Acampora Luigi
* * *
Raggiunse la vetta da solo
con caparbia e impegno,
fu tradito e abbandonato per
L'ennesima volta ma, riconquistò
la vetta del cuore , seguendo il sentiero
dell'umiltà.
(Luigi Acampora)
Adamuccio Edoardo
"A.R.M.E.N.I.A. - METZ YEGHERN"
Agli Armeni
Tehcir ve taktil! Aksor!
Prima i Bizantini, poi Pietro Mechitar, ora...
La nostra terra, scomparsa.
La nostra storia, bruciata,
La nostra vita, sotterrata.
Il Caucaso respirava fetida aria di morte.
L'Ararat, testimone diretto
di quell'orrore,
dalle sue cime più alte.
L'Eufrate, traghettatore di cadaveri.
L'Armenia desiderava cancellare tutto quel dolore.
Allo stesso modo di come fummo cancellati noi.
Eravamo semplice sabbia, spazzata dal vento,
come quella di Deir ez Zor.
Ci definirono traditori, sporchi traditori,
colpevoli, luridi colpevoli,
microbi tubercolotici.
Due milioni. Donne, vecchi, fanciulli.
Sivas, Harput, Aleppo. Islayhié. Anatolia.
Dal Libano alla Francia. Dalla Grecia all'Italia.
Genocidio.
Costipati in caverne e cosparsi di petrolio.
Poi bruciati vivi.
Legati a due a due e
gettati nel fiume.
Morivamo per la fame,
per la sete,
per il dolore.
Morivamo per gli avvoltoi
e i corvi che
sbranavano la nostra carne.
Morivamo dentro.
Morivamo come popolo.
Il rumore dei tacchi dei nostri stivali,
in marcia verso la morte,
risuonava,
inciso con forza nella nostra mente,
così come ora compare, freddo,
il nostro nome sulle lapidi.
Niente è rimasto di noi.
Nemmeno il ricordo.
E il Mondo stava a guardare.
"La loro destinazione è il nulla".
(EDOARDO ADAMUCCIO)
Aig Enne
GLAD TO BE HERE
Glad to be here
My mood is bare
I shall take you there
Like the song of a parrot
I shall redo my voice note
Like the twerk of a beautiful waistline
I shall stimulate your desires even more
I salute everyone
I am glad to be here
(Enne Aig)
Traduzione dall’inglese di Giuseppe Arcadipane. Felice di essere qui. / Felice di essere qui. / Nella mia anima spoglia / Io ti condurrò. / Come il canto di un pappagallo / il suono della mia voce rimodulerò, / stimolerò sempre di più i tuoi desideri / con la passione che tutto travolge./ Saluto tutti, / felice di essere qui.
Akmedova Marina
* * *
Я так люблю большие города
за то, что в них, не требуя оваций,
иголкой в стоге можно затеряться,
не лицемерить и не притворяться,
а просто жить – отныне и всегда.
За их античный демос площадей,
где в толчее равны и принц, и нищий,
среди которых вор багдадский рыщет…
Где ловкий кот, крадущийся по крыше,
взрывает фейерверком голубей.
Люблю в час пик клаксонов водопад,
визг тормозов и перезвон трамваев…
В колючем декабре и в нежном мае
по бесконечным улицам блуждая,
люблю вдыхать их терпкий аромат.
И замирая мухой в янтаре
у древних стен, что помнят стрелы гуннов,
вдруг ощутить себя бесстыдно юной,
забыв, какое – в этот миг безумный –
«тысячелетье нынче на дворе».
Запутаться люблю на целый день
я в паутине улочек горбатых,
которые хранят шаги Синбада
и помнят, как от гибельного града
покрыла их божественная тень.
Я их непредсказуемость люблю,
и потому меня, наверно, манят
гудки паромов в утреннем тумане,
когда судьбу, зажав как нож в кармане,
ты слепо доверяешь кораблю.
И кружево мостов и галерей
люблю я расплетать по километрам,
чтоб надышаться опиумом ветра
и, вечно оставаясь незаметной,
среди толпы гудящей быть ничьей.
Я так люблю большие города
за то, что в них не скучно никогда.
(Марина АХМЕДОВА)
Traduzione di Chiara Tiranno Amo così tanto le grandi città / per il fatto che in esse, non essendo necessari riconoscimenti, / gli aghi nel pagliaio possono perdersi, / senza essere ipocriti e senza pretendere di essere, / ma semplicemente vivere – d’ora in poi e per sempre. / In esse l’antico demos della piazza, / dove nella folla uguali sono il principe e il mendicante, / tra loro si aggira il ladro di Bagdad … / Dove il gatto agile, furtivo nel tetto, / esplode come un fuoco d’artificio alla colomba. / Amo nell’ora di punta la cascata di clacson, / lo stridio dei freni e il richiamo dei tram… / nello spinoso dicembre e nel dolce maggio / vagando presso strade sconosciute, / amo respirare il loro acida aroma. / E fermando una mosca nell’ambra / tra le antiche mura, che ricordano le frecce degli Unni, / all’improvviso sentirsi giovane senza paura, / avendo dimenticato, quale è, in questo folle momento, / “il millennio di oggi alla porta”. / Amo sentirmi confusa tutto il giorno / io l’angolino nella tela dei gobbi, / i quali custodiscono i passi di Sinbad / e ricordano come dalla disastrosa grandine / l’ombra divina li abbia coperti. / Amo la loro imprevedibilità, / ed ecco perché, probabilmente, mi attraggono / le sirene dei traghetti nella nebbia mattutina, / quando il destino, è schiacciato come un coltello in tasca, / ciecamente ti fidi della nave. / E il pizzo dei ponti e delle gallerie / amo districare per chilometri, / per respirare nell’oppio del vento / e, restando per sempre impercettibile / tra la folla rumorosa, essere nessuno. / Amo così tanto le grandi città / perché in esse non c’è mai noia.
Ales Anna
LA GOCCIA
La goccia batte lenta sulla roccia,
la perfora non la leviga.
Si vede la ruvida corrosione
evade dalla vita ogni emozione.
Il tempo passa rapido su me,
corrode i sentimenti,
in solitaria attesa svanisce
l'illusione del viver
nella gioia dell'alba.
Intanto su me scivolano le ore
e già la notte si avvicina.
La sabbia nella clessidra
sta finendo senza speranza.
Sento un suono da lontano
è il tocco di campana,
l'apatica goccia corrode la vita.
(Anna Ales)
Alessandri Maya
Soffiami
Soffiami parole, diritte sul cuore
Soffiami l’amore, che più
non riesco a sentire…
Soffiami la vita e fa che sia reale
non voglio più una maschera indossare
insegnami nuovamente ad amare
Soffiami calore
che il mio cuore possa svernare
Soffiami miele
che l’amarezza possa addolcire
Soffiami i colori
che siano di luce conduttori
Soffiami speranza
per difendermi dall’egoismo
e dall’indifferenza
Soffiami ancora
prima che quest’inverno geli il mio respiro e
che come pioggia nella sabbia mi lasci sparire….
(Maya Alessandri)
Altadonna Luigi
POESIA
ne il mare , ne il cielo nemmeno le nuvole o i tramonti piu' belli e dolcissimi
nemmeno due delfini mentre saltano formano un cuore ,
la cosa piu' preziosa e piu' importante
<< nemmeno l'infinito e piu' grande dell'amore che provo per te >>..
(Luigi Altadonna)
Ambrosino Salvatore
SETE DI GIUSTIZIA SOCIALE
Il sole ardente
dell’arroganza
infuoca la terra
già arida e secca
di speranza.
Nulla importa
se si alza un polverone
e
accecherà
gli uomini quieti
lasciandoli a gola secca
tanto
assetati di giustizia
non avranno voce per urlare.
(Salvatore Ambrosino)
Angelisi Ema
MADAMA SPERANZA
Verità ammantata
dallo sguardo infuocato,
il pudore non ti si addice!
Un velo non può celare
Lo scintillio del tuo essere.
Madama Speranza
quest’oggi è in vacanza:
racchiusa nei meandri del futuro
la data del suo ritorno.
Cosa fare nel frattempo?
Il Burattinaio ha tagliato ormai
i fili che la tenevano avvinta.
Per lei scappare dal padre-padrone
è stata l’unica occasione di salvezza,
ma il Signor Dovere
ha sempre gli occhi aperti,
ovunque essa sia.
Il fanciullo Tempo intanto ride,
e cristallino corre veloce
come un rivo impetuoso.
(Ema Angelisi)
Angileri Ignazia Maria
L'ANIMATORE
Sei aria sei vento
le vibrazioni che io sento,
sei pioggia sei onda
che bagna l'anima
quando sprofonda.
Sei il respiro di un istante
che fa nascere la mente,
un uragano di pensieri
che si trascinano dallo ieri.
Sei agitazione dello spirito
che trema dentro nel suo abito,
sei passione che scioglie il gelido
e fa emergere quel brivido.
Sei fuoco ardente che mi fa sentire
viva in ogni istante,
Sei il manifesto dell'amore
mentre credo di morire.
Sei la dottrina che
insegna a vivere,
che lascia il segno
continuando a scrivere.
Sei l'animatore degli universi
anche quando sembrano
ormai persi.
(I.M.A)
Aniello Angela
LA PORTA SOCCHIUSA
Dalle ciglia del mondo
caverò sogni a fiori,
di stanza in stanza
fra sipari e vanaglorie
si lascerà cadere
il parto di giorni
mai aridi e candidi
come neve al sole.
Sia preghiera
ogni tuo dolore
brillando dai santuari
di quiete l’effluvio
di ogni terra d’amore
lunga l’attesa
dietro la porta socchiusa.
Griderò il bisogno
vorace di non perdermi
tra profezie riscosse
circoncidendo l’anima.
E’ vuoto il cielo
all’orizzonte
e nella mia impronta
registro il volto
diluito delle stelle
sotto il peso di brevi baci
e albe mai rotte dal tuo parlare.
(Angela Aniello)
Arena Carmelo
* * *
Volano come uccelli, le parole.
Nell'aria fine, rarefatta,
compongono dei versi.
Occorre un occhio attento
per seguir lo stormo pavido,
sempre volubile,
ad ogni colpo d'ala.
Prima che arrivi il falco
a scompigliare tutto.
(Carmelo Arena)
Arena Vella
E SE TI DICESSI
E se ti dicessi che ho dimenticato
il colore dei tuoi occhi...
se, con un sorriso, di non ricordare
il giorno che ti ho incontrato.
Se ti dicessi che domani vado via
che sarà lontano il ritorno...
se, con lo stesso sorriso, ti dicessi
che non ricordo più quanto ti ho amato...
Non credermi.
Vella Arena
Argentieri Caterina
Piccola creatura
Guardati, sii un fantasma
Torna a quel momento
Ti vedi?
Eri innocente
Eri la principessa che hai ucciso
Lunghi capelli color pece
Si posano sulla tua schiena
I tuoi occhi come perle di giada trasmettono pace
Le tue labbra, oh piccoli petali di rosa
Voi date risalto a lei
Lei candida pelle color alabastro
Dolce bambina eri, piccola
Ti desidero, prendimi,
Accoglimi di nuovo in te
Ti ricordo, di vedo gioir nella mia mente
Maledetto tempo, vorrei tornare li
A quei a me cari momenti
Infima mente tutto mi togli
Più non riavrò di me bambina la gioia.
(Caterina Argentieri)
Artemisia Fiore (Caterina Antonietta Maria Scaglione)
Scala Magica
Voglia di sognare, di lasciarsi andare.
Immagino una scala tutta d’oro, luminosa che sale su, sempre più su.
Scala che arriva alle stelle luccicanti.
Salgo, salgo e vado su fino alla prima stella.
Che bello, su quella stupenda stella mi sdraio e mi rilasso.
Guardo giù e osservo quella pallina laggiù… la terra.
Terra piccolissima vista da quassù.
Terra stupenda e viva.
Terra ricca di doni meravigliosi per i suoi abitanti.
Terra maltrattata e distrutta.
Terra ricca di amore e di odio.
Adorata terra mia.
Su quella terra vivo, amo, gioisco e soffro.
Vedo tante formichine umane indaffarate nel loro quotidiano.
Vedo bimbi felici giocare.
Vedo giovani innamorati baciarsi.
Vedo mamme cullare dolcemente i loro bimbi.
Vedo tanto amore ma anche tanto dolore e sofferenza.
Vedo morte, dolore, fame, povertà… umanità sofferente.
Vita varia ma stupenda.
Vedo uomini che lavorano, che dormono, che si amano e che lottano.
Vorrei poter spazzare via con un gesto tutte le brutture o mandare giù una pioggia magica così da lavare
tutto il dolore e donare solo gioia, pace ed amore a quelle formichine umane.
Devo tornare giù… fine del sogno.
Ciao stellina, ti ritroverò stanotte in un nuovo sogno.
Ascenzi Gianmarco
IL RAGAZZO CHE CANTA
Entra il ragazzo,
Cantando nel bus.
Gli sguardi ostili si posano,
Come rugiada bagnata,
Sulla sua faccia.
Oh ragazzo mio!
Oh ragazzo mio!
Come sei solo...
Il vecchio testimone,
Sin dalla nascita, ti segue.
E chissà per quanto ancora.
Ti immagino la notte,
Nel tuo speciale rifugio.
Nel tuo universo:
Di nomi, di aggettivi, di verbi!
Tu canti nella notte,
Candela nel buio.
Faro nella notte.
Non salvi però navi...
Salvi le coscienze di noi tutti.
Ma appari pazzo agli occhi di noi tutti.
Ma non oggi!
Non oggi!
Oggi i suoni son diversi:
I passi, le macchine, la pioggia.
Oggi rimbomba la solidarietà.
Nel bus inizia il pargolo,
E poi tutti cantano!
Oggi non sei più solo,
Caro il mio ragazzo.
Non più solo nel bus.
Non più solo nella città.
Non più solo nel mondo.
Non più solo nella vita...
(Gianmarco Ascenzi)
Astazi Stefano
ER REGALO PIU BELLO
E fu così che un giorno s'encontrarono ar giardino
uno bello e profumato cor pelo tutto allisciato,
l'artro sporco bruttarello e tutto spelacchiato.
Er primo montato e co la puzza sotto ar naso
rimase sulle sue e fece finta de nun vedello;
l'artro invece ingenuamente nun ce fece proprio caso.
"Ao ammazza così fico sembri proprio un modello
mentre io nun so artro che un povero bastardello"
"si lo so a me er padrone me tratta da gran signore"
"ma sei pure impomatato e cor pelo allisciato"
"certamente diverso da te che trasudi sto fetore"
"scusame tanto nun ce devi fa proprio caso
a forza de vive co la monnezza me s'è attappato pure er naso"
"certo che tristezza nun avecce manco un padrone
te rigiri tra i rifiuti senza avecce na casa e un letto"
"te dirò amico mio sulla testa nun ciavrò er tetto
ma al suo posto er cielo, la luna e padre sole"
"e adesso sta a vede che so io quello sfortunato"
"nun lo dico ma anch'io nun me so mai lamentato"
"e fai male perchè nun sai quello che te sei perso
er padrone mio me tratta come un vero pascià
me pensa sempre e nulla me fa mancà"
"e qui te sbai de grosso amico mio diverso
tutto te po da er padrone meno er regalo più bello
che Dio solo ha voluto a me riservà
e che io regalerei all'amico più fraterno
nun te lo scordà mai se chiama libertà"
(Stefano Astazi)
Traduzione dell’autore
E fu cosi che un giorno s'incontrarono al giardino / uno bello, profumato e con il pelo tutto liscio / l'altro sporco bruttarello e tutto spelacchiato. / Il primo gasato e con la puzza sotto il naso / rimase sulle sue e fece finta di non vederlo. / L'altro invece ingenuamente non ci fece proprio caso. / "accidenti così bello sembri quasi un modello / mentre io non sono che un povero bastardello" / "si lo so a me il padrone mi tratta da gran signore" / "ma sei anche impomatato e con il pelo tutto liscio" / "certamente diverso da te che emetti questa puzza" / "scusami tanto non ci devi fare caso / ma stando sempre vicino alla mondezza mi si è chiuso pure il naso" / "certo che tristezza vivere senza un padrone / ti rigiri tra i rifiuti senza avere una casa e un letto" / "ti dirò amico mio sulla testa non avrò il tetto / ma al suo posto il cielo la luna ed il sole" / "e adesso stai a vedere che sono io quello sfortunato" / "non dico questo ma io non mi sono mai lamentato" / "e fai male perchè non sai quello che ti sei perso / il mio padrone mi tratta come un vero pascià / mi pensa sempre e nulla mi fa mai mancare" / "e qui ti sbagli amico mio diverso / tutto ti può dare il padrone meno il regalo più bello / che Dio solo a me ha voluto riservare / e che io regalerei all'amico più fraterno / non lo scordare mai si chiama libertà
Stefano Astazi
Aurelio Giovanni
MATTINO
Disinvolto appari,nuovo mattino
tu...che inosservato,riempi ogni vedere,
incurante,poi fiorisci silenzioso,
sin e ancor più in alto ,degli irti colli,
tanti e mai nessun il dì rivelarsi grato,
dovuto....nel manco mai udir favella.
Benvenuto tu sarai in mente mia,
già nel prepararti, ai tuoi nuovi albori.
(Giovanni Aurelio)
Babuscia Salvatore
Pittore dei sogni
Il passo stanco
Curvato dal peso
Della vita
Trascina i colori
Di una tela mai finita.
La mano ormai tremante
Colori ormai sbiaditi
Rimasti nella mente
Di quadri mai dipinti.
L’aurora,poi il tramonto
Il tempo trascorreva
Un quadro di pensieri
Che mai si dipingeva.
Seduto ad aspettare
Di poterlo terminare
Mancava solo il verde
E il futuro da stampare.
I sogni si colorano
Se il sole splende ancora
Ma quando poi tramonta
La luce si scolora.
Il canto degli uccelli
Il suono della pioggia
Il fischio di un treno
Nessun pittore colora.
Siediti e aspetta
Se non puoi dipingere
I sogni
Prendi una matita
E scrivi i tuoi ricordi.
(Salvatore Babuscia)
Baldinu Stefano
PAROLE AL TELEFONO
(l’ultima poesia del padre)
Sarà che il sole cade sul muro di casa un po’ più presto
e le ombre si allungano più delle antenne delle lumache
che io sono tornato qui, padre,
senza annunciarmi ad imbastire
un ordito sottile fra le carte invecchiate
per unire i ricordi non ancora sbiaditi
della tua voce scesa da tempo
dall’amaca comoda dei miei occhi.
Sarà che riconosco il tempo dalla mancanza di vento
che ritrovo intatte tra i versi della tua ultima poesia
le aspre colluttazioni, le improvvise intersezioni
delle voci di chi sa per certo che ogni giorno sarà buon tempo.
Passo sul ciglio della cornetta
con voce incrostata di sale
come ogni persona che s’affianca
parallela al suo riflesso in un tram
è così che fintantoché dura il nastro io mi inabisso
scansando i flebili lembi d’aria di quel tuo sguardo
mentre chino sul tavolo vergavi
per chissà quale avvenire il tuo passato
di stanche strascicate stagioni.
Mi accorgo solo adesso che il nastro
all’altro capo ha riattaccato
che la sera è finita e la cassetta delle lettere
è rimasta vuota.
Sarà per questo rinnovato silenzio
che ci fa assomigliare ad un battito di mani
alla velocità del suono o finire sommersi
e cancellati come i giardini sotto troppa neve
che io spesso osservo il cielo
sovrapponendo alle stelle il mio percorso solitario
lasciando cadere a memoria dalle labbra
le tue ultime parole come gocce di una costellazione
(Stefano Baldinu)
Ballisai Giulia
Le onde
Siete figlie dei mari, delle correnti e dei venti.
Siete la positiva conseguenza
dell'unione di forze naturali,
non contrastanti.
Talvolta irrequiete e
maestose,
altre morbide e
giocose.
Vi spingete e
vi rincorrete,
sulla riva riposate e
tornate poi ad abbracciare il mare .
È difficile inseguire il vostro respiro,voi che
sussurrate storie e
memorie,voi che
siete spettatrici del tempo e
cantate l'infinito.
Cullate gli uomini oltremare e
gli animi di chi vi osserva.
Siete ancoraggio di cuori felici e
soli.
Resta segreto di pochi,
quello di sapervi capire.
(Giulia Ballisai)
Balsamo Stefania (Stel Samo)
BUONISMO E IPOCRISIA
Universi a sé stanti ...
ma con la propria anima nera
tutti autoassolventi e concilianti.
Il buonismo nasce da lì:
dalle consapevolezza che si è tutti così.
E più si hanno agi e privilegi,
e si vive nell'abbondanza,
più verso i simili e se stessi,
s'è buonisti a oltranza.
Chi ha molto avuto ...
ogni mezzo ha usato,
mentre qualcun altro,
è stato calpestato.
E quando, chi vessato, si ribella ...
tosto nell'aiutarlo ... lì a prodigarsi ...
son tutti pronti a far spallucce
e dileguarsi;
nonché, dai suoi aspri toni,
pronti a prender le distanze
tacciandolo d'essere pedante.
Lo Stato, poi, etereo e inconsistente
tranne che in veste d'esattore,
è il primo, ad esser indifferente,
memore solo, se si è insolvente.
Così, chi in cattive acque sta a versare
solo e disperato può affogare ...
in silenzio,
senza neanche protestare.
La protesta ... per carità,
bandita dagli ipocriti buonisti,
da quest'indifferente società.
Al limite, si può sprecare
solo giusto un trafiletto
per chi, nella disperazione,
contro sé preme il grilletto ...
che poi, a posteriori,
diventa fiato sprecato
per chi, solo quando era in vita,
doveva essere aiutato.
Non c'è peggiore oscenità
del buonismo ipocrita
d'un'indifferente umanità,
che riesce solo a condannare
l'invidia di chi non ha,
senza capire
che questa è figlia
della propria indifferente avidità.
Prima che giunga
dell'umana specie l'estinzione,
avrà mai fine quest'aberrazione?
O sarà piuttosto, tutto ciò
a causar l’umana sparizione?
(stelsamo)
Bariselli Jessica
***
Abisso colmo di pensieri,
occhi riversanti lacrime
che al toccar del suolo bruciano.
Corona di fiori profumati
che tra di loro danzano dolcemente
intrecciando i lor petali colorati.
Anima completa di emozioni,
affamata di sapere
e corrotta da se stessa.
Principessa innamorata della vita,
nonostante le avversità,
nonostante le sue differenze.
Fragile ed esile corpo ricco di inibizioni
che mai nessuno potrà conoscere
se non un altro corpo uguale.
Lei, che non dona amore se non ne riceve.
Lei, che non finge emozioni se non le sente.
Lei, che sa ma non vorrebbe sapere.
Troppo intelligente per eccellere,
Troppo introversa per esprimere,
Troppo perfezionista per sbagliare.
Dolce essere splendente,
che sei nata elfo ma non volevi.
Che sei nata diversa ma tremi.
Creatura umana ma inumana,
anima spersa ma che trova la strada,
che cammina orgogliosa ma orgoglio non ne ha.
Sei un elfo in un corpo da donna,
sei un fiore racchiuso nei germogli,
sei una stella che splende da sola.
Preziosa come un diamante,
profonda come il mare,
persino il sale s'addolcisce al suo passaggio.
(Jessica Bariselli)
Bellanca Giuseppe
ME PATRI SI CUNFUNNI
Me patri cunfunni
u jurnu ccu la notti
u mari ccu lu cilu
i stiddi e a luna.
Di picciuttu nu liuni
ranni travagghiaturi
patri amurusu
maritu ‘nnammuratu e fideli.
A strata bbona nni ‘nsignà
l’amuri ppi la famigghia e l’honestà
essiri umini e fimmini
nni sta società.
E ora?
Liuni jeratu
li forzi ti pigghiaru
a menti cunfusa
dda nu curpu strantuliatu.
Ti pigghiu ppi manu
e mi dumanni cu sugnu.
“To figghiu” rispunnu.
A to menti cunfusa
mi scancia ppi n’antru
certi voti ppi so patri
certi voti ppi cusà cu.
Nnu mo cori priu
ca tu nun pati
u mo duluri
lu tignu ppi mì.
(Giuseppe Bellanca)
MIO PADRE SI CONFONDE. Mio padre confonde / il giorno con la notte / il mare con il cielo / le stelle e la luna. / Da giovane un leone / grande lavoratore / padre amoroso / marito innamorato e fedele. / La strada buona ci ha insegnato / l’amore per la famiglia e l’onestà / essere uomini e donne / in questa società. / E ora? / Leone eri / le forze ti hanno preso / la mente confusa / in un corpo tremante. / Ti prendo per mano / E mi domandi chi sono. / “Tuo figlio” rispondo. / La tua mente confusa / mi scambia per un altro / certe volte per suo padre / certe volte per chi sa chi. / Nel mio cuore prego / che tu non soffra / il mio dolore / lo tengo per me.
Bello Domenico
***
Mi disseto alla fonte del crepuscolo,
e tu ancora sogno
ancora amore,
dei tuoi baci e carezze
profuma il mio corpo
(Domenico Bello)
Berardi Piergiorgio
COME UN PESCO IN PRIMAVERA
Mi sento perso
come un ramo d’un albero vecchio
quando un vento invernale perverso
coglie
ad una ad una
le poche foglie
che non lo avevano ancora
abbandonato.
Ricordo tanti capelli
uno zaino pieno di sogni
e mille progetti
che non ho mai realizzato.
Mi sento perso …
provo spesso
ad esser diverso
ma è solo nei tuoi occhi
che io mi ritrovo.
Perché tu
dolce mio amore
sei come un pesco
in primavera
vestita sempre di foglie verdi
e di boccioli in fiore.
(Piergiorgio Berardi)
Bergamasco Francesco
Timida è la sera
Timida è la Sera
coi suoi occhi pien di Cielo
al finir del Giorno
è sempre lì
china
ad attendere
che il Cuore d’un gabbiano
dilati le ali
alle sue vecchie ossa...
Tra le ombre della notte
dileguarsi
sulle acque stanche
già levate!
(Francesco Bergamasco)
Betti Brunetto
Il pensionato
Piglia ddoie pummarole,
‘nu spicchio d’aglietiello,
miette ‘nu raggio ‘e sole
e ‘o ppoco ‘e cerasiello,
‘na fellicciolla ‘e carne,
arecheta novella
e suffrie tutte cose
dint’a chella tiella.
E quanno torna ‘a casa,
stanca pe ‘na iurnata
e fatica, e c’o maste
s’è pure appiccecata,
mugliereta Carmela
t’abbraccia e ‘a daie ‘nu vaso,
e siente ‘nu calore
ca se spanne int’a casa.
Po’, mentre essa se cagne
e se da ‘na sciacquata,
è n’attimo, e ‘a tavola
è bella e apparecchiata.
E doppo ve truvate,
sule dint’a cucina,
e ‘nfaccia ve guardate,
cu ‘nu bicchiere ‘e vino.
Tu a miette ‘o piatto a tavula,
essa te guarda e aspetta
ca pure tu t’assiette
e po’ piglia ‘a furchetta.
E mentre ve mangiate
‘o poco ‘e pizzaiola, (*)
tu piense: comm’è bello
a nunn’essere sulo.
E mentre ve guardate,
felice, dint’all’uocchie,
so passate trent’anne,
ma tremmeno ‘e ddenocchie.
Comm’a tant’anne fa,
mange e te sbatte ‘o core.
Nun ce sta niente a fa,
ma pure chisto è ammore.
Traduzione dell'autore: Il Pensionato. Prendi due pomodori, / uno spicchietto di aglio, / metti un raggio di sole / e un po’ di peperoncino, / una fettina di carne, / origano fresco / e soffriggi tutto / in quel tegame. / E quando torna a casa, / stanca per una giornata / di lavoro, e con il titolare / ha anche litigato, / tua moglie Carmela / ti abbraccia e le dai un bacio, / e senti un calore / che si spande per la casa. / Poi, mentre lei si cambia / E si da una sciacquata, / è un attimo, e la tavola / è bella ed apparecchiata. / E dopo vi trovate, / soli in cucina, / e vi guardate in viso / co un bicchiere di vino. / Tu metti il piatto in tavola, / lei ti guarda e aspetta / che anche tu ti segga / e poi prende la forchetta. / E mentre mangiate / quel po’ di pizzaiola, (*) / tu pensi: com’è bello / a non essere solo. / E mentre vi guardate, / felici, negli occhi, / sono passati trent’anni, / ma ancora tremano le ginocchia. / Come tanti anni fa / mangi ed il cuore ti batte. / Non c’è niente da fare, / anche questo è amore.
(*) La “pizzaiola” è un piatto napoletano fatto con una fettina di manzo, aglio, olio, origano, una punta di peperoncino e pomodorini. Il sughetto che si crea è adatto anche a condire gli spaghetti.
Bicchierri Antonio
V O R R E I…
…Non essere improvvisamente rapito
da un ineluttabile destino
Vorrei
prima dell’ultimo commiato
poter ammirare ancora
le meraviglie del Creato:
l’azzurro del cielo,
il sole splendente
e la terrea luna,
la brillantezza delle stelle
e il suono soave della natura
Vorrei incrociare lo sguardo
di tanti bambini innocenti
e donar loro una lieve carezza
Vorrei un mondo di pace
e di amore fra i popoli:
senza utopia, speranzosa realtà!
Vorrei eterno amore
dalla sposa del mio cuore
e gioia infinita
per le mie tre ragioni di vita
Vorrei dedicare il mio ultimo respiro
a colei che mi ha dato il primo alito di vita
Vorrei il mio eterno riposo
sulle pendici di cime innevate
fra ruscelli, torrenti
e fitti boschi silenti…
prima d’incamminarmi
nel regno della verità
senza più ingannevoli seduzioni
ed arcaici misteri:
verso il nulla
o verso quella flebile fiammella
che la fede alimenta
Speranze, desideri…
Portatemi via contento
all’ombra di dolci ricordi,
con il lento ticchettio della pioggia,
le onde incantate del mare
e i tristi lamenti del vento!
(Antonio Bicchierri)
Biga Lorenza
DOMINA LA NOTTE
E' come quando
si avvicina un temporale
il cielo si fa scuro
lampi in lontananza
all'improvviso
il tuono rumoreggia forte
Così il cuore batte
quando nella mente
come un fulmine
il viso tuo mi appare
nel silenzio della notte
uguale a cento altre notti ormai
Più non godo del calore
del tuo abbraccio
più non sento il tuo profumo maschio
il ritmo del tuo respiro
mi cullava
dolce il sonno giungeva
Fa male, tanto male
il cuore pare spaccarsi
sento il calore
del sangue scorrere
sulla pelle dalla ferita ammorba,
Non esiste tempo
alba o tramonto,
senza te
Non esiste vita
se non ci sei tu
a nutrire il mio sorriso,
ad accendere il mio sguardo,
tu eri il mio sole
ora io sono la tua luna
perchè intorno a noi
la domina la notte
(Lorenza Biga)
Bonaventura Giovanni Tancredi
LA POESIA
Entra di soppiatto
Negli occhi di cloni
Sosta su piazze di paesi
Impiccati alle nuvole
Il verso intona un suono
Zoppi muti ciechi
Corrono
Verso
Un oblio sconosciuto
Il peso del corpo lascia il posto
All’anima
È una geometria azzurra
La poesia
Incanta le stelle
Al tramonto
Addormenta il dolore
Del secolo
È l’anatomia del pensiero
Che fonde il mare alla terra
Il cielo all’universo
È un intimo segreto
Che alza le vele verso est
Ove la luce immagina tramonti mai nati
È un tremore sconosciuto
Che prende il cuore
È l’illusione di un mondo possibile
Dove il mare palpita
Al suono delle parole
Ove le stelle s’inchinano
Ed urlano
Ancora ancora ancora
Poeta
Cantami
Lascia che il freddo fuoco e la bianca mia luce
Riscaldino
L’amore
Ed ora come
Prima
Come se fosse l’alba del mondo
T’imploro
Primavera
Incanta il cuore
Dell’uomo
Sull’arena
La poesia
Si sveste
Della pelle
Pura
Agita le braccia in un andante mosso
E mostra il lato brutto
Quello che la fa bella
(Giovanni Tancredi Bonaventura)
Bondio Simona
PIOGGIA
E mentre il vento
crea un fruscio tra le foglie,
la pioggia cade...
batte
su questa terra,
batte
sulle rocce,
batte
sui miei capelli,
batte
sul mio viso,
batte
sulla stessa acqua,
Batte
su ogni cosa che mai
abbia volto uno sguardo al cielo.
(Simona Bondio)
Bramanti Carlo
(PRIMA CHE IL GIORNO NE ESTINGUA LA LUCE)
I miei sogni
distorti dalla calura.
Rivedo
la finestra chiudersi
sulle nostre solitudini.
Cosa aspetti?
Cercami lì,
dove l'Eringio
proietta le stelle
a noi care,
se puoi,
compi il miracolo
- incontrami -
prima che il giorno
ne estingua la luce.
Con un petalo
non posso sfiorarti,
ma rammenta:
noi siamo corde
nell'arpa di Erato
- parallele, fragili - vibriamo
ancora e ancora,
unite
da un diesis
d'Amore.
(Carlo Bramanti)
Bravi Massimo
RICORDO
Quei seni che tanto ho amato
da bambino il dolce
e tenero viso
e il tuo sorriso,
non mi resta che il
tuo ricordo
e una foto in ceramica
oramai sbiadita
su di un bianco
Carrara,
quanto manchi
mamma in questa
vita.
(Massimo Bravi)
Bresar Nevenka
TVOJE BESEDE
Tvoje besede so, kot pisanje lepih pesmi,
pisalo gradi črke za črkami.
Če ne bi obstajale tvoje besede
bi bile prazne moje poezije.
To so tiste besede …,
ki opisujejo srečo in veselje..
tvoj nežen glas je kot orožje
za mojo dušo in srce.
Tvoja ljubezen je, kot lepa roža
čuvam jo, da jo ne odmakne burja.
Slišim tvoje besede v vetru,
kako lepo pojejo v mojem telesu.
Tvoje besede se pretakajo
v deželi mojega srca veselo.
Ob meni je vedno beli papir in pisalo
Rada sestavljam besedo .. LJUBIM TE.
(Nevenka Bresar)
Traduzione (dall’inglese) di Giuseppe Arcadipane. Le tue parole suonano come le belle canzoni. La mia penna scrive parole ..continuamente.. ma se ci fossero le tue parole con loro riempirei la mia poesia. Ci sono parole che descrivono la felicità, la gioia. A me basta La tua voce gentile che accarezza la mia anima e il mio cuore. . Il tuo amore è come un fiore bellissimo. Lo tengo stretto a me nè le tempeste potranno mai portarmelo via. Ascolto le tue parole nel vento, una musica meravigliosa dentro di me. Le tue parole fluttuano dove felice dimora il mio cuore. Accanto a me ci sono sempre una penna e dei fogli bianchi. E l'immenso desiderio di dirTi : Ti amo!
Brugnano Giacomo
SU QUELLA PANCHINA
Io e te amore mio,
seduti su quella panchina.
Ci guardavamo negli occhi e gia`
capimmo il nostro desiderio.
I nostri cuori battevano piu` forti che mai.
Baci, abbracci e carezze senza fine.
Il tuo sguardo divenne padrone della mia anima.
Quanta emozione amore mio.
In un attimo la vita mi ha dato tutto quello
che ho sempre sognato amore mio.
Un uomo senza sogno e` come un prato senza fiori,
a me piace sognare ancora quella panchina,
e vedere noi due piu` felici che mai.
(Giacomo Brugnano)
Brunetti Marco
LE LONTANE TERRE
Un giorno mangerò
il mio vuoto.
Un vuoto fatto
di silenzi vacui, di salite
oniriche perso dentro
altrettanti vacui pensieri.
Un giorno mangerò
il mio vuoto, e saranno
foglie lente che cadranno
su innominate strade
da percorrere tutte
di un fiato attraverso
sfumate presenze.
Un giorno mangerò
il mio vuoto e calde
nebbie si alzeranno
a coprire i vecchi
sentieri mentre tiepide
brezze porteranno
verso le lontane terre
le stanche speranze.
(Marco Brunetti)
Bruno Rosa Maria
LA SENTI
La senti
E'là tra i rami fioriti
nei boschi odorosi
di cose credute desuete
E' là nelle steppe lontane
nei pascoli erbosi
nel manto giallastro
del vuoto deserto
E' là tra i raggi del sole
splendente raggiante
delle piccole cose
La senti
E' là nella pioggia nel vento
che stringe le spalle
al fragore del tempo
E' là che cammina incurante
fremente incalzante sferzante
E' là che si muove sicura
la testa stracolma
dei sogni di bimbi
La senti
E' là nella rissa di volti
in corsa affannati
alla ricerca di un niente
E' là nel sorriso gioioso
nello sguardo innocente
che tende una mano
ostinatamente
Inciampa si alza
cade di nuovo
Riprova con forza
ritrova il vigore
Annusa nell'aria
ricorda il sapore
di piccoli gesti di cose perdute
La senti
E' dovunque
E'..........
(Maria Rosa Bruno)
Buccafurni Francesco
SOGNO SEGRETO
Ti tocco ,
e tu scappi...
Noi, non ci siamo mai conosciuti,
eppure la tua esistenza
mi ricorda qualcosa.
Ci siamo incontrati
nel giardino delle parole,
dove la mia anima
si staccava dal cuore
e i tuoi ricordi svanivano
in una dolce nebbia di memorie...
Il tuo segreto sprofondava
tra gli abissi del mare,
scompariva, rimaneva misterioso,
diverso, tale per sempre.
Anche la tua mente rifletteva
un'immagine diversa,
Lo so, non eri tu.
Torna pure al tuo passato
solare com'eri un tempo,
bella come sei stata sempre.
Non ti riconosco più,
Corri... corri da sola,
La tua immagine
rifletterà all'infinito,
La tua vita resterà mia...
...ma ormai tutto scompare,
nelle tenebre della notte...
(Buccafurni Francesco)
Buonomo Cosimo (Teresa Mino su fb)
* * *
Ma tu …
Quante volte …
vorrei sentire il tuo sapore
non il mio dolore
Quante volte …
vorrei vedere i tuoi occhi
non le mie ferite
Ma tu …
profumo da serbare …
calore da sfamare …
resta li immobile …
ti scolpisco nei miei sensi
Adesso cammino a piedi nudi nella mia anima
… il mio amore riposa.
(Cosimo Buonomo)
Buro Giuseppe
POLVERE DI STELLE
Il mio corpo trema
e
vibra
quando ricordo
il tuo corpo.
Vieni
sotto la pioggia
e portami glicini,
ferma il tempo
e
non smettere
di esistere.
Cigola il lento
divenire,
possa
il mio pensiero
sfiorarti l'anima
tutta,
che trascende in
pulviscoli
di stelle e desideri.
Tu
ora non sei più
e nostri pensieri
sono lo specchio
dell'anima
di quell’anima
che vive nel mio
profondo.
L’amore sincero
che sento per te
ora vive in me.
(Giuseppe Buro)
Busembai Roberto Giovanni
DESTINI
Si van cercando per i mari aperti,
suoni e colori di vital destino,
navighiamo tra sogni e isole deserte,
convinti di trovar desio.
Tra le secche o il mar agitato,
isperiamo vedere prossima terra,
lecchiamo salate ferite aperte,
e sopiamo muti dolori come pesci.
Al grido terra innalziamo la bandiera
sdrucita, rotta e scolorita,
ci facciamo pronti sulla poppa,
dimenticando quel che c'era a prua.
Si van cercando ma non si trova niente,
per questo il destino non si infrange,
e come scogli inetti, devoti e prigionieri,
poniamo i nostri cuori a onde giornaliere.
(Roberto Giovanni Busembai) - (errebi)
* * *
Raggiunse la vetta da solo
con caparbia e impegno,
fu tradito e abbandonato per
L'ennesima volta ma, riconquistò
la vetta del cuore , seguendo il sentiero
dell'umiltà.
(Luigi Acampora)
Adamuccio Edoardo
"A.R.M.E.N.I.A. - METZ YEGHERN"
Agli Armeni
Tehcir ve taktil! Aksor!
Prima i Bizantini, poi Pietro Mechitar, ora...
La nostra terra, scomparsa.
La nostra storia, bruciata,
La nostra vita, sotterrata.
Il Caucaso respirava fetida aria di morte.
L'Ararat, testimone diretto
di quell'orrore,
dalle sue cime più alte.
L'Eufrate, traghettatore di cadaveri.
L'Armenia desiderava cancellare tutto quel dolore.
Allo stesso modo di come fummo cancellati noi.
Eravamo semplice sabbia, spazzata dal vento,
come quella di Deir ez Zor.
Ci definirono traditori, sporchi traditori,
colpevoli, luridi colpevoli,
microbi tubercolotici.
Due milioni. Donne, vecchi, fanciulli.
Sivas, Harput, Aleppo. Islayhié. Anatolia.
Dal Libano alla Francia. Dalla Grecia all'Italia.
Genocidio.
Costipati in caverne e cosparsi di petrolio.
Poi bruciati vivi.
Legati a due a due e
gettati nel fiume.
Morivamo per la fame,
per la sete,
per il dolore.
Morivamo per gli avvoltoi
e i corvi che
sbranavano la nostra carne.
Morivamo dentro.
Morivamo come popolo.
Il rumore dei tacchi dei nostri stivali,
in marcia verso la morte,
risuonava,
inciso con forza nella nostra mente,
così come ora compare, freddo,
il nostro nome sulle lapidi.
Niente è rimasto di noi.
Nemmeno il ricordo.
E il Mondo stava a guardare.
"La loro destinazione è il nulla".
(EDOARDO ADAMUCCIO)
Aig Enne
GLAD TO BE HERE
Glad to be here
My mood is bare
I shall take you there
Like the song of a parrot
I shall redo my voice note
Like the twerk of a beautiful waistline
I shall stimulate your desires even more
I salute everyone
I am glad to be here
(Enne Aig)
Traduzione dall’inglese di Giuseppe Arcadipane. Felice di essere qui. / Felice di essere qui. / Nella mia anima spoglia / Io ti condurrò. / Come il canto di un pappagallo / il suono della mia voce rimodulerò, / stimolerò sempre di più i tuoi desideri / con la passione che tutto travolge./ Saluto tutti, / felice di essere qui.
Akmedova Marina
* * *
Я так люблю большие города
за то, что в них, не требуя оваций,
иголкой в стоге можно затеряться,
не лицемерить и не притворяться,
а просто жить – отныне и всегда.
За их античный демос площадей,
где в толчее равны и принц, и нищий,
среди которых вор багдадский рыщет…
Где ловкий кот, крадущийся по крыше,
взрывает фейерверком голубей.
Люблю в час пик клаксонов водопад,
визг тормозов и перезвон трамваев…
В колючем декабре и в нежном мае
по бесконечным улицам блуждая,
люблю вдыхать их терпкий аромат.
И замирая мухой в янтаре
у древних стен, что помнят стрелы гуннов,
вдруг ощутить себя бесстыдно юной,
забыв, какое – в этот миг безумный –
«тысячелетье нынче на дворе».
Запутаться люблю на целый день
я в паутине улочек горбатых,
которые хранят шаги Синбада
и помнят, как от гибельного града
покрыла их божественная тень.
Я их непредсказуемость люблю,
и потому меня, наверно, манят
гудки паромов в утреннем тумане,
когда судьбу, зажав как нож в кармане,
ты слепо доверяешь кораблю.
И кружево мостов и галерей
люблю я расплетать по километрам,
чтоб надышаться опиумом ветра
и, вечно оставаясь незаметной,
среди толпы гудящей быть ничьей.
Я так люблю большие города
за то, что в них не скучно никогда.
(Марина АХМЕДОВА)
Traduzione di Chiara Tiranno Amo così tanto le grandi città / per il fatto che in esse, non essendo necessari riconoscimenti, / gli aghi nel pagliaio possono perdersi, / senza essere ipocriti e senza pretendere di essere, / ma semplicemente vivere – d’ora in poi e per sempre. / In esse l’antico demos della piazza, / dove nella folla uguali sono il principe e il mendicante, / tra loro si aggira il ladro di Bagdad … / Dove il gatto agile, furtivo nel tetto, / esplode come un fuoco d’artificio alla colomba. / Amo nell’ora di punta la cascata di clacson, / lo stridio dei freni e il richiamo dei tram… / nello spinoso dicembre e nel dolce maggio / vagando presso strade sconosciute, / amo respirare il loro acida aroma. / E fermando una mosca nell’ambra / tra le antiche mura, che ricordano le frecce degli Unni, / all’improvviso sentirsi giovane senza paura, / avendo dimenticato, quale è, in questo folle momento, / “il millennio di oggi alla porta”. / Amo sentirmi confusa tutto il giorno / io l’angolino nella tela dei gobbi, / i quali custodiscono i passi di Sinbad / e ricordano come dalla disastrosa grandine / l’ombra divina li abbia coperti. / Amo la loro imprevedibilità, / ed ecco perché, probabilmente, mi attraggono / le sirene dei traghetti nella nebbia mattutina, / quando il destino, è schiacciato come un coltello in tasca, / ciecamente ti fidi della nave. / E il pizzo dei ponti e delle gallerie / amo districare per chilometri, / per respirare nell’oppio del vento / e, restando per sempre impercettibile / tra la folla rumorosa, essere nessuno. / Amo così tanto le grandi città / perché in esse non c’è mai noia.
Ales Anna
LA GOCCIA
La goccia batte lenta sulla roccia,
la perfora non la leviga.
Si vede la ruvida corrosione
evade dalla vita ogni emozione.
Il tempo passa rapido su me,
corrode i sentimenti,
in solitaria attesa svanisce
l'illusione del viver
nella gioia dell'alba.
Intanto su me scivolano le ore
e già la notte si avvicina.
La sabbia nella clessidra
sta finendo senza speranza.
Sento un suono da lontano
è il tocco di campana,
l'apatica goccia corrode la vita.
(Anna Ales)
Alessandri Maya
Soffiami
Soffiami parole, diritte sul cuore
Soffiami l’amore, che più
non riesco a sentire…
Soffiami la vita e fa che sia reale
non voglio più una maschera indossare
insegnami nuovamente ad amare
Soffiami calore
che il mio cuore possa svernare
Soffiami miele
che l’amarezza possa addolcire
Soffiami i colori
che siano di luce conduttori
Soffiami speranza
per difendermi dall’egoismo
e dall’indifferenza
Soffiami ancora
prima che quest’inverno geli il mio respiro e
che come pioggia nella sabbia mi lasci sparire….
(Maya Alessandri)
Altadonna Luigi
POESIA
ne il mare , ne il cielo nemmeno le nuvole o i tramonti piu' belli e dolcissimi
nemmeno due delfini mentre saltano formano un cuore ,
la cosa piu' preziosa e piu' importante
<< nemmeno l'infinito e piu' grande dell'amore che provo per te >>..
(Luigi Altadonna)
Ambrosino Salvatore
SETE DI GIUSTIZIA SOCIALE
Il sole ardente
dell’arroganza
infuoca la terra
già arida e secca
di speranza.
Nulla importa
se si alza un polverone
e
accecherà
gli uomini quieti
lasciandoli a gola secca
tanto
assetati di giustizia
non avranno voce per urlare.
(Salvatore Ambrosino)
Angelisi Ema
MADAMA SPERANZA
Verità ammantata
dallo sguardo infuocato,
il pudore non ti si addice!
Un velo non può celare
Lo scintillio del tuo essere.
Madama Speranza
quest’oggi è in vacanza:
racchiusa nei meandri del futuro
la data del suo ritorno.
Cosa fare nel frattempo?
Il Burattinaio ha tagliato ormai
i fili che la tenevano avvinta.
Per lei scappare dal padre-padrone
è stata l’unica occasione di salvezza,
ma il Signor Dovere
ha sempre gli occhi aperti,
ovunque essa sia.
Il fanciullo Tempo intanto ride,
e cristallino corre veloce
come un rivo impetuoso.
(Ema Angelisi)
Angileri Ignazia Maria
L'ANIMATORE
Sei aria sei vento
le vibrazioni che io sento,
sei pioggia sei onda
che bagna l'anima
quando sprofonda.
Sei il respiro di un istante
che fa nascere la mente,
un uragano di pensieri
che si trascinano dallo ieri.
Sei agitazione dello spirito
che trema dentro nel suo abito,
sei passione che scioglie il gelido
e fa emergere quel brivido.
Sei fuoco ardente che mi fa sentire
viva in ogni istante,
Sei il manifesto dell'amore
mentre credo di morire.
Sei la dottrina che
insegna a vivere,
che lascia il segno
continuando a scrivere.
Sei l'animatore degli universi
anche quando sembrano
ormai persi.
(I.M.A)
Aniello Angela
LA PORTA SOCCHIUSA
Dalle ciglia del mondo
caverò sogni a fiori,
di stanza in stanza
fra sipari e vanaglorie
si lascerà cadere
il parto di giorni
mai aridi e candidi
come neve al sole.
Sia preghiera
ogni tuo dolore
brillando dai santuari
di quiete l’effluvio
di ogni terra d’amore
lunga l’attesa
dietro la porta socchiusa.
Griderò il bisogno
vorace di non perdermi
tra profezie riscosse
circoncidendo l’anima.
E’ vuoto il cielo
all’orizzonte
e nella mia impronta
registro il volto
diluito delle stelle
sotto il peso di brevi baci
e albe mai rotte dal tuo parlare.
(Angela Aniello)
Arena Carmelo
* * *
Volano come uccelli, le parole.
Nell'aria fine, rarefatta,
compongono dei versi.
Occorre un occhio attento
per seguir lo stormo pavido,
sempre volubile,
ad ogni colpo d'ala.
Prima che arrivi il falco
a scompigliare tutto.
(Carmelo Arena)
Arena Vella
E SE TI DICESSI
E se ti dicessi che ho dimenticato
il colore dei tuoi occhi...
se, con un sorriso, di non ricordare
il giorno che ti ho incontrato.
Se ti dicessi che domani vado via
che sarà lontano il ritorno...
se, con lo stesso sorriso, ti dicessi
che non ricordo più quanto ti ho amato...
Non credermi.
Vella Arena
Argentieri Caterina
Piccola creatura
Guardati, sii un fantasma
Torna a quel momento
Ti vedi?
Eri innocente
Eri la principessa che hai ucciso
Lunghi capelli color pece
Si posano sulla tua schiena
I tuoi occhi come perle di giada trasmettono pace
Le tue labbra, oh piccoli petali di rosa
Voi date risalto a lei
Lei candida pelle color alabastro
Dolce bambina eri, piccola
Ti desidero, prendimi,
Accoglimi di nuovo in te
Ti ricordo, di vedo gioir nella mia mente
Maledetto tempo, vorrei tornare li
A quei a me cari momenti
Infima mente tutto mi togli
Più non riavrò di me bambina la gioia.
(Caterina Argentieri)
Artemisia Fiore (Caterina Antonietta Maria Scaglione)
Scala Magica
Voglia di sognare, di lasciarsi andare.
Immagino una scala tutta d’oro, luminosa che sale su, sempre più su.
Scala che arriva alle stelle luccicanti.
Salgo, salgo e vado su fino alla prima stella.
Che bello, su quella stupenda stella mi sdraio e mi rilasso.
Guardo giù e osservo quella pallina laggiù… la terra.
Terra piccolissima vista da quassù.
Terra stupenda e viva.
Terra ricca di doni meravigliosi per i suoi abitanti.
Terra maltrattata e distrutta.
Terra ricca di amore e di odio.
Adorata terra mia.
Su quella terra vivo, amo, gioisco e soffro.
Vedo tante formichine umane indaffarate nel loro quotidiano.
Vedo bimbi felici giocare.
Vedo giovani innamorati baciarsi.
Vedo mamme cullare dolcemente i loro bimbi.
Vedo tanto amore ma anche tanto dolore e sofferenza.
Vedo morte, dolore, fame, povertà… umanità sofferente.
Vita varia ma stupenda.
Vedo uomini che lavorano, che dormono, che si amano e che lottano.
Vorrei poter spazzare via con un gesto tutte le brutture o mandare giù una pioggia magica così da lavare
tutto il dolore e donare solo gioia, pace ed amore a quelle formichine umane.
Devo tornare giù… fine del sogno.
Ciao stellina, ti ritroverò stanotte in un nuovo sogno.
Ascenzi Gianmarco
IL RAGAZZO CHE CANTA
Entra il ragazzo,
Cantando nel bus.
Gli sguardi ostili si posano,
Come rugiada bagnata,
Sulla sua faccia.
Oh ragazzo mio!
Oh ragazzo mio!
Come sei solo...
Il vecchio testimone,
Sin dalla nascita, ti segue.
E chissà per quanto ancora.
Ti immagino la notte,
Nel tuo speciale rifugio.
Nel tuo universo:
Di nomi, di aggettivi, di verbi!
Tu canti nella notte,
Candela nel buio.
Faro nella notte.
Non salvi però navi...
Salvi le coscienze di noi tutti.
Ma appari pazzo agli occhi di noi tutti.
Ma non oggi!
Non oggi!
Oggi i suoni son diversi:
I passi, le macchine, la pioggia.
Oggi rimbomba la solidarietà.
Nel bus inizia il pargolo,
E poi tutti cantano!
Oggi non sei più solo,
Caro il mio ragazzo.
Non più solo nel bus.
Non più solo nella città.
Non più solo nel mondo.
Non più solo nella vita...
(Gianmarco Ascenzi)
Astazi Stefano
ER REGALO PIU BELLO
E fu così che un giorno s'encontrarono ar giardino
uno bello e profumato cor pelo tutto allisciato,
l'artro sporco bruttarello e tutto spelacchiato.
Er primo montato e co la puzza sotto ar naso
rimase sulle sue e fece finta de nun vedello;
l'artro invece ingenuamente nun ce fece proprio caso.
"Ao ammazza così fico sembri proprio un modello
mentre io nun so artro che un povero bastardello"
"si lo so a me er padrone me tratta da gran signore"
"ma sei pure impomatato e cor pelo allisciato"
"certamente diverso da te che trasudi sto fetore"
"scusame tanto nun ce devi fa proprio caso
a forza de vive co la monnezza me s'è attappato pure er naso"
"certo che tristezza nun avecce manco un padrone
te rigiri tra i rifiuti senza avecce na casa e un letto"
"te dirò amico mio sulla testa nun ciavrò er tetto
ma al suo posto er cielo, la luna e padre sole"
"e adesso sta a vede che so io quello sfortunato"
"nun lo dico ma anch'io nun me so mai lamentato"
"e fai male perchè nun sai quello che te sei perso
er padrone mio me tratta come un vero pascià
me pensa sempre e nulla me fa mancà"
"e qui te sbai de grosso amico mio diverso
tutto te po da er padrone meno er regalo più bello
che Dio solo ha voluto a me riservà
e che io regalerei all'amico più fraterno
nun te lo scordà mai se chiama libertà"
(Stefano Astazi)
Traduzione dell’autore
E fu cosi che un giorno s'incontrarono al giardino / uno bello, profumato e con il pelo tutto liscio / l'altro sporco bruttarello e tutto spelacchiato. / Il primo gasato e con la puzza sotto il naso / rimase sulle sue e fece finta di non vederlo. / L'altro invece ingenuamente non ci fece proprio caso. / "accidenti così bello sembri quasi un modello / mentre io non sono che un povero bastardello" / "si lo so a me il padrone mi tratta da gran signore" / "ma sei anche impomatato e con il pelo tutto liscio" / "certamente diverso da te che emetti questa puzza" / "scusami tanto non ci devi fare caso / ma stando sempre vicino alla mondezza mi si è chiuso pure il naso" / "certo che tristezza vivere senza un padrone / ti rigiri tra i rifiuti senza avere una casa e un letto" / "ti dirò amico mio sulla testa non avrò il tetto / ma al suo posto il cielo la luna ed il sole" / "e adesso stai a vedere che sono io quello sfortunato" / "non dico questo ma io non mi sono mai lamentato" / "e fai male perchè non sai quello che ti sei perso / il mio padrone mi tratta come un vero pascià / mi pensa sempre e nulla mi fa mai mancare" / "e qui ti sbagli amico mio diverso / tutto ti può dare il padrone meno il regalo più bello / che Dio solo a me ha voluto riservare / e che io regalerei all'amico più fraterno / non lo scordare mai si chiama libertà
Stefano Astazi
Aurelio Giovanni
MATTINO
Disinvolto appari,nuovo mattino
tu...che inosservato,riempi ogni vedere,
incurante,poi fiorisci silenzioso,
sin e ancor più in alto ,degli irti colli,
tanti e mai nessun il dì rivelarsi grato,
dovuto....nel manco mai udir favella.
Benvenuto tu sarai in mente mia,
già nel prepararti, ai tuoi nuovi albori.
(Giovanni Aurelio)
Babuscia Salvatore
Pittore dei sogni
Il passo stanco
Curvato dal peso
Della vita
Trascina i colori
Di una tela mai finita.
La mano ormai tremante
Colori ormai sbiaditi
Rimasti nella mente
Di quadri mai dipinti.
L’aurora,poi il tramonto
Il tempo trascorreva
Un quadro di pensieri
Che mai si dipingeva.
Seduto ad aspettare
Di poterlo terminare
Mancava solo il verde
E il futuro da stampare.
I sogni si colorano
Se il sole splende ancora
Ma quando poi tramonta
La luce si scolora.
Il canto degli uccelli
Il suono della pioggia
Il fischio di un treno
Nessun pittore colora.
Siediti e aspetta
Se non puoi dipingere
I sogni
Prendi una matita
E scrivi i tuoi ricordi.
(Salvatore Babuscia)
Baldinu Stefano
PAROLE AL TELEFONO
(l’ultima poesia del padre)
Sarà che il sole cade sul muro di casa un po’ più presto
e le ombre si allungano più delle antenne delle lumache
che io sono tornato qui, padre,
senza annunciarmi ad imbastire
un ordito sottile fra le carte invecchiate
per unire i ricordi non ancora sbiaditi
della tua voce scesa da tempo
dall’amaca comoda dei miei occhi.
Sarà che riconosco il tempo dalla mancanza di vento
che ritrovo intatte tra i versi della tua ultima poesia
le aspre colluttazioni, le improvvise intersezioni
delle voci di chi sa per certo che ogni giorno sarà buon tempo.
Passo sul ciglio della cornetta
con voce incrostata di sale
come ogni persona che s’affianca
parallela al suo riflesso in un tram
è così che fintantoché dura il nastro io mi inabisso
scansando i flebili lembi d’aria di quel tuo sguardo
mentre chino sul tavolo vergavi
per chissà quale avvenire il tuo passato
di stanche strascicate stagioni.
Mi accorgo solo adesso che il nastro
all’altro capo ha riattaccato
che la sera è finita e la cassetta delle lettere
è rimasta vuota.
Sarà per questo rinnovato silenzio
che ci fa assomigliare ad un battito di mani
alla velocità del suono o finire sommersi
e cancellati come i giardini sotto troppa neve
che io spesso osservo il cielo
sovrapponendo alle stelle il mio percorso solitario
lasciando cadere a memoria dalle labbra
le tue ultime parole come gocce di una costellazione
(Stefano Baldinu)
Ballisai Giulia
Le onde
Siete figlie dei mari, delle correnti e dei venti.
Siete la positiva conseguenza
dell'unione di forze naturali,
non contrastanti.
Talvolta irrequiete e
maestose,
altre morbide e
giocose.
Vi spingete e
vi rincorrete,
sulla riva riposate e
tornate poi ad abbracciare il mare .
È difficile inseguire il vostro respiro,voi che
sussurrate storie e
memorie,voi che
siete spettatrici del tempo e
cantate l'infinito.
Cullate gli uomini oltremare e
gli animi di chi vi osserva.
Siete ancoraggio di cuori felici e
soli.
Resta segreto di pochi,
quello di sapervi capire.
(Giulia Ballisai)
Balsamo Stefania (Stel Samo)
BUONISMO E IPOCRISIA
Universi a sé stanti ...
ma con la propria anima nera
tutti autoassolventi e concilianti.
Il buonismo nasce da lì:
dalle consapevolezza che si è tutti così.
E più si hanno agi e privilegi,
e si vive nell'abbondanza,
più verso i simili e se stessi,
s'è buonisti a oltranza.
Chi ha molto avuto ...
ogni mezzo ha usato,
mentre qualcun altro,
è stato calpestato.
E quando, chi vessato, si ribella ...
tosto nell'aiutarlo ... lì a prodigarsi ...
son tutti pronti a far spallucce
e dileguarsi;
nonché, dai suoi aspri toni,
pronti a prender le distanze
tacciandolo d'essere pedante.
Lo Stato, poi, etereo e inconsistente
tranne che in veste d'esattore,
è il primo, ad esser indifferente,
memore solo, se si è insolvente.
Così, chi in cattive acque sta a versare
solo e disperato può affogare ...
in silenzio,
senza neanche protestare.
La protesta ... per carità,
bandita dagli ipocriti buonisti,
da quest'indifferente società.
Al limite, si può sprecare
solo giusto un trafiletto
per chi, nella disperazione,
contro sé preme il grilletto ...
che poi, a posteriori,
diventa fiato sprecato
per chi, solo quando era in vita,
doveva essere aiutato.
Non c'è peggiore oscenità
del buonismo ipocrita
d'un'indifferente umanità,
che riesce solo a condannare
l'invidia di chi non ha,
senza capire
che questa è figlia
della propria indifferente avidità.
Prima che giunga
dell'umana specie l'estinzione,
avrà mai fine quest'aberrazione?
O sarà piuttosto, tutto ciò
a causar l’umana sparizione?
(stelsamo)
Bariselli Jessica
***
Abisso colmo di pensieri,
occhi riversanti lacrime
che al toccar del suolo bruciano.
Corona di fiori profumati
che tra di loro danzano dolcemente
intrecciando i lor petali colorati.
Anima completa di emozioni,
affamata di sapere
e corrotta da se stessa.
Principessa innamorata della vita,
nonostante le avversità,
nonostante le sue differenze.
Fragile ed esile corpo ricco di inibizioni
che mai nessuno potrà conoscere
se non un altro corpo uguale.
Lei, che non dona amore se non ne riceve.
Lei, che non finge emozioni se non le sente.
Lei, che sa ma non vorrebbe sapere.
Troppo intelligente per eccellere,
Troppo introversa per esprimere,
Troppo perfezionista per sbagliare.
Dolce essere splendente,
che sei nata elfo ma non volevi.
Che sei nata diversa ma tremi.
Creatura umana ma inumana,
anima spersa ma che trova la strada,
che cammina orgogliosa ma orgoglio non ne ha.
Sei un elfo in un corpo da donna,
sei un fiore racchiuso nei germogli,
sei una stella che splende da sola.
Preziosa come un diamante,
profonda come il mare,
persino il sale s'addolcisce al suo passaggio.
(Jessica Bariselli)
Bellanca Giuseppe
ME PATRI SI CUNFUNNI
Me patri cunfunni
u jurnu ccu la notti
u mari ccu lu cilu
i stiddi e a luna.
Di picciuttu nu liuni
ranni travagghiaturi
patri amurusu
maritu ‘nnammuratu e fideli.
A strata bbona nni ‘nsignà
l’amuri ppi la famigghia e l’honestà
essiri umini e fimmini
nni sta società.
E ora?
Liuni jeratu
li forzi ti pigghiaru
a menti cunfusa
dda nu curpu strantuliatu.
Ti pigghiu ppi manu
e mi dumanni cu sugnu.
“To figghiu” rispunnu.
A to menti cunfusa
mi scancia ppi n’antru
certi voti ppi so patri
certi voti ppi cusà cu.
Nnu mo cori priu
ca tu nun pati
u mo duluri
lu tignu ppi mì.
(Giuseppe Bellanca)
MIO PADRE SI CONFONDE. Mio padre confonde / il giorno con la notte / il mare con il cielo / le stelle e la luna. / Da giovane un leone / grande lavoratore / padre amoroso / marito innamorato e fedele. / La strada buona ci ha insegnato / l’amore per la famiglia e l’onestà / essere uomini e donne / in questa società. / E ora? / Leone eri / le forze ti hanno preso / la mente confusa / in un corpo tremante. / Ti prendo per mano / E mi domandi chi sono. / “Tuo figlio” rispondo. / La tua mente confusa / mi scambia per un altro / certe volte per suo padre / certe volte per chi sa chi. / Nel mio cuore prego / che tu non soffra / il mio dolore / lo tengo per me.
Bello Domenico
***
Mi disseto alla fonte del crepuscolo,
e tu ancora sogno
ancora amore,
dei tuoi baci e carezze
profuma il mio corpo
(Domenico Bello)
Berardi Piergiorgio
COME UN PESCO IN PRIMAVERA
Mi sento perso
come un ramo d’un albero vecchio
quando un vento invernale perverso
coglie
ad una ad una
le poche foglie
che non lo avevano ancora
abbandonato.
Ricordo tanti capelli
uno zaino pieno di sogni
e mille progetti
che non ho mai realizzato.
Mi sento perso …
provo spesso
ad esser diverso
ma è solo nei tuoi occhi
che io mi ritrovo.
Perché tu
dolce mio amore
sei come un pesco
in primavera
vestita sempre di foglie verdi
e di boccioli in fiore.
(Piergiorgio Berardi)
Bergamasco Francesco
Timida è la sera
Timida è la Sera
coi suoi occhi pien di Cielo
al finir del Giorno
è sempre lì
china
ad attendere
che il Cuore d’un gabbiano
dilati le ali
alle sue vecchie ossa...
Tra le ombre della notte
dileguarsi
sulle acque stanche
già levate!
(Francesco Bergamasco)
Betti Brunetto
Il pensionato
Piglia ddoie pummarole,
‘nu spicchio d’aglietiello,
miette ‘nu raggio ‘e sole
e ‘o ppoco ‘e cerasiello,
‘na fellicciolla ‘e carne,
arecheta novella
e suffrie tutte cose
dint’a chella tiella.
E quanno torna ‘a casa,
stanca pe ‘na iurnata
e fatica, e c’o maste
s’è pure appiccecata,
mugliereta Carmela
t’abbraccia e ‘a daie ‘nu vaso,
e siente ‘nu calore
ca se spanne int’a casa.
Po’, mentre essa se cagne
e se da ‘na sciacquata,
è n’attimo, e ‘a tavola
è bella e apparecchiata.
E doppo ve truvate,
sule dint’a cucina,
e ‘nfaccia ve guardate,
cu ‘nu bicchiere ‘e vino.
Tu a miette ‘o piatto a tavula,
essa te guarda e aspetta
ca pure tu t’assiette
e po’ piglia ‘a furchetta.
E mentre ve mangiate
‘o poco ‘e pizzaiola, (*)
tu piense: comm’è bello
a nunn’essere sulo.
E mentre ve guardate,
felice, dint’all’uocchie,
so passate trent’anne,
ma tremmeno ‘e ddenocchie.
Comm’a tant’anne fa,
mange e te sbatte ‘o core.
Nun ce sta niente a fa,
ma pure chisto è ammore.
Traduzione dell'autore: Il Pensionato. Prendi due pomodori, / uno spicchietto di aglio, / metti un raggio di sole / e un po’ di peperoncino, / una fettina di carne, / origano fresco / e soffriggi tutto / in quel tegame. / E quando torna a casa, / stanca per una giornata / di lavoro, e con il titolare / ha anche litigato, / tua moglie Carmela / ti abbraccia e le dai un bacio, / e senti un calore / che si spande per la casa. / Poi, mentre lei si cambia / E si da una sciacquata, / è un attimo, e la tavola / è bella ed apparecchiata. / E dopo vi trovate, / soli in cucina, / e vi guardate in viso / co un bicchiere di vino. / Tu metti il piatto in tavola, / lei ti guarda e aspetta / che anche tu ti segga / e poi prende la forchetta. / E mentre mangiate / quel po’ di pizzaiola, (*) / tu pensi: com’è bello / a non essere solo. / E mentre vi guardate, / felici, negli occhi, / sono passati trent’anni, / ma ancora tremano le ginocchia. / Come tanti anni fa / mangi ed il cuore ti batte. / Non c’è niente da fare, / anche questo è amore.
(*) La “pizzaiola” è un piatto napoletano fatto con una fettina di manzo, aglio, olio, origano, una punta di peperoncino e pomodorini. Il sughetto che si crea è adatto anche a condire gli spaghetti.
Bicchierri Antonio
V O R R E I…
…Non essere improvvisamente rapito
da un ineluttabile destino
Vorrei
prima dell’ultimo commiato
poter ammirare ancora
le meraviglie del Creato:
l’azzurro del cielo,
il sole splendente
e la terrea luna,
la brillantezza delle stelle
e il suono soave della natura
Vorrei incrociare lo sguardo
di tanti bambini innocenti
e donar loro una lieve carezza
Vorrei un mondo di pace
e di amore fra i popoli:
senza utopia, speranzosa realtà!
Vorrei eterno amore
dalla sposa del mio cuore
e gioia infinita
per le mie tre ragioni di vita
Vorrei dedicare il mio ultimo respiro
a colei che mi ha dato il primo alito di vita
Vorrei il mio eterno riposo
sulle pendici di cime innevate
fra ruscelli, torrenti
e fitti boschi silenti…
prima d’incamminarmi
nel regno della verità
senza più ingannevoli seduzioni
ed arcaici misteri:
verso il nulla
o verso quella flebile fiammella
che la fede alimenta
Speranze, desideri…
Portatemi via contento
all’ombra di dolci ricordi,
con il lento ticchettio della pioggia,
le onde incantate del mare
e i tristi lamenti del vento!
(Antonio Bicchierri)
Biga Lorenza
DOMINA LA NOTTE
E' come quando
si avvicina un temporale
il cielo si fa scuro
lampi in lontananza
all'improvviso
il tuono rumoreggia forte
Così il cuore batte
quando nella mente
come un fulmine
il viso tuo mi appare
nel silenzio della notte
uguale a cento altre notti ormai
Più non godo del calore
del tuo abbraccio
più non sento il tuo profumo maschio
il ritmo del tuo respiro
mi cullava
dolce il sonno giungeva
Fa male, tanto male
il cuore pare spaccarsi
sento il calore
del sangue scorrere
sulla pelle dalla ferita ammorba,
Non esiste tempo
alba o tramonto,
senza te
Non esiste vita
se non ci sei tu
a nutrire il mio sorriso,
ad accendere il mio sguardo,
tu eri il mio sole
ora io sono la tua luna
perchè intorno a noi
la domina la notte
(Lorenza Biga)
Bonaventura Giovanni Tancredi
LA POESIA
Entra di soppiatto
Negli occhi di cloni
Sosta su piazze di paesi
Impiccati alle nuvole
Il verso intona un suono
Zoppi muti ciechi
Corrono
Verso
Un oblio sconosciuto
Il peso del corpo lascia il posto
All’anima
È una geometria azzurra
La poesia
Incanta le stelle
Al tramonto
Addormenta il dolore
Del secolo
È l’anatomia del pensiero
Che fonde il mare alla terra
Il cielo all’universo
È un intimo segreto
Che alza le vele verso est
Ove la luce immagina tramonti mai nati
È un tremore sconosciuto
Che prende il cuore
È l’illusione di un mondo possibile
Dove il mare palpita
Al suono delle parole
Ove le stelle s’inchinano
Ed urlano
Ancora ancora ancora
Poeta
Cantami
Lascia che il freddo fuoco e la bianca mia luce
Riscaldino
L’amore
Ed ora come
Prima
Come se fosse l’alba del mondo
T’imploro
Primavera
Incanta il cuore
Dell’uomo
Sull’arena
La poesia
Si sveste
Della pelle
Pura
Agita le braccia in un andante mosso
E mostra il lato brutto
Quello che la fa bella
(Giovanni Tancredi Bonaventura)
Bondio Simona
PIOGGIA
E mentre il vento
crea un fruscio tra le foglie,
la pioggia cade...
batte
su questa terra,
batte
sulle rocce,
batte
sui miei capelli,
batte
sul mio viso,
batte
sulla stessa acqua,
Batte
su ogni cosa che mai
abbia volto uno sguardo al cielo.
(Simona Bondio)
Bramanti Carlo
(PRIMA CHE IL GIORNO NE ESTINGUA LA LUCE)
I miei sogni
distorti dalla calura.
Rivedo
la finestra chiudersi
sulle nostre solitudini.
Cosa aspetti?
Cercami lì,
dove l'Eringio
proietta le stelle
a noi care,
se puoi,
compi il miracolo
- incontrami -
prima che il giorno
ne estingua la luce.
Con un petalo
non posso sfiorarti,
ma rammenta:
noi siamo corde
nell'arpa di Erato
- parallele, fragili - vibriamo
ancora e ancora,
unite
da un diesis
d'Amore.
(Carlo Bramanti)
Bravi Massimo
RICORDO
Quei seni che tanto ho amato
da bambino il dolce
e tenero viso
e il tuo sorriso,
non mi resta che il
tuo ricordo
e una foto in ceramica
oramai sbiadita
su di un bianco
Carrara,
quanto manchi
mamma in questa
vita.
(Massimo Bravi)
Bresar Nevenka
TVOJE BESEDE
Tvoje besede so, kot pisanje lepih pesmi,
pisalo gradi črke za črkami.
Če ne bi obstajale tvoje besede
bi bile prazne moje poezije.
To so tiste besede …,
ki opisujejo srečo in veselje..
tvoj nežen glas je kot orožje
za mojo dušo in srce.
Tvoja ljubezen je, kot lepa roža
čuvam jo, da jo ne odmakne burja.
Slišim tvoje besede v vetru,
kako lepo pojejo v mojem telesu.
Tvoje besede se pretakajo
v deželi mojega srca veselo.
Ob meni je vedno beli papir in pisalo
Rada sestavljam besedo .. LJUBIM TE.
(Nevenka Bresar)
Traduzione (dall’inglese) di Giuseppe Arcadipane. Le tue parole suonano come le belle canzoni. La mia penna scrive parole ..continuamente.. ma se ci fossero le tue parole con loro riempirei la mia poesia. Ci sono parole che descrivono la felicità, la gioia. A me basta La tua voce gentile che accarezza la mia anima e il mio cuore. . Il tuo amore è come un fiore bellissimo. Lo tengo stretto a me nè le tempeste potranno mai portarmelo via. Ascolto le tue parole nel vento, una musica meravigliosa dentro di me. Le tue parole fluttuano dove felice dimora il mio cuore. Accanto a me ci sono sempre una penna e dei fogli bianchi. E l'immenso desiderio di dirTi : Ti amo!
Brugnano Giacomo
SU QUELLA PANCHINA
Io e te amore mio,
seduti su quella panchina.
Ci guardavamo negli occhi e gia`
capimmo il nostro desiderio.
I nostri cuori battevano piu` forti che mai.
Baci, abbracci e carezze senza fine.
Il tuo sguardo divenne padrone della mia anima.
Quanta emozione amore mio.
In un attimo la vita mi ha dato tutto quello
che ho sempre sognato amore mio.
Un uomo senza sogno e` come un prato senza fiori,
a me piace sognare ancora quella panchina,
e vedere noi due piu` felici che mai.
(Giacomo Brugnano)
Brunetti Marco
LE LONTANE TERRE
Un giorno mangerò
il mio vuoto.
Un vuoto fatto
di silenzi vacui, di salite
oniriche perso dentro
altrettanti vacui pensieri.
Un giorno mangerò
il mio vuoto, e saranno
foglie lente che cadranno
su innominate strade
da percorrere tutte
di un fiato attraverso
sfumate presenze.
Un giorno mangerò
il mio vuoto e calde
nebbie si alzeranno
a coprire i vecchi
sentieri mentre tiepide
brezze porteranno
verso le lontane terre
le stanche speranze.
(Marco Brunetti)
Bruno Rosa Maria
LA SENTI
La senti
E'là tra i rami fioriti
nei boschi odorosi
di cose credute desuete
E' là nelle steppe lontane
nei pascoli erbosi
nel manto giallastro
del vuoto deserto
E' là tra i raggi del sole
splendente raggiante
delle piccole cose
La senti
E' là nella pioggia nel vento
che stringe le spalle
al fragore del tempo
E' là che cammina incurante
fremente incalzante sferzante
E' là che si muove sicura
la testa stracolma
dei sogni di bimbi
La senti
E' là nella rissa di volti
in corsa affannati
alla ricerca di un niente
E' là nel sorriso gioioso
nello sguardo innocente
che tende una mano
ostinatamente
Inciampa si alza
cade di nuovo
Riprova con forza
ritrova il vigore
Annusa nell'aria
ricorda il sapore
di piccoli gesti di cose perdute
La senti
E' dovunque
E'..........
(Maria Rosa Bruno)
Buccafurni Francesco
SOGNO SEGRETO
Ti tocco ,
e tu scappi...
Noi, non ci siamo mai conosciuti,
eppure la tua esistenza
mi ricorda qualcosa.
Ci siamo incontrati
nel giardino delle parole,
dove la mia anima
si staccava dal cuore
e i tuoi ricordi svanivano
in una dolce nebbia di memorie...
Il tuo segreto sprofondava
tra gli abissi del mare,
scompariva, rimaneva misterioso,
diverso, tale per sempre.
Anche la tua mente rifletteva
un'immagine diversa,
Lo so, non eri tu.
Torna pure al tuo passato
solare com'eri un tempo,
bella come sei stata sempre.
Non ti riconosco più,
Corri... corri da sola,
La tua immagine
rifletterà all'infinito,
La tua vita resterà mia...
...ma ormai tutto scompare,
nelle tenebre della notte...
(Buccafurni Francesco)
Buonomo Cosimo (Teresa Mino su fb)
* * *
Ma tu …
Quante volte …
vorrei sentire il tuo sapore
non il mio dolore
Quante volte …
vorrei vedere i tuoi occhi
non le mie ferite
Ma tu …
profumo da serbare …
calore da sfamare …
resta li immobile …
ti scolpisco nei miei sensi
Adesso cammino a piedi nudi nella mia anima
… il mio amore riposa.
(Cosimo Buonomo)
Buro Giuseppe
POLVERE DI STELLE
Il mio corpo trema
e
vibra
quando ricordo
il tuo corpo.
Vieni
sotto la pioggia
e portami glicini,
ferma il tempo
e
non smettere
di esistere.
Cigola il lento
divenire,
possa
il mio pensiero
sfiorarti l'anima
tutta,
che trascende in
pulviscoli
di stelle e desideri.
Tu
ora non sei più
e nostri pensieri
sono lo specchio
dell'anima
di quell’anima
che vive nel mio
profondo.
L’amore sincero
che sento per te
ora vive in me.
(Giuseppe Buro)
Busembai Roberto Giovanni
DESTINI
Si van cercando per i mari aperti,
suoni e colori di vital destino,
navighiamo tra sogni e isole deserte,
convinti di trovar desio.
Tra le secche o il mar agitato,
isperiamo vedere prossima terra,
lecchiamo salate ferite aperte,
e sopiamo muti dolori come pesci.
Al grido terra innalziamo la bandiera
sdrucita, rotta e scolorita,
ci facciamo pronti sulla poppa,
dimenticando quel che c'era a prua.
Si van cercando ma non si trova niente,
per questo il destino non si infrange,
e come scogli inetti, devoti e prigionieri,
poniamo i nostri cuori a onde giornaliere.
(Roberto Giovanni Busembai) - (errebi)