD
I don't care about the coronavirus. In isolation the life is in full swing... or hits the head with a wrench. (1) The rain pounds on the roof. The owl can't bring the letter to my bed. (2) This is how April ends. A spider is running along the chandelier, a bunch of radishes is on the floor, the bed is unmade, a pile of dishes, and again it's time to conduct some kind of on-line seminar. Bolivar stumbled, (3) oil spilled, (4) soon May, tickets for a lost tram (5) have long been sold out, and shit (6) asks for rhyme at the endless count of sheep (7), which means the song is over.
(1) play on words, "бьёт ключом" is "full swing" or "hit with a wrench"
(2) an allusion to Harry Potter
(3) an allusion to the famous story by O'Henry: "Bolivar cannot carry double"
(4) an allusion to an episode of Bulgakov's novel "The Master and Margarita": "Annushka has already spilled oil"
(5) a reminiscence to N. Gumilyov's poem
(6) I'm sorry, but this is also part of this year's mood.
(7) in a vain attempt to sleep
Items (3) - (5) speak of the despair of a situation in which predetermined factors have already occurred.
L’UMORE
Non mi interessa il coronavirus. In isolamento la vita è comunque piena... o si colpisce alla testa con una chiave inglese. (1) La pioggia batte sul tetto. Il gufo non può portarmi la lettera al letto. (2) Così finisce aprile. Un ragno corre lungo il lampadario, un mazzo di ravanelli sul pavimento, il letto disfatto, una pila di piatti, e ancora una volta è tempo di condurre una sorta di seminario on-line. Bolivar è inciampato, (3) l'olio è stato versato, (4) presto sarà maggio, i biglietti per un tram smarrito sono stati venduti da tempo, (5) e merda... è richiesta una rima per il conteggio infinito delle pecore, che significa la fine della canzone.
(1) gioco di parole: "бьёт ключом" - "(la vita) è piena" e "colpisce (alla testa) con una chiave inglese"
(2) un'allusione a Harry Potter
(3) un'allusione alla famosa storia di O'Henry: "Bolivar non può portare il doppio"
(4) un'allusione a un episodio del romanzo di Bulgakov "Il maestro e Margherita": "Annushka ha già versato l'olio"
(5) un reminiscenza alla poesia di N. Gumilyov
(6) mi dispiace, ma anche questo fa parte dell'umore di quest'anno
(7) in un vano tentativo di dormire
I punti (3) - (5) parlano della disperazione della situazione in cui i fattori predeterminati sono già accaduti.
Alongi Beris
LASCIO SCORRERE
Lascio scorrere le lacrime
In silenzio,
Nel buio del mio tempo.
Fammi sentire,
Terra del mio primo vagito,
La forza della tua voce antica,
La voce austera del Vespro,
La voce cara dell'Avemaria.
Dammi,
Terra del mio natale,
La fede di piangere i miei morti ogni giorno,
Perché la gioia che rubo
S'annebbia di lontananza,
Ora che vedo negli occhi della veneranda madre che,
A stento vedono,
Riflessi d'amore.
Ora che amo tutto ciò che non è mio
Ora che sento, pellegrino stanco,
il fascino del mio paese
Con la sua lacrima di silenzio,
Col suo castello antico
e le sue case
abbracciate sopra il monte...
(Beris Alongi)
Ambrosino Salvatore
ME SSO STANCATO 'E TTE
(corona virus )
All‘intrasatta
zittu, zittu
si trasuto
into 'a vita nnosta
accussì
sènza cca nnisciuno
t’ha mmitato.
Senza 'o permesso.
co' 'a mpustatezza e 'a mala crianza
ma chi t’ha mannato, ‘o Pate Eterno
o si venuto tu ‘e capa toja.?
-Te faccia 'sta addimanna
'e facciatuosto
pecchè, me pare che sì troppo strafuttente
Pare che ce vuò fa nu dispietto,
ca, ce vuò fa’ pavà nu tuorto fatto
Famme capì qual’è l’intenzione
e pecchè fai accussì.
Si po’ è vulontà d’’o pate Eterno
allòra si, calammo ‘a càpa,
trase
fa’ chello ca ce spetta
ma fallo ‘e pressa e nun ce fa ppenà
(Salvatore Ambrosino)
Traduzione dell’autore
“Mi sono stancato di te “
All’improvviso
In silenzio
sei entrato nella nostra vita
come ti pareva
senza che nessuno
ti ha invitato
senza permesso
con arroganza e mala creanza
ma chi ti ha mandato il Padre Eterno
o sei venuto di tua spontanea volontà?
Ti faccio questa domanda impertinente
perché sembri troppo strafottente
sembra che ci vuoi fare un dispetto
che ci vuoi punire per una offesa fatta
Fammi capire
qual è lo scopo e perché ti comporti così
Se invece è volontà di Dio
allora si
abbassiamo la testa,
entra,
fai ciò che devi fare
ma fallo subito e non ci fa penare.
Amico Salvatore
L’ANFITEATRO DEL TEMPO
Su un foglio di carta,
al calar del sole,
quando i rumori del giorno,
stanchi, ossequiano la sera,
riverso i miei pensieri.
Nell’aria, profumi antichi,
sospinti da aliti di vento,
pervadono luoghi e
giorni della mia memoria.
Vi rivedo, amici miei,
compagni d’infanzia,
i volti sbiaditi,
nelle aurore mattutine,
imperlate da stille
di rugiada.
Nell’anfiteatro del tempo,
echeggiano lontane voci,
sempre più intense,
che si diffondono
al rinnovarsi del giorno.
(Salvatore Amico)
Anastasi Tania
EBRE TIMTIK ( morta anche per te)
Ho scelto il mio paese,
qui ho adottato la giustizia,
di me i poeti ne parleranno con mestizia
e nareranno di quel mio cuore che un giorno si arrese.
Ho lottato, ho digiunato,
ho pianto e anche gridato,
però il vento non ha soldati,
però ha ali che trasporta parole come fari.
Sono morta portando come arma il mio dolore,
ho rinunciato alla vita e l'ho fatto per amore,
quello urlato per il mio popolo,
parole di pace lanciate come un discobolo.
I libri forse un di mi renderanno omaggio,
diranno Ebru è morta per i diritti,
quelli del suo popolo, quelli di altri
e ciò che ho ottenuto lo diranno i fatti.
Intanto è bello vedere quelle ali...
andate lontane, fate lunghi salti,
valloni, montagne, laghi e mari
mi raccomando, testimoniate il saluto ai miei cari.
Addio uccelli, addio farfalle,
portate sulla mia tomba preghiere e calle,
dai su non piangete per me,
io sono morta e l'ho fatto per me ma anche per te.
(Tania Anastasi)
Anders Rita
L'ULTIMA SERA
L'ultima sera
indossammo sciarpe di vento
su camicie intessute di stelle.
Poi ci separammo,
e ci incamminammo soli,
con le mani nella nebbia.
Ci sembrò un addio,
ma era solo un arrivederci
alla prossima vita.
(Rita Anders)
Angeli Rossana
AMAMI
Amami sopra le righe per come
sono io, senza decorare
il mio corpo di gioielli e profumi.
Amami nella nuda veste
della mia anima che si inalza
come la luna nella notte.
Amami nel profumo della terra
che da vita al cuore e lo sostiene
nei miei passi.
Amami nella semplicità
di un fiore la cui magia
risplende nei miei occhi.
Amami nella semplicità e umiltà
per capire di cosa sono fatta.
Amami,
scalzo di poesia, e fai di te
il mio piú bel vestito da indossare
ogni giorno sulla mia pelle.
Amami come un uomo
ricco di umiltà
nel valore della mia semplicità .
(Rossana Angeli)
Anzaldo Volpe Alessia
NON VEDO L’ORA
Non vedo l’ora
che la sera chiuda il suo manto azzurro e
che la notte caschi tra le mie braccia, lenta e sensuale,
nuvola piena di sogni.
Non vedo l’ora
che l’aurora e l’alba infuochino il cielo trascinando il sole in reti dorate.
Non vedo l’ora
di cominciare a udire i canti nelle strade
e respirare la polvere che porta il vento
e ballare e sognare e danzare
nell’arco di tempo
che concede un battito di ciglia.
Non vedo l’ora
che l’estate asciughi il pianto del cielo d’inverno
e che il mare torni a brillare e attrarre a sé uomini e pesci,
conchiglie di madreperla e neri scarabei .
Non vedo l’ora
di assaporare ancora pomeriggi lenti d’autunno
con le foglie rosse e gialle
in mulinelli che sanno d’arcobaleno.
Non vedo l’ora.
(Alessia Anzaldo Volpe)
Ardizzone Pietro (Venezuela) - Siciliano
STORIA DI UN EMIGRANTE SICILIANO
Si potrà strappare l`uomo del suo paese
Però mai, il paese dal suo cuore
La Storia di tutti e la stessa mia…
Chi storia, chi storia Vergini Santa
avemu tutti pari, `ntà circustanza
tutti partemu un gn`ornu signalatu
e semu picca, chiddri c`annu turnatu.
Nuddru partemu obligati e mancu ammuttati
formu tutti `ncuraggiati di l`autoritati specializzati
cu tanta di pulitica e aggivulazioni
ppi fari `nn àntustria cù l`emigrazioni.
Cu era lu megghiu, scarsiava di pusizioni
tirava avanti, cu certi cumplicazioni
Si nun s`arrisica, nun pò aviri nuddra sudisfazioni
e si partia senza nissuna cunnizioni.
Doppu chi ssemu luntanu a la strania
tanti cosi s`avveraru parola mia
nun fù tantu la mancanza di curaggiu
sulu cà turnari, putia essiri peggiu
Eccu picchi, a la fatta di li cunti
`nni vennu pi la testa, tanti rammenti
ulissimu aviri ali e putiri vulari
e fari `nna scappata dunni lu cori voli.
(Pietro Ardizzone)
Traduzione dell’autore
STORIA DI UN EMIGRANTE SICILIANO
Si potrà strappare l`uomo del suo paese
Però mai, il paese dal suo cuore
Che storia, che storia Vergine Santa
abbiamo insieme, in questa circostanza
tutti partiamo un giorno segnato
e siamo pochi quelli che ritorniamo.
Nessuno parte obbligato e neanche spinto
siamo stati incoraggiati dalle autorità
con politica e agevolazioni
per fare una industria con l’emigrazione.
Chi era il migliore, non aveva buona posizione
tirava avanti, con qualche complicazione.
Se non si rischia non si possono avere sodisfazioni
e si partiva senza alcuna cognizione.
Dopo che siamo lontani in terra straniera
Tante cose si avverano, parola mia,
nonè stata mancanza di coraggio
ma tornare poteva essere peggio
Ecco perché, tirando le somme
ci tornano alla mente tanti ricordi
vorremmoa vere le ali per potere volare
e fare una scappata dove il cuore vuole.
Argiolas Teresa
LA SPERANZA
Dedicata a Don Aldo, una persona semplicemente speciale
La gente passa,
guarda, vede solo una
vecchia finestra,
con la ruggine sulle
grate, vetri impolverati,
muri scrostati.
La gente passa
senza fermarsi,
perché niente
può offrire
una vecchia finestra.
Tu passi,
ti fermi, osservi...
non vedi, la polvere,
la ruggine, i muri scrostati.
Tu guardi, vedi nel freddo
cemento l’erba che cresce,
fiorisce, abbraccia le grate.
Tu, riesci a vedere
l’essenza della vita,
dando speranza
a chi, si sente
una vecchia
finestra arrugginita...
(Teresa Argiolas)
Arnao Igea
NEGLI ABISSI DEL MARE
Negli abissi del mare
si nasconde l'incanto
di un'eco lontana
aggrovigliata
nel tempo.
La luna si tuffa
a consolarne
il pianto.
Rami di rovo
la trafiggono
da parte a parte.
Piccola stella che
nascondi un sogno
scendi profonda
dal cielo che non c'è.
Appendi alla tua coda
il mistero
dell'anima perduta,
nei profondi abissi
che cercano te...
(Igea Arnao)
Arnone Josè
SANTU NIURU ‘MPICIATU
‘Ncapu na balata di marmu finu
darriè na cannilotta di linu,
ma nanna lu ciangiva senza jiatu:
“santu niuru ‘mpiciatu”.
Lacrimi quantu u bocali sanu
senza mai spiccicari li sò manu,
santu niuru ‘mpiciatu
facitimilla stà grazia, dibosciatu;
facitimilla cu tantu amuri
nun mi diri nenti pi favuri,
ca prima di mangiarimi stù muccuni
t’allucitu cu la lingua a strascicuni.
(Josè Arnone)
Traduzione dell’autore
SANTO NERO COME PECE
Sopra una lastra di marmo fino
Dietro una lampada di olio di lino
Mia nonna lo piangeva senza fiato
Santo nero come la pece
Lacrime una garraffa piena
Mai scollare le mani
Santo nero come la pece
Fammi questo miracolo "dibosciato"
Fammelo con tanto amore
Non mi dire niente per favore
Prima di mangiare questo boccone
Ti lucido con la lingua a trascinare
Aspa Gaetano
MEMENTO
Cade la pioggia
a intermittenza di sale
Muore nel vento
Come nasce un dolore
Appassiscono le rosse primule
Bruciate tra la steppe tamerici.
Disperse le ceneri
Si posano sulle labbra
Innocenti dei bambini
Il richiamo per l'antica fenice
L'espiazione dei primitivi padri
È giunta
La fine volge al termine
L'ora è il tempo del rinascere.
(Gaetano Aspa)
Asuni Alessio
FANCIULLO DI GUERRA
La notte in cui tutti dovrebbero godersi
un sogno dovunque in un sonno qualunque
un attacco imminente spaventa il nemico perso
in un mare, in un cielo ormai non più terso
crudele e vigliacco chi causa il tuo sguardo pietoso
disperso nel vento di un tempo ormai uggioso
rumore assordante di bombe malvagie
lanciate a casaccio a colpire chiunque
battaglia senza nome senza lode
perversa e avversa ad un mondo normale.
Empio tiranno, tristo sciacallo che
fai cadere lacrime ormai asciutte in un viso bagnato
dalla pioggia che cade
noi da lontano ascoltiamo il tuo urlo muto
dalla troppa distanza ma tu non rimanere mai sordo
al nostro pregarti di donarci il perdono
per questo tedio gioco che gli uomini miseri adulti
chiamano guerra.
(Alessio Asuni)
Bacci Alessandro
FAITH
Credo nella distanza tra le persone
annullata da una stretta di mano
che cancella ogni differenza
e mette la parola fine alla guerra.
Credo nella morte di chi ha dato la vita
per difendere i più deboli
e salvare un’idea
che è già la mia bandiera.
Credo in chi ruba per fame,
non in chi uccide per soldi.
Ieri sera in televisione
ho visto un mondo migliore
ma era solo un sogno
ed oggi mi sono svegliato
con il tuo sorriso sulle mie labbra
fotografato dai tuoi occhi.
Credo nel potere dell’amore,
non nell’amore per il potere.
Credo
disperatamente in quel dio
che ci ha fatti incontrare
ed ogni volta che ti guardo
vedo la perfezione
di una luce più forte del sole
che neanche conoscevo
e adesso
mi abbronza di felicità.
(Alessandro Bacci)
Badagliacco Giovanni
IL FILO INVISIBILE
Come posso dimenticare i tuoi occhi?
Io che li ho amati, sotto la luce del sole ma all'oscurità degli altri...
Così bella, così vera
Forse fu colpa della primavera?
È una vita veloce e libera,
E chi l'assapora dimentica;
Polvere di stella, sei dal cielo?
Oh... Tu tanto bella sei!
Eri tutto e di più.
Il mondo spera ancora in qualcosa tra noi?
Ma c'è bisogno di vivere da qui!
Sogni vivi, tra i guai...
Succube felice di te ero;
Ma adesso, tutto nero.
La tua vita continuerà con chi
Tu avrai voglia di continuare ad amare,
Ma ovunque andrai,
Ci sarà sempre un filo invisibile che ci legherà.
Oh... Si!
Ci sarà sempre un filo invisibile che ci legherà.
Non ti libererai mai della mia anima, finchè essa, la tua non dimenticherà!
Poichè quando a legarsi tra loro, sono gli intelletti
A questi fili non potrai mai dare tagli netti.
Ricordatevi di noi.
(Giovanni Badagliacco)
Baldinu Stefano (Lingua Sarda Logudorese)
INTRO A SU SILENTZIU DE UN'ATERU UNIVERSU
(Arturo e s'alzheimer)
Lu bidiat semper acceradu
a su barcone de su coro sou, a parte manca
de cudda ispuma de asulu bortuladu
candu sas lughes faladas comente dae unu candelabru
de bentu imbenujaiant sos téndines isfumende
sos inghirios de sa cara.
E lu immaginiat rùndine pronta
a dare forma a s'aghera, unu numene
a cudda foza chi pesaret in bolu e pinnigat sas umbras
de sa pitzinnia sua a una muta felitzidade.
Fit in cuddu momentos chi creerentesi oramai istudados
chi iscuderiat in artu su coro sou
comente faghent sos guardianos 'e su chelu allarghende
unu pagu sas palas a aminaresi de unu disordine
de zestos de lapis in acchilibriu tra sas boghes e sos pessamentos
immaginados e jà ismentigatos in cuddu calascieddu vizinu
a s'ojada de unu Deu troppu distrattu.
Se n'est gai andadu, Arturo, s'atera notte
imbucchende su caminu de s'assentzia
cuntzentrada in una ormina de umbras tra sas tendas
comente sa lezera tremuladura de una gomma
subra unu signu intzertu a disperdere sas annotaduras
po unu cras e sa linea de s'abba chi tzircumnavigat
sa tatza subra su codominu.
Est restadu solu unu pagu de calore
tra sos cabaddones 'e sas cobertas a isfiorare una matta
de vida subra su oru de su cabidale e cudda costellassione
chi lu conduit po manu, como, chentza dudas
intro a su silentziu de un'ateru universu.
(Stefano Baldinu)
Traduzione dell’autore. DENTRO AL SILENZIO DI UN ALTRO UNIVERSO(Arturo e l'alzheimer)
Lo vedevi sempre affacciato/al balcone del suo cuore, a babordo/di quella spuma d'azzurro capovolto/quando le luci scese come da un candelabro/di vento genuflettevano i tendini sfumando/i contorni del viso.//E lo immaginavi rondine pronta/a dare forma all'aria, un nome/a quella foglia che cabra e piega le ombre/della sua infanzia ad una muta felicità.//Era in quei momenti che si credono oramai spenti/che lanciava in alto il suo cuore/come fanno i guardiani del cielo allontanando/un poco le spalle ad animarsi di un disordine/di gesti di grafite in equilibrio tra le voci e i pensieri/immaginati e già dimenticati in quel cassetto vicino/allo sguardo di un Dio troppo distratto.//Se n'è andato così, Arturo, l'altra notte/imboccando il sentiero di un'assenza/concentrata in un'orma d'ombra tra le tende/come la leggera vibrazione di una gomma/su di un segno incerto a disperdere gli appunti/per un domani e la linea dell'acqua che circumnaviga/il bicchiere sul comodino.//È rimasto solo un poco di calore/fra i cavalloni delle coperte a sfiorare una mollica/di vita sulla battigia del cuscino e quella costellazione/che lo conduce per mano, adesso, senza esitazioni/dentro al silenzio di un altro universo
Bednjacic Dinka (Australia – Croazia)
***
Perhaps
It is in the way
how gently the summer air
brushes by my face
Silver birch reveals
inflicted scars
under glistening leaves
In the way
parched arid earth
express gratitude
to a teeming rain,
in bursts of vivid hues
Golden diosma emits aroma
in waking hours
In the way birds gather
on a power line
joining each other
in early morning invocation,
waiting to announce
a daylight coming
In the way a freeway echo
blends with voices
through a sudden
blast of wind
and then
melts into a distance
Perhaps
it is in the way
your eyes smile
still half asleep
Way we discover joy
in simple things,
where ordinary words
create impact
In the way
we surrender willingly
to a new born day
dressed in colours of hope ...
(Dinka Bednjacic)
Traduzione di Liliana Fadda
***
Forse è
la maniera in cui
dolcemente l'aria estiva
mi sfiora il viso
e la betulla d'argento rivela
cicatrici inflitte
sotto foglie luccicanti
Nel modo in cui
la terra arida
esprime gratitudine
a una pioggia abbondante,
con esplosioni di colori vivaci
e i fiori dorati di coleonema diffondono aromi
nelle prime ore del mattino
Nel modo in cui si radunano gli uccelli
su una linea elettrica
unendosi l'un l'altro
nell'invocazione mattutina,
in attesa di annunciare
la luce del giorno in arrivo
Nel modo in cui l’eco di un’autostrada
si fonde con le voci
attraverso un improvvisa
raffica di vento
e poi
le mescola in lontananza
Forse
è nel modo in cui
i tuoi occhi sorridono
ancora mezzo addormentati
nella maniera in cui scopriamo la gioia
nelle cose semplici,
nel modo in cui parole ordinarie
creano reazioni emotive
Nel modo in cui
ci arrendiamo volentieri
a un nuovo giorno che nasce
vestito di colori di speranza ...
Bellanca Adriana
ODE AL SOLE
All’aperto o Sol
ai nostri occhi rifletti il tuo baglior
fonte di vita per noi umili mortal
riscaldi e illumini
per la vita intera
anche i nostri cuor
Splendido abbagliante
tale all’ oro fuso
ti alterni tra notte e dì
or diretto or inclinato
coi raggi ci sfiori ci accarezzi
profonda vitalità ci dai
Piccola stella nell’Universo
immenso fuoco nel Sistema Solar
chissà se buco nero sarai
forse chissà
un domani lontan
saremo poi nell’aldilà
(Adriana Bellanca)
Bellanca Luca
IL DOMANI CHE VERRÀ
Il sole ancora riscalda,
la natura germoglia.
L'orologio sulla parete continua il suo ticchettio,
Il tempo scorre ,
ma è fermo ,immobile.
Deserte le strade,
deserto il cuore delle persone,
che un domani non vede.
La fiammella della speranza,
che prima i cuori riscaldava,
si è lentamente assopita.
E sulla parete le lancette continueranno a muoversi
e lentamente le strade saranno percorse da sempre più persone.
Trascorreranno giorni, mesi , anni
ma nulla sarà più come prima .
(Luca Bellanca)
Bergamasco Francesco
SOLO SPUMANTE
Solo Spumante
spumante italiano per noi...
Cin Cin di bollicine
ci assaggiano
piano
assaporando
quel retrogusto di vite...
E rimbalzano
dalla mente al cuore
e il sipario aprirsi
all'improvviso…
E nulla possono i suoi occhi
così trasparenti
da intravedere
l'orizzonte del suo sogno
svestito in bikini...
Pare che aspetti te
Sì
sei già preda del suo bacio
Solo uno
e sei già lì
sotto il sol leone
d'un orizzonte
di mille bollicine
svestite in bikini
abbracciarti...
E in lontananza
l'eco di un mare arrossire...
(Francesco Bergamasco)
Bergantino Maria Grazia
LO SCRITTORE, IL POETA
Cammina sulle impalpabili nubi dei sogni,
perso nel denso fiume dei suoi pensieri.
Guarda oltre il viso di chi incontra per strada
e, senza permesso alcuno, s'inoltra
nei più reconditi sentieri dell'anima.
Silente musica accompagna soave
l'incedere lento dei suoi passi.
Chiude gli occhi e s'inebria
dei profumi celati nell'aria,
dei dolci effluvi dei fiori,
dell'aspro odore dell'erba.
Ogni cosa fa sua.
Lascia che il vento gli cinga le spalle
in un abbraccio forte
che lo accompagni.
Cede alle carezze improvvise
delle fronde arboree
che, ardite, scendono
a sfiorargli i capelli.
Sembra solo ma è parte del tutto,
in armonica simbiosi
con quello che lo circonda.
Capace di vivere
mille e più vite insieme,
le racchiude nello scrigno segreto
della sua memoria
e, geloso, ne nasconde la chiave.
Un giorno le offrirà in dono
a chi le vorrà.
È lo scrittore, il poeta.
A lui, il mondo appartiene.
MARIA GRAZIA BERGANTINO
Bertelli Mirko
TUTTA UNA VITA
Tutta una vita per dare
…Per dare amore
…Sensibilita’ ad una rosa triste
Per dare un piccolo sorriso ad un sole malato
Tutta una vita …
Tutta una vita per curare
…Per curare una vela
Una vela senza vento
Senza alberi rosa
Una vela con mani piene di paura
Una vela con occhi ciechi
Tutta una vita…
Tutta una vita per vedere
Potrebbe essere il mio impegno con il cielo
Ma non lo e’
Perche’ il mio respiro e’ la pace del cuore
Del cuore di ognuno
Del cuore che ringrazia la pioggia di esistere
Del cuore che sorride ad una lacrima
Tutta una vita…
Tutta una vita per vivere
Moriro’
O forse no
Quello che ho vissuto mi rendera’ uomo
Uomo di vita
(Mirko Bertelli)
Bonsignori Pablo Giovanni
SIAMO NOI
Siamo dentro questo universo.
Siamo piccoli come dei moscerini.
Abbiamo il coraggio di odiarci
anziché volerci bene.
Siamo chiusi come dentro una biglia.
Non guardiamo oltre il nostro orizzonte.
Siamo masochisti?
Ci sentiamo chiusi dentro come
se fossimo dei padroni di questo universo.
Conquistare per cosa?
Ottenere per che cosa?
Noi pensiamo a noi stessi e basta.
Per avere un potere che non
conta niente rispetto a questo
immenso universo.
L'uomo è stato creato per migliorare
il capolavoro della natura non
per renderla una spazzatura.
Non per uccidere i suoi simili.
Non per odiare i suoi simili.
Ma per avere un equilibrio
in questo spazio infinito.
(Pablo Giovanni Bonsignori)
Borgese Gianluca
UN SOGNO CHIAMATO AMORE
Quanto desiderai sfiorare per un solo attimo
la dolcezza delle tue labbra,
cogliere quel piacevole profumo di miele di lavanda
profuso intensamente al tuo passaggio.
Quanto mi immaginai stretto forte a te,
avvolti nei sospiri di un abbraccio,
con lo sguardo perso nel tuo sguardo,
e nel cuore nitida la tua immagine.
Quanto ti cercai in quei sogni d’infante
che non scorsero mai la tanto anelata alba
e per i quali la vita consacrò Morfeo ad unico custode.
Un sentimento tanto impetuoso quanto impossibile,
travolgente da squarciare il petto in un solo istante,
come un grido che giunge dal profondo
e che esplode spargendo pura gioia tutto intorno.
E quel sogno, nato nell’Eden del pensiero, nell’oasi del desio,
che parlava di un mondo fatto per noi,
ha nutrito le lacrime della nostalgia e del rimpianto,
strappando il fiato dalla gola,
accompagnato da una melodia struggente
ma dai toni lieti e rassegnati,
colmi di quell’Amore puro e sincero,
arduo da rinvenire ed immaginare,
e cantato un tempo solo da poeti e poetanti.
Un sogno, solo un bel sogno, Io, te e l’Amore.
Noi due, due anime e un solo cuore.
(Gianluca Borgese)
Borgese Maria Concetta
L’ULTIMO PONTE
Con te ho solcato
i sentieri sconosciuti del piacere,
navigato il mare sconfinato della solitudine,
volato, sulle ali del tempo,
per raggiungerti col pensiero.
Atteso la tua presenza,
e, il tuo essere sempre vivo,
in me, nella mia mente, nella mia vita.
Con te ho conosciuto
il mio corpo sconosciuto.
Sentito il battito delle ore,
in sintonia con quello di due cuori,
che scandiva il tempo infinito del donarsi,
e il desiderio di non sciogliersi dall'abbraccio,
di continuare a volare, nel tempo,
e nello spazio senza tempo.
Con te ho sognato,
i miei sogni, i tuoi sogni.
Percorso strade impervie,
illuminati dal sole,
bagnati dalla pioggia.
Con te ho ascoltato
i silenzi della notte,
le armonie dell’aurora.
Passato e futuro,
dolore e felicità,
sconfitte e speranze.
Con te, nella luce del tramonto,
per varcare l’ultimo ponte.
(Maria Concetta Borgese)
Borreano Ciro
LA NOSTRA STANZA
Risultano eterni, indelebili
gli istanti intrisi del nostro dolore;
si annidano tra lacrime d’anima dilaniando le sfinite carni
di un Amore terminale.
Questa nostra piccola stanza, intima e avvolgente,
amabile sguardo sul mondo, nave dagli infiniti porti,
angolo di leggerezza tra flagelli di realtà,
oggi sanguina d’Assenza.
Il pavimento, strenuo soccorso alle innumerevoli tue cadute,
sembra emettere vagiti di cemento.
Non si odono più i rintocchi di un cuore divenuto orfano,
anche l’orologio che si staglia tra la candida pelle della nostra parete
smise di battere quando esalasti l’ultimo respiro,
quasi a volere catturare il tempo per dissolvere il futuro.
In quel momento si estinsero i vividi bagliori dei nostri sogni,
calò inesorabile un buio profondo tra vapori di dolori inestirpabili
e il boato di speranze infrante.
Quell’attimo incise di lava magmatica favole al profumo di lavande
sfibrando fatalmente il candore del nostro amore.
Questo nostro piccolo nido,
testimone di un amore che non conosceva futuro,
ma che giammai versò lacrime di commiserazione,
adesso si strugge proprio come me;
non chiede compassione, non anela futuro,
mi si rannicchia accanto tra catene evanescenti
di fiori senza steli.
(Ciro Borreano)
Bortoletto Giuliana
OCEANO D'AMORE
Spogliami di ogni paura,
riscaldami con il tuo amore,
sfiora i miei pensieri
fino a farli bruciare.
Accendi la mia anima
ponendo fine ai sogni
e con la chiave apri il mio cuore,
fino a farlo battere all' impazzata.
Fai sbocciare petali di sorrisi sul mio viso,
voglio sentire le onde del mare
che si infrangono sulla mia pelle
e il vento che ti sussurra
la mia voglia di baciarti,
di intrecciare le mie calde labbra alle tue,
legandole come nuvole in tempesta,
scontrandosi ed incontrandosi
scatenano un vortice di passione
che esplode
nel più azzurro oceano d' amore.
(Giuliana Bortoletto)
Bosio Donatella
***
Osservo un ciliegio nel mio cortile
Cittadino,
Baluardo di natura
Ancora forte,
E i suoi cambiamenti nelle stagioni.
In quarantena ho mandato
Una sua foto per gli auguri di Pasqua
Ai miei contatti whatsapp,
Non tutti, i più cari.
I fiori bianchi brillanti al sole di aprile
Si sono mutati in verdi foglie
E poi in rossi frutti succosi
Di cui vanno ghiotti gli uccelli del parco
Che apposta avvicinano le case
Per gustare qualcosa di nuovo.
Giusto oggi lo ricordavo a mia figlia,
Guardando le sue foglie ancor verdi,
Che presto si muteranno
Per quella che voglio chiamare
La magia dell’autunno,
In giallo arancione e rosso,
Come se i frutti ancora volessero
Dirci che ancora un po' ci saranno
A colorare di luce i nostri occhi.
(Donatella Bosio)
Bulgarini Katia
DILIGITIS
Nella notte buia e oscura
Apparve un manto cosparso di stelle…
Giunsero dalle essenze…
Acque impetuose ed irruenti…
I beati corpi si unirono…
Nell’immenso sommo piacer divino…
Divino…
L’uno immerso nell’altro
Allorchè
La luna e il sole vista codesta passione
Donaron loro l’ambito
Diligitis
(Katia Bulgarini)
Cacibauda Joseph (Reno, Nevada, USA)
LI SONI
Ddi jorna quannu li parenti assittati a giru,
muvennu li manu pruduttivi puru nta lu riposu,
parravanu na lingua ca niautri carusi sintevamu comu soni.
Visti, ma mai putennu diri na palora ntra li cunvirsazzioni di adulti
ca eranu fora limiti pî picciriddi, nun pottimu apprenniri li palori e mancu comu usarili.
Vuci gutturali, sintenzi ritmichi, ballavanu contra li mura dâ cucina
comu melisma risunatu
Niautri taliavamu li manu muvennusi aggitati, sintevamu la forza dû so discursu,
capennu picca e nenti di zoccu dicevanu.
Nun canuscennu la surgenti interpritavamu ddi soni
comu na specia di dialettu ibridu
na mmiscata di talianu e dû francisi dâ Louisiana,
comu si vulissimu scusari la so pruvincialità.
Sulu ora ca autri ripetunu ddi soni cunzidirannuli cu stima e cu rispettu capisciu lu debitu di la me gnuranza.
Mi sforzu a riproduciri li palori a ricanuscirili stampati,
a cumprenniri lu significatu.
Cu nu sensu di rispettu arrusbigghiatu mi ricordu ddi vuci dî parenti ntâ cucina
e in luttu pi lu so silenziu
lamentu la me perdita pir sempri.
(Joseph Cacibauda)
traduzioni in sicilianu di Gaetano Cipolla
The Sounds
by Joseph Cacibauda
In those days when li parenti sat in circles,
even in leisure, their hands busied, productive,
they spoke a language we children only heard as sounds.
Seen, but never heard to utter words in adult conversations,
we were not privileged to join,
so we would never learn the words, or how to use them.
Guttural voices, rhythmic pronouncements, danced off kitchen walls
as echoed melisma.
We watched their flailing hands, heard the force of their speech,
gleaning vague hints of the gist.
Ignorant of their source, we explained away li soni as a mongrel dialect,
a mix of Italian and Cajun French
as if to apologize for their provinciality.
Only now as others iterate the sounds in the spotlight of esteem and regard,
do I realize the debt of my ignorance.
I struggle to replicate the words, to recognize them in print,
to know their meanings.
With an awakened respect, I recall the kitchen voices of li parenti.
And in mourning their silence,
I forever lament my loss.
Caiano Lino
I BRUTTI SCHERZI DELLA VITA
L' attimo fatale nella
vita spezza i legami
senza chiederti
permesso!!
Ti strappa in
un nulla la vita
di chi ami.
Ti prende tuo
padre ,tua sorella,
tua madre,
amici con cui
hai stretto rapporti
indissolubili e in
un giro di secondi
te li porta via.
Vorresti capire in
quel dolore il
perché di tanta
ingiustizia ma silenzio
tombale intorno.
Il dolore pervade tutto.
Il dolore fa sue tutte
le iniziative , tutti
quei disegni di sogni
di vita da vivere ...
tutte quelle pagine
da scrivere insieme...
È sempre la vita
stessa ad importi
attraverso i ricordi,
saper convivere fra
sogni infranti e
pelle dura che ti sta
formando !!
Ti accorgi che è la
vita stessa a farti
vivere nella
determinazione delle
cose che sono.
nella realtà i ricordi
nel cuore ,
in quel cuore
che ti insegna quella
sana saggezza di
non legarti mai a
qualcosa che credi
più grande
del cielo. ..
Stanotte stessa
ti sarà chiesta
la vita !!
Il saggio è sempre
pronto non solo alle
scelte di vita. ..
Ma ad abbracciare
sorella morte nella
forza dell'anima ,
visione dell'Altissimo.
Eterna luce.
(Lino Caiano)
Calì Maria Grazia
UN VIVERE INUSUALE
Ci asseta d'aria
questo tempo compresso
da gocce malsane
Ci ambascia e ci isola
-come uccelli in gabbia
che non possono spaziare-
E mi sfianca l'incertezza,
questo vivere inusuale...
Vorrei poter tacitare i pensieri
mentre guardo la vita
che scorre, dai vetri appannati
Quei baci di sole sull'erba
vivida di rugiada, la carezza
del vento sulle fronde sempreverdi
che s'innalzano al cielo...
E vorrei eludere il pensiero
che nutre la mente di timore
Illudermi che questo presente
è solo un brutto sogno attraversante
il mondo.Un lungo incubo
dal quale ancora non ci siamo svegliati
-non ci stiamo destando-
Ci asseta d'aria questo tempo
E di un vivere normale.
(Maria Grazia Cali)
Calio Louisa (USA)
ERITREA, ETHIOPIA, TIGRAY MY ITHACAS
(A POEM FOR PEACE IN THE HORN OF AFRICA)
"Fix your eyes on a thousand thousand stars in the black dome of sky,
stars that do not shine, but spit hell fire. Look on the sweet earth parting, exploding, Earth our fathers worked with sweat.
Look, but don’t walk on it, it may become your gravesite tonight!
See the flowers, rose petals, only thorns are left. This is my song today, yes.
Think of those you love, now think of losing them
multiply this 4 million times and your loss will have touched mine.
My name is Eritrea, Ethiopia, Tigray, Somalia…
The scars of many tears cover my face, my struggle an endless battle cry.
Was my beauty the cause of this or the buried treasures within
that attracted so many: Italian, Turk, Arab, British, Greek?
Too many to name have come and ravished me. So much greed!
How I would prefer to speak to you of our customs and dress.
The netsala women wear covers my head. The table we set is seated with eight
--we share one plate. Our land is also shared - divided by lot.
We are many kinds of people and speak many languages.
How I long to tell you of our cool highlands
our capital Asmara- as it was... our desert touched by the Red Sea,
the sea that led Moses to freedom, shall see freedom in me
Red, Red now with the blood of my children.
Wars are interminable separations.
My children are all refugees or dead. Who will pay this blood debt?
We are still fighting the wars of possession, locked in the jaws of separation.
We are not yet making unity, we are not yet making peace.
Today I will call myself human being, will you join me?
All of the colors make one light, why stay in the dark?
The speed of light is very great. Just imagine where we could be!
We each need the same basic things: a blazing sun, a golden glow around everyone
enough to live, enough to eat, to love. There seems to be many paths before us,
but all the paths really divide into two. Which will you take?
(Louisa Calio)
traduzione in italiano di Elisabetta Marino
ERITREA, ETIOPIA, TIGRAY LE MIE ITACA BY LOUISA CALIO
(POESIA PER LA PACE NEL CORNO D’AFRICA)
“Fissa lo sguardo su mille e mille stelle nella volta nera del cielo,
Stelle che non splendono, ma sputano fiamme d’inferno. Osserva la dolce terra che si squarcia,
che esplode la terra lavorata dai padri col sudore. Guarda, ma non calpestarla,
potrebbe diventare il tuo sepolcro stanotte!
Vedi i fiori, petali di rosa, solo spine ormai.
Questo è il mio canto oggi, sì. Pensa a chi ami, ora pensa di perderli,
moltiplica per quattro milioni e la tua perdita avrà eguagliato la mia.
Mi chiamo Eritrea, Etiopia,Tigray, Somalia..
Cicatrici di lacrime copiose mi coprono il viso, la mia lotta un grido infinito di battaglia.
La mia bellezza ha forse scatenato tutto questo o i miei tesori sepolti,
che hanno attratto così tanti italiani, turchi, arabi, britannici, greci?
Troppi per menzionarli tutti sono venuti a possedermi. Con quanta bramosia!
Preferirei parlarti dei nostri costumi e tradizioni.
Il netsala indossato dalle donne mi copre il capo. Apparecchiamo la tavola per otto
--- condividiamo un solo piatto. Anche la terra è spartita – divisa in proprietà.
Siamo in tanti, diversi e parliamo molte lingue.
Vorrei narrarti dei freschi altopiani,
di Asmara, la nostra capitale, così com’era…dei deserti,
lambiti dal Mar Rosso, il mare che condusse Mosè alla libertà vedrà in me la libertà.
Rosso, rosso è ora per il sangue dei miei figli.
Guerre, separazioni senza fine.
I miei figli, rifugiati o morti. Chi salderà il debito di sangue?
Ancora combattiamo guerre di conquista, serrati nella morsa della separazione.
Ancora lontani dall’unità, ancora lontani dalla pace.
Oggi mi chiamerò essere umano, ti unirai a me?
Tutti insieme i colori si fondono in una luce sola, perché rimanere nell’oscurità?
Invero, la velocità della luce è grande. Immagina soltanto dove potremmo essere!
Ognuno di noi ha gli stessi bisogni primari: il sole fiammeggiante, quella lucentezza dorata che ci avvolge
il necessario per vivere, il necessario per nutrirsi, per amare. Molti sentieri sembrano aprirsi di fronte a noi,
ma in verità le strade sono due soltanto.Quale prenderai?
Campagna Dina
CRISTALLI
Toccami piano
Sfiorami appena
Se amore è taglio
Amami meno
Io farò lo stesso
Avrò cura del tuo cuore provato
Dove solo planando
Potrò vedere i riflessi
Dei miei cristalli rotti.
(Dina Campagna)
Camplone Cristina
SONO NATA
Quando sono nata
non mi spaventava il buio.
Arrivavo dal niente
e vivevo nel nulla.
Senza occhi vedevo
con orecchi ascoltavo
senza sapori già gustavo.
Quando sono nata
mi aspettavo.
Non conoscevo l'attesa
ma già non pazientavo.
Quando sono nata
già soffrivo,
ma ormai ero sgusciata.
E allora sono vissuta,
tra le braccia sono passata,
ma del silenzio
cercavo.
Quando sono nata
ormai ero tornata
da quel lungo vagare
di misteri inesplorati.
Sono nata.
Ed era già passato.
(Cristina Camplone)
Canino Angelo (Calabrese)
MUNNU AMÈARU
A pùrbara ammùccia llu sudu,
i spèari si spànnini ‘ncìadu
s’ho scordèatu e da vita, u caduru,
chì è senza na mèana, chì senza nu pìadu.
Senza mangèari, i facci ‘ncavèati,
tintu destinu e quanni su nnèati,
dàssani tuttu, fùjini e notti,
accumpagnèati e di spèari e ddi botti.
Quatrèari chi chiàngini amèari,
intra a neglia ‘ncerca e di chèari,
alla faccia c’è scrittu u terrori
èani vistu ccu ll’ùacchji chi mori.
Arrivèati alla riva e du mèari,
ll’ho ppijèati li pochi suduri,
carrichèati cumi animèadi
jìani ‘ncerca e nu munnu a ccuduri.
Chi ha ffurtuna è arrivèatu alla riva,
chi u nni tena è ppastu e di pisci,
n’èatra pagina tinta si scriva
e ssu munnu c’ancora u ccapisci.
Ma, a cunnanna e chini è arrivèatu
u nn’è ffinita alla riva e du mèari,
chini e d’acqua ppe grazia è ssarbèatu,
tena ancora di cchi triburèari.
Chiusi a nna vàvuda cumi animèadi,
ccu ccancellèati e ffìarru spinèatu,
trattèati mèadi, supa d’èatru mèadi,
ppecchì ssu prìazzu chèaru paghèatu?
Aprimu d’uacchji, u nn’è llu quaranta,
quanni de fèama cci nn’era ttanta,
chissi su ttìampi de lu progressu,
ma c’è genti ch’e fèama mori llu stessu.
Oji Tu e lla ssupra, cànci’a cheapa allu dùardu
fa che di guerri sia ssudu ricùardu,
fa ca lu munnu, amassa tutti i cuduri,
fa chi regnassa lla pèaci e ll’amuru.
(Angelo Canino)
Traduzione dell’autore
MONDO AMARO
la polvere nasconde il sole,
gli spari rimbombano in cielo
si son scordati della vita, il calore
chi è senza una mano, chi senza un piede.
Senza mangiare, i visi incavati,
mero destino da quando son nati,
lasciano tutto, scappano di notte,
accompagnati da spari e da botti.
Bambini che piangono amaro,
nella nebbia in cerca dei cari,
sul viso c’è scritto il terrore,
hanno visto con gli occhi chi muore.
Arrivati alla riva del mare,
gli hanno preso quei pochi denari,
caricati come animali,
andavano in cerca di un mondo a colori.
Chi ha fortuna è arrivato alla riva,
chi non ne ha, è pasto dei pesci,
un’altra pagina nera si scrive,
di questo mondo che ancora non capisci.
Ma, la condanna di chi è arrivato,
non è finita alla riva del mare,
chi dall’acqua per grazia è salvato
ha ancora di che tribolare.
Chiusi in un recinto come animali,
con cancellate e filo spinato,
trattati male, su altro male,
perché questo prezzo caro pagato?
Apriamo gli occhi, non è il quaranta,
quando di fame c’è n’era tanta,
questi sono tempi del progresso,
ma c’è gente che di fame muore lo stesso.
Oh! Tu da lassù, cambia la testa al vile,
fa che delle guerre sia solo ricordo,
fa che il mondo, ami tutti i colori,
fa che regni la pace e l’amore.
Cannata Francesca
ULTIMO RIFLESSO
Il sole stava già
sprofondando nel mare.
Un enorme disco infuocato
che colorava di riflessi argentati
le increspature dell'acqua
e striava il cielo di arancio.
Un giorno che terminava
mentre quel mare infinito
ingoiava l'ultimo riflesso
e lasciava ancora
intravedere tra le nuvole
segni dorati, come di artigli,
squarci di luce accecante,
come il ricordo di ciò
che già non c'è,
è già sparito,
è già finito.
(Francesca Cannata)
Cannatella Cetty
OGGI 20 MARZO 2020
Buongiorno Primavera ,stavolta ti sei sbagliata.
Non sento il calore tiepido del tuo sole...
Le bare sono tutte in fila,i cimiteri aperti solo alle salme.
Buongiorno Primavera, i canti degli uccellini sono coperti dalle campane dal lento rintocco.
Hai sbagliato giorno,hai sbagliato anno...
Buongiorno Primavera, ma che buongiorno è se i medici eroici muoiono?
Se negli ospedali si muore da soli,senza conforto,senza nessuno.
Se le forze dell'ordine devono essere offesi dagli egoisti,dagli incoscienti che non rispettano le regole.
Buongiorno Primavera, mi dispiace ma non è un buongiorno se in un giorno di sole bisogna dire ai bambini :dobbiamo stare a casa ed andrà tutto bene!
Non va bene per niente, ma ai bambini non lo diciamo,
si fatica a sorridere ,ma lo si fa.
E cosi ti rendi conto che la vera Primavera sono i bambini,il desiderio di sognare e vivere ancora,la Primavera è la voglia e la forza di voler sconfiggere un virus che non vediamo,ma che si permette di toccarci ,aggredirci , fermare e mettere in ginocchio nazioni.
Buongiorno Primavera, ma un buongiorno oggi non è...
(Cetty Cannatella)
Cannatella Maria
SCRIVERÒ
Scriverò in ogni luogo,
in un semplice pezzo di carta, con penna o calamaio.
Scriverò sui muri del mondo intero,
sui parciapiedi di ogni singolo incrocio.
Scriverò sul cuore di chi amore non ha,
sull'anima affaticata, incompresa, di ogni persona.
Scriverò con la mia mano tutte le volte che lo vorrò.
Racconterò le mie emozioni,
le riflessioni, le pause, le mie tante paure.
Scriverò, ad ogni bimbo abbandonato, che piange o ride.
Scriverò ad ogni amore mai vissuto, ad una donna infelice.
Scriverò a me stessa, perché voglio lasciare un segno.
Un segno indelebile di me, in questo strano mondo,
le mie poesie, le mie parole inconfondibili,
del mio saper raccontare.
Scriverò...si, certo che lo farò.
(Maria Cannatella)
Cannavò Lucio
LAUDE ALLA VITA
Uno squarcio nell’algida oscurità
delle acri valli lacrimose.
Dove i patemi vibranti
e finanche l’assieparsi delle assenze,
sepolti giacciono ombrosi.
Uno squarcio dirada il nemboso.
Il pungolo dell’aguzzino, l’uncino
della morte è morto.
La vita vive vittoriosa,
l’amore è sempre.
Decantatemi un canto o cieli:
l’amore è sempre.
( Lucio Cannavò)
Cantini Florindo
IL FOGLIO BIANCO
Per prova e per esempio
mi metto a testa in giù
e inizio dal finale
la bella filastrocca
e poi la scena madre.
Bello come un eroe di Omero
il nostro cavaliere
con le sue vesti di neve immacolata
intanto che brandisce la spada e i suoi trofei.
C’è la corona nera
ancora sanguinante
del nuovo re cattivo
e strani occhi a mandorla
di mille draghi uccisi.
E mentre già passavano i titoli di coda
tornavo sulla terra
e sorrise la tua voce
“Mio amore disarmato
sei bravo come lui ad accecare draghi?”
Mostrai il foglio bianco e la mia penna d'oro
“È tanto se riesco a scriverti d'amore”
E fu così, come di colpo arriva estate,
che appoggiò il capo e il suo sorriso al petto
E mareggiarono le belle chiome
arrese al maestrale delle mie dita in festa
La luce madreperla
dei suoi polsi nudi
lo spartiacque
tra la terra e il cielo
Affrescarono di rosa arancio
il silenzio delle stanze
il canto e la sua voglia
madrigali galanti
E non cantarono grilli
né caddero stelle
quando fermasti il tempo
e il mio respiro
Tu sul mio foglio bianco
“Io non ti lascio più”
Brillarono un istante
e si persero nel buio
i pallidi occhi a mandorla
di quelle notti scure.
(Florindo Cantini)
Caradonna Cresy Crescenza
I GIOVANI E I VECCHI"
Ad una ad una
si spengono le ultime stelle
la pace inizia
i vecchi girano per strada
fra anonimi visi
nessuno si accorge
che un tempo erano vigorosi,
com'è giovane il mondo.
Gli occhi dei giovani
non si posano su quelli dei vecchi
vanno oltre
come
cento
mille
albe
ma quei vecchi, che appaiono invisibili, sono stati tutta la vita
ad aspettare quelle albe
benché pensino ai giovani,
che sorte uguale avranno,
sì svegliano lieti al mattino
si sorprendono ancora del piacere
di un' altra alba che verrà.
(Cresy Crescenza Caradonna)
Carbone Rosaria
VECCHIO GRAMMOFANO
Penetra
silenzioso quel rigo di luce
Accompagna
pulviscoli di corde pizzicate che avanzano come asfodeli.
Inciampa
il vecchio grammofono ricordi e melodie
inciampi…e accogli sorrisi gelati dai marmi maculati
Eppure, fluttuanti scorrono le ore
volteggiano vecchi sogni e pause di gloria
… smarrito striscia il tuo corpo
nella luce smagrita che traccia emozioni…
baluginati al primo albore… riecheggiano nella tua vita grama.
Non ti arrendi
aggrappi e riprendi quella fredda sedia a rotelle
abbagliata e distratta dalla musica lieve
… Forte
stringi le mani sui cerchi lustri dal tuo palmo che canta
un girotondo dannato:
“Mio Dio! Aiutami! Fammi ballare ancoraaa!”
Inciampa il vecchio grammofono
t’aggrappa e sospende…
un tenero sorriso d’amore.
(Rosaria Carbone)
Carinato Valentina
SENSAZIONI
L'irrequietezza
è un segreto
chiaro nei riscontri
dei lavoratori.
Rialzati
nel sudore, nell'estate
a testa alta hanno sbattuto contro
l'ennesima mazzata.
Questa pandemia sta mettendo a dura prova
la certezza di costruire qualcosa
e la voglia, il coraggio
d'affrontare un ambiguo presagio.
Per noi stessi andiamo avanti
per i nostri figli siamo grandi
ma nel cuore l'angoscia duole
guardiamoci attorno e cerchiamo il sole!
È giunta l'ora, ora più che mai
di essere solidali e tutti uguali.
La nostra stessa barca non affonderà
se tutti insieme si remerà.
(Valentina Carinato)
Carter Barry (United Kingdom)
***
The night offers me a bouquet of moons,
my night time walks along the canal. Clouds
above are like tourists, will the reach the Maltings?-canal
waters sing of journeys they have missed.
Evening shadows offer a selection of poses as
the sun rises over the Wednesday market with its
collection of muses ready to inspire browsers.
I left a tear on the train track, an empty glass on the
hotel bar, eventually the light will reach haughty eyes from
the Beeston star. I placed a flower on the Crimean memorial,
a bee landed, ghosts of soldiers left after being fed by paradise,
relatives will track their ancient ties and pray in Saint John the
Baptists' church-the wind outside is wearing the uniform of war
walking across graves, there is at least one soldier the uniform
Fits who shaves memories when a prayer passes through him
followed by the eternally recurring bullet returning to its gun,
fires of war echo in the sun. moon the oars man saves drowning
spirits, their heartbeats echo in the final footsteps of the wind.
Street signs ask me for directions to visit lost residents. Beeston
stories have been told creating gold for a ring ready to make Beeston's
hand gleam. I dream about a hand guiding clouds that rain silver on
gardens and hives full of silver. Van Der Valk finds his own shining
fingerprints on a gold band. Memories are like rain as it falls onto
clouds reflected on the marina, fleeting rapid eye movements keep
dreams afloat as visions of the day are replayed. In a dream a train stops
before a tear, the moon takes the water with its many reflections and
places it in a glass with a flower.
(Barry Carter)
Traduzione dell’autore
***
La notte mi offre un mazzo di lune,
le mie passeggiate notturne lungo il canale. Nuvole
sopra sono come i turisti, raggiungeranno i Maltes?
le acque cantano di viaggi che si sono persi.
Le ombre serali offrono una selezione di pose come
il sole sorge sul mercato del mercoledì con il suo
raccolta di muse pronte a ispirare i browser.
Ho lasciato uno strappo sul binario del treno, un bicchiere vuoto sul
bar dell'hotel, alla fine la luce raggiungerà occhi alteri da
la stella di Beeston. Ho messo un fiore sul memoriale di Crimea,
un'ape è atterrata, fantasmi di soldati lasciati dopo essere stati nutriti dal paradiso,
i parenti rintracceranno i loro antichi legami e pregheranno in San Giovanni il
La chiesa dei battisti - il vento fuori indossa l'uniforme della guerra
camminando attraverso le tombe, c'è almeno un soldato l'uniforme
Si addice a chi si depila i ricordi quando una preghiera passa attraverso di lui
seguito dal proiettile eternamente ricorrente che ritorna nella sua pistola,
fuochi di guerra riecheggiano al sole. luna i remi l'uomo salva l'annegamento
gli spiriti, i loro battiti cardiaci riecheggiano sulle ultime orme del vento.
I cartelli stradali mi chiedono indicazioni per visitare i residenti smarriti. Beeston
sono state raccontate storie che hanno creato l'oro per un anello pronto a fare il Beeston's
luccichio della mano. Sogno una mano che guida le nuvole che fanno piovere argento su
giardini e alveari pieni di argento. Van Der Valk trova il proprio splendore
impronte digitali su una fascia d'oro. I ricordi sono come la pioggia che cade su
nuvole che si riflettono sul porticciolo, movimenti rapidi e fugaci degli occhi mantengono
i sogni a galla come visioni del giorno vengono riprodotti. In sogno un treno si ferma
prima di una lacrima, la luna prende l'acqua con i suoi numerosi riflessi e
lo mette in un bicchiere con un fiore.
FRAMMENTI DI FELICITÀ
Frammenti di felicità
in quei vestiti gettati a terra e ora raccolti
tra lacrime e sospiri.
Momenti di follia
che li ha visti
abbracciati,
affamati di baci
e di sguardi incantati.
Voli sulle ali
di un amore impossibile,
ma desiderato.
Frammenti di felicità
in quelle brevi ore
in cui si incontra l'Eden,
il giardino proibito
dove la passione
crea un nuovo mondo
di sogni divenuti realtà.
Sogni brevi,
ma intensi
che non fanno ragionare,
ma solo sentire
il battito all' unisono
dell' altro cuore
che ha riconosciuto
il suo compagno
cercato da sempre.
Soffitto di arcobaleni,
pareti di fiori
e musica, musica, musica non di strumenti,
ma di corde di due anime dolcemente
fatte vibrare
dall' emozione
di un incontro
divenuto eterno
nella loro essenza
di amanti.
Amanti che sfidano paure
per amore dell' amore che vuole
nutrirsi di quell'incanto...
Raccolgono ora
i loro vestiti
bagnati sì
di lacrime
ma sono
frammenti di gioia
che resteranno
per sempre
a foderare
il cuore...
( Dora Addeo)
Alberti Maria
IO SONO MISERICORDIA
Ascoltate fratelli miei,
non è la vostra anima che implora,
sono Io, il vostro Salvatore
il più piccolo dei piccoli.
Colui che nella Sua infinita bontà
si rese umile per donarvi la vita.
Venite, ascoltate il Mio povero
cuore che soffre e piange
per voi peccatori.
A voi tutti che non Mi
avete abbandonato ma che vi
siete rifugiati con le vostre
sofferenze nel Mio cuore, imploro amore.
Sarete voi,
con le vostre afflizioni a
trarmi dall'angoscia in cui
mi trovo per vincere insieme
la triste realtà del mondo.
Andate, cercate anime
disposte al sacrificio,
chiamate, invocate, nessuno
mi ascolta, per molti sono
un vago ricordo, un'invenzione, un'illusione per i momenti difficili.
troppi rumori, troppe distrazioni
e peccati sovrastano la terra,
nessuno più scruta il silenzio
per udire il battito delMio cuore,
nessuno ode i miei sussurri
nè il Mio richiamo.
Venite a sperimentare la Mia grazia,
riscaldatevi al fuoco del Mio amore
e sentirete la freschezza inebriante
della Mia salvezza.
Accostatevi a Me, alla S. Croce
le mie braccia aperte attendono
e sentirete una tenerezza compassionevole
scaturire dal Mio cuore
è la Mia infinita Misericordia.
(Maria Alberti)
Aleksandar Mihajlovik (Macedonia del nord)
МОЈОТ ОБЛАК
Секој човек со раѓање
добива облак на дар
да го следи по патот
да врне над него
да го потсети на слободата.
Тука е облакот мој, твој
и кога е ведро
стрпливо чека да дојде
да го следи патот наш земен
да го одреди патот наш небесен
за да се сретнеме со облакот
кога крилја ангелски ќе ни пораснат
за да заспиеме вечно
на облакот снежен.
(Aleksandar Mihajlovik)
Traduzione in inglese e in italiano dell’autore
MY CLOUD
Everyone receives a cloud at birth
A cloud to follow his path
A cloud to rain over his head
To remind him of his freedom.
This here is the cloud mine, yours
Patiently awaiting for the skies to get clear
And follow us on our life's journey
And determine our heavenly road
So that, when our angel's wings do grow
We can meet that cloud
And fall in an eternal sleep
Up on that snowy cloud.
LA MIA NUVOLA
Ogni uomo con la nascita
riceve in dono una nuvola
per seguirlo nel cammino
per piovere sopra lui,
per ricordarlo alla libertà.
Ci sta anche la nuvola mia, tua
anche quando é sereno
aspetta con pazienza di venire
di seguire il nostro cammino terrestre
di determinare il nostro cammino celeste
per incontrarci con la nuvola
dopo la crescita delle ali angeliche
per addormentarci eternamente
sulla nuvola di neve.
Aliverdiev Abutrab (Daghestan)
НАСТРОЕНИЕ
Коронавирус нипочём,
Жизнь в изоляции ключом
Бьёт... Только всё по голове.
Стучит по крыше дождь. Сове
Не принести письмо в постель.
Так завершается апрель.
Бежит по люстре паучок,
Редиски на полу пучок,
Кровать неубрана, гора
Посуды, и опять пора
Вести какой-то семинар
On-line. Споткнулся Боливар,
Разлито масло, скоро май,
На заблудившийся трамвай
Билеты проданы давно,
И в рифму просится говно
Под бесконечный счёт овец,
А значит песенке конец.
(Abutrab Aliverdiev)
THE MOOD
I don't care about the coronavirus. In isolation the life is in full swing... or hits the head with a wrench. (1) The rain pounds on the roof. The owl can't bring the letter to my bed. (2) This is how April ends. A spider is running along the chandelier, a bunch of radishes is on the floor, the bed is unmade, a pile of dishes, and again it's time to conduct some kind of on-line seminar. Bolivar stumbled, (3) oil spilled, (4) soon May, tickets for a lost tram (5) have long been sold out, and shit (6) asks for rhyme at the endless count of sheep (7), which means the song is over.
(1) play on words, "бьёт ключом" is "full swing" or "hit with a wrench"
(2) an allusion to Harry Potter
(3) an allusion to the famous story by O'Henry: "Bolivar cannot carry double"
(4) an allusion to an episode of Bulgakov's novel "The Master and Margarita": "Annushka has already spilled oil"
(5) a reminiscence to N. Gumilyov's poem
(6) I'm sorry, but this is also part of this year's mood.
(7) in a vain attempt to sleep
Items (3) - (5) speak of the despair of a situation in which predetermined factors have already occurred.
L’UMORE
Non mi interessa il coronavirus. In isolamento la vita è comunque piena... o si colpisce alla testa con una chiave inglese. (1) La pioggia batte sul tetto. Il gufo non può portarmi la lettera al letto. (2) Così finisce aprile. Un ragno corre lungo il lampadario, un mazzo di ravanelli sul pavimento, il letto disfatto, una pila di piatti, e ancora una volta è tempo di condurre una sorta di seminario on-line. Bolivar è inciampato, (3) l'olio è stato versato, (4) presto sarà maggio, i biglietti per un tram smarrito sono stati venduti da tempo, (5) e merda... è richiesta una rima per il conteggio infinito delle pecore, che significa la fine della canzone.
(1) gioco di parole: "бьёт ключом" - "(la vita) è piena" e "colpisce (alla testa) con una chiave inglese"
(2) un'allusione a Harry Potter
(3) un'allusione alla famosa storia di O'Henry: "Bolivar non può portare il doppio"
(4) un'allusione a un episodio del romanzo di Bulgakov "Il maestro e Margherita": "Annushka ha già versato l'olio"
(5) un reminiscenza alla poesia di N. Gumilyov
(6) mi dispiace, ma anche questo fa parte dell'umore di quest'anno
(7) in un vano tentativo di dormire
I punti (3) - (5) parlano della disperazione della situazione in cui i fattori predeterminati sono già accaduti.
Alongi Beris
LASCIO SCORRERE
Lascio scorrere le lacrime
In silenzio,
Nel buio del mio tempo.
Fammi sentire,
Terra del mio primo vagito,
La forza della tua voce antica,
La voce austera del Vespro,
La voce cara dell'Avemaria.
Dammi,
Terra del mio natale,
La fede di piangere i miei morti ogni giorno,
Perché la gioia che rubo
S'annebbia di lontananza,
Ora che vedo negli occhi della veneranda madre che,
A stento vedono,
Riflessi d'amore.
Ora che amo tutto ciò che non è mio
Ora che sento, pellegrino stanco,
il fascino del mio paese
Con la sua lacrima di silenzio,
Col suo castello antico
e le sue case
abbracciate sopra il monte...
(Beris Alongi)
Ambrosino Salvatore
ME SSO STANCATO 'E TTE
(corona virus )
All‘intrasatta
zittu, zittu
si trasuto
into 'a vita nnosta
accussì
sènza cca nnisciuno
t’ha mmitato.
Senza 'o permesso.
co' 'a mpustatezza e 'a mala crianza
ma chi t’ha mannato, ‘o Pate Eterno
o si venuto tu ‘e capa toja.?
-Te faccia 'sta addimanna
'e facciatuosto
pecchè, me pare che sì troppo strafuttente
Pare che ce vuò fa nu dispietto,
ca, ce vuò fa’ pavà nu tuorto fatto
Famme capì qual’è l’intenzione
e pecchè fai accussì.
Si po’ è vulontà d’’o pate Eterno
allòra si, calammo ‘a càpa,
trase
fa’ chello ca ce spetta
ma fallo ‘e pressa e nun ce fa ppenà
(Salvatore Ambrosino)
Traduzione dell’autore
“Mi sono stancato di te “
All’improvviso
In silenzio
sei entrato nella nostra vita
come ti pareva
senza che nessuno
ti ha invitato
senza permesso
con arroganza e mala creanza
ma chi ti ha mandato il Padre Eterno
o sei venuto di tua spontanea volontà?
Ti faccio questa domanda impertinente
perché sembri troppo strafottente
sembra che ci vuoi fare un dispetto
che ci vuoi punire per una offesa fatta
Fammi capire
qual è lo scopo e perché ti comporti così
Se invece è volontà di Dio
allora si
abbassiamo la testa,
entra,
fai ciò che devi fare
ma fallo subito e non ci fa penare.
Amico Salvatore
L’ANFITEATRO DEL TEMPO
Su un foglio di carta,
al calar del sole,
quando i rumori del giorno,
stanchi, ossequiano la sera,
riverso i miei pensieri.
Nell’aria, profumi antichi,
sospinti da aliti di vento,
pervadono luoghi e
giorni della mia memoria.
Vi rivedo, amici miei,
compagni d’infanzia,
i volti sbiaditi,
nelle aurore mattutine,
imperlate da stille
di rugiada.
Nell’anfiteatro del tempo,
echeggiano lontane voci,
sempre più intense,
che si diffondono
al rinnovarsi del giorno.
(Salvatore Amico)
Anastasi Tania
EBRE TIMTIK ( morta anche per te)
Ho scelto il mio paese,
qui ho adottato la giustizia,
di me i poeti ne parleranno con mestizia
e nareranno di quel mio cuore che un giorno si arrese.
Ho lottato, ho digiunato,
ho pianto e anche gridato,
però il vento non ha soldati,
però ha ali che trasporta parole come fari.
Sono morta portando come arma il mio dolore,
ho rinunciato alla vita e l'ho fatto per amore,
quello urlato per il mio popolo,
parole di pace lanciate come un discobolo.
I libri forse un di mi renderanno omaggio,
diranno Ebru è morta per i diritti,
quelli del suo popolo, quelli di altri
e ciò che ho ottenuto lo diranno i fatti.
Intanto è bello vedere quelle ali...
andate lontane, fate lunghi salti,
valloni, montagne, laghi e mari
mi raccomando, testimoniate il saluto ai miei cari.
Addio uccelli, addio farfalle,
portate sulla mia tomba preghiere e calle,
dai su non piangete per me,
io sono morta e l'ho fatto per me ma anche per te.
(Tania Anastasi)
Anders Rita
L'ULTIMA SERA
L'ultima sera
indossammo sciarpe di vento
su camicie intessute di stelle.
Poi ci separammo,
e ci incamminammo soli,
con le mani nella nebbia.
Ci sembrò un addio,
ma era solo un arrivederci
alla prossima vita.
(Rita Anders)
Angeli Rossana
AMAMI
Amami sopra le righe per come
sono io, senza decorare
il mio corpo di gioielli e profumi.
Amami nella nuda veste
della mia anima che si inalza
come la luna nella notte.
Amami nel profumo della terra
che da vita al cuore e lo sostiene
nei miei passi.
Amami nella semplicità
di un fiore la cui magia
risplende nei miei occhi.
Amami nella semplicità e umiltà
per capire di cosa sono fatta.
Amami,
scalzo di poesia, e fai di te
il mio piú bel vestito da indossare
ogni giorno sulla mia pelle.
Amami come un uomo
ricco di umiltà
nel valore della mia semplicità .
(Rossana Angeli)
Anzaldo Volpe Alessia
NON VEDO L’ORA
Non vedo l’ora
che la sera chiuda il suo manto azzurro e
che la notte caschi tra le mie braccia, lenta e sensuale,
nuvola piena di sogni.
Non vedo l’ora
che l’aurora e l’alba infuochino il cielo trascinando il sole in reti dorate.
Non vedo l’ora
di cominciare a udire i canti nelle strade
e respirare la polvere che porta il vento
e ballare e sognare e danzare
nell’arco di tempo
che concede un battito di ciglia.
Non vedo l’ora
che l’estate asciughi il pianto del cielo d’inverno
e che il mare torni a brillare e attrarre a sé uomini e pesci,
conchiglie di madreperla e neri scarabei .
Non vedo l’ora
di assaporare ancora pomeriggi lenti d’autunno
con le foglie rosse e gialle
in mulinelli che sanno d’arcobaleno.
Non vedo l’ora.
(Alessia Anzaldo Volpe)
Ardizzone Pietro (Venezuela) - Siciliano
STORIA DI UN EMIGRANTE SICILIANO
Si potrà strappare l`uomo del suo paese
Però mai, il paese dal suo cuore
La Storia di tutti e la stessa mia…
Chi storia, chi storia Vergini Santa
avemu tutti pari, `ntà circustanza
tutti partemu un gn`ornu signalatu
e semu picca, chiddri c`annu turnatu.
Nuddru partemu obligati e mancu ammuttati
formu tutti `ncuraggiati di l`autoritati specializzati
cu tanta di pulitica e aggivulazioni
ppi fari `nn àntustria cù l`emigrazioni.
Cu era lu megghiu, scarsiava di pusizioni
tirava avanti, cu certi cumplicazioni
Si nun s`arrisica, nun pò aviri nuddra sudisfazioni
e si partia senza nissuna cunnizioni.
Doppu chi ssemu luntanu a la strania
tanti cosi s`avveraru parola mia
nun fù tantu la mancanza di curaggiu
sulu cà turnari, putia essiri peggiu
Eccu picchi, a la fatta di li cunti
`nni vennu pi la testa, tanti rammenti
ulissimu aviri ali e putiri vulari
e fari `nna scappata dunni lu cori voli.
(Pietro Ardizzone)
Traduzione dell’autore
STORIA DI UN EMIGRANTE SICILIANO
Si potrà strappare l`uomo del suo paese
Però mai, il paese dal suo cuore
Che storia, che storia Vergine Santa
abbiamo insieme, in questa circostanza
tutti partiamo un giorno segnato
e siamo pochi quelli che ritorniamo.
Nessuno parte obbligato e neanche spinto
siamo stati incoraggiati dalle autorità
con politica e agevolazioni
per fare una industria con l’emigrazione.
Chi era il migliore, non aveva buona posizione
tirava avanti, con qualche complicazione.
Se non si rischia non si possono avere sodisfazioni
e si partiva senza alcuna cognizione.
Dopo che siamo lontani in terra straniera
Tante cose si avverano, parola mia,
nonè stata mancanza di coraggio
ma tornare poteva essere peggio
Ecco perché, tirando le somme
ci tornano alla mente tanti ricordi
vorremmoa vere le ali per potere volare
e fare una scappata dove il cuore vuole.
Argiolas Teresa
LA SPERANZA
Dedicata a Don Aldo, una persona semplicemente speciale
La gente passa,
guarda, vede solo una
vecchia finestra,
con la ruggine sulle
grate, vetri impolverati,
muri scrostati.
La gente passa
senza fermarsi,
perché niente
può offrire
una vecchia finestra.
Tu passi,
ti fermi, osservi...
non vedi, la polvere,
la ruggine, i muri scrostati.
Tu guardi, vedi nel freddo
cemento l’erba che cresce,
fiorisce, abbraccia le grate.
Tu, riesci a vedere
l’essenza della vita,
dando speranza
a chi, si sente
una vecchia
finestra arrugginita...
(Teresa Argiolas)
Arnao Igea
NEGLI ABISSI DEL MARE
Negli abissi del mare
si nasconde l'incanto
di un'eco lontana
aggrovigliata
nel tempo.
La luna si tuffa
a consolarne
il pianto.
Rami di rovo
la trafiggono
da parte a parte.
Piccola stella che
nascondi un sogno
scendi profonda
dal cielo che non c'è.
Appendi alla tua coda
il mistero
dell'anima perduta,
nei profondi abissi
che cercano te...
(Igea Arnao)
Arnone Josè
SANTU NIURU ‘MPICIATU
‘Ncapu na balata di marmu finu
darriè na cannilotta di linu,
ma nanna lu ciangiva senza jiatu:
“santu niuru ‘mpiciatu”.
Lacrimi quantu u bocali sanu
senza mai spiccicari li sò manu,
santu niuru ‘mpiciatu
facitimilla stà grazia, dibosciatu;
facitimilla cu tantu amuri
nun mi diri nenti pi favuri,
ca prima di mangiarimi stù muccuni
t’allucitu cu la lingua a strascicuni.
(Josè Arnone)
Traduzione dell’autore
SANTO NERO COME PECE
Sopra una lastra di marmo fino
Dietro una lampada di olio di lino
Mia nonna lo piangeva senza fiato
Santo nero come la pece
Lacrime una garraffa piena
Mai scollare le mani
Santo nero come la pece
Fammi questo miracolo "dibosciato"
Fammelo con tanto amore
Non mi dire niente per favore
Prima di mangiare questo boccone
Ti lucido con la lingua a trascinare
Aspa Gaetano
MEMENTO
Cade la pioggia
a intermittenza di sale
Muore nel vento
Come nasce un dolore
Appassiscono le rosse primule
Bruciate tra la steppe tamerici.
Disperse le ceneri
Si posano sulle labbra
Innocenti dei bambini
Il richiamo per l'antica fenice
L'espiazione dei primitivi padri
È giunta
La fine volge al termine
L'ora è il tempo del rinascere.
(Gaetano Aspa)
Asuni Alessio
FANCIULLO DI GUERRA
La notte in cui tutti dovrebbero godersi
un sogno dovunque in un sonno qualunque
un attacco imminente spaventa il nemico perso
in un mare, in un cielo ormai non più terso
crudele e vigliacco chi causa il tuo sguardo pietoso
disperso nel vento di un tempo ormai uggioso
rumore assordante di bombe malvagie
lanciate a casaccio a colpire chiunque
battaglia senza nome senza lode
perversa e avversa ad un mondo normale.
Empio tiranno, tristo sciacallo che
fai cadere lacrime ormai asciutte in un viso bagnato
dalla pioggia che cade
noi da lontano ascoltiamo il tuo urlo muto
dalla troppa distanza ma tu non rimanere mai sordo
al nostro pregarti di donarci il perdono
per questo tedio gioco che gli uomini miseri adulti
chiamano guerra.
(Alessio Asuni)
Bacci Alessandro
FAITH
Credo nella distanza tra le persone
annullata da una stretta di mano
che cancella ogni differenza
e mette la parola fine alla guerra.
Credo nella morte di chi ha dato la vita
per difendere i più deboli
e salvare un’idea
che è già la mia bandiera.
Credo in chi ruba per fame,
non in chi uccide per soldi.
Ieri sera in televisione
ho visto un mondo migliore
ma era solo un sogno
ed oggi mi sono svegliato
con il tuo sorriso sulle mie labbra
fotografato dai tuoi occhi.
Credo nel potere dell’amore,
non nell’amore per il potere.
Credo
disperatamente in quel dio
che ci ha fatti incontrare
ed ogni volta che ti guardo
vedo la perfezione
di una luce più forte del sole
che neanche conoscevo
e adesso
mi abbronza di felicità.
(Alessandro Bacci)
Badagliacco Giovanni
IL FILO INVISIBILE
Come posso dimenticare i tuoi occhi?
Io che li ho amati, sotto la luce del sole ma all'oscurità degli altri...
Così bella, così vera
Forse fu colpa della primavera?
È una vita veloce e libera,
E chi l'assapora dimentica;
Polvere di stella, sei dal cielo?
Oh... Tu tanto bella sei!
Eri tutto e di più.
Il mondo spera ancora in qualcosa tra noi?
Ma c'è bisogno di vivere da qui!
Sogni vivi, tra i guai...
Succube felice di te ero;
Ma adesso, tutto nero.
La tua vita continuerà con chi
Tu avrai voglia di continuare ad amare,
Ma ovunque andrai,
Ci sarà sempre un filo invisibile che ci legherà.
Oh... Si!
Ci sarà sempre un filo invisibile che ci legherà.
Non ti libererai mai della mia anima, finchè essa, la tua non dimenticherà!
Poichè quando a legarsi tra loro, sono gli intelletti
A questi fili non potrai mai dare tagli netti.
Ricordatevi di noi.
(Giovanni Badagliacco)
Baldinu Stefano (Lingua Sarda Logudorese)
INTRO A SU SILENTZIU DE UN'ATERU UNIVERSU
(Arturo e s'alzheimer)
Lu bidiat semper acceradu
a su barcone de su coro sou, a parte manca
de cudda ispuma de asulu bortuladu
candu sas lughes faladas comente dae unu candelabru
de bentu imbenujaiant sos téndines isfumende
sos inghirios de sa cara.
E lu immaginiat rùndine pronta
a dare forma a s'aghera, unu numene
a cudda foza chi pesaret in bolu e pinnigat sas umbras
de sa pitzinnia sua a una muta felitzidade.
Fit in cuddu momentos chi creerentesi oramai istudados
chi iscuderiat in artu su coro sou
comente faghent sos guardianos 'e su chelu allarghende
unu pagu sas palas a aminaresi de unu disordine
de zestos de lapis in acchilibriu tra sas boghes e sos pessamentos
immaginados e jà ismentigatos in cuddu calascieddu vizinu
a s'ojada de unu Deu troppu distrattu.
Se n'est gai andadu, Arturo, s'atera notte
imbucchende su caminu de s'assentzia
cuntzentrada in una ormina de umbras tra sas tendas
comente sa lezera tremuladura de una gomma
subra unu signu intzertu a disperdere sas annotaduras
po unu cras e sa linea de s'abba chi tzircumnavigat
sa tatza subra su codominu.
Est restadu solu unu pagu de calore
tra sos cabaddones 'e sas cobertas a isfiorare una matta
de vida subra su oru de su cabidale e cudda costellassione
chi lu conduit po manu, como, chentza dudas
intro a su silentziu de un'ateru universu.
(Stefano Baldinu)
Traduzione dell’autore. DENTRO AL SILENZIO DI UN ALTRO UNIVERSO(Arturo e l'alzheimer)
Lo vedevi sempre affacciato/al balcone del suo cuore, a babordo/di quella spuma d'azzurro capovolto/quando le luci scese come da un candelabro/di vento genuflettevano i tendini sfumando/i contorni del viso.//E lo immaginavi rondine pronta/a dare forma all'aria, un nome/a quella foglia che cabra e piega le ombre/della sua infanzia ad una muta felicità.//Era in quei momenti che si credono oramai spenti/che lanciava in alto il suo cuore/come fanno i guardiani del cielo allontanando/un poco le spalle ad animarsi di un disordine/di gesti di grafite in equilibrio tra le voci e i pensieri/immaginati e già dimenticati in quel cassetto vicino/allo sguardo di un Dio troppo distratto.//Se n'è andato così, Arturo, l'altra notte/imboccando il sentiero di un'assenza/concentrata in un'orma d'ombra tra le tende/come la leggera vibrazione di una gomma/su di un segno incerto a disperdere gli appunti/per un domani e la linea dell'acqua che circumnaviga/il bicchiere sul comodino.//È rimasto solo un poco di calore/fra i cavalloni delle coperte a sfiorare una mollica/di vita sulla battigia del cuscino e quella costellazione/che lo conduce per mano, adesso, senza esitazioni/dentro al silenzio di un altro universo
Bednjacic Dinka (Australia – Croazia)
***
Perhaps
It is in the way
how gently the summer air
brushes by my face
Silver birch reveals
inflicted scars
under glistening leaves
In the way
parched arid earth
express gratitude
to a teeming rain,
in bursts of vivid hues
Golden diosma emits aroma
in waking hours
In the way birds gather
on a power line
joining each other
in early morning invocation,
waiting to announce
a daylight coming
In the way a freeway echo
blends with voices
through a sudden
blast of wind
and then
melts into a distance
Perhaps
it is in the way
your eyes smile
still half asleep
Way we discover joy
in simple things,
where ordinary words
create impact
In the way
we surrender willingly
to a new born day
dressed in colours of hope ...
(Dinka Bednjacic)
Traduzione di Liliana Fadda
***
Forse è
la maniera in cui
dolcemente l'aria estiva
mi sfiora il viso
e la betulla d'argento rivela
cicatrici inflitte
sotto foglie luccicanti
Nel modo in cui
la terra arida
esprime gratitudine
a una pioggia abbondante,
con esplosioni di colori vivaci
e i fiori dorati di coleonema diffondono aromi
nelle prime ore del mattino
Nel modo in cui si radunano gli uccelli
su una linea elettrica
unendosi l'un l'altro
nell'invocazione mattutina,
in attesa di annunciare
la luce del giorno in arrivo
Nel modo in cui l’eco di un’autostrada
si fonde con le voci
attraverso un improvvisa
raffica di vento
e poi
le mescola in lontananza
Forse
è nel modo in cui
i tuoi occhi sorridono
ancora mezzo addormentati
nella maniera in cui scopriamo la gioia
nelle cose semplici,
nel modo in cui parole ordinarie
creano reazioni emotive
Nel modo in cui
ci arrendiamo volentieri
a un nuovo giorno che nasce
vestito di colori di speranza ...
Bellanca Adriana
ODE AL SOLE
All’aperto o Sol
ai nostri occhi rifletti il tuo baglior
fonte di vita per noi umili mortal
riscaldi e illumini
per la vita intera
anche i nostri cuor
Splendido abbagliante
tale all’ oro fuso
ti alterni tra notte e dì
or diretto or inclinato
coi raggi ci sfiori ci accarezzi
profonda vitalità ci dai
Piccola stella nell’Universo
immenso fuoco nel Sistema Solar
chissà se buco nero sarai
forse chissà
un domani lontan
saremo poi nell’aldilà
(Adriana Bellanca)
Bellanca Luca
IL DOMANI CHE VERRÀ
Il sole ancora riscalda,
la natura germoglia.
L'orologio sulla parete continua il suo ticchettio,
Il tempo scorre ,
ma è fermo ,immobile.
Deserte le strade,
deserto il cuore delle persone,
che un domani non vede.
La fiammella della speranza,
che prima i cuori riscaldava,
si è lentamente assopita.
E sulla parete le lancette continueranno a muoversi
e lentamente le strade saranno percorse da sempre più persone.
Trascorreranno giorni, mesi , anni
ma nulla sarà più come prima .
(Luca Bellanca)
Bergamasco Francesco
SOLO SPUMANTE
Solo Spumante
spumante italiano per noi...
Cin Cin di bollicine
ci assaggiano
piano
assaporando
quel retrogusto di vite...
E rimbalzano
dalla mente al cuore
e il sipario aprirsi
all'improvviso…
E nulla possono i suoi occhi
così trasparenti
da intravedere
l'orizzonte del suo sogno
svestito in bikini...
Pare che aspetti te
Sì
sei già preda del suo bacio
Solo uno
e sei già lì
sotto il sol leone
d'un orizzonte
di mille bollicine
svestite in bikini
abbracciarti...
E in lontananza
l'eco di un mare arrossire...
(Francesco Bergamasco)
Bergantino Maria Grazia
LO SCRITTORE, IL POETA
Cammina sulle impalpabili nubi dei sogni,
perso nel denso fiume dei suoi pensieri.
Guarda oltre il viso di chi incontra per strada
e, senza permesso alcuno, s'inoltra
nei più reconditi sentieri dell'anima.
Silente musica accompagna soave
l'incedere lento dei suoi passi.
Chiude gli occhi e s'inebria
dei profumi celati nell'aria,
dei dolci effluvi dei fiori,
dell'aspro odore dell'erba.
Ogni cosa fa sua.
Lascia che il vento gli cinga le spalle
in un abbraccio forte
che lo accompagni.
Cede alle carezze improvvise
delle fronde arboree
che, ardite, scendono
a sfiorargli i capelli.
Sembra solo ma è parte del tutto,
in armonica simbiosi
con quello che lo circonda.
Capace di vivere
mille e più vite insieme,
le racchiude nello scrigno segreto
della sua memoria
e, geloso, ne nasconde la chiave.
Un giorno le offrirà in dono
a chi le vorrà.
È lo scrittore, il poeta.
A lui, il mondo appartiene.
MARIA GRAZIA BERGANTINO
Bertelli Mirko
TUTTA UNA VITA
Tutta una vita per dare
…Per dare amore
…Sensibilita’ ad una rosa triste
Per dare un piccolo sorriso ad un sole malato
Tutta una vita …
Tutta una vita per curare
…Per curare una vela
Una vela senza vento
Senza alberi rosa
Una vela con mani piene di paura
Una vela con occhi ciechi
Tutta una vita…
Tutta una vita per vedere
Potrebbe essere il mio impegno con il cielo
Ma non lo e’
Perche’ il mio respiro e’ la pace del cuore
Del cuore di ognuno
Del cuore che ringrazia la pioggia di esistere
Del cuore che sorride ad una lacrima
Tutta una vita…
Tutta una vita per vivere
Moriro’
O forse no
Quello che ho vissuto mi rendera’ uomo
Uomo di vita
(Mirko Bertelli)
Bonsignori Pablo Giovanni
SIAMO NOI
Siamo dentro questo universo.
Siamo piccoli come dei moscerini.
Abbiamo il coraggio di odiarci
anziché volerci bene.
Siamo chiusi come dentro una biglia.
Non guardiamo oltre il nostro orizzonte.
Siamo masochisti?
Ci sentiamo chiusi dentro come
se fossimo dei padroni di questo universo.
Conquistare per cosa?
Ottenere per che cosa?
Noi pensiamo a noi stessi e basta.
Per avere un potere che non
conta niente rispetto a questo
immenso universo.
L'uomo è stato creato per migliorare
il capolavoro della natura non
per renderla una spazzatura.
Non per uccidere i suoi simili.
Non per odiare i suoi simili.
Ma per avere un equilibrio
in questo spazio infinito.
(Pablo Giovanni Bonsignori)
Borgese Gianluca
UN SOGNO CHIAMATO AMORE
Quanto desiderai sfiorare per un solo attimo
la dolcezza delle tue labbra,
cogliere quel piacevole profumo di miele di lavanda
profuso intensamente al tuo passaggio.
Quanto mi immaginai stretto forte a te,
avvolti nei sospiri di un abbraccio,
con lo sguardo perso nel tuo sguardo,
e nel cuore nitida la tua immagine.
Quanto ti cercai in quei sogni d’infante
che non scorsero mai la tanto anelata alba
e per i quali la vita consacrò Morfeo ad unico custode.
Un sentimento tanto impetuoso quanto impossibile,
travolgente da squarciare il petto in un solo istante,
come un grido che giunge dal profondo
e che esplode spargendo pura gioia tutto intorno.
E quel sogno, nato nell’Eden del pensiero, nell’oasi del desio,
che parlava di un mondo fatto per noi,
ha nutrito le lacrime della nostalgia e del rimpianto,
strappando il fiato dalla gola,
accompagnato da una melodia struggente
ma dai toni lieti e rassegnati,
colmi di quell’Amore puro e sincero,
arduo da rinvenire ed immaginare,
e cantato un tempo solo da poeti e poetanti.
Un sogno, solo un bel sogno, Io, te e l’Amore.
Noi due, due anime e un solo cuore.
(Gianluca Borgese)
Borgese Maria Concetta
L’ULTIMO PONTE
Con te ho solcato
i sentieri sconosciuti del piacere,
navigato il mare sconfinato della solitudine,
volato, sulle ali del tempo,
per raggiungerti col pensiero.
Atteso la tua presenza,
e, il tuo essere sempre vivo,
in me, nella mia mente, nella mia vita.
Con te ho conosciuto
il mio corpo sconosciuto.
Sentito il battito delle ore,
in sintonia con quello di due cuori,
che scandiva il tempo infinito del donarsi,
e il desiderio di non sciogliersi dall'abbraccio,
di continuare a volare, nel tempo,
e nello spazio senza tempo.
Con te ho sognato,
i miei sogni, i tuoi sogni.
Percorso strade impervie,
illuminati dal sole,
bagnati dalla pioggia.
Con te ho ascoltato
i silenzi della notte,
le armonie dell’aurora.
Passato e futuro,
dolore e felicità,
sconfitte e speranze.
Con te, nella luce del tramonto,
per varcare l’ultimo ponte.
(Maria Concetta Borgese)
Borreano Ciro
LA NOSTRA STANZA
Risultano eterni, indelebili
gli istanti intrisi del nostro dolore;
si annidano tra lacrime d’anima dilaniando le sfinite carni
di un Amore terminale.
Questa nostra piccola stanza, intima e avvolgente,
amabile sguardo sul mondo, nave dagli infiniti porti,
angolo di leggerezza tra flagelli di realtà,
oggi sanguina d’Assenza.
Il pavimento, strenuo soccorso alle innumerevoli tue cadute,
sembra emettere vagiti di cemento.
Non si odono più i rintocchi di un cuore divenuto orfano,
anche l’orologio che si staglia tra la candida pelle della nostra parete
smise di battere quando esalasti l’ultimo respiro,
quasi a volere catturare il tempo per dissolvere il futuro.
In quel momento si estinsero i vividi bagliori dei nostri sogni,
calò inesorabile un buio profondo tra vapori di dolori inestirpabili
e il boato di speranze infrante.
Quell’attimo incise di lava magmatica favole al profumo di lavande
sfibrando fatalmente il candore del nostro amore.
Questo nostro piccolo nido,
testimone di un amore che non conosceva futuro,
ma che giammai versò lacrime di commiserazione,
adesso si strugge proprio come me;
non chiede compassione, non anela futuro,
mi si rannicchia accanto tra catene evanescenti
di fiori senza steli.
(Ciro Borreano)
Bortoletto Giuliana
OCEANO D'AMORE
Spogliami di ogni paura,
riscaldami con il tuo amore,
sfiora i miei pensieri
fino a farli bruciare.
Accendi la mia anima
ponendo fine ai sogni
e con la chiave apri il mio cuore,
fino a farlo battere all' impazzata.
Fai sbocciare petali di sorrisi sul mio viso,
voglio sentire le onde del mare
che si infrangono sulla mia pelle
e il vento che ti sussurra
la mia voglia di baciarti,
di intrecciare le mie calde labbra alle tue,
legandole come nuvole in tempesta,
scontrandosi ed incontrandosi
scatenano un vortice di passione
che esplode
nel più azzurro oceano d' amore.
(Giuliana Bortoletto)
Bosio Donatella
***
Osservo un ciliegio nel mio cortile
Cittadino,
Baluardo di natura
Ancora forte,
E i suoi cambiamenti nelle stagioni.
In quarantena ho mandato
Una sua foto per gli auguri di Pasqua
Ai miei contatti whatsapp,
Non tutti, i più cari.
I fiori bianchi brillanti al sole di aprile
Si sono mutati in verdi foglie
E poi in rossi frutti succosi
Di cui vanno ghiotti gli uccelli del parco
Che apposta avvicinano le case
Per gustare qualcosa di nuovo.
Giusto oggi lo ricordavo a mia figlia,
Guardando le sue foglie ancor verdi,
Che presto si muteranno
Per quella che voglio chiamare
La magia dell’autunno,
In giallo arancione e rosso,
Come se i frutti ancora volessero
Dirci che ancora un po' ci saranno
A colorare di luce i nostri occhi.
(Donatella Bosio)
Bulgarini Katia
DILIGITIS
Nella notte buia e oscura
Apparve un manto cosparso di stelle…
Giunsero dalle essenze…
Acque impetuose ed irruenti…
I beati corpi si unirono…
Nell’immenso sommo piacer divino…
Divino…
L’uno immerso nell’altro
Allorchè
La luna e il sole vista codesta passione
Donaron loro l’ambito
Diligitis
(Katia Bulgarini)
Cacibauda Joseph (Reno, Nevada, USA)
LI SONI
Ddi jorna quannu li parenti assittati a giru,
muvennu li manu pruduttivi puru nta lu riposu,
parravanu na lingua ca niautri carusi sintevamu comu soni.
Visti, ma mai putennu diri na palora ntra li cunvirsazzioni di adulti
ca eranu fora limiti pî picciriddi, nun pottimu apprenniri li palori e mancu comu usarili.
Vuci gutturali, sintenzi ritmichi, ballavanu contra li mura dâ cucina
comu melisma risunatu
Niautri taliavamu li manu muvennusi aggitati, sintevamu la forza dû so discursu,
capennu picca e nenti di zoccu dicevanu.
Nun canuscennu la surgenti interpritavamu ddi soni
comu na specia di dialettu ibridu
na mmiscata di talianu e dû francisi dâ Louisiana,
comu si vulissimu scusari la so pruvincialità.
Sulu ora ca autri ripetunu ddi soni cunzidirannuli cu stima e cu rispettu capisciu lu debitu di la me gnuranza.
Mi sforzu a riproduciri li palori a ricanuscirili stampati,
a cumprenniri lu significatu.
Cu nu sensu di rispettu arrusbigghiatu mi ricordu ddi vuci dî parenti ntâ cucina
e in luttu pi lu so silenziu
lamentu la me perdita pir sempri.
(Joseph Cacibauda)
traduzioni in sicilianu di Gaetano Cipolla
The Sounds
by Joseph Cacibauda
In those days when li parenti sat in circles,
even in leisure, their hands busied, productive,
they spoke a language we children only heard as sounds.
Seen, but never heard to utter words in adult conversations,
we were not privileged to join,
so we would never learn the words, or how to use them.
Guttural voices, rhythmic pronouncements, danced off kitchen walls
as echoed melisma.
We watched their flailing hands, heard the force of their speech,
gleaning vague hints of the gist.
Ignorant of their source, we explained away li soni as a mongrel dialect,
a mix of Italian and Cajun French
as if to apologize for their provinciality.
Only now as others iterate the sounds in the spotlight of esteem and regard,
do I realize the debt of my ignorance.
I struggle to replicate the words, to recognize them in print,
to know their meanings.
With an awakened respect, I recall the kitchen voices of li parenti.
And in mourning their silence,
I forever lament my loss.
Caiano Lino
I BRUTTI SCHERZI DELLA VITA
L' attimo fatale nella
vita spezza i legami
senza chiederti
permesso!!
Ti strappa in
un nulla la vita
di chi ami.
Ti prende tuo
padre ,tua sorella,
tua madre,
amici con cui
hai stretto rapporti
indissolubili e in
un giro di secondi
te li porta via.
Vorresti capire in
quel dolore il
perché di tanta
ingiustizia ma silenzio
tombale intorno.
Il dolore pervade tutto.
Il dolore fa sue tutte
le iniziative , tutti
quei disegni di sogni
di vita da vivere ...
tutte quelle pagine
da scrivere insieme...
È sempre la vita
stessa ad importi
attraverso i ricordi,
saper convivere fra
sogni infranti e
pelle dura che ti sta
formando !!
Ti accorgi che è la
vita stessa a farti
vivere nella
determinazione delle
cose che sono.
nella realtà i ricordi
nel cuore ,
in quel cuore
che ti insegna quella
sana saggezza di
non legarti mai a
qualcosa che credi
più grande
del cielo. ..
Stanotte stessa
ti sarà chiesta
la vita !!
Il saggio è sempre
pronto non solo alle
scelte di vita. ..
Ma ad abbracciare
sorella morte nella
forza dell'anima ,
visione dell'Altissimo.
Eterna luce.
(Lino Caiano)
Calì Maria Grazia
UN VIVERE INUSUALE
Ci asseta d'aria
questo tempo compresso
da gocce malsane
Ci ambascia e ci isola
-come uccelli in gabbia
che non possono spaziare-
E mi sfianca l'incertezza,
questo vivere inusuale...
Vorrei poter tacitare i pensieri
mentre guardo la vita
che scorre, dai vetri appannati
Quei baci di sole sull'erba
vivida di rugiada, la carezza
del vento sulle fronde sempreverdi
che s'innalzano al cielo...
E vorrei eludere il pensiero
che nutre la mente di timore
Illudermi che questo presente
è solo un brutto sogno attraversante
il mondo.Un lungo incubo
dal quale ancora non ci siamo svegliati
-non ci stiamo destando-
Ci asseta d'aria questo tempo
E di un vivere normale.
(Maria Grazia Cali)
Calio Louisa (USA)
ERITREA, ETHIOPIA, TIGRAY MY ITHACAS
(A POEM FOR PEACE IN THE HORN OF AFRICA)
"Fix your eyes on a thousand thousand stars in the black dome of sky,
stars that do not shine, but spit hell fire. Look on the sweet earth parting, exploding, Earth our fathers worked with sweat.
Look, but don’t walk on it, it may become your gravesite tonight!
See the flowers, rose petals, only thorns are left. This is my song today, yes.
Think of those you love, now think of losing them
multiply this 4 million times and your loss will have touched mine.
My name is Eritrea, Ethiopia, Tigray, Somalia…
The scars of many tears cover my face, my struggle an endless battle cry.
Was my beauty the cause of this or the buried treasures within
that attracted so many: Italian, Turk, Arab, British, Greek?
Too many to name have come and ravished me. So much greed!
How I would prefer to speak to you of our customs and dress.
The netsala women wear covers my head. The table we set is seated with eight
--we share one plate. Our land is also shared - divided by lot.
We are many kinds of people and speak many languages.
How I long to tell you of our cool highlands
our capital Asmara- as it was... our desert touched by the Red Sea,
the sea that led Moses to freedom, shall see freedom in me
Red, Red now with the blood of my children.
Wars are interminable separations.
My children are all refugees or dead. Who will pay this blood debt?
We are still fighting the wars of possession, locked in the jaws of separation.
We are not yet making unity, we are not yet making peace.
Today I will call myself human being, will you join me?
All of the colors make one light, why stay in the dark?
The speed of light is very great. Just imagine where we could be!
We each need the same basic things: a blazing sun, a golden glow around everyone
enough to live, enough to eat, to love. There seems to be many paths before us,
but all the paths really divide into two. Which will you take?
(Louisa Calio)
traduzione in italiano di Elisabetta Marino
ERITREA, ETIOPIA, TIGRAY LE MIE ITACA BY LOUISA CALIO
(POESIA PER LA PACE NEL CORNO D’AFRICA)
“Fissa lo sguardo su mille e mille stelle nella volta nera del cielo,
Stelle che non splendono, ma sputano fiamme d’inferno. Osserva la dolce terra che si squarcia,
che esplode la terra lavorata dai padri col sudore. Guarda, ma non calpestarla,
potrebbe diventare il tuo sepolcro stanotte!
Vedi i fiori, petali di rosa, solo spine ormai.
Questo è il mio canto oggi, sì. Pensa a chi ami, ora pensa di perderli,
moltiplica per quattro milioni e la tua perdita avrà eguagliato la mia.
Mi chiamo Eritrea, Etiopia,Tigray, Somalia..
Cicatrici di lacrime copiose mi coprono il viso, la mia lotta un grido infinito di battaglia.
La mia bellezza ha forse scatenato tutto questo o i miei tesori sepolti,
che hanno attratto così tanti italiani, turchi, arabi, britannici, greci?
Troppi per menzionarli tutti sono venuti a possedermi. Con quanta bramosia!
Preferirei parlarti dei nostri costumi e tradizioni.
Il netsala indossato dalle donne mi copre il capo. Apparecchiamo la tavola per otto
--- condividiamo un solo piatto. Anche la terra è spartita – divisa in proprietà.
Siamo in tanti, diversi e parliamo molte lingue.
Vorrei narrarti dei freschi altopiani,
di Asmara, la nostra capitale, così com’era…dei deserti,
lambiti dal Mar Rosso, il mare che condusse Mosè alla libertà vedrà in me la libertà.
Rosso, rosso è ora per il sangue dei miei figli.
Guerre, separazioni senza fine.
I miei figli, rifugiati o morti. Chi salderà il debito di sangue?
Ancora combattiamo guerre di conquista, serrati nella morsa della separazione.
Ancora lontani dall’unità, ancora lontani dalla pace.
Oggi mi chiamerò essere umano, ti unirai a me?
Tutti insieme i colori si fondono in una luce sola, perché rimanere nell’oscurità?
Invero, la velocità della luce è grande. Immagina soltanto dove potremmo essere!
Ognuno di noi ha gli stessi bisogni primari: il sole fiammeggiante, quella lucentezza dorata che ci avvolge
il necessario per vivere, il necessario per nutrirsi, per amare. Molti sentieri sembrano aprirsi di fronte a noi,
ma in verità le strade sono due soltanto.Quale prenderai?
Campagna Dina
CRISTALLI
Toccami piano
Sfiorami appena
Se amore è taglio
Amami meno
Io farò lo stesso
Avrò cura del tuo cuore provato
Dove solo planando
Potrò vedere i riflessi
Dei miei cristalli rotti.
(Dina Campagna)
Camplone Cristina
SONO NATA
Quando sono nata
non mi spaventava il buio.
Arrivavo dal niente
e vivevo nel nulla.
Senza occhi vedevo
con orecchi ascoltavo
senza sapori già gustavo.
Quando sono nata
mi aspettavo.
Non conoscevo l'attesa
ma già non pazientavo.
Quando sono nata
già soffrivo,
ma ormai ero sgusciata.
E allora sono vissuta,
tra le braccia sono passata,
ma del silenzio
cercavo.
Quando sono nata
ormai ero tornata
da quel lungo vagare
di misteri inesplorati.
Sono nata.
Ed era già passato.
(Cristina Camplone)
Canino Angelo (Calabrese)
MUNNU AMÈARU
A pùrbara ammùccia llu sudu,
i spèari si spànnini ‘ncìadu
s’ho scordèatu e da vita, u caduru,
chì è senza na mèana, chì senza nu pìadu.
Senza mangèari, i facci ‘ncavèati,
tintu destinu e quanni su nnèati,
dàssani tuttu, fùjini e notti,
accumpagnèati e di spèari e ddi botti.
Quatrèari chi chiàngini amèari,
intra a neglia ‘ncerca e di chèari,
alla faccia c’è scrittu u terrori
èani vistu ccu ll’ùacchji chi mori.
Arrivèati alla riva e du mèari,
ll’ho ppijèati li pochi suduri,
carrichèati cumi animèadi
jìani ‘ncerca e nu munnu a ccuduri.
Chi ha ffurtuna è arrivèatu alla riva,
chi u nni tena è ppastu e di pisci,
n’èatra pagina tinta si scriva
e ssu munnu c’ancora u ccapisci.
Ma, a cunnanna e chini è arrivèatu
u nn’è ffinita alla riva e du mèari,
chini e d’acqua ppe grazia è ssarbèatu,
tena ancora di cchi triburèari.
Chiusi a nna vàvuda cumi animèadi,
ccu ccancellèati e ffìarru spinèatu,
trattèati mèadi, supa d’èatru mèadi,
ppecchì ssu prìazzu chèaru paghèatu?
Aprimu d’uacchji, u nn’è llu quaranta,
quanni de fèama cci nn’era ttanta,
chissi su ttìampi de lu progressu,
ma c’è genti ch’e fèama mori llu stessu.
Oji Tu e lla ssupra, cànci’a cheapa allu dùardu
fa che di guerri sia ssudu ricùardu,
fa ca lu munnu, amassa tutti i cuduri,
fa chi regnassa lla pèaci e ll’amuru.
(Angelo Canino)
Traduzione dell’autore
MONDO AMARO
la polvere nasconde il sole,
gli spari rimbombano in cielo
si son scordati della vita, il calore
chi è senza una mano, chi senza un piede.
Senza mangiare, i visi incavati,
mero destino da quando son nati,
lasciano tutto, scappano di notte,
accompagnati da spari e da botti.
Bambini che piangono amaro,
nella nebbia in cerca dei cari,
sul viso c’è scritto il terrore,
hanno visto con gli occhi chi muore.
Arrivati alla riva del mare,
gli hanno preso quei pochi denari,
caricati come animali,
andavano in cerca di un mondo a colori.
Chi ha fortuna è arrivato alla riva,
chi non ne ha, è pasto dei pesci,
un’altra pagina nera si scrive,
di questo mondo che ancora non capisci.
Ma, la condanna di chi è arrivato,
non è finita alla riva del mare,
chi dall’acqua per grazia è salvato
ha ancora di che tribolare.
Chiusi in un recinto come animali,
con cancellate e filo spinato,
trattati male, su altro male,
perché questo prezzo caro pagato?
Apriamo gli occhi, non è il quaranta,
quando di fame c’è n’era tanta,
questi sono tempi del progresso,
ma c’è gente che di fame muore lo stesso.
Oh! Tu da lassù, cambia la testa al vile,
fa che delle guerre sia solo ricordo,
fa che il mondo, ami tutti i colori,
fa che regni la pace e l’amore.
Cannata Francesca
ULTIMO RIFLESSO
Il sole stava già
sprofondando nel mare.
Un enorme disco infuocato
che colorava di riflessi argentati
le increspature dell'acqua
e striava il cielo di arancio.
Un giorno che terminava
mentre quel mare infinito
ingoiava l'ultimo riflesso
e lasciava ancora
intravedere tra le nuvole
segni dorati, come di artigli,
squarci di luce accecante,
come il ricordo di ciò
che già non c'è,
è già sparito,
è già finito.
(Francesca Cannata)
Cannatella Cetty
OGGI 20 MARZO 2020
Buongiorno Primavera ,stavolta ti sei sbagliata.
Non sento il calore tiepido del tuo sole...
Le bare sono tutte in fila,i cimiteri aperti solo alle salme.
Buongiorno Primavera, i canti degli uccellini sono coperti dalle campane dal lento rintocco.
Hai sbagliato giorno,hai sbagliato anno...
Buongiorno Primavera, ma che buongiorno è se i medici eroici muoiono?
Se negli ospedali si muore da soli,senza conforto,senza nessuno.
Se le forze dell'ordine devono essere offesi dagli egoisti,dagli incoscienti che non rispettano le regole.
Buongiorno Primavera, mi dispiace ma non è un buongiorno se in un giorno di sole bisogna dire ai bambini :dobbiamo stare a casa ed andrà tutto bene!
Non va bene per niente, ma ai bambini non lo diciamo,
si fatica a sorridere ,ma lo si fa.
E cosi ti rendi conto che la vera Primavera sono i bambini,il desiderio di sognare e vivere ancora,la Primavera è la voglia e la forza di voler sconfiggere un virus che non vediamo,ma che si permette di toccarci ,aggredirci , fermare e mettere in ginocchio nazioni.
Buongiorno Primavera, ma un buongiorno oggi non è...
(Cetty Cannatella)
Cannatella Maria
SCRIVERÒ
Scriverò in ogni luogo,
in un semplice pezzo di carta, con penna o calamaio.
Scriverò sui muri del mondo intero,
sui parciapiedi di ogni singolo incrocio.
Scriverò sul cuore di chi amore non ha,
sull'anima affaticata, incompresa, di ogni persona.
Scriverò con la mia mano tutte le volte che lo vorrò.
Racconterò le mie emozioni,
le riflessioni, le pause, le mie tante paure.
Scriverò, ad ogni bimbo abbandonato, che piange o ride.
Scriverò ad ogni amore mai vissuto, ad una donna infelice.
Scriverò a me stessa, perché voglio lasciare un segno.
Un segno indelebile di me, in questo strano mondo,
le mie poesie, le mie parole inconfondibili,
del mio saper raccontare.
Scriverò...si, certo che lo farò.
(Maria Cannatella)
Cannavò Lucio
LAUDE ALLA VITA
Uno squarcio nell’algida oscurità
delle acri valli lacrimose.
Dove i patemi vibranti
e finanche l’assieparsi delle assenze,
sepolti giacciono ombrosi.
Uno squarcio dirada il nemboso.
Il pungolo dell’aguzzino, l’uncino
della morte è morto.
La vita vive vittoriosa,
l’amore è sempre.
Decantatemi un canto o cieli:
l’amore è sempre.
( Lucio Cannavò)
Cantini Florindo
IL FOGLIO BIANCO
Per prova e per esempio
mi metto a testa in giù
e inizio dal finale
la bella filastrocca
e poi la scena madre.
Bello come un eroe di Omero
il nostro cavaliere
con le sue vesti di neve immacolata
intanto che brandisce la spada e i suoi trofei.
C’è la corona nera
ancora sanguinante
del nuovo re cattivo
e strani occhi a mandorla
di mille draghi uccisi.
E mentre già passavano i titoli di coda
tornavo sulla terra
e sorrise la tua voce
“Mio amore disarmato
sei bravo come lui ad accecare draghi?”
Mostrai il foglio bianco e la mia penna d'oro
“È tanto se riesco a scriverti d'amore”
E fu così, come di colpo arriva estate,
che appoggiò il capo e il suo sorriso al petto
E mareggiarono le belle chiome
arrese al maestrale delle mie dita in festa
La luce madreperla
dei suoi polsi nudi
lo spartiacque
tra la terra e il cielo
Affrescarono di rosa arancio
il silenzio delle stanze
il canto e la sua voglia
madrigali galanti
E non cantarono grilli
né caddero stelle
quando fermasti il tempo
e il mio respiro
Tu sul mio foglio bianco
“Io non ti lascio più”
Brillarono un istante
e si persero nel buio
i pallidi occhi a mandorla
di quelle notti scure.
(Florindo Cantini)
Caradonna Cresy Crescenza
I GIOVANI E I VECCHI"
Ad una ad una
si spengono le ultime stelle
la pace inizia
i vecchi girano per strada
fra anonimi visi
nessuno si accorge
che un tempo erano vigorosi,
com'è giovane il mondo.
Gli occhi dei giovani
non si posano su quelli dei vecchi
vanno oltre
come
cento
mille
albe
ma quei vecchi, che appaiono invisibili, sono stati tutta la vita
ad aspettare quelle albe
benché pensino ai giovani,
che sorte uguale avranno,
sì svegliano lieti al mattino
si sorprendono ancora del piacere
di un' altra alba che verrà.
(Cresy Crescenza Caradonna)
Carbone Rosaria
VECCHIO GRAMMOFANO
Penetra
silenzioso quel rigo di luce
Accompagna
pulviscoli di corde pizzicate che avanzano come asfodeli.
Inciampa
il vecchio grammofono ricordi e melodie
inciampi…e accogli sorrisi gelati dai marmi maculati
Eppure, fluttuanti scorrono le ore
volteggiano vecchi sogni e pause di gloria
… smarrito striscia il tuo corpo
nella luce smagrita che traccia emozioni…
baluginati al primo albore… riecheggiano nella tua vita grama.
Non ti arrendi
aggrappi e riprendi quella fredda sedia a rotelle
abbagliata e distratta dalla musica lieve
… Forte
stringi le mani sui cerchi lustri dal tuo palmo che canta
un girotondo dannato:
“Mio Dio! Aiutami! Fammi ballare ancoraaa!”
Inciampa il vecchio grammofono
t’aggrappa e sospende…
un tenero sorriso d’amore.
(Rosaria Carbone)
Carinato Valentina
SENSAZIONI
L'irrequietezza
è un segreto
chiaro nei riscontri
dei lavoratori.
Rialzati
nel sudore, nell'estate
a testa alta hanno sbattuto contro
l'ennesima mazzata.
Questa pandemia sta mettendo a dura prova
la certezza di costruire qualcosa
e la voglia, il coraggio
d'affrontare un ambiguo presagio.
Per noi stessi andiamo avanti
per i nostri figli siamo grandi
ma nel cuore l'angoscia duole
guardiamoci attorno e cerchiamo il sole!
È giunta l'ora, ora più che mai
di essere solidali e tutti uguali.
La nostra stessa barca non affonderà
se tutti insieme si remerà.
(Valentina Carinato)
Carter Barry (United Kingdom)
***
The night offers me a bouquet of moons,
my night time walks along the canal. Clouds
above are like tourists, will the reach the Maltings?-canal
waters sing of journeys they have missed.
Evening shadows offer a selection of poses as
the sun rises over the Wednesday market with its
collection of muses ready to inspire browsers.
I left a tear on the train track, an empty glass on the
hotel bar, eventually the light will reach haughty eyes from
the Beeston star. I placed a flower on the Crimean memorial,
a bee landed, ghosts of soldiers left after being fed by paradise,
relatives will track their ancient ties and pray in Saint John the
Baptists' church-the wind outside is wearing the uniform of war
walking across graves, there is at least one soldier the uniform
Fits who shaves memories when a prayer passes through him
followed by the eternally recurring bullet returning to its gun,
fires of war echo in the sun. moon the oars man saves drowning
spirits, their heartbeats echo in the final footsteps of the wind.
Street signs ask me for directions to visit lost residents. Beeston
stories have been told creating gold for a ring ready to make Beeston's
hand gleam. I dream about a hand guiding clouds that rain silver on
gardens and hives full of silver. Van Der Valk finds his own shining
fingerprints on a gold band. Memories are like rain as it falls onto
clouds reflected on the marina, fleeting rapid eye movements keep
dreams afloat as visions of the day are replayed. In a dream a train stops
before a tear, the moon takes the water with its many reflections and
places it in a glass with a flower.
(Barry Carter)
Traduzione dell’autore
***
La notte mi offre un mazzo di lune,
le mie passeggiate notturne lungo il canale. Nuvole
sopra sono come i turisti, raggiungeranno i Maltes?
le acque cantano di viaggi che si sono persi.
Le ombre serali offrono una selezione di pose come
il sole sorge sul mercato del mercoledì con il suo
raccolta di muse pronte a ispirare i browser.
Ho lasciato uno strappo sul binario del treno, un bicchiere vuoto sul
bar dell'hotel, alla fine la luce raggiungerà occhi alteri da
la stella di Beeston. Ho messo un fiore sul memoriale di Crimea,
un'ape è atterrata, fantasmi di soldati lasciati dopo essere stati nutriti dal paradiso,
i parenti rintracceranno i loro antichi legami e pregheranno in San Giovanni il
La chiesa dei battisti - il vento fuori indossa l'uniforme della guerra
camminando attraverso le tombe, c'è almeno un soldato l'uniforme
Si addice a chi si depila i ricordi quando una preghiera passa attraverso di lui
seguito dal proiettile eternamente ricorrente che ritorna nella sua pistola,
fuochi di guerra riecheggiano al sole. luna i remi l'uomo salva l'annegamento
gli spiriti, i loro battiti cardiaci riecheggiano sulle ultime orme del vento.
I cartelli stradali mi chiedono indicazioni per visitare i residenti smarriti. Beeston
sono state raccontate storie che hanno creato l'oro per un anello pronto a fare il Beeston's
luccichio della mano. Sogno una mano che guida le nuvole che fanno piovere argento su
giardini e alveari pieni di argento. Van Der Valk trova il proprio splendore
impronte digitali su una fascia d'oro. I ricordi sono come la pioggia che cade su
nuvole che si riflettono sul porticciolo, movimenti rapidi e fugaci degli occhi mantengono
i sogni a galla come visioni del giorno vengono riprodotti. In sogno un treno si ferma
prima di una lacrima, la luna prende l'acqua con i suoi numerosi riflessi e
lo mette in un bicchiere con un fiore.