Premio speciale - Special Award "RASUL GAMZATOV"
l premio speciale Rasul Gamzatov viene istituito grazie ad una collaborazione tra il nostro Concorso e il Ministero della Cultura del Daghestan e vuole ricordare e celebrare il famoso poeta del Daghestan Rasul Gamzatov.
Poeti e Poesie che hanno ricevuto
il Premio Speciale RASUL GAMZATOV nelle varie edizioni
l premio speciale Rasul Gamzatov viene istituito grazie ad una collaborazione tra il nostro Concorso e il Ministero della Cultura del Daghestan e vuole ricordare e celebrare il famoso poeta del Daghestan Rasul Gamzatov.
Poeti e Poesie che hanno ricevuto
il Premio Speciale RASUL GAMZATOV nelle varie edizioni
Rasul Gamzatov e il Daghestan
Tra le alte montagne caucasiche vivono i popoli del Daghestan, che comprendono 36 nazionalità, tra cui gli Avari. Rasul Gamzatov, (n. 8 settembre 1923 - m. 3 novembre 2003) poeta popolare del Daghestan, è nato qui. Nel corso degli ultimi cinquant'anni Rasul Gamzatov è stato uno dei più prolifici dei poeti sovietici. Dalla sua penna sono venuti lyrics brevi, lunghi poemi narrativi, ballate, epigrammi e ottave filosofiche, che lo hanno avvicinato a milioni di lettori affezionati. Rasul Gamzatov ha scritto nella sua lingua nativa Avara, una lingua parlata da 170.000 persone. Vincitore del Premio Lenin per la poesia e onorato con il titolo di poeta popolare del Daghestan, Gamzatov è stato anche Presidente dell'Unione degli Scrittori del Daghestan, una figura pubblica ben nota. Ad undici anni scrisse il suo primo verso. Il padre, Gamzat Tsadasa, era un noto bardo cantore della storia e delle tradizioni. Formatosi come insegnante, ha lavorato per qualche tempo in teatro e poi in un giornale locale. Ha scritto il suo primo volume di versi nel 1937. Con un paio di libri di suo in lingua Avara sotto il braccio è arrivato a Mosca nel 1945 per entrare nell'Istituto Gorky della Letteratura. La sua iscrizione presso l'Istituto è stato il punto di svolta della sua carriera. Nell'Istituto ha studiato con i più importanti poeti del paese e le sue poesie sono state tradotte per la prima volta in russo, la loro qualità che li rende parte della odierna poesia russa. Circa quaranta raccolte di poesie di Rasul Gamzatov sono stati pubblicati in Makhachkala (capitale del Daghestan) e Mosca. Memorabile la sua poesia "Le gru" (v. pag. 258) diventata una canzone molto popolare nel Daghestan e in Russia |
High in the Caucasian Mountains live the peoples of Daghestan, who comprise 36 nationalities, including the Avars. Rasul Gamzatov, (n. 8 september 1923 - d. 3 november 2003) People's Poet of Daghestan, was born here. Over the past fifty years Rasul Gamzatov has been one of the most prolific of Soviet poets. From his pen have come short love lyrics, long narrative poems, ballads, epigrams and philosophical octaves, which have won him millions of devoted readers. Rasul Gamzatov wrote in his native Avar tongue, a language spoken by 170,000 people. Winner of a Lenin Prize for poetry and honored with the title of People’s Poet of Daghestan, Gamzatov was also Chairman of the Union of Daghestan Writers and a well-known public figure. He was eleven when he wrote his first verse. His father, Gamzat Tsadasa, was a well-known bard. Trained as a schoolteacher, he worked for some time in the theatre and then on a local newspaper. He brought out his first volume of verse in 1937. With a few books of his own in Avar tucked under his arm he arrived in Moscow in 1945 to enter the Gorky Institute of Literature. His enrolment at the Institute was the turning point of his career. There he studied under the country's leading poets and his poems were translated into Russian, their quality making them part of present-day Russian poetry. About forty collections of poems by Rasul Gamzatov have been published in Makhachkala (the capital of Daghestan) and Moscow. Extraordinary his poem "The cranes" (v. pag. 258) become a very popular song in Dagestan and in Russia. |
ЖУРАВЛИ (LE GRU)
Мне кажется порою, что солдаты С кровавых не пришедшие полей, Не в землю нашу полегли когда-то, А превратились в белых журавлей Они до сей поры с времён тех дальних Летят и подают нам голоса. Не потому ль так часто и печально Мы замолкаем глядя в небеса? Сегодня, предвечернею порою, Я вижу, как в тумане журавли Летят своим определенным строем, Как по полям людьми они брели Они летят, свершают путь свой длинный И выкликают чьи-то имена. Не потому ли с кличем журавлиным От века речь аварская сходна? Летит, летит по небу клин усталый - Летит в тумане на исходе дня, И в том строю есть промежуток малый - Быть может, это место для меня Настанет день и с журавлиной стаей Я поплыву в такой же сизой мгле. Из-под небес по-птичьи окликая Всех вас, кого оставил на земле |
LE GRU
A volte ho l'impressione che i soldati che non sono tornati dai campi insanguinati, non finirono sotto terra, ma si trasformarono in bianche gru. Da quei tempi lontani ad oggi Volano e ci chiamano... Non è per questo che spesso, tristi, in silenzio, ci fermiamo a guardare il cielo? Giorno dopo giorno, al crepuscolo, osservo le gru volare nella nebbia allineati nella loro formazione, come gente che attraversa i campi Volano a lungo per la loro strada e gridano il nome di qualcuno. E non è forse per questo che la lingua Avara è simile al grido delle gru? Vola, vola il triangolo stanco nel cielo vola nella nebbia al calar della sera, e in quella formazione rimane un piccolo spazio che forse è il posto giusto per me. Verrà il giorno che, con uno stormo di gru, fluttuerò nella stessa nebbia grigio - bluastra lanciando dal cielo i richiami degli uccelli a tutti voi che ho lasciato sulla terra. (Traduzione di Marina Akmedova con la collaborazione di Calogero La Vecchia) |