Autori e poesie della seconda edizione (2016/17) - parte VI - da Mor a Reb
Morabito Caterina
GRAFEMA
E' un viaggio il mio pensiero
veste gli alberi spogli e il terreno inquieto
non sono foglie
ma lettere e suoni che s'appoggiano e scrivono il tempo.
Mitigano l'ombra
cercano la luce
sconfinano tra le righe e si parlano
cosi come si parlano le correnti d'Autunno
mentre alitano l'Inverno e sfumano l'Estate.
Quale pagina avrà l'effetto, quale conserverà tutte le mie parole?
Come una piccola nota in ritorno dal mare
prendo quota e sorvolo gli spazi
sul cuscino lascio la fatica di ogni giorno e di ogni notte
la fugacità della vita vibra
mi scuote e si lascia amare
(Caterina Morabito)
Muccilli Sabino
***
Era come se,
ascoltassi le voci delle conchiglie,
come se,
non le avessi mai dimenticate,
era come ,
aprire le porte dell'onde
ed ascoltare i suoni segreti
dell'acqua e del sale,
era come se,
quella notte
suglibsco
le mie mani
catturassero un cielo
dalle cento e mille infinite forme,
era come se,
gli occhi potessero baciare
e il tempo fosse racchiuso in una sola parola.
(vita)
(Sabino Muccilli)
Mulas Daniela
NARCISO
Non so chi sei;
forse sei un Narciso;
i miei occhi sono gonfi,
i tuoi occhi sono indifferenti.
Vorrei sentirmi ancora per una volta
come quando credevo di poterti salvare
dal tuo lato oscuro,
ora é pieno delle mie lacrime,
ci sto annegando
ma tu non allunghi la mano per salvarmi.
Ti amo;
l'amore fa stare bene;
tu mi fai stare male.
Forse allora non ti amo.
Mi sento sbagliata.
Lo sono. Lo sei.
Dottor Jackyl,
smetti di giocare,
scopri le carte Mister Hide.
Apriti a me.
Sto da troppo tempo sulle tue montagne russe
ed in una di queste dolorose discese
ho perso dei lati di me stessa che mi piacevano.
Vorrei ritrovarli, mi aiuteresti?
Si, lo so, é paradossale.
(Daniela Mulas)
Muraca Carlo Alberto
***
C'è una bellezza nella nebbia
non ho mai saputo che c'era.
Tutto si offusca intorno
in modo da poter notare nuovamente
ogni bellezza vicino a te.
Le distrazioni diminuiscono
così che tu puoi guardare in profondità
gli occhi di quelli che tengono la mano.
Nella nebbia sfocando le nostre sollecitazioni e ambizioni,
potremmo ritrovare altro.
Possiamo solo trovare noi stessi.
(Carlo Alberto Muraca)
Murri Caterina
RICORDI LONTANI
Vorrei che tu fossi per me vento di scirocco,
Porto sicuro,
Sirena che canta Dolce.
Isola maestosa, vento di forze contrarie.
Forza bruta e dolce, baffi disegnati;
Ristorante ricercato in Via Rialto.
Dove tutto è quadri e arte e le persone
sembrano belle e cherubine.
Viola e rosso, colori dell'anima completa.
Un cane annusa e sa dove andare, specie
che sa di essere.
La tua vespa bianca, così vorrei essere.
Una brezza leggera e sfiancante
sulle curve ambrate.
Bacio di bestia ammaestrata,
lingua imponente e sicura.
Valga curva nel cuore,
Difetto dell'anima e spazio rosso.
Telefonate improvvise e sfuggenti.
Sambuca di ghiaccio.
Il suono di una sirena sola e assetata di mare.
Acqua pura e salina.
Baia di ricordi lontani,
Lontani da me.
(Caterina Murri)
Muti Eva (pseud. di Angela Maggio)
IL NOSTRO TANGO
Ascolto
la nostra danza.
Delicato sentimento
ci accompagna
nell'ascolto
dell'Anima.
Volo di corpi
ad incendiare
passi lenti,
che camminano
su note sinfoniche,
arpeggiando
strati di pensiero...
Unione di corpi
ad evocar melodie
che affondano
nei nostri sguardi.
Ascolto di corpi...
Si odono sussurri
che lievi
si portano al cuore
tempestandolo
di delicate frenesie.
Sento i miei passi
volteggiar
contro i tuoi
che fremono
di Passione pura
e al mio risveglio
tendo gli occhi
a te che afferri
questa "Essenza"
facendola volare
A suon di musica
(Angela Maggio)
Muzzetta Giovanna
IO FOGLIA FRAGILE
Osservo l’Etna mormorare …
Colore fuoco della vita…
Foglia fragile di un vecchio ciliegio
Sento il vento accarezzarmi
L’inverno si avvicina,
il sole pallido mi saluta
ed io tesa sul ramo
osservo la città addormentata
tra il sapore del cedro e l’aspro d’eucalipto.
È arrivato Natale
Profumo di fiocchi di neve.
O vita,fragile e insicura,
osservo le api ronzare,
i bambini canticchiare
il sole pallido mi saluta
tu mi scuoti,mi afferri e mi strappi
ed io
mi poso
dolcemente
lievemente
sul letto della dolce
madre terra.
Smettila di calpestarmi, schiacciarmi e soffocarmi,
io foglia fragile e insicura.
(Giovanna Muzzetta)
Nenna Domenico
LA DÊJIÊ DE SANDA NÊCOULÊ
So arrêvaitê stamatœinê da Milane
u prœìmê pênzìerê, jiaiê rivoltê a Trane,
pê fêrmê na’ cammênǽitê e n’ìdaiê
abbêiscê a marê, væickê a vêdaiê.
Sêndê da lundanê, sênné la bênnê,
ascênnê abbêscê o puêrtê, chêrennê chêrennè,
jiaiê sanda Nêcoulê, me pælpêtè u courê
de la souê sanditè, væitê u bagliourê.
Onourê o patrêunê ‘ngê fêttê assè bainê
fêneutê le fuêckê s’abbêttenê le manê,
calckêssê e ckêleurê scættæìtê indò o soulê,
a Trane jiaiê la dejiê de sanda Nêcoulê.
U puêrtê sarrizzê, le vêrckê cu dêzziê
cortaiê de preghiere e na scœjiê de grèziê,
pe mare s’avveiê, ‘nzìêmê o caurê mœjiê
ce lêssê soupê o muêlê chê l’avê e Marojiê.
Sanda Nêcoulê, si nu sandê uagnaunê,
sindê l’esêmbiê de tænda attênziæunê ,
assè jiaìê u bainê, che têuê a burdê salêìmê
e mìllê grazìê da u Sêgnorrê, nêuê vêlœìmê.
Sanda Nêcoulê vêniestê pê marê
la vœita touê è stætê amæìrê,
te faciœìmê onourê, t’abbattœimê le manê
tuttê le frastìêrê e nêuê, ca sœìmê de Trane.
(Domenico Nenna)
Traduzione dal dialetto Tranese di terra di Bari dell’autore - Il giorno di san Nicola. Sono arrivato stamattina da Milano / il primo pensiero, è rivolto a Trani / per farmi una passeggiata e un’idea / nei pressi del porto, vado a vedere. // Sento in lontananza, suonare la banda, / scendo al porto, correndo in fretta, / è san Nicola, mi palpita il cuore / della sua santità, vedo il bagliore. // Onore al Patrono ci ha fatto tanto bene / finiti i fuochi pirotecnici si battono le mani, / botti e colori gettati all’interno del sole / a Trani è il giorno di san Nicola. // Il porto si agita, le barche con offerta / corteo di preghiera e una scia di grazia / per mare si avvia, insieme al cuore mio / ci lascia sul molo con l’ave e Maria. // San Nicola, se un santo ragazzo / sei l’esempio di tanta attenzione, / molto è il bene, con te a bordo saliamo / e mille grazie da il Signore, noi vogliamo. // San Nicola venisti da mare / la vita tua è stata amara, / ti facciamo onore, ti battiamo le mani / tutti i forestieri e noi, che siamo di Trani.
Nenzi Vittoria
FIGLIA
Figlia,
figlia mia!
Sorgemmo d’Agosto in solitaria alba
calura di lombi dolenti e mani straniere.
Ti nacqui e
fummo perle di medesima valva
nell’amniotico liquor di tepore.
Stesa sul seno tu avida mi succhiasti,
intonando il canto della vita,
i pori miei effluvio di umori
copiosi e profumati tracimarono
affogando frustrazioni.
Figlia,
figlia mia!
Utero in orgasmo consumò l’ultimo spasmo
col respiro che imparammo per andare insieme.
Ti nacqui poi ancora mille volte, ti destai il sonno,
ti nacqui coi fratelli e coi tuoi figli dilatando il cuore,
ti nacqui nel lutto, nel distacco
quando sola viaggiasti con gli affanni.
Figlia,
figlia mia!
Traspare il raggio tra i tuoi capelli biondi
il vento ne fa anelli ad allacciar i domani,
nuvole silenziose annegano i tuoi cieli,
ma tu non suggi più sapor d’amore.
Riposa la stanchezza sul mio seno
gonfio per te sull’orlo della vita!
(Vittoria Nenzi)
Nuanda (pseudonimo)
NEBBIA
Mi culla
l'altalena
delle tue bugie,
nella nebbia.
Forte
il richiamo del
mio Re
mi risveglia.
Forte
il raggio del
mio Sole
mi riscalda.
Dolce veleno
il fioco ricordo
della passata passione.
Mi culla
l'altalena
delle tue bugie,
nella nebbia.
Mi stordiscono
le tue amare parole,
mi travolgono
incompiuti sogni.
Nella nebbia
ancora buio.
Nella nebbia
smarrito, muoio
ogni giorno
ancora un po'.
(Nuanda)
Olivieri Chiara
ATTIMI LONTANI
Voli estromessi,
fluidità di fumo,
e intanto quel richiamo
diventa un’eco spenta,
senza voce.
Per terra tutto giace
e tace anche il silenzio.
Deprecabile brezza dell’estate!
Scavi nell’immobilità della mia mente,
sobbalza un po’ confuso quel ricordo
che stenta ad appassire,
parole a non finire
su brandelli di fango,
e cocci di rimpianto
su ombre di paura.
Si spazientisce il tempo,
ora non è più giorno.
E si avvizzisce l’aria,
ristagna la calura.
Mi avvolgerà la notte
che tarda ad apparire,
mi vestirò di ali,
così, per non morire.
Cado da un precipizio
che piomba nell’ignoto
tra il turbinio dei sensi
e il vortice del vuoto.
(Chiara Olivieri)
Onsy George - Egitto
TO EVE EVERYWHERE FROM ADAM OF ALL TIMES
It took you God
More than just one rib
To form her structure
So tender, so fancy
To let my impossible dream
Step out of the realm of fantasy.
It took you God
More than just one rib
To answer the yearning of my heart,
Modeling this living piece of fine art.
But God, did you really take only one rib,
Altering my whole anatomy, promising
To put instead, pleasure in place
Of loneliness, of agony?
Yes, God, you did take that one rib,
Filling its gloomy void
With strawberry-red flame of fire
That when I just woke up
I found no name but called it “desire”.
Thanks be to you God!
For throughout my whole life
She waves wondering
Between reality and myth
And without her, my so-called life
Would have the very taste of death.
O God, if you had not done
I would have taken
My very heart out of my core
Holding it up, asking:
And this, God, what’s this for??
(George Onsy)
Traduzione di Liliana Fadda dall’inglese - A Eva di ogni luogo da Adamo di ogni tempo. Dio, Ti ci e' voluta più di una costola per creare lei / Così tenera, così piena di immaginazione / Da far sì che i miei sogni impossibili / Escano dal regno della fantasia. / Dio ti ci è voluta più di una costola / Per rispondere ai desideri del mio cuore / Creando questa meravigliosa opera d'arte vivente. / Ma Dio, ti è davvero bastata una costola, / per stravolgere la mia intera anatomia / con la promessa di mettere piacere / al posto di solitudine o agonia? / Si, Dio, ti è servita quella costola, / Per riempire il cupo vuoto di quel corpo / Con fiamme di fuoco rosso fragola / Che non appena mi sono svegliato / non ho trovato altro nome da dargli / Se non desiderio. / Grazie a te Dio / Perché lei si aggira nella mia vita / Ondeggiando tra realtà e mito/ E senza di lei la mia cosiddetta vita / avrebbe il gusto della morte. / Oh Dio, se tu non lo avessi fatto / Mi sarei strappato il cuore dal petto / E tenendolo in mano ti avrei chiesto: / E questo a cosa serve?
Orecchio Diego
A me terra
Dall’Asprumunti e chiani ra marina
ti stendi comu e mani i ‘na sirena.
D’aranciu e di sciuri è a tò curuna,
sciauri di zagara marinara.
Quantu billizzi hai ‘nta li to carni,
‘rruni lu cori a cu’ ti voli beni.
Inebri e ‘ncanti comu li sireni,
Scilla e Cariddi billizzi marinari.
Si misa ‘nta la punta ru stivali
a to curuna la ‘lumina lu suli,
si bella, si a reggina di lu mari
sirena di lu cori…’ncantaturi.
Tu ‘ncanti, ma non di runi u pani
tu mandi fora a cu ti voli beni,
puru luntanu ti tegnu intra o cori
fai u stessu tu…
pi quando aiu a turnari.
(Diego Orecchio)
Traduzione dell’autore dal calabrese reggino – LA MIA TERRA. Dall’Aspromonte ai piani della marina / ti stendi come le mani di una sirena. / D’arancio e di fiori è la tua corona, / profumi di zagara marinara. / Quante bellezze hai nelle tue carni, / tu dai il cuore a chi ti vuole bene. / Inebri e incanti come le sirene, / Scilla e Cariddi bellezze marinare. / Sei messa nella punta dello stivale / la tua corona la illumina il sole, / sei bella, sei la Regina del mare, / Sirena del cuore…incantatore. / Tu incanti, ma non ci dai il pane / tu mandi fuori a chi ti vuole bene, / anche lontano ti tengo dentro il cuore / fai lo stesso tu… / per quando devo tornare.
Orofalo Pino
LA MIA POESIA ..
come una poesia
passionale e calda tu sei
come quelle frasi
che ti scaldano il cuore
sei dolce e misteriosa
e un po' tenebrosa
ma sei sempre vogliosa.
Ti lasci scrivere e
mi lasci raccontare
questo strano amore,
strano come...
complicata, dolcemente
insicura ma amorevole...
spero solo che tu sia
il destino della mia vita, certo...
non sarai la mia rovina
ma la mia medicina
Sei il mio unico pensiero...
illumini i miei occhi
i miei giorni e le mie notti
di giorno come la luce del sole
di notte brilli più delle stelle
mia principessa
resta sempre te stessa
sei la mia poesia amore mio.
(Pino Orofalo)
Paciotti Cesare
ETERNI VIANDANTI
La meta; un ideale che si perde all’orizzonte.
chi fugge segue sempre il sole
come se ci fosse una fine.
l’eterna avventura del meglio
sempre ci prende per mano.
miraggio che mai appaga
e che l’anima stanca.
dritti alla meta.
cosi’ si diventa eroi.
quante delusioni e cuori infranti.
e lutti e amori persi.
lacrime, dolore e gioia.
non ti fermare
che poi la ripartenza e’ dolorosa.
tutto,per la meta ambita.
t’ho vista di sfuggita
e mi sembravi l’amore.
il tempo di uno sguardo poi via.
il tempo fugge e non consola.
ah, il peso dei ricordi che amara compagnia.
(Cesare Paciotti)
Palermo Andrea
L’IMBROGLIO DEI COLORI
Così è,
il sottile confine
della sera,
quando il sole declina il capo,
verso il testardo
argine dell’amore,
nell’ebano fatale,
di cui il volto mio
reticente s’appropria.
Sta tutto lì,
nell’imbroglio dei colori,
che sanno di dover restare
dentro il margine per avere
un senso.
O forse,
è solo l’irridente
piega di un’ombra vuota,
che vive,
per illudere lo sguardo
assente
di colui che ama,
quando rubò
l’ultima goccia di rugiada
ad un germoglio d’aprile.
(Andrea Palermo)
Pandolfi Giuseppe
NINNA NANNA AL MONDO CHE VORREI
Una ninna nanna per la mia terra
Dove so il significato di pace e non di guerra
Una ninna nanna al mio avvenire
Che promette tanto e le mie incertezze fa’ svanire
Una ninna nanna ad ogni desiderio
Espresso con una stella cadente e che si avvera sul serio
Una ninna nanna alla vita
Che si ferma a vent’anni per una durata infinita
Una ninna nanna a gatti e cani
Che ad ogni domanda ti rispondono da umani
Una ninna nanna alla luna ed il sole
Ti basta farli uscire con le sole parole
Una ninna nanna all’amore
Sei tu a decidere quando, come e con chi avere l’onore
Una ninna nanna all’allegria e felicità
Che hanno cancellato dal dizionario la parola malignità
Una ninna nanna al buon sorriso
È stampato 24 ore su 24 su ogni viso
Una ninna nanna a chi pensa nella propria stanza
Che tutto d’un tratto conquista la meta usando solo la speranza
Una ninna nanna a chi fa’ qualcosa di buono
E vien premiato da una grande esultanza come un frastuono
Una ninna nanna agli studenti
Che superano gli esami e si laureano presentando solo i documenti
Una ninna nanna alla famiglia
Che sempre unita è una meraviglia
Una ninna nanna ai bambini
Che posson decidere se diventar grandi o restar piccini
Una ninna nanna ai ladri
Che rubano solamente mimose, l’8 marzo, per sorelle e le loro madri
(Giuseppe Pandolfi)
Panico Borreli Maria
VIOLENZA!
"Che orrore ca jo provo
Guardann'o cuorpo mio
Violato e violentato
Da mani 'e chi nun tene
Rispetto e, ca è na bestia imperfetta!
Vulesse essere morta!
Mò che nc'è faccio cchiù
Ccà ncoppo!
Che reputazione tengo?
'A dignità mmè mmore
Dint'a chistu core,
Madonna e che dulore!"
Nun avissa essere tu a tenè scuorno oj nè,
Ma chi ll'ha criato a n'essere accussì nfame!
Puvurielli chella mamma e chillu ppate,
Si songo cuscenziuse
Sai che ddulore c'avranno pruvato, penzanne ca tenene nu figlio depravato?
Pienze si fosse stata na figlia lloro a essere violentata!
Cammin'a testa alta cara signurenella...
Ca, nun si tu chella
Ca addà calà ll'uocchie nterra!
(Maria Panico Borrelli)
Traduzione dell'autrice dal napoletano - VIOLENZA!. "Che orrore che io provo / Guardando questo corpo / Violato e violentato / Dalle mani di chi non ha rispetto e che è una bestia imperfetta! / Vorrei esser morta! / Come farò a viver su questa terra... / Che reputazione mai avrò? / La mia dignità non c'è più. .. / Essa è morta nel mio cuore / Pieno di dolore! / Madonnina mia...dammi la forza, / Aiutami!" / Piccola... non dovresti esser tu / Ad avere vergogna ma / Quei genitori che hanno procreato un mostro! / Se hanno una coscienza..sai che dolore proveranno...poverini? / Pensa se fosse una loro figlia / Ad esser stata violentata! / Perciò, cammina a testa alta signorinella, / Perché non sei tu ad abbassare / gli occhi a terra!
Pantone Imma
UN PADRE AMATO
Mi hai dato la vita,
per me ti sei sacrificato..
ma mi hai mai amato?
In te vedevo una speranza,
l'unica persona che poteva comprendere la mia solitudine..
per te a molto ho rinunciato,
cercando di fare il possibile per renderti orgoglioso di me
eccoci qui:
io scrivo, chiusa nella mia camera
solo i fogli possono e vogliono sopportare i miei pensieri.
quante volte avrei voluto avere una voce come questa penna,
che scrive senza sosta
e racconta ogni cosa senza paura..
tu dall'altro lato della porta
ti fermi un attimo e poi riprendi a strillare.
Io ti ho voluto bene e Tu?
sempre nel mio cuore resterai caro papa'
con la speranza che ora che siamo lontani
potrai apprezzarmi di più.
(Imma Pantone)
Paolillo Mario
MARMO
Eccoti lì,
riconosco il fanalino della bici,
spesso vieni qui,
in questa stradina solitaria e
all'angolo di questa stradina di campagna.
Vestita di nero nella notte buia,
ti avvicini lentamente.....
Mi guardi e inizia il tuo lamento,
da prima con voce sommessa,
poi rauca e man mano,
il tono si alza.
La rabbia traspare limpida,
le mani si chiudono a pugno,
mostri i denti e
le arterie del collo sembrano scoppiare,
gli occhi iniettati di rabbia e odio.
Ti trasformi in belva ferocia,
con la bava in bocca,
poi cadi sfinita ai miei piedi e
piangi a dirotto,
ti alzi ed indietreggi lentamente,
ti giri di scatto e vai verso la bici,
la prendi e poi ti giri verso me,
un timido inchino e il segno della croce,
sali in bici e vai via.
Vorrei aiutarti ma io sono solo,
un pezzo di marmo,
a forma di croce.
(Mario Paolillo)
Paolo Penna Sgandurra
NOTTI D’AMORE
Sotto un cielo color turchese,
come farfalle volano i miei sogni.
Inseguono la felicità,
una vita luminosa, equilibrata, tranquilla.
Ma il mio pensiero fisso è l’amore,
la passione rovente che provo per te,
donna fantastica, pura poesia,
dono bellissimo di madre natura.
E in quest’autunno dai colori meravigliosi,
vorrei essere una foglia che si stacca dai rami,
che vibra nell’aria, che scende piano,
che si posa delicatamente sul tuo corpo
per accarezzarti e coccolarti,
tant’è grande il mio amore per te,
quant’è vero che t’amo alla follia.
Tu, mia soave musa,
non sai quanto pagherei per assaporare i tuoi dolci baci,
mentre i miei occhi, rapiti dal tuo tenero sguardo,
già sognano effervescenti notti d’amore,
per poi ritrovarci il mattino dopo,
abbracciati, stretti, completamente appagati.
(Paolo Penna Sgandurra)
Papa Anna
PASSI..
Rubavano al tempo la velocità.
Scorci
portavano al mondo la triste realtà.
Piangeva,
Il cuore era fermo.
Battiti.
Inesistenti.
Rumori.
Lamenti,
il mondo nasconde la verità.
Trovavo la mente in braccia affettuose
vedevo ragione tra mani vogliose.
L’amore era un santo da celebrare
la dolce puttana da andar a trovare.
La mente
piegava gli istinti,
le dolci passioni.
La scienza,
la logica
la tua verità.
Il vero è ricerca.
Pedina mancante.
la corsa asfissiante
dell’eternità.
Correvo col tempo,
lasciando i saluti
ai piccoli uomini
da tempo caduti.
Correvo mutando,
lasciando le ansie
a quell’umanastabilità.
Vedevo più albe
lontana da voi,
dai vostri pensieri
dai sogni di ieri.
Quell'oggi era vivo
nel sonno del corpo
che ancora cammina
e più non conosco.
(Anna Papa)
Parillo Anna
RAMINGA SPEME
Raminga speme
nel cuore pullula,
vibrante è l’anima
che amore mendica.
Solingo è il giorno
al cangiar del tempo,
nera la notte
al sospir vissuto.
Muto è l’istante
che gli occhi inganna,
folle il pensier
al tremar dell’ore.
Di te il ricordo
mai m’abbandona
e al languir d’un sogno
il desio si prona.
(Anna Parillo)
Parla Diega Antonietta
LO SCRIGNO DEI RICORDI
Quando la notte scende
e con le sue tenebre
avvolge il mondo, il mio pensiero
vola a te amore.
Lo scrigno de miei ricordi si apre,
ed essi riaffiorano
prepotenti e come
sabbie mobili mi imprigionano,
la solitudine attanaglia
la mia anima.
Spazio nel vuoto
dimenticando il
mondo circostante.
Questa quiete mi fa impazzire.
Allora chiudo gli occhi
per ricordare un
passato che non ritornerà.
(Diega Antonietta Parla)
Parrini Paolo
LASCIATI AMARE
Lascia che io ami
la tua solitudine,
che io mi addormenti
sulle tue paure,
che questa sera ,
tutto resti uguale,
prima che torni d'ombra
il tuo sorriso.
Lasciati amare,
ho inseguito la giovinezza
e le rughe del tuo volto
mi riconosco in ogni tuo dolore.
Lasciati amare,
avvolgimi in una fitta tela,
laddove la vita non possa
avvinghiarti, noi due
naufraghi soli,
stretti, abbracciati,
d'amore fatti, di nubi e di cielo.
(Paolo Parrini)
Pecoraro Gaetano
TUMUORI (ai miei nonni)
Un graffio alla tua immensa femminilità,
sfiora la tua nobile intimità senza corteggiarti;
rapisce, l'orgoglio di mamma ad uno specchio,
che ti restituisce solo a metà;
martoriata nel corpo e lucida nella mente,
questo è il tuo Destino.
Deturpato della libertà, in un letto, di una casa,
che rimpiange te, vivo e lontano;
rassegnato ad un abito da sera che non ti va più,
conservi la tua enorme eleganza;
inerme, logora il tuo orgoglio, nudo a noi,
indifferente alla tua timida classe,
questo è il tuo Destino.
(Gaetano Pecoraro)
Pellino Maria
LEVA I TUOI PASSI
Leva i tuoi passi
che io seguirò le tracce di te
senza occasioni.
Le mie orme calcheranno
nella risacca perle di conchiglie
scalfite dalle onde di marea.
I miei occhi assaporeranno
nell'incanto dell'infinito
la vastità del suo manto.
E nulla rimarrà del rimpianto
per il mio perduto amore
nel cipiglio aggrovigliato
della sua sfumata essenza
(Maria Pellino)
Pennino Salvatore
OVUNQUE TU SIA
Ovunque tu sia, ovunque tu andrai,
l’ombra dei tuoi passi io sarò;
Un vento che segue la sua corrente e vagabonda
per gli sconfinati luoghi della terra.
Un indistruttibile legame ci lega come se
fossimo le estremità di due catene
da un lucchetto chiuse.
Quel lucchetto… un sigillo magico, ideale;
Simbolo di un affetto, di un desiderio o
di un pensiero precoce che mai potrà invecchiare,
mai potrà divenire vago.
Ombra e luce, ghiaccio e fuoco…
Ecco cosa siamo, ecco cosa saremo sempre.
Due principi contrastanti, due forze opposte
che vengono attratte da un qualcosa di sovrumano,
una probabile e sublime creazione
dell’immaginazione che sosterrà un ricordo
il quale mai potrà perire e mai potrà svanire.
(Salvatore Pennino)
Pennuzzi Annalisa
ANIMO PIANGENTE
Toccai il profondo animo piangente
e mi addolorai nel vederlo così triste.
Era stanco, non riusciva a riposare.
Era turbato dalla profonda solitudine che sentiva,
le stelle che gli facevano compagnia
ormai erano andate via,
lasciando in lui solo il ricordo
di una brillante lucentezza che subito si oscurò
quando guardandosi intorno
trovò solo la cupa tristezza della falsa meschinità
di chi davanti ti ama e dietro ti pugnala...
(Annalisa Pennuzzi)
Penta Francesco
A TRATTI
L'egoismo per quei vivi che vorremmo vivere di più. Nasce improvviso.
Un desiderio che non lamenta l'assenza. Nostalgico il solo pensarci.
Ogni tempo in cui ci mancheranno chiameremo notte.
(Francesco Penta)
Perazzani Maggiorina Maria
Sulla riva del mare
Mi sazio d’infinito
al risveglio del sole che si specchia nel mare,
le sue acque quiete
gorgheggiano una strana canzone.
inzuppando la sabbia del loro profumo
e riflettono sulle onde una dolce chimera
che avvolge il cuore e fa sognare.
La brezza del mare mi accarezza il viso,
a piedi scalzi,
lascio impronte sulla sabbia
nell’illusione che altre raggiungano le mie.
Camminando,
respiro sensazioni amorose
e abbracci spensierati;
…ma,
l’onda del mare,
cantilenando in sordina
raggiunge le mie impronte
e se le porta via.
(Maggiorina Maria Perazzani)
Perla Anna (pseudon di Anna Busiello)
ASSORDANTI PAROLE
Udirai l' assordante silenzio
e lo sbattere della porta
del mio cuore.
L'anima tua sarà avvolta
da una velata scia di
solitudine.
Quando tra le pieghe delle tue mura
ti aggirerai folle e senza meta
allor avvertirai il profumo
del'indifferenza.
La presunzione e la certezza
ti ha pervaso
fino a renderti sordo
all'eleganza
di un ricco sfavillante
sentimento.
Di cosa vorresti parlare
Io non ascolterò.
(Anna Perla)
Perrone Anna
SEGRETO
Scruta il firmamento
per carpire il segreto
credere di vivere
sorridere alla vita
maschera obbligata
lacrima notturna segreta
cuore in fibrillazione
fatica di vivere
attesa silente
volto consumato dal tempo
contempla il tramonto
sibilo di vento
nuvola nera
annuncia tempesta
fruscio di gabbiano
guizza l’onda
e afferra la preda
meta raggiunta
sapore di chimera
per arrivare alla sincerità
credere
pensare che tutto va bene
allontanare dubbi
pensieri cupi
e andare avanti
(Anna Perrone)
Piccioni Albertina
L'ULIVO
Secoli di vita non ti hanno abbattuto.
Resisti solenne alle intemperie,
alle traversie della vita.
In silenzio domini le colline.
Metti radici su terreni inospitali,
brulli, pietrosi.
Il tronco contorto,
squarciato,
meravigliosamente scolpito
come la più bella delle sculture
parla di te,
della tua determinazione alla sopravvivenza.
Fronde d'argento ondeggiano al vento
leggere, fluttuanti.
La tua bellezza è nella forza,
nella volontà di sopravvivere al dolore.
Chiedi con modestia poche cure.
Con il freddo porti a compimento il tuo compito:
innumerevoli chicchi neri elargisci generoso :
frutti amari
che l'uomo trasformna
in morbido, prezioso fluido verde dorato.
Ti amo ulivo.
Amo la bellezza severa
che non cede alla vanità dell'appariscenza.
Amo il senso di pace.
Tu sei le mie radici.
Mi siedo alla tua ombra :
Sento le voci dei miei antenati,
di mio padre bambino.
Sento il tuo abbraccio.
Tu sei l'abbraccio che mi consola.
Tu sei l'abbraccio di mio padre.
(Albertina Piccioni)
Pintus Damiana
GISELLE CHE VOLEVA VOLARE
Costruivi castelli di sabbia
con quegl'occhi color di mare
là, dove, quel dì...
annegarono le tue speranze.
Nel tuo cuore, un solo amore,
ma l'inganno dietro l'angolo,
raggirandoti, ti raggiunse,
violando il corpo e l'anima tua.
La paura offuscava i tuoi pensieri,
a fatica, con affanno respiravi
nel sentir mani sudice immobilizzarti.
Brandelli restaron della veste,
mentre profanavano le tue carni.
Urla di rabbia e di dolore,
soffocate rimanevan in gola,
lacrime bagnavano il tuo viso,
e nel sentirti straziare l'anima,
ti spezzavano anche le ali.
Due mostrine e una lurida divisa,
dietro un muro di omertà
avevan reciso la tua vita,
uccidendo tutti i sogni tuoi
e la tua voglia di volare.
Giselle, ora sorridi da lassù
intonando una nenia tra le stelle
per addolcir lo strazio di tua madre,
che disperata e stesa sul selciato,
accarezza quel viso di donna... mai sbocciato.
(Damiana Pintus)
Pistoja Massimo
ACCORDI CROMATICI
Azzurro o blu,
tu ingarbugli il mio sguardo
sino a stupirmi,
tutto ruota tra,
il cielo e il fiume,
la mia vita e la sua storia.
Ecco, ora mi sorprendo a gustare
quel cinguettio rotondo
di passeri che attoniti,
interrompono i loro volteggi
per ammirare la meraviglia dei tuoi colori.
Azzurro o blu,
una meraviglia di giochi di luce,
proiettati nell’ universo
da un raggio di sole.
Azzurro o blu,
il calore di un bacio,
si di un bacio donato,
là all’ orizzonte
dove il cielo sfiora il futuro.
Una miriade di gocce ruzzolano
tenendosi per mano,
le chiome color smeraldo
accarezzano, il blu di un’ emozione
vista con lo sguardo
di chi si sa innamorare.
(Massimo Pistoja)
Poccioni Silvana
SCORCIO D'ESTATE
Nel recinto sgretolato
ancora un fruscio di lucertole
ai bordi del pozzo di grezzo pietrame.
Sussulta
sorpreso dal guizzo veloce
inaspettato
un cespuglio di rose selvatiche
nell'orto assolato.
Un piccolo pero si inchina coi fertili rami
al peso dei frutti.
Nell'erba imbrigliata da ortiche e cicorie
l'odore pungente di menta.
Occhieggia tra steli fiorali di verdi bardane
e il giallo ormai rado di lunghe ginestre
l'orgoglio innocente della borragine azzurra
a sfida del cielo.
Sorride pacata nel suo disincanto
una splendida malva silvestre.
(Silvana Poccioni)
Politano Carmelo
LA DANZA DELLA MORTE
-factoribus et victimarum- -Epigramma-
Di pregiato mosto nel sacro chiostro
s’imbandì dei dotti il banco più prezioso,
e avida e sèccia la sapienza
saziò le ventri de’ nobili commensali.
Del “cervo” ch’ei cinte avean la nuda chioma,
seppellir nell’otri il vino dovetter finanche le corna,
e del giovine caprone consumaron persino l’ossa.
Fu ella, della corte la più graziosa
che sciolta veste d’ordinanza
intinse mani al mosto
e n’ebbe slancio all’ardita danza.
Giunse al convivio pure il consorte,
e cinto d’odio il cuor ché armato l’ebbe di vendetta,
scagliò contr’ella immane un conflitto
-or e dunque la spada le giunse in petto e le scorticò il cuore-
ed ella in terra cadde e giacque esangue!
Edunque insanguinata e vile l’arma in terra posata è placa;
ma udì verbo d’un infausto fato
ed’ei d’Amor la spada s’unse,
chè l'obbligò a baciar la morte!
(Carmelo Politano)
Ponseggi Franco
UN NID
A vreb truvêr un nid, un nid sicur,
par stêr a e’ chêld se fura e’ tira e’ vẽnt,
l’invéran, cvãnd ch’e’ pióv, e a là int e’ bur,
la nöt la fa sintir e’su lamẽnt.
Cvãnd che i pinsir i pérd i su culur
par i sintir ingarbujé dla mẽnt,
a vreb truvêr un nid stra al foj e i fiur,
al foj de’ côr, i fiur di sintimẽnt.
Mo l’à la tëra dura ste žardẽn,
e stra gramegna e sës, e röcia e fër,
i fiur i-n sa piò arvis e saltê’ fura.
La boca la-n sa di’, l’è pina d spẽn,
la n’à parôl sta lèngva ch’a ciachër,
sta lèngva ch’ la sa d stec e d pudadura.
(Franco Ponseggi)
Traduzione dell'autore dal Romagnolo - UN NIDO. Vorrei trovare un nido, un nido sicuro, / per stare al caldo se fuori soffia il vento, / l’inverno, quando piove, e là nel buio, / la notte fa sentire il suo lamento. // Quando i pensieri perdono i loro colori / per i sentieri contorti della mente, / vorrei trovare un nido tra le foglie e i fiori, / le foglie del cuore, i fiori dei sentimenti. // Ma ha la terra dura questo giardino, / e tra gramigna e sassi, e roccia e ferro, / i fiori non sanno più aprirsi e saltare fuori. // La bocca non sa dire, è piena di spine, / non ha parole questa lingua che parlo, / questa lingua che sa di sterpi e di ramaglie.
Poswal Saraswati (India)
SHE IS THE WOMAN OF LIBRAL WORLD
She is the woman of liberal world
She is the one who the creator of her own sky
She has the junctures of credence
She is being ethereal the times she where the warmth is required
Soft as the feathers of the birds support them to fly
She do make her own sky
Her univerese is big in her eyes
She has the solution for all the criticises
She makes her own roads, and oceans..
To walk along and to dive..
She moves with the perpectuals in her eye sight
She believe in miracles
Anybody on her path try to oscillate her
She proves herself to be cauldron no one can move her from her decisions when she is decides to come up for.
She embrace them who embrace her..
(Saraswati Poswal)
Traduzione dall'inglese di Liliana Fadda - LEI È LA DONNA DEL MONDO LIBERALE. Lei è la donna del mondo liberale / È quella che crea il suo stesso cielo / Ha i limiti della fede / È un essere etereo quando le si chiede calore / Morbida come le piume di un uccello che pure sostengono il suo volo. / Crea da se' il suo cielo / Il suo universo è grande nei suoi occhi / Crea le sue strade sulle quali camminare / E gli oceani in cui immergersi.... / Si muove con l'infinito nei suoi occhi / Crede nei miracoli. / Chiunque sul suo cammino prova a piegarla / Dimostra a se stessa di essere ferma / Nessuno può cambiare le sue decisioni quando le ha prese. / Abbraccia chi l'abbraccia.
Raccagni Cinzia Donatella (Cinzia Dony)
MAH..
Dovrei voltare pagina,
strappare i fogli
ormai bagnati dal dolore
e ridurli a pezzettini
ricominciando a scrivere,
con l'idea perfetta
di una riuscita sicura,
magari prendere il tutto
e rilegarlo con precisione,
rendendo elegante e speciale
quello che mi accade!
Forse,
dovrei annullare la memoria,
cancellare i ricordi
e iniziare con l'imprimere
nel mio diario,
solo una parola chiave
che diriga i miei passi:
Felicità..
Forse,
potrei ancora rischiare
inserendo la parola Amore,
il sentimento che pilota la vita,
permettendo al cuore
di saltellare con le emozioni,
tutto per sentire il vissuto,
senza che nulla mi scivoli addosso
e completerei l'essenziale
con qualche perquisizione in me,
un esame dettagliato
per crescere e maturare..
Forse..
forse è meglio che mi fermi,
assapori il mio ieri
e lo riguardi
con quel pizzico di magia
che si chiama coraggio,
perchè tutto ciò che dovrei
in quei forse così effimeri,
è in parte, già stato fatto!
(Cinzia Donatella Raccagni)
Rebonato Gustavo
PANE FRESCO QUOTIDIANO
Non conta
se pane in frigo ce n’è,
conta il tuo cuore
mia ragazza che leggi,
conta quel sogno
che ti ho tramandato
quando hai scoperto la luce,
conta ciò che rinasce
ogni mattina col sole
come un regalo
- ogni alba un incanto -
pulsante di vita.
Nessuna donna al mondo
saprà mai,
cosa si prova
ad essere un padre.
Nessuna.
Mai.
(Gustavo Rebonato)
GRAFEMA
E' un viaggio il mio pensiero
veste gli alberi spogli e il terreno inquieto
non sono foglie
ma lettere e suoni che s'appoggiano e scrivono il tempo.
Mitigano l'ombra
cercano la luce
sconfinano tra le righe e si parlano
cosi come si parlano le correnti d'Autunno
mentre alitano l'Inverno e sfumano l'Estate.
Quale pagina avrà l'effetto, quale conserverà tutte le mie parole?
Come una piccola nota in ritorno dal mare
prendo quota e sorvolo gli spazi
sul cuscino lascio la fatica di ogni giorno e di ogni notte
la fugacità della vita vibra
mi scuote e si lascia amare
(Caterina Morabito)
Muccilli Sabino
***
Era come se,
ascoltassi le voci delle conchiglie,
come se,
non le avessi mai dimenticate,
era come ,
aprire le porte dell'onde
ed ascoltare i suoni segreti
dell'acqua e del sale,
era come se,
quella notte
suglibsco
le mie mani
catturassero un cielo
dalle cento e mille infinite forme,
era come se,
gli occhi potessero baciare
e il tempo fosse racchiuso in una sola parola.
(vita)
(Sabino Muccilli)
Mulas Daniela
NARCISO
Non so chi sei;
forse sei un Narciso;
i miei occhi sono gonfi,
i tuoi occhi sono indifferenti.
Vorrei sentirmi ancora per una volta
come quando credevo di poterti salvare
dal tuo lato oscuro,
ora é pieno delle mie lacrime,
ci sto annegando
ma tu non allunghi la mano per salvarmi.
Ti amo;
l'amore fa stare bene;
tu mi fai stare male.
Forse allora non ti amo.
Mi sento sbagliata.
Lo sono. Lo sei.
Dottor Jackyl,
smetti di giocare,
scopri le carte Mister Hide.
Apriti a me.
Sto da troppo tempo sulle tue montagne russe
ed in una di queste dolorose discese
ho perso dei lati di me stessa che mi piacevano.
Vorrei ritrovarli, mi aiuteresti?
Si, lo so, é paradossale.
(Daniela Mulas)
Muraca Carlo Alberto
***
C'è una bellezza nella nebbia
non ho mai saputo che c'era.
Tutto si offusca intorno
in modo da poter notare nuovamente
ogni bellezza vicino a te.
Le distrazioni diminuiscono
così che tu puoi guardare in profondità
gli occhi di quelli che tengono la mano.
Nella nebbia sfocando le nostre sollecitazioni e ambizioni,
potremmo ritrovare altro.
Possiamo solo trovare noi stessi.
(Carlo Alberto Muraca)
Murri Caterina
RICORDI LONTANI
Vorrei che tu fossi per me vento di scirocco,
Porto sicuro,
Sirena che canta Dolce.
Isola maestosa, vento di forze contrarie.
Forza bruta e dolce, baffi disegnati;
Ristorante ricercato in Via Rialto.
Dove tutto è quadri e arte e le persone
sembrano belle e cherubine.
Viola e rosso, colori dell'anima completa.
Un cane annusa e sa dove andare, specie
che sa di essere.
La tua vespa bianca, così vorrei essere.
Una brezza leggera e sfiancante
sulle curve ambrate.
Bacio di bestia ammaestrata,
lingua imponente e sicura.
Valga curva nel cuore,
Difetto dell'anima e spazio rosso.
Telefonate improvvise e sfuggenti.
Sambuca di ghiaccio.
Il suono di una sirena sola e assetata di mare.
Acqua pura e salina.
Baia di ricordi lontani,
Lontani da me.
(Caterina Murri)
Muti Eva (pseud. di Angela Maggio)
IL NOSTRO TANGO
Ascolto
la nostra danza.
Delicato sentimento
ci accompagna
nell'ascolto
dell'Anima.
Volo di corpi
ad incendiare
passi lenti,
che camminano
su note sinfoniche,
arpeggiando
strati di pensiero...
Unione di corpi
ad evocar melodie
che affondano
nei nostri sguardi.
Ascolto di corpi...
Si odono sussurri
che lievi
si portano al cuore
tempestandolo
di delicate frenesie.
Sento i miei passi
volteggiar
contro i tuoi
che fremono
di Passione pura
e al mio risveglio
tendo gli occhi
a te che afferri
questa "Essenza"
facendola volare
A suon di musica
(Angela Maggio)
Muzzetta Giovanna
IO FOGLIA FRAGILE
Osservo l’Etna mormorare …
Colore fuoco della vita…
Foglia fragile di un vecchio ciliegio
Sento il vento accarezzarmi
L’inverno si avvicina,
il sole pallido mi saluta
ed io tesa sul ramo
osservo la città addormentata
tra il sapore del cedro e l’aspro d’eucalipto.
È arrivato Natale
Profumo di fiocchi di neve.
O vita,fragile e insicura,
osservo le api ronzare,
i bambini canticchiare
il sole pallido mi saluta
tu mi scuoti,mi afferri e mi strappi
ed io
mi poso
dolcemente
lievemente
sul letto della dolce
madre terra.
Smettila di calpestarmi, schiacciarmi e soffocarmi,
io foglia fragile e insicura.
(Giovanna Muzzetta)
Nenna Domenico
LA DÊJIÊ DE SANDA NÊCOULÊ
So arrêvaitê stamatœinê da Milane
u prœìmê pênzìerê, jiaiê rivoltê a Trane,
pê fêrmê na’ cammênǽitê e n’ìdaiê
abbêiscê a marê, væickê a vêdaiê.
Sêndê da lundanê, sênné la bênnê,
ascênnê abbêscê o puêrtê, chêrennê chêrennè,
jiaiê sanda Nêcoulê, me pælpêtè u courê
de la souê sanditè, væitê u bagliourê.
Onourê o patrêunê ‘ngê fêttê assè bainê
fêneutê le fuêckê s’abbêttenê le manê,
calckêssê e ckêleurê scættæìtê indò o soulê,
a Trane jiaiê la dejiê de sanda Nêcoulê.
U puêrtê sarrizzê, le vêrckê cu dêzziê
cortaiê de preghiere e na scœjiê de grèziê,
pe mare s’avveiê, ‘nzìêmê o caurê mœjiê
ce lêssê soupê o muêlê chê l’avê e Marojiê.
Sanda Nêcoulê, si nu sandê uagnaunê,
sindê l’esêmbiê de tænda attênziæunê ,
assè jiaìê u bainê, che têuê a burdê salêìmê
e mìllê grazìê da u Sêgnorrê, nêuê vêlœìmê.
Sanda Nêcoulê vêniestê pê marê
la vœita touê è stætê amæìrê,
te faciœìmê onourê, t’abbattœimê le manê
tuttê le frastìêrê e nêuê, ca sœìmê de Trane.
(Domenico Nenna)
Traduzione dal dialetto Tranese di terra di Bari dell’autore - Il giorno di san Nicola. Sono arrivato stamattina da Milano / il primo pensiero, è rivolto a Trani / per farmi una passeggiata e un’idea / nei pressi del porto, vado a vedere. // Sento in lontananza, suonare la banda, / scendo al porto, correndo in fretta, / è san Nicola, mi palpita il cuore / della sua santità, vedo il bagliore. // Onore al Patrono ci ha fatto tanto bene / finiti i fuochi pirotecnici si battono le mani, / botti e colori gettati all’interno del sole / a Trani è il giorno di san Nicola. // Il porto si agita, le barche con offerta / corteo di preghiera e una scia di grazia / per mare si avvia, insieme al cuore mio / ci lascia sul molo con l’ave e Maria. // San Nicola, se un santo ragazzo / sei l’esempio di tanta attenzione, / molto è il bene, con te a bordo saliamo / e mille grazie da il Signore, noi vogliamo. // San Nicola venisti da mare / la vita tua è stata amara, / ti facciamo onore, ti battiamo le mani / tutti i forestieri e noi, che siamo di Trani.
Nenzi Vittoria
FIGLIA
Figlia,
figlia mia!
Sorgemmo d’Agosto in solitaria alba
calura di lombi dolenti e mani straniere.
Ti nacqui e
fummo perle di medesima valva
nell’amniotico liquor di tepore.
Stesa sul seno tu avida mi succhiasti,
intonando il canto della vita,
i pori miei effluvio di umori
copiosi e profumati tracimarono
affogando frustrazioni.
Figlia,
figlia mia!
Utero in orgasmo consumò l’ultimo spasmo
col respiro che imparammo per andare insieme.
Ti nacqui poi ancora mille volte, ti destai il sonno,
ti nacqui coi fratelli e coi tuoi figli dilatando il cuore,
ti nacqui nel lutto, nel distacco
quando sola viaggiasti con gli affanni.
Figlia,
figlia mia!
Traspare il raggio tra i tuoi capelli biondi
il vento ne fa anelli ad allacciar i domani,
nuvole silenziose annegano i tuoi cieli,
ma tu non suggi più sapor d’amore.
Riposa la stanchezza sul mio seno
gonfio per te sull’orlo della vita!
(Vittoria Nenzi)
Nuanda (pseudonimo)
NEBBIA
Mi culla
l'altalena
delle tue bugie,
nella nebbia.
Forte
il richiamo del
mio Re
mi risveglia.
Forte
il raggio del
mio Sole
mi riscalda.
Dolce veleno
il fioco ricordo
della passata passione.
Mi culla
l'altalena
delle tue bugie,
nella nebbia.
Mi stordiscono
le tue amare parole,
mi travolgono
incompiuti sogni.
Nella nebbia
ancora buio.
Nella nebbia
smarrito, muoio
ogni giorno
ancora un po'.
(Nuanda)
Olivieri Chiara
ATTIMI LONTANI
Voli estromessi,
fluidità di fumo,
e intanto quel richiamo
diventa un’eco spenta,
senza voce.
Per terra tutto giace
e tace anche il silenzio.
Deprecabile brezza dell’estate!
Scavi nell’immobilità della mia mente,
sobbalza un po’ confuso quel ricordo
che stenta ad appassire,
parole a non finire
su brandelli di fango,
e cocci di rimpianto
su ombre di paura.
Si spazientisce il tempo,
ora non è più giorno.
E si avvizzisce l’aria,
ristagna la calura.
Mi avvolgerà la notte
che tarda ad apparire,
mi vestirò di ali,
così, per non morire.
Cado da un precipizio
che piomba nell’ignoto
tra il turbinio dei sensi
e il vortice del vuoto.
(Chiara Olivieri)
Onsy George - Egitto
TO EVE EVERYWHERE FROM ADAM OF ALL TIMES
It took you God
More than just one rib
To form her structure
So tender, so fancy
To let my impossible dream
Step out of the realm of fantasy.
It took you God
More than just one rib
To answer the yearning of my heart,
Modeling this living piece of fine art.
But God, did you really take only one rib,
Altering my whole anatomy, promising
To put instead, pleasure in place
Of loneliness, of agony?
Yes, God, you did take that one rib,
Filling its gloomy void
With strawberry-red flame of fire
That when I just woke up
I found no name but called it “desire”.
Thanks be to you God!
For throughout my whole life
She waves wondering
Between reality and myth
And without her, my so-called life
Would have the very taste of death.
O God, if you had not done
I would have taken
My very heart out of my core
Holding it up, asking:
And this, God, what’s this for??
(George Onsy)
Traduzione di Liliana Fadda dall’inglese - A Eva di ogni luogo da Adamo di ogni tempo. Dio, Ti ci e' voluta più di una costola per creare lei / Così tenera, così piena di immaginazione / Da far sì che i miei sogni impossibili / Escano dal regno della fantasia. / Dio ti ci è voluta più di una costola / Per rispondere ai desideri del mio cuore / Creando questa meravigliosa opera d'arte vivente. / Ma Dio, ti è davvero bastata una costola, / per stravolgere la mia intera anatomia / con la promessa di mettere piacere / al posto di solitudine o agonia? / Si, Dio, ti è servita quella costola, / Per riempire il cupo vuoto di quel corpo / Con fiamme di fuoco rosso fragola / Che non appena mi sono svegliato / non ho trovato altro nome da dargli / Se non desiderio. / Grazie a te Dio / Perché lei si aggira nella mia vita / Ondeggiando tra realtà e mito/ E senza di lei la mia cosiddetta vita / avrebbe il gusto della morte. / Oh Dio, se tu non lo avessi fatto / Mi sarei strappato il cuore dal petto / E tenendolo in mano ti avrei chiesto: / E questo a cosa serve?
Orecchio Diego
A me terra
Dall’Asprumunti e chiani ra marina
ti stendi comu e mani i ‘na sirena.
D’aranciu e di sciuri è a tò curuna,
sciauri di zagara marinara.
Quantu billizzi hai ‘nta li to carni,
‘rruni lu cori a cu’ ti voli beni.
Inebri e ‘ncanti comu li sireni,
Scilla e Cariddi billizzi marinari.
Si misa ‘nta la punta ru stivali
a to curuna la ‘lumina lu suli,
si bella, si a reggina di lu mari
sirena di lu cori…’ncantaturi.
Tu ‘ncanti, ma non di runi u pani
tu mandi fora a cu ti voli beni,
puru luntanu ti tegnu intra o cori
fai u stessu tu…
pi quando aiu a turnari.
(Diego Orecchio)
Traduzione dell’autore dal calabrese reggino – LA MIA TERRA. Dall’Aspromonte ai piani della marina / ti stendi come le mani di una sirena. / D’arancio e di fiori è la tua corona, / profumi di zagara marinara. / Quante bellezze hai nelle tue carni, / tu dai il cuore a chi ti vuole bene. / Inebri e incanti come le sirene, / Scilla e Cariddi bellezze marinare. / Sei messa nella punta dello stivale / la tua corona la illumina il sole, / sei bella, sei la Regina del mare, / Sirena del cuore…incantatore. / Tu incanti, ma non ci dai il pane / tu mandi fuori a chi ti vuole bene, / anche lontano ti tengo dentro il cuore / fai lo stesso tu… / per quando devo tornare.
Orofalo Pino
LA MIA POESIA ..
come una poesia
passionale e calda tu sei
come quelle frasi
che ti scaldano il cuore
sei dolce e misteriosa
e un po' tenebrosa
ma sei sempre vogliosa.
Ti lasci scrivere e
mi lasci raccontare
questo strano amore,
strano come...
complicata, dolcemente
insicura ma amorevole...
spero solo che tu sia
il destino della mia vita, certo...
non sarai la mia rovina
ma la mia medicina
Sei il mio unico pensiero...
illumini i miei occhi
i miei giorni e le mie notti
di giorno come la luce del sole
di notte brilli più delle stelle
mia principessa
resta sempre te stessa
sei la mia poesia amore mio.
(Pino Orofalo)
Paciotti Cesare
ETERNI VIANDANTI
La meta; un ideale che si perde all’orizzonte.
chi fugge segue sempre il sole
come se ci fosse una fine.
l’eterna avventura del meglio
sempre ci prende per mano.
miraggio che mai appaga
e che l’anima stanca.
dritti alla meta.
cosi’ si diventa eroi.
quante delusioni e cuori infranti.
e lutti e amori persi.
lacrime, dolore e gioia.
non ti fermare
che poi la ripartenza e’ dolorosa.
tutto,per la meta ambita.
t’ho vista di sfuggita
e mi sembravi l’amore.
il tempo di uno sguardo poi via.
il tempo fugge e non consola.
ah, il peso dei ricordi che amara compagnia.
(Cesare Paciotti)
Palermo Andrea
L’IMBROGLIO DEI COLORI
Così è,
il sottile confine
della sera,
quando il sole declina il capo,
verso il testardo
argine dell’amore,
nell’ebano fatale,
di cui il volto mio
reticente s’appropria.
Sta tutto lì,
nell’imbroglio dei colori,
che sanno di dover restare
dentro il margine per avere
un senso.
O forse,
è solo l’irridente
piega di un’ombra vuota,
che vive,
per illudere lo sguardo
assente
di colui che ama,
quando rubò
l’ultima goccia di rugiada
ad un germoglio d’aprile.
(Andrea Palermo)
Pandolfi Giuseppe
NINNA NANNA AL MONDO CHE VORREI
Una ninna nanna per la mia terra
Dove so il significato di pace e non di guerra
Una ninna nanna al mio avvenire
Che promette tanto e le mie incertezze fa’ svanire
Una ninna nanna ad ogni desiderio
Espresso con una stella cadente e che si avvera sul serio
Una ninna nanna alla vita
Che si ferma a vent’anni per una durata infinita
Una ninna nanna a gatti e cani
Che ad ogni domanda ti rispondono da umani
Una ninna nanna alla luna ed il sole
Ti basta farli uscire con le sole parole
Una ninna nanna all’amore
Sei tu a decidere quando, come e con chi avere l’onore
Una ninna nanna all’allegria e felicità
Che hanno cancellato dal dizionario la parola malignità
Una ninna nanna al buon sorriso
È stampato 24 ore su 24 su ogni viso
Una ninna nanna a chi pensa nella propria stanza
Che tutto d’un tratto conquista la meta usando solo la speranza
Una ninna nanna a chi fa’ qualcosa di buono
E vien premiato da una grande esultanza come un frastuono
Una ninna nanna agli studenti
Che superano gli esami e si laureano presentando solo i documenti
Una ninna nanna alla famiglia
Che sempre unita è una meraviglia
Una ninna nanna ai bambini
Che posson decidere se diventar grandi o restar piccini
Una ninna nanna ai ladri
Che rubano solamente mimose, l’8 marzo, per sorelle e le loro madri
(Giuseppe Pandolfi)
Panico Borreli Maria
VIOLENZA!
"Che orrore ca jo provo
Guardann'o cuorpo mio
Violato e violentato
Da mani 'e chi nun tene
Rispetto e, ca è na bestia imperfetta!
Vulesse essere morta!
Mò che nc'è faccio cchiù
Ccà ncoppo!
Che reputazione tengo?
'A dignità mmè mmore
Dint'a chistu core,
Madonna e che dulore!"
Nun avissa essere tu a tenè scuorno oj nè,
Ma chi ll'ha criato a n'essere accussì nfame!
Puvurielli chella mamma e chillu ppate,
Si songo cuscenziuse
Sai che ddulore c'avranno pruvato, penzanne ca tenene nu figlio depravato?
Pienze si fosse stata na figlia lloro a essere violentata!
Cammin'a testa alta cara signurenella...
Ca, nun si tu chella
Ca addà calà ll'uocchie nterra!
(Maria Panico Borrelli)
Traduzione dell'autrice dal napoletano - VIOLENZA!. "Che orrore che io provo / Guardando questo corpo / Violato e violentato / Dalle mani di chi non ha rispetto e che è una bestia imperfetta! / Vorrei esser morta! / Come farò a viver su questa terra... / Che reputazione mai avrò? / La mia dignità non c'è più. .. / Essa è morta nel mio cuore / Pieno di dolore! / Madonnina mia...dammi la forza, / Aiutami!" / Piccola... non dovresti esser tu / Ad avere vergogna ma / Quei genitori che hanno procreato un mostro! / Se hanno una coscienza..sai che dolore proveranno...poverini? / Pensa se fosse una loro figlia / Ad esser stata violentata! / Perciò, cammina a testa alta signorinella, / Perché non sei tu ad abbassare / gli occhi a terra!
Pantone Imma
UN PADRE AMATO
Mi hai dato la vita,
per me ti sei sacrificato..
ma mi hai mai amato?
In te vedevo una speranza,
l'unica persona che poteva comprendere la mia solitudine..
per te a molto ho rinunciato,
cercando di fare il possibile per renderti orgoglioso di me
eccoci qui:
io scrivo, chiusa nella mia camera
solo i fogli possono e vogliono sopportare i miei pensieri.
quante volte avrei voluto avere una voce come questa penna,
che scrive senza sosta
e racconta ogni cosa senza paura..
tu dall'altro lato della porta
ti fermi un attimo e poi riprendi a strillare.
Io ti ho voluto bene e Tu?
sempre nel mio cuore resterai caro papa'
con la speranza che ora che siamo lontani
potrai apprezzarmi di più.
(Imma Pantone)
Paolillo Mario
MARMO
Eccoti lì,
riconosco il fanalino della bici,
spesso vieni qui,
in questa stradina solitaria e
all'angolo di questa stradina di campagna.
Vestita di nero nella notte buia,
ti avvicini lentamente.....
Mi guardi e inizia il tuo lamento,
da prima con voce sommessa,
poi rauca e man mano,
il tono si alza.
La rabbia traspare limpida,
le mani si chiudono a pugno,
mostri i denti e
le arterie del collo sembrano scoppiare,
gli occhi iniettati di rabbia e odio.
Ti trasformi in belva ferocia,
con la bava in bocca,
poi cadi sfinita ai miei piedi e
piangi a dirotto,
ti alzi ed indietreggi lentamente,
ti giri di scatto e vai verso la bici,
la prendi e poi ti giri verso me,
un timido inchino e il segno della croce,
sali in bici e vai via.
Vorrei aiutarti ma io sono solo,
un pezzo di marmo,
a forma di croce.
(Mario Paolillo)
Paolo Penna Sgandurra
NOTTI D’AMORE
Sotto un cielo color turchese,
come farfalle volano i miei sogni.
Inseguono la felicità,
una vita luminosa, equilibrata, tranquilla.
Ma il mio pensiero fisso è l’amore,
la passione rovente che provo per te,
donna fantastica, pura poesia,
dono bellissimo di madre natura.
E in quest’autunno dai colori meravigliosi,
vorrei essere una foglia che si stacca dai rami,
che vibra nell’aria, che scende piano,
che si posa delicatamente sul tuo corpo
per accarezzarti e coccolarti,
tant’è grande il mio amore per te,
quant’è vero che t’amo alla follia.
Tu, mia soave musa,
non sai quanto pagherei per assaporare i tuoi dolci baci,
mentre i miei occhi, rapiti dal tuo tenero sguardo,
già sognano effervescenti notti d’amore,
per poi ritrovarci il mattino dopo,
abbracciati, stretti, completamente appagati.
(Paolo Penna Sgandurra)
Papa Anna
PASSI..
Rubavano al tempo la velocità.
Scorci
portavano al mondo la triste realtà.
Piangeva,
Il cuore era fermo.
Battiti.
Inesistenti.
Rumori.
Lamenti,
il mondo nasconde la verità.
Trovavo la mente in braccia affettuose
vedevo ragione tra mani vogliose.
L’amore era un santo da celebrare
la dolce puttana da andar a trovare.
La mente
piegava gli istinti,
le dolci passioni.
La scienza,
la logica
la tua verità.
Il vero è ricerca.
Pedina mancante.
la corsa asfissiante
dell’eternità.
Correvo col tempo,
lasciando i saluti
ai piccoli uomini
da tempo caduti.
Correvo mutando,
lasciando le ansie
a quell’umanastabilità.
Vedevo più albe
lontana da voi,
dai vostri pensieri
dai sogni di ieri.
Quell'oggi era vivo
nel sonno del corpo
che ancora cammina
e più non conosco.
(Anna Papa)
Parillo Anna
RAMINGA SPEME
Raminga speme
nel cuore pullula,
vibrante è l’anima
che amore mendica.
Solingo è il giorno
al cangiar del tempo,
nera la notte
al sospir vissuto.
Muto è l’istante
che gli occhi inganna,
folle il pensier
al tremar dell’ore.
Di te il ricordo
mai m’abbandona
e al languir d’un sogno
il desio si prona.
(Anna Parillo)
Parla Diega Antonietta
LO SCRIGNO DEI RICORDI
Quando la notte scende
e con le sue tenebre
avvolge il mondo, il mio pensiero
vola a te amore.
Lo scrigno de miei ricordi si apre,
ed essi riaffiorano
prepotenti e come
sabbie mobili mi imprigionano,
la solitudine attanaglia
la mia anima.
Spazio nel vuoto
dimenticando il
mondo circostante.
Questa quiete mi fa impazzire.
Allora chiudo gli occhi
per ricordare un
passato che non ritornerà.
(Diega Antonietta Parla)
Parrini Paolo
LASCIATI AMARE
Lascia che io ami
la tua solitudine,
che io mi addormenti
sulle tue paure,
che questa sera ,
tutto resti uguale,
prima che torni d'ombra
il tuo sorriso.
Lasciati amare,
ho inseguito la giovinezza
e le rughe del tuo volto
mi riconosco in ogni tuo dolore.
Lasciati amare,
avvolgimi in una fitta tela,
laddove la vita non possa
avvinghiarti, noi due
naufraghi soli,
stretti, abbracciati,
d'amore fatti, di nubi e di cielo.
(Paolo Parrini)
Pecoraro Gaetano
TUMUORI (ai miei nonni)
Un graffio alla tua immensa femminilità,
sfiora la tua nobile intimità senza corteggiarti;
rapisce, l'orgoglio di mamma ad uno specchio,
che ti restituisce solo a metà;
martoriata nel corpo e lucida nella mente,
questo è il tuo Destino.
Deturpato della libertà, in un letto, di una casa,
che rimpiange te, vivo e lontano;
rassegnato ad un abito da sera che non ti va più,
conservi la tua enorme eleganza;
inerme, logora il tuo orgoglio, nudo a noi,
indifferente alla tua timida classe,
questo è il tuo Destino.
(Gaetano Pecoraro)
Pellino Maria
LEVA I TUOI PASSI
Leva i tuoi passi
che io seguirò le tracce di te
senza occasioni.
Le mie orme calcheranno
nella risacca perle di conchiglie
scalfite dalle onde di marea.
I miei occhi assaporeranno
nell'incanto dell'infinito
la vastità del suo manto.
E nulla rimarrà del rimpianto
per il mio perduto amore
nel cipiglio aggrovigliato
della sua sfumata essenza
(Maria Pellino)
Pennino Salvatore
OVUNQUE TU SIA
Ovunque tu sia, ovunque tu andrai,
l’ombra dei tuoi passi io sarò;
Un vento che segue la sua corrente e vagabonda
per gli sconfinati luoghi della terra.
Un indistruttibile legame ci lega come se
fossimo le estremità di due catene
da un lucchetto chiuse.
Quel lucchetto… un sigillo magico, ideale;
Simbolo di un affetto, di un desiderio o
di un pensiero precoce che mai potrà invecchiare,
mai potrà divenire vago.
Ombra e luce, ghiaccio e fuoco…
Ecco cosa siamo, ecco cosa saremo sempre.
Due principi contrastanti, due forze opposte
che vengono attratte da un qualcosa di sovrumano,
una probabile e sublime creazione
dell’immaginazione che sosterrà un ricordo
il quale mai potrà perire e mai potrà svanire.
(Salvatore Pennino)
Pennuzzi Annalisa
ANIMO PIANGENTE
Toccai il profondo animo piangente
e mi addolorai nel vederlo così triste.
Era stanco, non riusciva a riposare.
Era turbato dalla profonda solitudine che sentiva,
le stelle che gli facevano compagnia
ormai erano andate via,
lasciando in lui solo il ricordo
di una brillante lucentezza che subito si oscurò
quando guardandosi intorno
trovò solo la cupa tristezza della falsa meschinità
di chi davanti ti ama e dietro ti pugnala...
(Annalisa Pennuzzi)
Penta Francesco
A TRATTI
L'egoismo per quei vivi che vorremmo vivere di più. Nasce improvviso.
Un desiderio che non lamenta l'assenza. Nostalgico il solo pensarci.
Ogni tempo in cui ci mancheranno chiameremo notte.
(Francesco Penta)
Perazzani Maggiorina Maria
Sulla riva del mare
Mi sazio d’infinito
al risveglio del sole che si specchia nel mare,
le sue acque quiete
gorgheggiano una strana canzone.
inzuppando la sabbia del loro profumo
e riflettono sulle onde una dolce chimera
che avvolge il cuore e fa sognare.
La brezza del mare mi accarezza il viso,
a piedi scalzi,
lascio impronte sulla sabbia
nell’illusione che altre raggiungano le mie.
Camminando,
respiro sensazioni amorose
e abbracci spensierati;
…ma,
l’onda del mare,
cantilenando in sordina
raggiunge le mie impronte
e se le porta via.
(Maggiorina Maria Perazzani)
Perla Anna (pseudon di Anna Busiello)
ASSORDANTI PAROLE
Udirai l' assordante silenzio
e lo sbattere della porta
del mio cuore.
L'anima tua sarà avvolta
da una velata scia di
solitudine.
Quando tra le pieghe delle tue mura
ti aggirerai folle e senza meta
allor avvertirai il profumo
del'indifferenza.
La presunzione e la certezza
ti ha pervaso
fino a renderti sordo
all'eleganza
di un ricco sfavillante
sentimento.
Di cosa vorresti parlare
Io non ascolterò.
(Anna Perla)
Perrone Anna
SEGRETO
Scruta il firmamento
per carpire il segreto
credere di vivere
sorridere alla vita
maschera obbligata
lacrima notturna segreta
cuore in fibrillazione
fatica di vivere
attesa silente
volto consumato dal tempo
contempla il tramonto
sibilo di vento
nuvola nera
annuncia tempesta
fruscio di gabbiano
guizza l’onda
e afferra la preda
meta raggiunta
sapore di chimera
per arrivare alla sincerità
credere
pensare che tutto va bene
allontanare dubbi
pensieri cupi
e andare avanti
(Anna Perrone)
Piccioni Albertina
L'ULIVO
Secoli di vita non ti hanno abbattuto.
Resisti solenne alle intemperie,
alle traversie della vita.
In silenzio domini le colline.
Metti radici su terreni inospitali,
brulli, pietrosi.
Il tronco contorto,
squarciato,
meravigliosamente scolpito
come la più bella delle sculture
parla di te,
della tua determinazione alla sopravvivenza.
Fronde d'argento ondeggiano al vento
leggere, fluttuanti.
La tua bellezza è nella forza,
nella volontà di sopravvivere al dolore.
Chiedi con modestia poche cure.
Con il freddo porti a compimento il tuo compito:
innumerevoli chicchi neri elargisci generoso :
frutti amari
che l'uomo trasformna
in morbido, prezioso fluido verde dorato.
Ti amo ulivo.
Amo la bellezza severa
che non cede alla vanità dell'appariscenza.
Amo il senso di pace.
Tu sei le mie radici.
Mi siedo alla tua ombra :
Sento le voci dei miei antenati,
di mio padre bambino.
Sento il tuo abbraccio.
Tu sei l'abbraccio che mi consola.
Tu sei l'abbraccio di mio padre.
(Albertina Piccioni)
Pintus Damiana
GISELLE CHE VOLEVA VOLARE
Costruivi castelli di sabbia
con quegl'occhi color di mare
là, dove, quel dì...
annegarono le tue speranze.
Nel tuo cuore, un solo amore,
ma l'inganno dietro l'angolo,
raggirandoti, ti raggiunse,
violando il corpo e l'anima tua.
La paura offuscava i tuoi pensieri,
a fatica, con affanno respiravi
nel sentir mani sudice immobilizzarti.
Brandelli restaron della veste,
mentre profanavano le tue carni.
Urla di rabbia e di dolore,
soffocate rimanevan in gola,
lacrime bagnavano il tuo viso,
e nel sentirti straziare l'anima,
ti spezzavano anche le ali.
Due mostrine e una lurida divisa,
dietro un muro di omertà
avevan reciso la tua vita,
uccidendo tutti i sogni tuoi
e la tua voglia di volare.
Giselle, ora sorridi da lassù
intonando una nenia tra le stelle
per addolcir lo strazio di tua madre,
che disperata e stesa sul selciato,
accarezza quel viso di donna... mai sbocciato.
(Damiana Pintus)
Pistoja Massimo
ACCORDI CROMATICI
Azzurro o blu,
tu ingarbugli il mio sguardo
sino a stupirmi,
tutto ruota tra,
il cielo e il fiume,
la mia vita e la sua storia.
Ecco, ora mi sorprendo a gustare
quel cinguettio rotondo
di passeri che attoniti,
interrompono i loro volteggi
per ammirare la meraviglia dei tuoi colori.
Azzurro o blu,
una meraviglia di giochi di luce,
proiettati nell’ universo
da un raggio di sole.
Azzurro o blu,
il calore di un bacio,
si di un bacio donato,
là all’ orizzonte
dove il cielo sfiora il futuro.
Una miriade di gocce ruzzolano
tenendosi per mano,
le chiome color smeraldo
accarezzano, il blu di un’ emozione
vista con lo sguardo
di chi si sa innamorare.
(Massimo Pistoja)
Poccioni Silvana
SCORCIO D'ESTATE
Nel recinto sgretolato
ancora un fruscio di lucertole
ai bordi del pozzo di grezzo pietrame.
Sussulta
sorpreso dal guizzo veloce
inaspettato
un cespuglio di rose selvatiche
nell'orto assolato.
Un piccolo pero si inchina coi fertili rami
al peso dei frutti.
Nell'erba imbrigliata da ortiche e cicorie
l'odore pungente di menta.
Occhieggia tra steli fiorali di verdi bardane
e il giallo ormai rado di lunghe ginestre
l'orgoglio innocente della borragine azzurra
a sfida del cielo.
Sorride pacata nel suo disincanto
una splendida malva silvestre.
(Silvana Poccioni)
Politano Carmelo
LA DANZA DELLA MORTE
-factoribus et victimarum- -Epigramma-
Di pregiato mosto nel sacro chiostro
s’imbandì dei dotti il banco più prezioso,
e avida e sèccia la sapienza
saziò le ventri de’ nobili commensali.
Del “cervo” ch’ei cinte avean la nuda chioma,
seppellir nell’otri il vino dovetter finanche le corna,
e del giovine caprone consumaron persino l’ossa.
Fu ella, della corte la più graziosa
che sciolta veste d’ordinanza
intinse mani al mosto
e n’ebbe slancio all’ardita danza.
Giunse al convivio pure il consorte,
e cinto d’odio il cuor ché armato l’ebbe di vendetta,
scagliò contr’ella immane un conflitto
-or e dunque la spada le giunse in petto e le scorticò il cuore-
ed ella in terra cadde e giacque esangue!
Edunque insanguinata e vile l’arma in terra posata è placa;
ma udì verbo d’un infausto fato
ed’ei d’Amor la spada s’unse,
chè l'obbligò a baciar la morte!
(Carmelo Politano)
Ponseggi Franco
UN NID
A vreb truvêr un nid, un nid sicur,
par stêr a e’ chêld se fura e’ tira e’ vẽnt,
l’invéran, cvãnd ch’e’ pióv, e a là int e’ bur,
la nöt la fa sintir e’su lamẽnt.
Cvãnd che i pinsir i pérd i su culur
par i sintir ingarbujé dla mẽnt,
a vreb truvêr un nid stra al foj e i fiur,
al foj de’ côr, i fiur di sintimẽnt.
Mo l’à la tëra dura ste žardẽn,
e stra gramegna e sës, e röcia e fër,
i fiur i-n sa piò arvis e saltê’ fura.
La boca la-n sa di’, l’è pina d spẽn,
la n’à parôl sta lèngva ch’a ciachër,
sta lèngva ch’ la sa d stec e d pudadura.
(Franco Ponseggi)
Traduzione dell'autore dal Romagnolo - UN NIDO. Vorrei trovare un nido, un nido sicuro, / per stare al caldo se fuori soffia il vento, / l’inverno, quando piove, e là nel buio, / la notte fa sentire il suo lamento. // Quando i pensieri perdono i loro colori / per i sentieri contorti della mente, / vorrei trovare un nido tra le foglie e i fiori, / le foglie del cuore, i fiori dei sentimenti. // Ma ha la terra dura questo giardino, / e tra gramigna e sassi, e roccia e ferro, / i fiori non sanno più aprirsi e saltare fuori. // La bocca non sa dire, è piena di spine, / non ha parole questa lingua che parlo, / questa lingua che sa di sterpi e di ramaglie.
Poswal Saraswati (India)
SHE IS THE WOMAN OF LIBRAL WORLD
She is the woman of liberal world
She is the one who the creator of her own sky
She has the junctures of credence
She is being ethereal the times she where the warmth is required
Soft as the feathers of the birds support them to fly
She do make her own sky
Her univerese is big in her eyes
She has the solution for all the criticises
She makes her own roads, and oceans..
To walk along and to dive..
She moves with the perpectuals in her eye sight
She believe in miracles
Anybody on her path try to oscillate her
She proves herself to be cauldron no one can move her from her decisions when she is decides to come up for.
She embrace them who embrace her..
(Saraswati Poswal)
Traduzione dall'inglese di Liliana Fadda - LEI È LA DONNA DEL MONDO LIBERALE. Lei è la donna del mondo liberale / È quella che crea il suo stesso cielo / Ha i limiti della fede / È un essere etereo quando le si chiede calore / Morbida come le piume di un uccello che pure sostengono il suo volo. / Crea da se' il suo cielo / Il suo universo è grande nei suoi occhi / Crea le sue strade sulle quali camminare / E gli oceani in cui immergersi.... / Si muove con l'infinito nei suoi occhi / Crede nei miracoli. / Chiunque sul suo cammino prova a piegarla / Dimostra a se stessa di essere ferma / Nessuno può cambiare le sue decisioni quando le ha prese. / Abbraccia chi l'abbraccia.
Raccagni Cinzia Donatella (Cinzia Dony)
MAH..
Dovrei voltare pagina,
strappare i fogli
ormai bagnati dal dolore
e ridurli a pezzettini
ricominciando a scrivere,
con l'idea perfetta
di una riuscita sicura,
magari prendere il tutto
e rilegarlo con precisione,
rendendo elegante e speciale
quello che mi accade!
Forse,
dovrei annullare la memoria,
cancellare i ricordi
e iniziare con l'imprimere
nel mio diario,
solo una parola chiave
che diriga i miei passi:
Felicità..
Forse,
potrei ancora rischiare
inserendo la parola Amore,
il sentimento che pilota la vita,
permettendo al cuore
di saltellare con le emozioni,
tutto per sentire il vissuto,
senza che nulla mi scivoli addosso
e completerei l'essenziale
con qualche perquisizione in me,
un esame dettagliato
per crescere e maturare..
Forse..
forse è meglio che mi fermi,
assapori il mio ieri
e lo riguardi
con quel pizzico di magia
che si chiama coraggio,
perchè tutto ciò che dovrei
in quei forse così effimeri,
è in parte, già stato fatto!
(Cinzia Donatella Raccagni)
Rebonato Gustavo
PANE FRESCO QUOTIDIANO
Non conta
se pane in frigo ce n’è,
conta il tuo cuore
mia ragazza che leggi,
conta quel sogno
che ti ho tramandato
quando hai scoperto la luce,
conta ciò che rinasce
ogni mattina col sole
come un regalo
- ogni alba un incanto -
pulsante di vita.
Nessuna donna al mondo
saprà mai,
cosa si prova
ad essere un padre.
Nessuna.
Mai.
(Gustavo Rebonato)